Una Lepanto culturale – Editoriale di “Radicati nella Fede” – ottobre 2017

UNA LEPANTO CULTURALE

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Editoriale di “Radicati nella fede” – Anno X n. 10 – Ottobre 2017

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Ci vuole una nuova Lepanto, una Lepanto culturale, ma non contro i Turchi questa volta, ma contro gli effetti devastanti della Protestantizzazione Cattolica.

Nel 1571 il Papa S. Pio V riunì nella Lega Santa le corone cattoliche, perché unite difendessero la Cristianità contro l’invasione mussulmana dell’Impero Ottomano. Cosa sarebbe rimasto del Cristianesimo se questa vittoria della flotta cattolica non fosse avvenuta? I re obbedirono al Papa, la Madonna intervenne e la Cristianità fu salva: da quel 1571, il 7 di ottobre, la Chiesa ricorda quel miracolo, seguito ad un prodigioso impegno, con la festa della Madonna del Rosario, all’origine chiamata Nostra Signora delle Vittorie.

Ma di un’altra Lepanto c’è bisogno, di una Lepanto culturale, che richiede altrettanto prodigioso impegno di lavoro (di battaglia) e di preghiera.

La Chiesa cattolica, dall’epoca conciliare in poi, è entrata in una fase di impressionante avvicinamento al Protestantesimo, che ha come primo effetto il rifiuto del proprio passato, della propria storia.

E’ come se si volesse tornare a un Gesù “puro”, un Gesù del Vangelo, libero da tutte le “incrostazioni” della storia cristiana successiva, di tutta la storia della Chiesa, vista, ahimè, come un sostanziale tradimento del messaggio autentico di Gesù Cristo.

Il rifiuto della storia cristiana in nome di un Gesù “puro”, è in sostanza il contenuto di tutte le eresie, e in particolare di quella eresia magna e onnicomprensiva rappresentata dal Protestantesimo di Lutero e degli altri infelici suoi compagni.

Questo è il modo più potente per distruggere la Cristianità, cioè la società cristiana, e il Cristianesimo stesso; questo attacco del Protestantesimo è infinitamente più pericoloso dell’invasione mussulmana di ieri e… di oggi. È l’attacco interno che il nemico ha operato perché la Chiesa scompaia.

Per questo occorre una nuova Lepanto, culturale nel senso pieno, che riporti un pensiero corretto sulla Chiesa e la sua storia all’interno del Cattolicesimo stesso.

Sì, occorre proprio un simile lavoro, immane ma necessario, altrimenti perderemo Cristo stesso: non esiste un Gesù separato dalla storia da lui generata. Non esiste un Gesù separato dalla sua Chiesa, l’unica Chiesa Santa Cattolica Apostolica Romana. Ma non può esistere la Chiesa, Una Santa Cattolica Apostolica, separata dalla sua storia, da tutta la sua storia.

Nell’anno 2000 ci furono i devastanti mea culpa di Giovanni Paolo II, con i quali chiese perdono delle colpe storiche della Chiesa. Questi mea culpa furono il colpo di grazia a ciò che restava di una coscienza integralmente cattolica. È come se il gesto del Papa avesse dato via libera a tutte le falsità vomitate sulla storia della Chiesa Romana, falsità che il laicismo, figlio della protestantizzazione, ha propinato per decenni nelle scuole italiane e non solo. Nessuno guarda davvero dentro la storia della chiesa, dentro la storia della cristianità: se ci andassero scoprirebbero, certamente assieme al peccato degli uomini, la meravigliosa continuità storica della presenza di Cristo nel mondo, che ha prodotto cultura, intelligenza, santità e opere, opere soprattutto di carità vera.

Se si nega questa storia di grazia, che si dipana lungo i secoli, se ne si nega il valore come vorrebbe Lutero, si perde il Corpo di Cristo, si perde Cristo stesso.

Sta qui tutta la debolezza del Cattolicesimo che, per essere accettato nei salotti della modernità stancamente laica, deve rifiutare con un giudizio negativo il proprio passato.

È come tagliare il ramo su cui siamo posati: ci attende la caduta e la morte.

Una Chiesa che non difende la sua storia, conosciuta e amata, è una chiesa che vive una sconfinata solitudine di fronte al potere del mondo: è sola, perché ha rifiutato quel corpo storico che l’ha generata.

Una chiesa che non difende la sua storia, è una chiesa che deve spiritualizzare il Corpo Mistico e la Comunione dei santi: diventano, queste, parole vuote, non indicanti mai una qualche realizzazione storica, ma solo un puro afflato poeticamente spirituale.

Ma una chiesa così è perfettamente inincidente nella realtà, non cambia il mondo in cui il Signore l’ha posta; e se non lo cambia è inutile.

E una chiesa inutile non incontrerà più nessuno, perché quelli che si imbattono nella sua esigua presenza, non sono provocati ad un cambiamento.

L’attaccamento alla Messa Tradizionale, alla Messa della Cristianità, vuole essere anche un commosso canto d’amore alla gloriosa storia della Chiesa, alla storia effettiva della Cristianità, che ha attraversato il fiume di questi 2000 e più anni.

Non possiamo accettare la nuova messa, che invece è il frutto del rifiuto di questa storia, nel nome del ritorno ad un mitico cristianesimo primitivo, proprio come Lutero.

Ma chi si stacca dalla propria storia esce dalla Chiesa, e storia non ne fa.

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fonte: Radicati nella Fede

13 commenti su “Una Lepanto culturale – Editoriale di “Radicati nella Fede” – ottobre 2017”

  1. Questo è quello che accade agli arricchiti non si sa come, che si vergognano dei genitori semplici e severi che non sono e non sono mai stati al passo con i tempi. E’ un tradimento tra i più ignobili. E’ il primo tradimento che la Rivoluzione chiede poi ai suoi adepti, rinnegare i propri genitori, la loro storia, la propria storia. Occorre sì una Lepanto culturale ma, prima ancora una Lepanto interiore di colui che sentendo accusare sua madre, suo padre, col solo sguardo porta l’altro a retrocedere dalle sue trame. Ci sono dei passaggi che i giovani dovrebbero essere guidati a fare e a completare: il giudizio spontaneo sui genitori, quando da semidei si scoprono uomini e donne come gli altri esseri umani; la rabbia e la delusione per l’idolo infranto; l’accettazione dei genitori per quello che sono e reciprocamente l’accettazione del figlio per quello che è. Così con la Chiesa; e spesso entrambi i travagli coincidono negli stessi anni della adolescenza e della prima giovinezza. Molti adulti però finiscono per non completare il processo di crescita, restano in una zona grigia,…

  2. lontani interiormente dai propri genitori e dalla Chiesa, lontani anche per tutta la vita dalla famiglia naturale e dalla famiglia spirituale, la Chiesa, vergognandosi di entrambi, perchè mai accettati veramente nella loro realtà umana, terrestre. Questa non accettazione vuol dire anche che non si è usciti dalla minore età e che le sirene del mondo ci hanno incastrato nelle loro chiacchiere ideologiche e da esse siamo stati corrotti nella parte più sacra del nostro cuore.

  3. Concordo pienamente.
    Quel mea culpa di Giovanni Paolo II nel 2000 ha segnato un punto di svolta:
    • è stata una resa alle accuse dei nemici
    • ha gettato al macero centinaia di pubblicazioni che difendevano l’onore della Sposa da accuse faziose e non di rado del tutto infondate
    • ha diviso i Cattolici tra chi accettava e chi rifiutava
    la storia dirà quale ruolo abbiano avuto le pressioni di noti gruppi sociali ed etnici
    Dio conosce le responsabilità personali di Karol Wojtyła R.I.P. ed ha già giudicato.
    Quanto all’attrazione fatale verso Lutero, rinnegando 2000 anni storia, è chiaro che una Chiesa senza corpo è un fantasma cui i reggitori possono dare la forma che più loro aggrada. La religione informe che si affannano a definire e proclamare è costruita sul nulla. Unico sostegno è il sistema di potere che fornisce loro i peccati da anatemizzare e quelli da assolvere.
    Sarebbe ora che i vescovi ancora cattolici si facciano conoscere sia dal punto di vista liturgico che dottrinale. La politica dello struzzo non paga ed è anzi senza speranza.

    1. Stefano Mulliri

      Io mi chiedo, come sia possibile che un pontefice invece di unire e cementare la comunione dei credenti, possa essere fautore di divisione in questo sono d’accordo anch’io, pure quando mi tenevo lontano dalla chiesa e dai sacramenti, che poi non capivo neppure, ero convinto che la Chiesa non dovesse chiedere perdono a nessuno, e mi meravigliavo che ad ognuna di queste tragiche cerimonie ci fossero sempre i ghigni sorridenti di rabbini e/o dignitari di altre religioni e gli immancabili laici professionisti. Poi è arrivato omissis e se Il Padreterno non interviene, questo signore venuto da lontano si venderà anche il colonnato di San Pietro .

  4. l’anno prossimo saranno trascorsi 60 anni dalla disparzione di Pio XII, l’ultimo Papa cattolica. Poco tempo dopo la sua diparizione questo grande Papa fu vittima di scandalose calunie nei suoi riguardi. Perché non si renderebbe momaggio alla sua memoria fissando come tema per l’incontro di Civitella: l’ecclesiologia romana, un a risposta cattolica a sessant’anni di piaga ecumenica

  5. ma quella di questo polacco come si fa a confonderla con la Chiesa di Cristo? Avesse almeno avuto la dignità di chiedere perdono delle ‘sue’ colpe, della ‘sua’ chiesa’, del ‘suo’ entourage, ci avesse confessato la vera storia del Marcinkus, della guardia svizzera ammazzata, dell’ Emanuela Orlandi, ci avesse rivelato i segreti della strada che lo ha portato in vaticano, quella che passa per la ‘morte’ di Luciani….

    1. lui parla di peccato frequente contro la povertà, lui che non ci dice che ne fa delle centinaia di miliardi che ha nei suoi caveau…Bella faccia tosta, mentre fa il ridanciano a Bologna in mezzo ai suoi amati Negri vogliosi di vivere a sbafo…Anche questi tifosi di madama Povertà???
      E la sua ipocrisia stomachevole la mostra allestendo l’orrido pasto sotto le volte della basilica di San Petronio, lui seduto al tavolo privilegiato subito sotto il Ciborio dell’ altare maggiore, a debita distanza, te pareva, dai poveri amati suoi…
      E dire che a Bologna la gente che ha soldi si riduce a mangiare anche in una Buca, al Ristorante, appunto, Buca san Petronio…Ma ai suoi ‘poveri’ – o avanzi di galera o parassiti come chiamar si vogliano – si riservano come sale da pranzo le basiliche… Non sono “carne di Cristo” i suoi poveri???

      Quanto poi ai peccati contro la castità, niente paura, questi nememno esistono: parola di papa arcobaleno!
      E quanto a quelli contro l’obbedienza, esistono solo quelli contro di lui, che nel caso diventa una …belva!

      1. capisco che di primo colpo il mio commento qui sopra non quadri col tema, ma prendendo lo spunto dal link di Nicola, mi è stato naturale avverrire ancora una volta come sia necessaria una Grande Lepanto contro il Turco, anzi i Turchi, che si sono insediati in vaticano, in veste addirittura di papi….

    2. Stefano Mulliri

      Sinceramente non ci capisco più nulla, questo qui “omissis” vorrebbe che la Chiesa chiudesse del tutto, perché è evidente che a lui danno fastidio i cattolici di ogni ordine e grado, laici o non per lui l’unico oggetto degno di culto sono i”poveri rifugiati ” purché vengano da lontano, anche se non sono poveri. Hanno proprio ragione coloro che sostengono che vada curato.

    1. Grazie Nicola. Per capire come è andato fuori rotta ilpensiero cattolico il blog di “famiglia scristiana” e’ ottimo!

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