TOTALITÀ, O LE «BURRATE» DEL FORTETO. UTILI PRECISAZIONI SUL VENERATO MAESTRO FRANCO CARDINI, E DINTORNI – di Roberto Dal Bosco

Premessa

L’articolo del nostro collaboratore Roberto Dal Bosco, “La fascio-papolatria di Franco Cardini…”, pubblicato il 18 luglio su Riscossa Cristiana il , ha suscitato molto interesse, come ci attesta il freddo ma indiscutibile linguaggio dei numeri, fornito dal contatore di accessi. Pochi giorni fa sul sito “Totalità”, Magazine online di Cultura e Politica è stata pubblicata una critica a tale articolo, con toni garbati che subito ci hanno favorevolmente colpito. Si parte bene subito, dal titolo: “Polemiche imbecilli”. Grazie, ricambiamo con gratitudine. Nel sottotitolo Riscossa Cristiana viene definita “un sito di sedicenti cattolici”. Amen. Fin qui ci eravamo accontentati del Confessore e del Padre spirituale, d’ora in poi ci rivolgeremo anche a “Totalità” per cercare di salvare la nostra anima. Sempre nel sottotitolo l’articolo di Dal Bosco viene definito “degno di una denuncia per diffamazione e per omofobia (secondo la nuova legge)”. Ora, per la diffamazione, ok, con la sola avvertenza di denunciare anche il sottoscritto, che decide giornalmente cosa pubblicare su Riscossa Cristiana e che apprezza molto i lavori di Dal Bosco. Chiedo solo le sigarette, per il resto mi accontento del rancio carcerario. Per l’omofobia, pregheremmo l’estensore dell’appassionata difesa di Cardini di avere almeno la pazienza di aspettare: la legge non è stata ancora approvata! E’ comprensibile l’ansia, quando si è vicini a un traguardo, evidentemente, assai desiderato, ma un po’ di compostezza non guasta, anche per non suscitare dubbi sulla terzietà in una materia così… delicata (in tutti i sensi). Prima di lasciare la parola a Roberto Dal Bosco, mi pare grazioso, visto che nella polemica si parla anche di quella autentica schifezza che è il Forteto, di cui, dopo qualche decennio, si stanno accorgendo anche i suoi acutissimi sostenitori e la “giustizia” italiana, riportare le parole di Cardini nella prefazione al libro sul Forteto: “In un mondo sempre più violento e disumanizzato, che sembra dominato dai fondamentalismi ma nel quale appare cancellato ogni sistema morale, nel quale i poveri e i deboli — gli «ultimi» — sono sempre più umiliati e conculcati, emerge come una piccola luce nella tempesta la buona volontà d’un gruppo di uomini e di donne che rifiutano la logica del potere e del denaro; che colgono la realtà profonda della crisi del nostro tempo, che sta nella distruzione di qualunque forma di solidarietà comunitaria”. (Cardini, pp. 9–10). Ogni commento sarebbe superfluo… e ora, la parola a Roberto Dal Bosco.

Paolo Deotto

Direttore di Riscossa Cristiana

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TOTALITÀ, O LE «BURRATE» DEL FORTETO. UTILI PRECISAZIONI SUL VENERATO MAESTRO FRANCO CARDINI, E DINTORNI

di Roberto Dal Bosco

 

fc7Tirato in ballo da un articolo pubblicato dal sito Totalità , intendo qui rispondere sulle questioni trattate punto per punto. Benintenso, scrivo senza la minima intenzione di dialogare con l’autore del pezzo, tale Domenico Del Nero, che peraltro ha ben poco da dire. Scrivo, ancora una volta, per rivolgere a tutti il mio sdegno per l’immane sòla rifilata alla destra italiana con il «venerato maestro» Franco Cardini. Al quale magari qualche valvassino porterà anche questo pizzino – non che la cosa mi importi, perché il giudizio del barone toscano non è valso mai nulla per chi non è tra i derivativi accoliti che lo seguono sgomitando nel sogno di divenir suoi scagnozzi e sniffar così, pateticamente, un po’ della sua fama televisiva.

Ordunque.

1 – Prendiamo atto di aver centrato il bersaglio: come noto, i canali cui il barone Cardini affida il lavoro di replica alle polemiche per interposta persona sono vari: a quanto sembra la mezzadria, sparita dal mondo agricolo, è stata, come in un pregevole revival medievistico, reintrodotta dal Cardini nel mondo intellettuale. Il Del Nero – che in varie sedi ha rivendicato che essere studenti di Cardini è la cosa più bella del mondo («ci ha insegnato la tolleranza, la necessità di essere liberi ed intellettualmente onesti») – purtroppo degli infeudati cardiniani  è quello con meno argomenti di tutti, e chiaramente anche il meno acuto, perché la scarsezza della risposta è imbarazzante più per il povero Cardini (che non ne esce difeso a dovere) che per il Del Nero stesso. Di fatto, nessuno dei punti toccati dallo scritto pubblicato a suo tempo su Riscossa Cristiana ha trovato una qualche replica degna di essere considerata seriamente, e ciò dispiace molto. A dire il vero, vari altri punti che furono tirati fuori in merito alla controversa figura di Cardini, come elenchiamo sotto, neppure sono stati presi in considerazione, venendo fischiettosamente evitati.

2 – Ci rallegriamo di sapere che Cardini stia scrivendo una postfazione (strano, non ne aveva mai scritte) ad un libro sulla indimenticabile Evita. Ringraziamo Del Nero per farci partecipi di questo segreto che apprendiamo giungerci dalla sua sfera di intimità col Cardini, come pure di averci finalmente informato del fatto che «Cardini ha sempre avuto molta più ammirazione per Evita che per il consorte». Grazie, ora che sappiamo di queste edificanti passioni segrete, siamo più tranquilli per le sorti della destra italiana.

Consigliamo quindi a Del Nero e Cardini un musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, il leggendario «Evita», il quale piace sicuramente molto agli «allegri». Soprattutto nella versione cinematografica di Alan Parker, magistralmente interpretata dalla cantante statunitense Louise Ciccone detta Madonna, grande punto di riferimento di quelli che – sempre gaiamente «allegri» – desiderano anche loro la legge sull’omofobia (ricordiamo  però al nostro duo destro-feudale che l’apparizione di Madonna-Evita dovranno averla qui in qualche paese occidentale omofilo, perché nella omofoba Russia Madonna non può più entrare).

3 – Del Nero purtroppo non osa toccare – del resto, non ne ha la competenza, visto che il suo scritto è privo di qualsiasi riferimento – il tema del Perón massone. Peccato. Anche questa rimarrà una cosa da spiegare. Parimenti, il discorso sul filosovietismo cardinico resta senza risposta. Peccato, ci saremmo aspettati qualcosa di più, ma questo è vero in un senso assolutamente più generale: mica tutti sono valorosi cavalieri alla corte del signore del castello. In ispecie se il castello è un postribolo neodestro.

4- Siamo felici di apprendere dallo scolaro Del Nero che le pregiate opere del suo prof. Cardini su Barbarossa e Francesco d’Assisi siano testi-manifesto del Cattolicesimo politico e civile. Francamente non ci eravamo arrivati. D’ora innanzi, per capire l’ora presente e le sue vertigini spirituali, invece che perdere tempo con le opere di Del Noce, Thibon e compagni,  ci butteremo a leggere le imperdibili biografie storiche del «maestro». Ma siamo comunque grati che Del Nero non abbia citato, come esempio di testo memorabile per la civiltà cristiana, il libro sulle Crociate da lui stesso compilato con il suo caro mentore Cardini.

5 – Bello che non si dia risposta alla questione riguardante il giro degli Adelphi, e del debito verso lo gnosticismo che il Cardini ha dichiarato di avere un ventina di anni or sono – il tutto, addirittura, sulle colonne di Avvenire.

6 – Parimenti stupendo che non si faccia parola delle impresentabili posizioni immigrazioniste e filoislamiste di cui si accusa Cardini. Ci mancherebbe, uomini e pubblicazioni di destra si devono occupare di altro.

7 – Interessantissimo che Del Nero non spenda una parola – non una! – per confutare l’accusa forse più grave rivolta al suo professorone, ossia il dichiarato e criminale appoggio alla RU486, il pesticida umano. Immaginiamo quindi che, sino a precisa smentita, il Del Nero e magari anche altre firme di Totalità (ci sono certi grandi nomi…) siano parimenti iper-abortisti da pillola figlicida, inneggiatori dell’infanticidio chimico. Complimenti. Con una destra così, il futuro dell’Italia – i suoi figli – sono in buone mani.

8 – È inaccettabile, e davvero grave, la disarticolata, goffa difesa tentata dal Del Nero sulla questione del Forteto: «si tratta di un testo di ben 10 anni fa, non si deve dimenticare che in molti hanno creduto nell’efficacia delle comunità di recupero: non solo il Forteto , ma anche Don Gelmini e soprattutto San Patrignano». Innanzitutto, va detto che è squallido questo nascondersi («mal comune mezzo gaudio») tra le comunità oggetto di indagini da parte della magistratura, soprattutto perché va ricordato che né Don Gelmini né San Patrignano sono mai state messe sotto inchiesta per crimini multipli ed efferati come quelli del Forteto. Ma veniamo alla parte più stringente dell’obiezione di Del Nero, che è questa stramba teoria della decorrenza dei termini: il libro in questione è del 2003, ma chiunque, specialmente in Toscana, sa che la tragedia pedosessuale del Forteto va avanti almeno dal 1978, cioè da quando il giudice fiorentino Carlo Casini arrestò per la prima volta il guru Fiesoli. Se qualcuno ha dei dubbi, può seguire la cronologia del Forteto stilata da una fonte autorevole come Sandro Magister. Non ci pare poi che anche con le ultime rivelazioni, Cardini abbia mai preso pubblicamente posizione contro il Forteto, rinnegando le parole del passato. Se l’intenzione di Del Nero è quella di coprire una connivenza alla quale moltissimi papaveri del potere in Toscana si sono prestati, purtroppo Del Nero ha fallito, perché la turpe associazione anche solo nominale con il Forteto – e forse con il vasto potere che lo ha coperto per tre decadi – è sotto gli occhi di tutti.

Obbiettiamo inoltre a Del Nero che anche il solo comprare i prodotti del Forteto è un atto dubbio, perché tutto ciò che esce da quell’immondo pedo-gulag dovrebbe essere boicottato, così come si fa verso altri prodotti provenienti da realtà discutibili. A ciascuno il suo – c’è chi ha boicottato la Nestle, c’è chi ha boicottato i pompelmi Jaffa, i prodotti del Sudafrica dell’Apartheid, chi i diamanti della guerriglia centrafricana, ora certi fan di Madonna vorrebbero boicottare la vodka. Noi, da cattolici, ci sentiremmo davvero di non comperare mai anche solo una delle mozzarella prodotte dal Forteto, mozzarelle il cui acquisto finanzierebbe direttamente questo osceno tempio del male. Dicono i Salmi, 25, 5: «Odio l’alleanza dei malvagi, non mi associo con gli empi». Credo che la cosa, oltre che per le prefazioni, valga anche per le cibarie.

Un parola anche per il direttore di Totalità (immaginiamo che si tratti della figlia di Sigfrido Bartolini) che aveva ricordato in nota quanto buone fossero le burrate tartufate del Forteto: signora, chissà cosa ci mettevano dentro, a quelle burrate. In caso può farselo spiegare dal Del Nero: guardando in internet, apprendiamo che oltre che discusso insegnante di scuola superiore («sadico e fascista», dissero delle malelingue finite sui giornali locali) il mastino cardiniano è anche grande esperto di satanismo (!); egli saprà di certo raccontare quali prelibatezze caratterizzino a livello alimentare certi riti gnostico-diabolici. Non arriviamo a dire che la burrata tartufata finita in bocca alla Bartolini e  Del Nero contenesse chissà che, ma certo, trattandosi di questo frangente un po’ estremo… Sconsiglieremmo un po’ a chiunque di assaggiare. Se poi a loro piace, de gustibus non est disputandum.

9 – Troviamo osceno che una testata come Totalità che dovrebbe rappresentare una qualche destra italiana si nasconda dietro il reato di omofobia, inneggiando (forse in modo un po’ avventato, o forse in modo un po’ ignorante) ad una legge non ancora in atto nel paese.

Ciò sta a significare, dunque, che Totalità appoggia l’omofilia e il liberticida e anticattolico ddl Scalfarotto, il quale sarà a breve discusso e votato in Parlamento. Ne prendiamo atto, anche se ci piacerebbe sapere cosa ne pensano alcuni membri del Comitato Direttivo come Gennaro Malgieri e Marcello Veneziani (Cardini abbiamo capito come la pensa, ci mettiamo una pietra sopra). Tutti d’accordo con la sodomizzazione della legge italiana?

10 – Nessuno qui ha il «cellulare del Padreterno», come dice Del Nero. Però se chiedesse a Cardini di darci quello di Allah gliene saremmo grati.

11 – Restiamo comunque ammirati dal più fulgido esempio di sudditanza a cui si è potuto assistere in tanti anni. Abbiamo parlato di «mezzadria» ma la realtà di succubato che ci si para innanzi davvero non ha vocaboli adatti.

Citiamo qualche esempio: «Franco Cardini, oltre  che studioso e medievista insigne, fosse anche uno dei quei rari  personaggi che con il loro pensiero, anche se spesso sanamente provocatorio,  (…) un punto di riferimento in un mondo che ne offre  ben pochi» «Discorso, come sempre quelli di Cardini, molto ampio e articolato» «Cardini  “il culo”  (…)  lo faceva solo agli esami  (a scanso di equivoci …. boscherecci: si tratta di una vecchissima e arcinota metafora) e  pertanto a gente ampiamente maggiorenne, che ancora oggi ne serba grata memoria non per masochismo o peggio» «è peraltro un maestro nel senso pieno di questa parola».

La salivazione del Del Nero, a sentire il nome del barone Franco, parte a razzo, come neanche il cane di Pavlov. Comprendiamo che la realtà di Del Nero, e di tanti suoi simili, sia quella di vivere di luce riflessa, concessa con oculata parsimonia dal professorone di successo (ecco una prefazione, ecco un libro a quattro mani, ecco una presentazione insieme, ecco una buona parola con un editore…). Ci dispiace, compatiamo questo stato di prostrazione, ma non abbiamo colpe in merito. La lingua mandarina ha una parola molto precisa, 走狗, zǒugǒu. Sta a significare «lacché», ma letteralmente può leggersi come «cammina-cane» «cane da passeggio». Diamo qui una parola di speranza: il guinzaglio si può recidere. Così magari si evita di abbaiare a comando, rischiando di fare una figura da cani.

12 – Per ricordare da dove deriva il tono di tutto questo, ricordiamo che il prof. Cardini aveva invitato chiunque non condividesse le sue posizioni filo-islamiche, filo-bergoglio, filo-gay, filo-sindacati ed anti-tridentine a fare apostasia e cambiare religione.

Purtroppo per gli zǒugǒu cardinici,  c’è ancora chi tiene davvero alla propria religione – cioè chi, a differenza dei molti vacui paroliberisti che visibilmente infestano il discorso pubblico, «crede». E chi crede, certo non può lasciar correre come niente fosse un simile affronto.

Dunque chi insulta la Fede di qualcuno – e il tronfio Cardini lo fa con leggerezza – non può non aspettarsi una naturale, giusta reazione. Assicuriamo che questa reazione non è finita. Perché la sua fonte è eterna. E, talvolta, capace di grande, immensa ira.

2 commenti su “TOTALITÀ, O LE «BURRATE» DEL FORTETO. UTILI PRECISAZIONI SUL VENERATO MAESTRO FRANCO CARDINI, E DINTORNI – di Roberto Dal Bosco”

  1. Ma un tempo il professor Cardini Trentatré non faceva il tradizionalista…a ottantotto anni suonati questa mi mancava davvero!

  2. Ma il professor CARDINI TRENTATRE’ un tempo non faceva il tradizionalista e l’antirisorgimentale? A ottantotto anni compiuti esta mi mancava davvero nella collezioneq

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