Una fede in due: due vite intrecciate – di Fabio Trevisan

Con questo libro: “Una fede in due -La mia vita con Vittorio” (Edizioni Ares, pp.224 € 15,00), Rosanna Brichetti Messori ha raccontato, fin dall’Introduzione, l’avventura pubblica, a tratti esplosiva, determinata soprattutto dal successo dei libri del marito Vittorio Messori e quella privata, più complicata e sofferta, che ha contrassegnato la vita di entrambi i coniugi. Preceduto dalla prefazione curata dall’amico-estimatore Cesare Cavalleri, che ha sintetizzato nell’espressione molto bella: “Due vite intrecciate” la verità del loro legame intellettuale e coniugale, il volume condensa in tre dediche significative (A Gesù, luce della mia vita, a Maria, Madre Sua e nostra, a mio marito Vittorio e infine ai gatti veri e virtuali, con le dovute proporzioni) il proponimento dell’opera. Come Rosanna ha giustamente ricordato: “ I tanti volumi del marito Vittorio, dalle prime famosissime “Ipotesi su Gesù”fino agli ultimi libri mariani, non sono stati altro che lo sforzo di passare al vaglio della ragione quell’esperienza carismatica di conversione che gli era stata donata…” , quell’esperienza di conversione ha toccato anche la sua mente e il suo cuore, quando da giovane “credente sociologica” (così ama definire se stessa nel libro) iniziava, per grazia di Dio, ad assaporare la bellezza e la ragionevolezza della fede. Personalmente mi è piaciuta molto l’espressione di Vittorio Messori: “Un buco di luce nel quale sono caduto”, poiché mi sembra caratteristica di entrambi, a cui magari hanno cercato di resistere, provvidenzialmente, invano, per ritrovarsi infine insieme, anche se con modalità diverse, ad annunciare e sostenere la fede.

 

Dal dolore sboccia la vita

 Nel primo capitolo del libro, Rosanna Brichetti Messori è voluta partire dalle fondamenta e da quella “religiosità opprimente” che ha accompagnato la sua giovinezza, assieme alle malattie subite dalla mamma, dal fratello e che hanno toccato anche la sua vita: “Mi si era spalancata davanti la precarietà della vita, il limite di ogni cosa, la mancanza di senso”. Quest’esperienza significativa di dolore l’aveva portata a rintanarsi nella cripta del santuario del suo paese dove, immersa nel silenzio totale, sentì dentro di sé tre espressioni che mai più avrebbe dimenticato: “Tu appartieni a una storia sacra”, “Io sono morto anche per te”, “Anche i capelli del tuo capo sono contati”. Dal dolore sbocciava così la vita, che acquisiva un senso misterioso e grandissimo e che la portava a fidarsi e abbandonarsi a Lui. Attingendo alla santa fonte di Gesù e sperimentando la forza del Suo Amore, Rosanna poteva così trarre la gioia e la forza per vivere e andare verso gli altri: “Quell’incontro così commovente e profondo con Gesù divenne da allora il punto di riferimento fondamentale della mia esistenza…Avevo scoperto la verità su me stessa, la bontà che mi aveva generato, la roccia su cui costruirmi, l’aiuto con cui affrontare ogni passo successivo”.

 

L’impegno missionario

 “Da convertiti, entrambi innamorati di Gesù e bruciati dal desiderio di annunciarlo al mondo” come riporta nel libro Rosanna Brichetti Messori, le loro strade si incrociarono ad Assisi, dove Don Giovanni Rossi aveva fondato la Pro Civitate Cristiana. Erano gli inizi degli anni ’60 quando Rosanna conobbe Vittorio Messori, collega di studi e di vita comunitaria. Quell’esperienza della Cittadella assisana fu per Rosanna molto coinvolgente, al punto da divenire missionaria laica in alcune città italiane, come lei stessa ricorda: “Con un megafono in mano iniziavamo a parlare dei Vangeli, di Gesù, dell’incontro con Lui, possibile oggi come duemila anni fa”. Dovette constatare tuttavia, dopo appena tre anni, la fine di quest’esperienza coinvolgente, soprattutto a causa della carente direzione spirituale: “Eravamo poco seguiti nell’evoluzione spirituale personale. Forse, appunto, si studiava molto, si lavorava altrettanto, ma non si pregava abbastanza”. Il cammino della conversione, come ha ricordato Rosanna, è un cammino lungo, dove la conversione del cuore non coincide totalmente e improvvisamente con quella della mente…l’uomo vecchio non muore di colpo, occorre piuttosto demolirlo scalpellata dopo scalpellata, nel confronto continuo con la vita.

 

La rivoluzione del ’68 fuori e dentro la Chiesa

 Forse non è un caso che questo libro sia uscito nel 50° anniversario del 1968, anno in cui Rosanna lasciò la Cittadella assisana per Roma, dove si iscrisse a un master in sociologia alla Pro Deo (oggi Luiss). Come rammenta Rosanna Brichetti Messori era l’anno degli scontri a Valle Giulia e alla Sapienza, erano gli anni delle battaglie “civili” per il divorzio e l’aborto, di contestazione dell’autorità, di rivoluzione sessuale e dei costumi. Erano gli anni dei “diritti” rivendicativi delle donne, dell’attacco alla famiglia, dei cambiamenti sociali, delle mode, della musica ribelle. Era tutto un mondo e la sua concezione che stavano mutando. Dentro questa rivoluzione vi era, come ha ben sottolineato nel libro, il grosso problema rappresentato dal rapporto tra Chiesa e modernità o, più ancora, tra fede e modernità. Rosanna descrive, da testimone diretta, l’impatto con la portata rivoluzionaria del ’68, quando ad esempio nei corsi di sociologia ci si confrontava con il femminismo (tema che fu oggetto pure della sua tesi) ma pure delle incomprensioni con la propria famiglia, del rapporto difficile con gli altri e così via. Rosanna ammette con umiltà e candore che quel “mondo” rivoluzionario mi aveva riacchiappata e sedotta, con le sue ideologie, e io non ero stata in grado di resistere. Nonostante tutto questo stravolgimento epocale, aveva conservato, come San Paolo, il bene più prezioso, la fede: “Avevo avuto modo di sperimentare pienamente l’amore di Dio che salva e, unico, riscalda davvero il cuore, guarendoti a poco a poco, fino alle radici dell’essere”.

 

Una strada in salita

 Rosanna descrive con accuratezza, nei capitoli centrali del libro, il nuovo incontro con Vittorio avvenuto nel 1975, il grandioso successo di Ipotesi su Gesù del 1976 e dell’inizio della loro vita insieme, nella speranza che il procedimento di nullità per un matrimonio precedentemente contratto sarebbe presto terminato e quindi si sarebbero potuti sposare. In realtà quella strada in salita in attesa dell’annullamento fu una vicenda che durò per ben vent’anni, tanto che poterono coronare il loro matrimonio nel 1996. Dopo aversi reciprocamente promesso, in attesa del matrimonio cristiano, di vivere in castità, non mancarono tuttavia di sostenersi a vicenda, nel lavoro, nell’affetto e soprattutto nella vita spirituale. Non mancava sicuramente il lavoro anche per Rosanna, poiché negli anni dovette affiancarsi e collaborare ai libri di successo di Vittorio, rispondendo alle lettere provenienti numerose da tutte le parti del mondo: “Non potrò mai dimenticare, fin quando avrò vita, l’autentica gioia dei moltissimi lettori incontrati in quegli anni”.

 

Rivelazione e ideologia

 Pur nella diversità di carattere, come scrive Rosanna nel libro, il mutuo sostegno tra lei e Vittorio oltre che spirituale era anche culturale. In particolare fu per lei edificante la lettura del libro del futuro marito: “Scommessa sulla morte” del 1982. Rosanna trovò in esso e apprese la differenza abissale che esiste tra Rivelazione e ideologia: “La prima è un dono divino; è Dio che parla agli uomini e fa loro intendere chi è Lui, ma anche chi sono loro…Le ideologie, invece, sono frutto della ragione umana. Sono dei tentativi di risposta al bisogno irrefrenabile che l’uomo ha di dare un senso alla propria vita, quando manchi la dimensione soprannaturale”. In queste pagine del suo libro, dense di significato, Rosanna non solo rammenta il vissuto suscitato dalle righe dei libri di Vittorio, ma anche la sua personale crescita nella comprensione dei fatti accaduti o che stavano accadendo: “Vittorio (ed era soltanto il 1982) spiegava molto bene il trend in atto. In quegli anni, i temi al centro della discussione erano divorzio e aborto, ma presto, egli diceva, sarebbero arrivati tutti gli altri, come oggi noi ben vediamo, e cioè: eutanasia, omosessualità, gender e così via”.

 

Dalle interviste con due Papi ai libri mariani

 Vittorio Messori ha scritto nel 1984 “Rapporto sulla fede” con l’allora cardinal Joseph Ratzinger e, nel 1994, “Varcare la soglia della speranza” con Giovanni Paolo II. Dopo il matrimonio con Rosanna, a suggello di un’unione sempre più feconda spiritualmente, si è occupato di libri mariani: da “Ipotesi su Maria” a “Gli occhi di Maria” (con l’amico scrittore Rino Cammilleri), da “Il miracolo” a “Bernadette non ci ha ingannati”. Rosanna nel libro sottolinea mirabilmente la sua partecipazione ai successi editoriali del marito ma anche la sua continua crescita spirituale e intellettuale, che l’ha portata a significative conoscenze (testimoniate anche nel libro da lei pubblicato: “Corpo amico sicuro”, scritto con Renée Sybel) e ad approfondimenti sull’unità sostanziale corpo-anima, sulla resurrezione finale dei nostri corpi trasfigurati, sul culto delle reliquie: “Non è forse perché si pensa che quel corpo porta in sé, essendo appartenuto a una persona di Dio, un’energia benefica…?”. Anche la scoperta della preghiera silenziosa, descritta efficacemente in alcune pagine, rappresenta un punto d’arrivo di un itinerario spirituale affascinante che ha toccato la sua vita: “La preghiera contemplativa era il completamento che andavo cercando…un silenzio che si traduce in un abbandono totale del nostro essere in Dio”. Con i libri sulla Vergine Santissima da lei a sua volta pubblicati si intensificava il suo legame con il marito, assaporando così le fatiche e anche le gioie di una vita di coppia in relazione alle tribolazioni e al gaudio della Sacra Famiglia.

 

Congedo e lettere

 Rosanna Brichetti Messori, testimoniando la sua anche dolorosa esperienza e parlando della sua vita coniugale , ha saputo trasmettere attraverso il libro preziosi consigli a tante famiglie e a molti giovani, chiarendo ad esempio il significato della castità ed ammonendo sulla pratica, assai diffusa anche tra cattolici, della convivenza. Sulla scorta del lungo travaglio esistenziale e della faticosa conversione ella, congedandosi dai lettori, ha scoperto nella vecchiaia una grande opportunità, affrontando a viso aperto, come ha sempre fatto nella sua vita, anche il problema della morte: “Anch’io avverto, a tratti, l’angoscia della morte che avanza ma è proprio questo che mi spinge, che quasi mi costringe, a rinnovare la mia fiducia nella verità del Vangelo”. Il libro si chiude mirabilmente con una dedica al caro Vittorio, amato compagno di vita e di ricerca e con una lettera di Vittorio alla moglie Rosanna, che è un manifesto dell’amore umano e cristiano di una coppia che ha saputo mettere la propria esistenza nelle mani di Dio: “Le nostre esistenze sono state interamente intrecciate dalla Provvidenza…E’ solo il Vangelo che ci rende capaci di scorgere la Vita, quella vera, che ci attende al di là di quel muro. Non andiamo verso la fine ma verso il principio: è questa speranza che ci ha accompagnati e ci accompagna, ora più che mai”.

4 commenti su “Una fede in due: due vite intrecciate – di Fabio Trevisan”

  1. Carla D'Agostino Ungaretti

    Dio benedica questa coppia e possa essa essere di lume ed esempio per tutte le giovani coppie che si sono incontrate o stanno per incontrarsi.

  2. che Dio preservi a lungo con la salute e la gioia del cuore,questa coppia di sposi dediti a Dio e alla Madonna.
    che blloe commovente il commento al libro.grazie
    vittoria

  3. Penso che l’unione la vera unione sponsale sia questa senza se e senza ma.uniti nelle scelte del cuore ed in quelle intellettuali pur nelle inevitabili differenze.E la croce come segno dell’emmanuele .come vorrei conoscervi!!vittoria

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