Tra fischi e fiaschi il Popolo della Famiglia se ne torna malconcio  –  di Cristiano Lugli

di Cristiano Lugli

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zzzzpdfflpLe elezioni amministrative si sono concluse, e ora è il momento di tirare le somme, quelle somme che portano a dimostrare lo sconvolgimento politico che regna sul nostro paese, dove ormai la percentuale del partito dei non votanti ha sempre più la meglio.

Se ad andarsene con la coda fra le gambe è il partitaccio di Matteo Renzi, reduce da una figura più che scandalosa e che obbligherebbe ogni persona con un minimo di dignità e appartenente al Pd di dimettersi, un altro grosso fiasco si annovera fra le fila del “Popolo della Famiglia”, capitanato da Mario Adinolfi.

Nonostante le varie e mescolate propagande, già messe in campo al Family Day a suon di “noi non siamo contro nessuno, ma…” , “siamo contenti ci siano qui altre persone non credenti o di altri culti religiosi”, la costola staccatasi dal 30 gennaio del Circo Massimo ha raggiunto risultati più che imbarazzanti, e i numeri non sono di certo stati quelli attesi dall’accoppiata Adinolfi- Amato.

In nessuna delle grandi città in ballo per le Amministrative si è visto un risultato che abbia superato l’1,25%, senza poi soffermarsi sullo 0,6% ottenuto da Mario Adinolfi a Roma.

Dove dunque sono finiti i numeri del Family Day? E non solo, dove si sono nascoste tutte le ambizioni che fino a pochi mesi fa annunciavano e giustificavano la discesa in campo di un nuovo partito politico che ha di fatto creato una spaccatura interna al Comitato neo-catecumenale “Difendiamo i nostri figli”?

I motivi si devono ricercare nella scelta scellerata ed avventata di battere un terreno che era tutt’altro che esplorato, e tanto meno pronto ad un’imminente fioritura capace di richiamare a raccolta uno zoón politikòn depauperato e privo di una visione cattolica nitida ma soprattutto integrale. Si è tentato di chiamare a raccolta i cattolici senza esplicitare a quale tipo di cattolicesimo ci si riferisse, che certo dovrebbe essere auto-esplicativo, ma che allo stesso tempo, visto i tempi, si vota alla libera interpretazione di ciascuno.

Innanzitutto si deve ancora capire quale sia la visione o la collaborazione gerarchica che il Pdf ha avuto e ha con la Conferenza Episcopale Italiana, ben nota per le posizioni anemiche e contorte nei confronti della famiglia, causa dei numerosi compromessi di matrice rocelliana che hanno aperto le porte al malminorismo democristiano, abortista e creatore, insieme all’accoppiata Casini-Ruini, della legge 40, che ha stabilito la morte certa di 140.000 embrioni all’anno. Per non parlare del segretario Nunzio Galantino che, sulla linea del biancovestito, si occupa di tutto fuorché di famiglia.

In questi termini sarebbero servite spiegazioni veramente certe e definite, senza se e senza ma.

Se la battaglia è sostenuta, se pur velatamente e in modo ermetico dalla CEI, allora è meglio che sia andata così e che i risultati siano stati quelli che sono.

In altro caso sarebbe giunta l’ora che i tanti cattolici in buona fede, presenti al Family Day, capiscano che non si può tentare una rivoluzione dal basso, non si può pensare che tutto possa risolversi in 3 mesi di campagna elettorale e in una piazza che si è ritrovata a gridare slogan comuni infarciti però da tanta, tanta comprensione per le persone omosessuali, come detto anche dal candidato a Sindaco di Napoli, Luigi Mercogliano.

Nella città di Torino i candidati per il Popolo della Famiglia erano praticamente tutti musulmani originari del nord-Africa, tanto per intendere quanto il Cattolicesimo stesse alla base di questa auto-suicida iniziativa, che alla ricerca di voti ha tentato di sottoporre l’attenzione non alla luce della Fede Cattolica, ma al buon senso, alla dea ragione che non esclude nessuno, ma coalizza tutti per un finto ed obnubilato “bene comune”.

Ecco perché il flop, ecco perché bisogna comprendere che, ora come ora, in italia non vi è possibilità di un vero partito cattolico, non c’è spazio per riordinare in modo gerarchico e non egualitario ciò che spetta a Dio e che quindi venendo da Lui deve ritornare a Lui, tutto, e in modo integrale. È la stessa democrazia che di per sé non si presta a questo, mettendo sullo stesso piano ogni ordine spirituale, morale, sociale, e che in una civiltà definibile normalmente dovrebbe essere deciso in base a criteri oggettivi e nobili.

La fretta di creare un partito privo di basi solide e spina dorsale cattolica ha portato alla nullità numerica, che dimostra quanto non vi siano pilastri autentici su cui muovere la battaglia, mancando appunto la fermezza della fede – non dei singoli, ma del movimento stesso – e il coraggio con cui battersi a servizio della Verità.

Nicola di Matteo, altro membro del Comitato “Difendiamo i nostri figli” imbattutosi poi nell’avventura del Pdf commenta così la disfatta:

La sfida è: restare insieme perché abbiamo scritto un capitolo nella storia della nostra vita, una lezione che ci aiuta a crescere. Non è il tempo di scoraggiarsi ma di andare avanti, più forti. Solo chi ha il coraggio di rischiare e di sbagliare riesce ad andare lontano. Noi non ci fermiamo, dobbiamo stare insieme perché l’Italia ha bisogno di cambiare rotta e noi siamo una fiammella di trasformazione e diventeremo fascio di luce perché è nell’unità che  troviamo la forza.”

Ora, luoghi comuni a parte, qui si evidenzia un non riconoscimento degli errori commessi, e di un ripensamento che ora sarebbe più che mai necessario: la struttura va ricostruita dalle fondamenta, e prima di buttarsi a capofitto in paludi politiche pensando di salvare l’Italia e il mondo tramite la politica, bisognerebbe anzitutto pensare a salvare la Fede che viene distorta e professata in malo modo da chi invece dovrebbe custodirla.

I fischi e fiaschi del Popolo della Famiglia ci auguriamo siano un pronto monito per tutti quei cattolici che hanno cara l’unica e sola Fede in Gesù Cristo, e nella Sua Santa Sposa, la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana, che oggi viene ripetutamente martoriata dalle tumultuanti ed edulcoranti parole di “misericordia”, riversate in modo inverso ed animoso verso chi invece cerca di evidenziare il problema interno alla Chiesa.

Occorre dunque una ricostruzione che parta dalle fondamenta, denunciando anzitutto il peccato in cui versa il mondo intero, e in special modo il nostro Paese sommerso da un’iniqua legge che ha legalizzato le unioni contro natura, non offendendo l’ignava e “democratica” Costituzione, non lapidando il buon senso e la razionalità dei singoli, ma martoriando innanzitutto il Sacro Cuore di Gesù e la Legge che solo da lui dovrebbe dipendere.

Si riparta dunque dal fondo, sasso per sasso, distaccandosi da chi in quattro e quattr’otto vuole rialzare l’Italia da un disastro preannunciato dalla notte dei tempi, con partitini e partitelli  che non pongono l’Unica e sola Fede Cattolica come presupposto di appartenenza e di battaglia, ma mirano semplicemente alla “non-equiparazione” del Matrimonio alle c.d unioni civili.

Puntiamo più in basso, ma tentiamo, come tanto consigliava il grande Mario Palmaro, di conservare il buon seme e non continuando a sottometterci a questa “gestione di cervelli in conto terzi”, come ancora diceva Mario.

Tentiamo di fare qualcosa, preghiamo e spendiamoci non per cambiare ciò che la scuola pubblica deve o non deve insegnare, ma per la possibilità di ritirare i nostri figli da un meccanismo scolastico che falsa e deprava la mentalità dei bambini e dei ragazzi per renderla conseguente schiava del Princeps huius mundi. Lavoriamo per la costruzione di scuole veramente cattoliche, che insegnino la retta dottrina, unica speranza di salvezza!

Il sacrificio di se stessi non va mai confuso con la ricerca volontaria del fallimento: non vi è più tempo di votarsi al fallimento, è ora di raccogliere le forze per ricostruire, nel nostro piccolo e in quelle che qualcuno faziosamente definisce “riserve indiane”, la Fede Cattolica e l’osservanza completa della Legge di Dio. “Nisi Dominus ædificáverit domum, frustra laboraverunt qui ædíficant eam“.

Non accontentiamoci più di “militanze” politiche sedicentemente cattoliche che si accontentano di accattare qua e là idee contrapposte in materia di Fede e ben disposte in materia razionale: le due cose non potendo coesistere.

Armiamoci di forza, e del coraggio di parlare un linguaggio di Verità pieno e deciso, lontano dal peccato e dall’emarginazione di Cristo, secondo le esortazioni di San Pietro Crisologo:

“Cingi la fascia della castità. Cristo sia la protezione del tuo capo. La Croce permanga a difesa della tua fronte. Accosta al tuo petto il Sacramento della Scienza Divina. Fa’ salire sempre l’incenso della preghiera come odore soave.  Afferra la spada dello spirito, fa’ del tuo cuore un altare, e così presenta con ferma fiducia il tuo corpo quale vittima a Dio”.

26 commenti su “Tra fischi e fiaschi il Popolo della Famiglia se ne torna malconcio  –  di Cristiano Lugli”

  1. Io ho aderito con slancio a questo progetto – popolo della famiglia – riconoscendo la buona fede e la Fede della stragrande maggioranza di coloro che vi partecipano..
    Ma sono consapevole (e grato) di tutte le verità che Riscossa Cristiana mette in luce rispetto ad esso..

    Ringrazio per questa riflessione.
    Mi sarà in ogni caso utile nel mio non facile percorso di interno discernimento in merito.

    Un abbraccio in preghiera

  2. Dunque la mia diatriba su Adinolfi / Amato … “Popolo della famiglia”, non era fine a se stessa…….

    Peccano che nel mondo pro life italiano ci sia stato un crollo gravissimo, una resa al relativismo, un avvicinarsi al compromesso anche politico…. ci vorrebbe un Gregg Cunningham.

  3. Ingeneroso il giudizio sul neo popolo della famiglia. Appena nato ho firmato per la lista e ho pensato tra me questi li fanno fuori anche fisicamente. Ho ascoltato i discorsi del segretario amato. La fede a costo zero è finita e mi sono venuti brividi. Il tempo della convegnistica e dei comitati e dei family day e dai mini siti è finito x sempre. Guardate più lontano e forza pdf che ha capito che la libertà religiosa ed educativa e democratica è in forte pericolo.

  4. Mario Adinolfi conferma quanto abbiamo detto i giorni scorsi. La Cei e il vicariato di Roma hanno dato il loro appoggio ad Alfio Marchini, il candidato di Alfano, Verdini e Berlusconi. Nessun voto per Adinolfi, e nessun voto per la Meloni da parte dei vertici della Chiesa romana.
    Scrive il fondatore del Pdf: “In Cei avevano pensato di rifugiarsi in operazioni alla Marchini, ma si è visto l’effetto ottenuto derivante dalla falsa valutazione che fare qualcosa per la famiglia sia fare lobby per ottenere due spicci”.
    Con questi vescovi è normale che la lobby gay imperversi ovunque. Dove sono gli Agostino e gli Ambrogio? Torneranno, presto torneranno.

  5. Mario Adinolfi è per il modello tedesco ( come l’ha definito lui) e cioè SI’ alle unioni civili dei pederasti.
    Io invece dico NO perché sono la stessissima cosa del matrimonio etero.
    Per questo… meno male che non ce l’ha fatta.

  6. Amato e Adinolfi hanno deciso di agire nell’agone politico fondando il PdF; hanno fa tto bene, hanno fatto male? io personalmente non saprei esprimermi con ceretezza al riguardo; quello che posso affermare con certezza è che i due fondatori hanno eretto il partito su due colonne portanti:la dottrina sociale della Chiesa e la difesa dei principi non negoziabili, hanno PUBBLICAMENTE invocato la Benedizione di Dio e lo sguardo benevolo della S.Vergine(la seconda invocazione garantisce che Dio è senz’altro il Dio cattolico…)la qual cosa oggigiorno per chi si impegna in politica è davvero controcorrentePuò darsi ,che per qualcuno , i due pilastri succitati e l’impegno ventre a terra dell’avv.Amato dal nord al sud dell’Italia per spiegare che cosa è il gender e la rivoluzione antropolologica in atto non siano abbastanza cattolici….; invito però a considerare i danni collaterali di questa attività, che forse qualcosa ci dicono:per l’avv.Amato qualche macchina sfasciata, la necessaria presenza delle forze dell’ordine visto l’odio di cui è fatto oggetto; lo stesso avvenne per Adinolfi che tutt’ora è fatto oggetto di offese talmente orribili che, forse ho il cuore tenero, mi verrebbe da dirgli:ma chi te lo fa fare!

    1. Cristiano Lugli

      Vede, caro signor Fausto, innanzitutto bisogna capire a quale Dottrina Sociale della Chiesa si sono rifatti i due fondatori del PdF, e soprattutto se nel loro esempio di vita concreta questa Dottrina fosse chiara. Le posso garantire – ma forse già lo saprà – che nelle conferenze dell’avv. Gianfranco Amato viene citato e portato ad esempio almeno 3/4 volte Bergoglio, come paladino della famiglia ( infatti, AL docet ) nonché osteggiatore della teoria del gender.
      Il Family Day, di cui i Nostri sono la metamorfosi politicante, voleva stare sotto l’ala protettiva della CEI rocelliana, prendendo però sberleffi pure da quella. La DSC non scende a compromessi, non lotta per affermare l’ovvietà che un bambino ha diritto ad una madre e ad un padre, ma lotta per affermare che la famiglia deve essere fermamente cattolica, non solo naturale, ma eretta a modello della Sacra Famiglia di Nazareth. Fino a quando non sarà l’idioma completamente cattolico ad essere espresso, la battaglia sarà vana.

      1. Ma si rende conto che noi siamo arrivati al punto, profetizzato a suo tempo da Chesterton, che dobbiamo sguainare le spade per dimostrare che in estate le foglie sono verdi? La dinamica rivoluzionaria ispirata dalle due bestie apocalittiche, punta ormai a pervertire l’essere umano nella sua stessa dimensione Bio psichica dopo aver minato e resa instabile la struttura relazionale che ne garantirebbe l’adeguato sviluppo cioè la famiglia.In politica la maggior parte dei sedicenti cattolici ivi presenti, non conoscono o, fan finta di non conoscere, lo ABC del cattolicesimo e, non credo che debba spendere altre parole per dimostrare che questa è la cruda realtà che da molto tempo sperimentiamo in un contesto siffatto, le pare poco che un incipiente partito politico esprima pubblicamente, attraverso la voce dei suoi fondatori, si ponga di abolire addirittura la legge 194 ela legge sul divorzio? Puo’ darsi che queste , proprio per il contesto socio politico cculturale che ci troviamo siano solo obbiettivi utopici ma quanto mi piace sentirli esprimere pubblicamente

  7. Stefano Mulliri

    Circa due settimane fà , ho incontrato, fuori da una chiesa , appunto il candidato sindaco , della mia città , e alcune pie donne che collaboravano , con lui , alchè , gli ho fatto subito, notare , che appunto la poca chiarezza , e soppratutto il non essere contro nessuno della, manifestazione di , Roma , il famoso Family day ; che non ho capito perchè , non lo abbiano chiamato , GIORNO DELLA FAMIGLIA; e appunto dicevo , che questa tiepidezza , vi assicuro che gli ho , detto proprio così, non sarebbe stata di buon auspicio , per la corsa politica . E communque devo dirvi , che mi sembravano , persone prive di ,quella furba , intelligenza , che è , neccessaria in politica , per non dire , che mi sembravano allo , sbando.

  8. Purtroppo il partito dei cattolici è ormai il PD, come ai tempi del centrosinistra la vecchia DC. Nelle parrocchie vige il pensiero unico e soprattutto i laici sono spalmati sul buonismo progressista. Di conseguenza nessun voto a Meloni o Adinolfi …e flop per Marchini. Così stando le cose, non c’è posto al momento per nuovi partiti “cattolici”.

  9. Questa volta il cavaliere ha ceffato di brutto: lui che è sempre stato maestro nei sondaggi sapeva benissimo che Marchini non ce l’avrebbe fatta ad andare al ballottaggio, eppure ha voluto mantenere divise le forze di destra per far perdere il centrodestra e fare un favore a Renzi… aveva paura che la Meloni avesse troppo successo a Roma perchè teme che qualcuno gli porti via il comando del centrodestra, ma la Meloni ha doppiato lo stesso i voti di Marchini! Berlusconi crede di essere immortale, ma mi sa che tra non molto anche per lui arriverà il “redde rationem”.

    1. Caro Camerata, la sua analisi è corretta. Anche 20 anni fa, per gelosia contro la destra, consegnò il secondo mandato a Rutelli, imponendo come candidato del centrodestra un insignificante moderato, che nessuno, o quasi, conosceva

  10. Su Adinolfi non mi sono mai fatto illusioni, nel caso di Gianfranco Amato è un altro discorso. Il programma stampato per Bologna era bello ed esaltante, nulla che non fosse cattolico al 100 per 100. Che un folto gruppo di ortodossi residenti a Bologna avesse accondisceso a partecipare ad una fiaccolata al Santuario della Madonna di S. Luca cui parteciparono oltre 300 persone non mi turbò, cantarono bellissimi inni sacri e non fecero tentativi di proselitismo…
    Purtroppo il tempo a disposizione fu troppo scarso e non tutto filò in modo lineare.
    Speriamo che la modestissima esperienza serva per un futuro che potrà essere fecondo ribadendo, senza incrinature,gli inalienabili principi cattolici da non mollare in ogni caso.

  11. il fatto è che a forza di guardare a ciò che unisce e far finta di non vedere ciò che divide, si creano dei partiti assurdi, dove quello che unisce sono poche cose non essenziali, spesso baggianate, mentre ciò che divide sono cose essenziali e di primaria importanza, la prima è Gesù. Se non si è d’accordo che bisogna rispettare sempre i 10 comandamenti e lavorare per Gesù, allora meglio andare al mare. Un divorziato risposato che fa il leader di un partito sulla famiglia è piuttosto di cattivo gusto, se poi ci sono nel partito dei candidati musulmani abbiamo capito che razza di partito è: l’essenza del modernismo più becero messa in campo politico. Ne abbiamo già abbastanza di quello che fanno i ministri e vicari di Cristo alla Chiesa, non abbiamo bisogno di estendere l’eresia anche in campo politico, per questo c’è già Renzi.

  12. a torino ho visto solo n. 1 cartello elettorale imbrattato da scritte ingiuriose e quel cartello era del popolo della famiglia che, sconosciuto ai piu’ ha raggiunto a torino lo 0,55 per
    cento! tutto questo odio per quattro gatti mi fa molto molto riflettere. per non parlare del sito faceb. del movimento, imbrattato continuamente da detrattori. qua la fede a costo zero è finita
    non mettiamo la testa dentro la sabbia. qualche mancanza di carità adinolfi l’ha avuta e sua aggressività forse gli è costata il peggior risultato tra le città dove era presente il simbolo.
    . forse popolo della famiglia è pure arrivato tardi ma va bene lo stesso. meglio perseguitati che irrilevanti?

    1. il problema è che un cartello imbrattato con lo zero , qualcosa non fa neppure persecuzione ma certamente fa irrilevanza.

      Ergo: popolo della famiglia = irrilevanza e basta.

      O si inizia a capire che combattere battaglie per la Verità in senso democratico è dannoso e privo di senso
      oppure si continua a fare queste figure da penose con risultati nulli.

      La Verità è fondamentalista per definizione ontologica, la democrazia è relativista, consociativista ed amorale per definizione,
      sono due ambiti incompatibili e non saranno certo Adinolfi o Gandolfini a trasformare il piombo democratico nell’oro cattolico.

      L’unica soluzione seria è il non-expedit, il resto semmai ci dovesse essere viene dopo e pure tanto dopo…..

      …il popolo della famiglia non è in ritardo… è in coma irreversibile.

      W Cristo Re !

  13. Brava Annarita!
    Se avesse capito questo il caro Adinolfi, magari avrebbe lasciato la leadership ad una persona più rappresentativa, purtroppo la cosa nn è stata recepita e il flop del partito lo dimostra.
    Ho partecipato al Family Day e devo dire con entusiasmo ho accolto la creazione del PdF.
    Se il risultato è stato pessimo nn ci dobbiamo scoraggiare!
    È risaputo che fare i portavoci dei veri valori nn riscuote consensi dai più, altrimenti avremmo seguito colui che governa il mondo di oggi mentre noi vogliamo seguire il nostro Gesù!
    Lode e Onore a nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo!

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