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Il vescovo di Vicenza, di fronte alle polemiche per uno spettacolo osceno e sacrilego in programma tra pochi giorni, decide di imitare Ponzio Pilato. All’Abbazia di Praglia si ospitano corsi di “medicina naturale”, tenuti da un’associazione che di cattolico non ha proprio nulla.

Redazione

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Pochi giorni fa, giovedì 27 agosto, abbiamo pubblicato un articolo dal titolo Vicenza. Cronache di porcherie e sacrilegi. Esiste ancora la Curia? . Si parlava di uno spettacolo osceno, contrabbandato per “arte”, in programma tra pochi giorni a Vicenza. L’oscenità non è certo una novità, come non è una novità diffonderla con concorso di spese del Comune (ossia dei cittadini). Questa volta l’aggravante è costituita dal fatto che lo spettacolo si preannuncia non solo osceno, ma anche sacrilego. Ci aspettavamo quindi una decisa presa di posizione da parte della curia vicentina e scrivevamo al proposito: Vogliamo pensare che la Curia non abbia detto nulla perché è impegnata ad elaborare una nota di protesta che sarà implacabile, assoluta, severissima, e naturalmente ha bisogno di un po’ di giorni per formulare un documento che spianerà questi atei sacrileghi e indecenti. Vogliamo sperarlo.

Per toglierci ogni illusione ci è bastato leggere quanto pubblicato sabato 29 agosto sul Corriere del Veneto e che qui sotto riproduciamo (ci scusiamo per la cattiva qualità delle immagini, ma il testo è comunque leggibile). Non ci interessano le solite sbrodolate da quattro soldi di politici e intellettuali da discount. La notizia che davvero colpisce è evidenziata nel riquadro in fondo all’articolo: Il vescovo Beniamino Pizziol ha voluto rimanere fuori dalla bufera politica. Prendiamo atto che per il pastore della chiesa vicentina un sacrilegio è un fatto politico. Mai mettersi in urto col potere dominante, questa è ormai la parola d’ordine di tanta, troppa parte del clero.

Però Vicenza non è sola. Padova, la cui diocesi ha già dichiarato la propria incondizionata e fedele sudditanza alle politiche governative in tema di gender, aggiunge una perla alla sua splendente collana di servilismo verso il mondo. Ci informa oggi Il Mattino di Padova (vedi sotto l’articolo) che nell’Abbazia di Praglia verranno ospitati corsi di “medicina naturale”, tenuti dall’associazione “Lumen”, che potete conoscere cliccando qui . Tra l’altro si parla di una comunità intenzionale di persone mosse da ideali di pace, etica, rispetto per l’ambiente, attenzione allo sviluppo armonico degli esseri umani attraverso la promozione di sani stili di vita. Cosa c’entri in tutto ciò Nostro Signore Gesù Cristo, qualcuno dovrebbe spiegarlo e quindi spiegare se l’Abbazia di Praglia non abbia niente di meglio da ospitare per l’edificazione dei fedeli.

Ma a qualcuno interessa ancora l’edificazione dei fedeli, l’insegnamento della Fede, l’evangelizzazione? Sappiamo, e grazie al Cielo ne conosciamo, che esistono ancora sacerdoti degni di questo nome, per i quali il centro della vita è Nostro Signore e la Sua parola. Sappiamo, e ne conosciamo fin troppi casi, che sono osteggiati dalla stessa chiesa ufficiale.

Di fronte ai fatti che documentiamo, ci viene in mente solo una parola: tradimento. Ripeto: tradimento. I fatti sono fatti, qui non c’entra nulla definirsi conservatori, tradizionalisti, progressisti, cattolici adulti eccetera. E i fatti ci documentano solo il tradimento.

Ecco gli estratti del Corriere del Veneto del 28 agosto e del Mattino di Padova di oggi:

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8 commenti su “Tra Vicenza e Padova, una gara a chi fa peggio”

  1. giorgio rapanelli

    di Giuda non ce n’è stato uno solo, ma migliaia. E pure oggi ci sono giuda con tanto di zucchetto. Bene, prendiamo atto e chiediamo che il vescovo venga scomunicato.

  2. Mi sono sempre chiesta come fanno persone cattoliche a frequentare un corso che per tre anni impedisce loro di santificare la domenica! Ora scopro che hanno la benedizione della chiesa?? Mah..

  3. Caro Direttore, sarò un po’ monotona, ma quando leggo: “A qualcuno interessa ancora l’edificazione dei fedeli, l’insegnamento della Fede, l’evangelizzazione ?”, ecco mi ribolle la rabbia per quanto avvenuto nei giorni scorsi al Meetin di CL dove una platea osannante e presentatori ancora più osannanti e distesi come tappeti di pura fattura persiana ai piedi del boy scout che incanta tutti, si sono spellati le mani per manifestargli incondizionata devozione. Non che qualcuno gli avesse chiesto qualcosa sulla infame “buona scuola”, no, questo no, ché si sarebbe potuto scivolare su un terreno un po’ spinoso; piuttosto s’è parlato della bellezza, un tema caro ai presenti che però non si ricordano o fanno finta di non ricordarsi che la bellezza di cui parlava don Giussani era di tutt’altro stampo e si scriveva con la maiuscola. Una Bellezza a cui bisogna conformare tutta la vita, senza la quale ogni speranza muore, nonostante allineamenti al potente di turno e vergognose posizioni prone che portano indiscutibili benefici, ma quanto a edificazione e a salvezza dell’anima, beh… lasciamo perdere! Povero don Gius, tradito solo per trenta denari!!!

  4. Cito dal sito.http://www.praglia.it/wordpress/
    Vita monastica a Praglia: Regola di San Benedetto, il cammino quotidiano della comunità monastica viene articolato fondamentalmente nella preghiera, nella Lectio Divina, nel lavoro e nella vita fraterna. Stabilendo uno stretto legame di solidarietà con ogni uomo, il lavoro permette ai monaci di guadagnarsi la vita, di provvedere alla manutenzione ordinaria del monastero e di venire in aiuto a varie situazioni di bisogno e povertà.
    E’ tradizione millenaria dei monasteri avere un negozio erboristico, dove vendere i prodotti della terra (miele, vino, amari etc..), estratti officinali e fitoterapici per la salute e la cosmesi,
    Da qui la sinergia col convegno di medicina naturale. Dov’è lo scandalo?
    Al credente è offerta la scelta di vivere la spiritualità dell’ambiente e di partecipare alle celebrazioni eucaristiche ( col canto gregoriano) e di preghiera.

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