Torino e i gay: le inutili meraviglie – di Cristiano Lugli

Gli interventi del vescovo Nosiglia al convegno “Liberare le esistenze”, a cura del “Tavolo di lavoro fede e omosessualità della Diocesi di Torino” sono di una chiarezza sconfortante. Inutile meravigliarsi di quanto successo a Torino, appunto.

di Cristiano Lugli

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Don Gianluca Carrega, che ha celebrato solo pochi giorni fa il funerale di Franco Perrello, 83 anni (il quale insieme al compagno Gianni Reinetti è stato il protagonista della prima unione “civile” nel capoluogo piemontese ) ringraziando e lanciando petali di rosa su omosessualità e dintorni non è nuovo a questo tipo di iniziative, ma anzi è addirittura incaricato per farle.

Egli – lo ricordiamo – è stato appositamente scelto dall’Arcivescovo per seguire la pastorale delle persone omosessuali: è dunque solo la punta dell’iceberg.

Cesare Nosiglia è il vero e proprio mandante di questo scandalo, il quale non è di certo limitato al funerale di Perrello, ma si estende ad un vero e proprio progetto per creare nella Diocesi di Torino una sorta di para-diocesi omosessualista che cresca sempre più in fretta, per poi fungere da esempio, o meglio, da “ponte”, per le altre diocesi italiane.

Dal 6 all’8 gennaio si è tenuto infatti il ritiro residenziale dal titolo (tutto un programma!) “LIBERARE LE ESISTENZE” a cura del “Tavolo di lavoro fede e omosessualità della Diocesi di Torino“, per il ciclo di incontri: “Alla luce del sole“.

I titoli sono decisi a tavolino in Curia; sbaglierebbe perciò chiunque presumesse che sono incontri o eventi organizzati da associazioni esterne diciamo così, tollerate, poiché questa è tutta farina del sacco della Diocesi in cui siede Cesare Nosiglia. In questa logica e in questo maligno disegno si colloca la questione di Chieri, dove la dottoressa Frezza è stata bloccata dalle urla di quattro cialtroni LGBT, godendo però essi di una grande stima e di un grande appoggio nella Diocesi di Torino.

Come dimenticare le bacchettate conferite alla professoressa dell’Istituto “Pininfarina” di Torino, circa tre anni fa, la quale definì senza mezzi termini l’omosessualità come qualcosa di non normale e da curare: dopo gli insulti che fu costretta a ricevere dall’establishment laicista, arrivò in concomitanza anche l’arrogante ammonizione di quel pastore che avrebbe dovuto difendere una pecorella coraggiosa nell’affermare la verità ai suoi alunni. Come buon lupo invece Nosiglia la sbranò, asserendo che “a scuola servono rispetto e accoglienza, soprattutto ora dopo la discussione avvenuta nella Chiesa. (…) Trovo che non sia il caso di mettere in discussione le scelte sessuali delle persone, per di più in un ambiente educativo come la scuola”.

A questo raduno di “cristiani LGBT” tenutosi appunto nei giorni dell’Epifania, non hanno mancato di essere raccolte le testimonianze dei partecipanti, uno dei quali pure ammette senza problemi che l’incontro “è stato organizzato dalla Diocesi di Torino, nella persona di don Gianluca Carrega incaricato dall’Arcivescovo per la pastorale delle persone omosessuali”.

Durante l’incontro guidato da don Carrega non si è fatta attendere la visita di Nosiglia, che qualcuno dei partecipanti definisce su un articolo apparso su Portale Gionata (portale su “fede e omosessualità) “vescovo friendly” – e come dargli torto – per la sua avanguardia clericale.

Nosiglia infatti ha, tra l’altro, affermato che:

– “Le posizioni tradizionali vanno riformate”.

– Ha specificato come quello che aveva innanzi non fosse un gruppetto da considerarsi privato: il Vescovo ha dato un incarico specifico a don Carrega, per ascoltare e capire meglio. “Sono venuto qui a sentire la vostra voce e guardarvi negli occhi”, ha detto Nosiglia al gruppo di omosessuali.

– Ha definito il gruppo “lievito per la Chiesa e preziosa risorsa”, invitando a continuare a porre al centro “la parola, la fraternità, il dialogo”, così da poter diventare sempre più un gruppo “importante per tutta la Diocesi“.

Alcuni dei partecipanti hanno poi rivolto richieste a Nosiglia, chiedendo di porre particolare attenzione alla formazione dei sacerdoti, specie rispetto al Sacramento della Confessione a motivo del quale tanti poveri omosessuali troverebbero “muri e non riconciliazione”.

Uno dei presenti ha anche chiesto di poter avere un riferimento all’interno della CEI (come se già non ve ne fossero! ), così da non dover rimanere relegati solo nelle diocesi, ma potendosi finalmente espandere in modo non più nascosto anche nei grandi ranghi della neo-chiesa ufficiale e di vertice. La domanda è stata presa sul serio. “Vedremo cosa posso fare”, è stata infatti la risposta.

Tanto ancora si potrebbe dire degli interventi di Nosiglia, riportati da più testimonianze di persone omosessuali presenti al ritiro (ritiro di che poi?), ma per riassumere basta citare il congedo finale dell’Arcivescovo: “CHE IL VOSTRO GRUPPO DIVENTI UN PONTE TRA IL MONDO OMOSESSUALE E LA CHIESA”.

Chi suppone che Torino sia la città del Diavolo, forse, non ha poi tutti i torti, e senza bisogno alcuno di vedere chissà quali misteri: le cose sono quanto mai lampanti e palesi.

27 commenti su “Torino e i gay: le inutili meraviglie – di Cristiano Lugli”

  1. cattolico triste

    TRILUSSA
    ER PORCO
    Un vecchio Porco disse a certe Vacche:
    La vojo fa’ finita
    de fa’ ‘sta porca vita.
    Me vojo mette er fracche,
    le scarpe co’ lo scrocchio,
    un fiore, un vetro all’occhio,
    e annammene in città,
    indove c’è la gente più pulita
    che bazzica la bona società.-
    Fu un detto e un fatto, e quela sera istessa
    agnede a pijà er tè da ‘na contessa:
    s’intrufolò framezzo a le signore,
    disse quarche parola de francese,
    sonò, cantò, ballò, fece l’amore.
    Ma doppo du’ o tre giorni
    er vecchio porco ritornò ar paese.
    Che? – fecero le Vacche – già ritorni?
    Dunque la società poco te piace…
    No – disse er Porco – so’ minchionerie!
    Io ce starebbe bene: me dispiace
    che ce se fanno troppe porcherie…

  2. Non ci sono parole. Che la Madonna apra gli occhi di tutti affinché rinsaviscano e soprattutto apra gli occhi dei pastori che hanno perso la strada peggio delle loro pecore e che a forza di essere spronati a olezzare dello stesso loro odore, si sono identificati con esse e costituiscono un tutt’uno che emana infine un tremendo fetore. Soprattutto di zolfo.

  3. Ma quale friendly…. Vescovo pro-gay … csa volete che sia la Tradizione di fronte all’ammmore sodomitico alla sudamericana?

  4. Oggi ricorre la memoria di San Giovanni Bosco, grande Santo, grande educatore. Torino è stata ricchissima di grandi Santi Fondatori. (Cafasso, Cottolengo, Rua…. ) Francesco Faà di Bruno da Alessandria, per nominare i maggiori:
    che sia diventata una città satanica è cosa nota: basti pensare alla costruzione della Mole Antonelliana, in corrispondenza con quella del Duomo, dove è conservata la Sacra Sindone.
    Alcuni anni fa scrissi a Nosiglia: un fratello ortodosso copto Sherif Azer, come me caro amico di Magdi Cristiano Allam, era stato più volte picchiato più volte dagli islamici durante il ramadam: si fece una parata la sera a Torino: l’unica ASSENZA COLPEVOLE fu quella della Curia Torinese.
    Se cercate sul motore di ricerca, trovate parecchi link dedicati a DON ERMIS SEGATTI: un nome, un programma: il primo delegato a pronunciare la famosa frase “Love is love”… ed in qualsiasi caso VA RISPETTATO………
    A suo tempo telefonai alla professoressa del Pininfarina:
    RACCOMANDIAMOCI A DON BOSCO, oremus !

    1. La ringrazio per quello che ha scritto; desumo che lei sia abbastanza attiva. E’ proprio quello di cui c’è bisogno: stare vicino a chi combatte in prima linea e dare una mano nel proprio possibile.
      Tonio

    1. Motus (diabolicus) in fine (inferorum) velocior. Ormai il piano (schifoso) e’ chiaro: una volta distrutte le armi della sana dottrina, non vi sono più anticorpi spirituali al male. Qualsiasi perversione, qualsiasi ignominia diventano automaticamente “libere espressioni di una diversa sensibilità” (o qualsivoglia altra porcheria). S.Messa e S.Rosario: ci aspettano tempi in cui testimoniare la fede sarà molto, molto duro. LJC.

  5. gian piero traverso

    Certamente è uno scandalo, ma non è il primo, la foto del cardinale Angelo Bagnasco che al funerale di don ? Gallo somministra la Santa Comunione a Luxuria era stata pubblicata su molti quotidiani; forse è il momento di sostenere le preghiere con qualcosa di concreto.

  6. Non può farlo. Non possono farlo. La Sacra Scrittura e l’insegnamento perenne della Santa Chiesa non possono essere contraddetti. Il dialogo e il rispetto sono regola di vita per il Cattolico, in Chiesa non ho mai visto cacciare nessuno. Ringraziando il Cielo esistono Sacerdoti, Vescovi, Cardinali, Suore, semplici battezzati, ispirati dal Signore, buoni e fedeli. Da loro, dalla testimonianza dei Santi, dal sacrificio dei Martiri e da sempre, sino ad oggi, non avevo mai sentito nulla di simile. E di tanto doloroso. Gesù ci converta.

  7. La situazione delle persone omosessuali è dolorosa e non va condannata, perché è subita e non cercata. Ma parlare di riformare l’insegnamento della Chiesa sul comportamento sodomitico è un’altra cosa. Ma per insegnare a una persona omosessuale che solo in una visione trascendentale può essere capita la castità che essa richiede, occorre avere ben chiaro e presente che la vita non finisce con la morte, cosa che molti del clero attuale sembrano dimenticare o, sperando di dire un’enormità non vera, ignorare.

    1. Caro Giovanni,
      concordo sull’osservazione finale che il clero moderno non sembra avere più molta intenzione di guidare l’uomo verso la vita eterna -questa sconosciuta, ormai- e verso Dio, tramite Gesù Cristo e la sua santa Chiesa, quanto piuttosto di abborracciare e propagandare una mezza idea di un “dio” che non dia fastidio a nessuno nel mondo.
      Quanto alla prima parte del suo commento, stiamo attenti. Anzitutto, che tale “situazione” sia subìta e non cercata sarebbe tutto da vedere, caso per caso e con discernimento (ogni riferimento sarcastico è puramente voluto), visto l’andazzo generale attuale, in cui ad essere considerati “strani” se non malati sono, in crescendo, eterosessuali-monogami-coniugati-fedeli. Secondariamente, quand’anche fosse una condizione “subìta”, il dolore sarebbe caso mai nel viverla in castità, con dignità e sacrificio, e non autorizzerebbe ad abbandonarsi ad essa in atti che, con buona pace di tutti, sono di peccato (e anche di quelli grossi, che gridano vendetta). La persona non è necessariamente da condannare (valuterà Iddio), ma il peccato sì.

  8. Elisabetta Frezza

    Ma Nosiglia è egli stesso un praticante?
    Comunque ricordiamoci sempre che l’oste di Santa Marta (per giunta incardinato allo IOR) è monsignor Giambattista Ricca, noto cultore della materia pederastica. Comandano loro.

    1. Bella domanda!
      Chissà che “dialoghi” ad un incontro fra Nosiglia e Ricca!

      Potrei sbagliarmi ma io sono quasi convinto che ogni prelato pro-gay sia un gay furioso per non aver potuto praticare per decenni il suo vizio (o per non averlo potuto praticare alla luce del sole) e ora, con l’eresiarca argentino al potere, ha l’occasione di “vendicarsi” contro la tanto odiata dottrina!
      Se così non fosse non si sarebbe fissati solo con i sodomiti e ci sarebbe una seria pastorale verso TUTTI i tipi di peccatori (ammonendoli che per salvarsi devono pentirsi, confessarsi e cambiare vita):
      io sto ancora aspettando un ritiro residenziale dal titolo: “LIBERARE LE ESISTENZE” a cura del “Tavolo di lavoro fede e USURA della Diocesi di Torino“, per il ciclo di incontri: “Alla luce del sole“;
      oppure
      “LIBERARE LE ESISTENZE” a cura del “Tavolo di lavoro fede e CORRUZIONE POLITICA della Diocesi di Torino“, per il ciclo di incontri: “Alla luce del sole“.

      Perché si usa la falsa misericordina solo verso alcuni tipi di peccatori? Questa è la prova più grande della malafede di certi prelati!

      1. Credo che lei non si sbagli, almeno non del tutto. Anch’io non so darmi una risposta soddisfacente a tutta questa fissazione con la sodomia da parte di vari esponente del clero: qualcosa di personale sotto? la voglia di piacere al mondo? entrambe le cose? le menti ottenebrate dal pensiero dominante, come l’apocalittico inneggiare alla bestia da parte degli abitanti della terra? la voglia nascosta di liberarsi di Dio, quasi fosse un peso?
        In ogni caso, non lasciamoci turbare da costoro.

        1. La voglia di piacere al mondo o la voglia DEL piacere e basta? Sono convinto anch’io che in fondo ci sia la seconda, sussurrata al loro orecchio da sappiamo bene chi.

    1. Le vite dei santi non si raccontano più, eppure quale insegnamento!
      A proposito di don Bosco, uno degli innumerevoli episodi che lo riguardano narra di un fulmine caduto nel maggio 1861 sul suo Oratorio dove dormivano i ragazzi e don Bosco stesso. Fu un tremendo sconquasso, tanto che egli stesso fu sbalzato dal letto e buttato sul pavimento grondante di sangue. Gli consigliarono allora di istallare sull’edificio un parafulmine, ma egli non voleva saperne. Quando alla fine si decise, l’8 dicembre 1861, proprio dove sei mesi prima era caduta la folgore, fece collocare una statua della Madonna con la corona del Santo Rosario in mano. A chi lo interrogava stupito disse: “Ecco il mio parafulmine!”.

  9. Cesaremaria Glori

    La campana e la Chiesa
    Che sono a fa? diceva una campana
    Da un po’ de tempo in qua, c’è tanta gente
    che invece d’entrà drento s’allontana.
    Anticamente, appena davo un tocco
    la Chiesa era già piena,
    ma adesso ho voja a fà la canoffiena
    pe’ chiama li cristiani cor patocco!
    Se l’omo che me sente nun me crede
    che diavolo dirà Domineddio?
    Dirà ch’er sono mio
    nun è più bono a risvejà la fede.
    – No, la raggione te la spiego io
    – je disse un angeletto
    che stava in pizzo ar tetto-
    Nun dipenne da te che non sei bona
    ma dipenne dall’anima cristiana
    che nun se fida più de la campana
    perché conosce quello che la sona.
    Trilussa

  10. “Nosiglia infatti ha, tra l’altro, affermato che: – “Le posizioni tradizionali vanno riformate”.” :viene da pensare che questo “signor” Nosiglia sia un fervente discepolo di Lucifero (ma perché il quela statua è stato raffigurato senza corna e zampe caprine?); infatti tutte le modifiche alla Tradizione cattolica bimillenaria, a partire da Roncalli, Montini e il loro mefitico CV II, sono state di tipo luciferino, massonico, satanico. Inutile ripetersi all’infinito “Il CV II conduce all’inferno” (parole di Mons. Williamson), e la deriva satanica attuata nella Chiesa di Cristo da gente come Scola e Nosiglia (su ordini superiori, papali e massonici) ne è la riprova lampante. Dio ci scampi e liberi da loro, non guardiamoli né ascoltiamoli, amici cari, ne va della nostra salvezza eterna.

  11. DON GIAN-LUCA CARREGA ha detto in una intervista che SAN PAOLO parlava di sodomitsmo senza averne conoscenza, senza sapere cosa volesse dire esserlo..pensate voi come il cervello di questo giovane sacerdote sia totalmente fuori……eretico, blasfemo e apostata….(a proposito:complimenti a chi lo ha fatto entrare in seminario…al momento opportuno se la dovrà vedere col giudizio di DIO).

  12. alberto giovanardi

    In quel di Napoli si usa dire: “O’ pesce fete d’aa capa” (il pesce puzza dalla testa). E se la testa del pesce (quello, per intenderci, “pescato” in Argentina) è marcia, cosa vogliamo aspettarci dal resto?

  13. Nosiglia è un vescovo (?) che si è sempre adoperato per assurgere al potere e, adesso, con l’inquilino di S.ta Marta al soglio di Pietro (sic!) si dà molto da fare per compiacere il sommo capo…ma, ciononostante, ha perso l’ultimo treno per diventare cardinale! Era da anni che ambiva al titolo…della diocesi torinese se ne strafrega, ha solo molta attenzione per i suoi amici gay. Il peggior vescovo di Torino, alla stregua di Pellegrino…una coltre di oblio lo seppellirà!

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