Una lettera a Radio Maria – di Francesco Dal Pozzo

Il prof. Francesco Dal Pozzo, avvocato, docente di Filosofia del Diritto, ha scritto a Padre Livio una lettera, avente per oggetto il Santo Padre. A stamattina (23 ottobre 2013), ci comunica il prof. Dal Pozzo, la lettera non è stata nemmeno oggetto di citazione da parte di P. Livio…

Di seguito, il testo integrale della lettera

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Caro Padre Livio,

siccome non ricordo tue risposte a miei precedenti interpelli, suppongo che anche la sorte di questa sarà la medesima, cioè il cestino; e comunque poi… a ognuno le sue responsabilità!

La ragione di scriverti me la dà il titolo in oggetto, a motivo di certi inattesi comportamenti del Santo Padre regnante, come in primo luogo la sospensione a tempo indeterminato della S. Messa tridentina ai Francescani dell’Immacolata, in uno col  ‘repulisti’ che li ha colpiti disperdendoli per ogni dove, e il loro fondatore Padre Manelli costretto ad una sorta di soggiorno obbligato, o confino, sotto stretta sorveglianza; ma poi anche certe affermazioni alquanto estemporanee, che anche tu di certo ricorderai, hanno non poco sorpreso più o meno tutti: come in primo luogo quella sui frutti spirituali del ramadàm; poi l’asserto per il quale il proselitismo, segnatamente missionario, sarebbe una solenne sciocchezza; e tra queste ‘perle’ non sfigura nemmeno l’assunto per il quale, dato che ognuno ha la sua idea di male e di bene, il meglio da fare sarebbe incoraggiarlo nella sua idea del bene… – Vera mostruosità questa soprattutto, mi viene da dire, se appena facciamo caso delle sterminate cataste di cadaveri disseminate per tante parti del nostro insanguinato globo nel nome dei più fantomatici, allucinati ideali di giustizia e… pace!

Non mancherebbero altre analoghe e ugualmente discutibili citazioni, ma a buon intenditor… – Allora, nonostante lo sconforto che tutto mi prende, e poiché le perplessità sostanziali che ti ho dette, condivise come vedo da un gran numero di fedeli, non sembrano proprio delle fisime, sono a chiedere se non riterresti il caso, senza far nomi, di dar loro in radio (la radio del Papa, come spesso la dici) qualche risposta, o qualche aiuto per più correttamente intenderle.

Con questa speranza caramente ti saluto.

Francesco Dal Pozzo

13 commenti su “Una lettera a Radio Maria – di Francesco Dal Pozzo”

  1. Fatto. Volevo scrivere da tempo, pensavo padre Livio non lo meritasse. Tuttavia la sua lettera è rispettosa come non sarebbe stata la mia. In due ore… quella nuova sede… è la fine di un’epoca avere desintonizzato radiomaria. D’altra parte si va avanti e la CULTURA è necessaria. I capri espiatori conducevano i due più bei programmi, assolutamente imperdibili, tra preti e laici spesso interessanti ma assai più spesso lì solo a pubblicizzare libri. Hanno pagato per i tanti che non hanno reagito, o peggio ancora lo hanno fatto con solidarietà evidentemente artefatta. Una storia sconcertante. LORO sarebbero eretici!!!
    Per pregherare, pregherò in Chiesa o in famiglia e, come mi piace, in latino, non perché sia un nostalgico (ma di che?), percghé io prego in latino, questo l’ho aggiunto.

    La ringrazio,
    Cordilità,

    Paolo Merolla

  2. P. Livio si propone da sempre quale unico referente per l’affaire “Medjugorije”. Non ammette rivali: P. Joszo Zovko, per esempio, è come non fosse mai nato. Napalm totale, poteva rubargli la scena. Strano comportamento, mi sono sempre chiesto perchè P. Livio perseguisse con piglio tanto giacobino l’esclusiva su un avvenimento di tale portata per credenti e scettici. Non era ammessa nemmeno una semplice domanda in trasmissione, si veniva sfumati e tagliati immediatamente, eppure frequenti e frequentatissimi erano gli incontri di preghiera al Palatrussardi (allora si chiamava così) e in molte altre località della Penisola. Ora P. Joszo è stato messo a riposo – diciamo così – e il campo è più libero del Serengeti. Non ho mai voluto esternare queste perplessità per amore di Radio Maria; tuttavia ora qualcosa è cambiato. Il colpo basso inferto a persone quali Palmaro e Gnocchi, senza nemmeno valutare con quanta sofferenza essi avranno deciso di dare alle stampe il famoso articolo, lascia sbalorditi. Come fossero di colpo passati al Protestantesimo, dopo avere passato anni a corroborare la fede degli ascoltatori, a fare argine contro il liquame, che di ora in ora minaccia di tracimare, a difendere la Fede Cattolica, a svolgere il lavoro che altri, anche Vescovi e prelati, non se la “sentono” più di fare. Il tossicchiare di P. Livio ormai sembra un ininterrotto disturbo di segnale, i vetri sono tutti rigati a Radio Maria: questo accade allorchè si pretende di fare coesistere Ario e Atanasio, Pelagio e Agostino, Tradizione e Modernismo. E non è perchè Sua Santità dice il 90% (90?) di cose “cattoliche”, che allora il 10% (10?) può essere fatto passare. Il 90 non bonifica il 10, ma lo 0,01 contamina il 99,99. Serve non meno del 100% di Verità. La Verità è anche chiarezza espositiva: se si accenna alla “coscienza personale” intendendo “la retta coscienza conformata dalla Grazia”, e si lascia che siano P. Livio o Antonio Socci a spiegarcelo, allora qualcuno ha nominato due portavoce ufficiali senza ufficializzarlo (ebbene lo faccia!); oppure siamo davanti a caudatari più realisti del re, il quale, io credo, non ne ha bisogno, poichè se dice “coscienza” è coscienza; se vuole dire “retta coscienza”, anche se ispanico, riesce a dirlo! “Avevate i Proferti e la Legge!”.

  3. Proprio in data 21 ottobre ho scritto a P.Livio chiedendo spiegazioni sulla frase del Papa riferita alla diffusione della fiamma della fede non utilizzando il metodo del proselitismo.
    Mi perviene questa risposta: “dobbiamo portare agli altri l’amore di Gesù”
    Per nulla soddisfatta, ho ribadito la mia richiesta che riporto testualmente: “Mi scusi Padre, ma certo, dobbiamo portare l’amore di Gesù.Ma come potremmo farlo se non utilizzando il metodo del proselitismo?”
    Fino ad ora non ho ricevuto alcun riscontro.
    No comment…………..
    Manuela

    1. Manuela, in un recente commento alla stampa Padre Livio ha detto che “proselitismo” vuol dire (almeno così io ho inteso dalle sue parole) imporre con la forza il proprio credo. E temo di poter dire senza smentite che si può essere d’accordo. La Fede cattolica si propone, non si impone. Il punto è: cosa intende dire esattamente il Papa quando parla di “proselitismo”, condannandolo ? Io non l’ho capito, così come non ho capito molte altre sue affermazioni. Comunque guarda, io penso che alla fin fine l’unica cosa che si deve fare è continuare a pregare per il Papa (non per il Vescovo di Roma … 😉 … ). Dove non arrivano gli uomini, arriva lo Spirito Santo, con i suoi disegni a noi spesso oscuri, ma che hanno sempre saldamente in mano la Storia.

      1. Leo, non sono d’accordo circa il significato che si vuole dare alla parola “proselitismo”. Non è affatto una imposizione della dottrina ma una informazione sulla dottrina. Del resto i nostri missionari sparsi per il mondo cercano di seguire quello che Gesù aveva insegnato: “Andate e predicate il Vangelo”.
        Non dimentichiamo che a volte lo fanno a rischio della vita

  4. Carla D'Agostino Ungaretti

    Non credo che Padre Livio avrebbe mai potuto rispondere puntualmente ed esaurientemente alla lettera del Prof. Dal Pozzo. Avrebbe rischiato, quanto meno, lui il posto e Radio Maria la chiusura, visto il precedente di Padre Manelli. Anche il mio parroco mi ha sussurrato all’orecchio di essere disorientato e turbato dal modus agendi di Papa Francesco, ma tant’è. Forse hanno ragione Socci e Messori: è tutta una questione di diversità di stile rispetto ai precedenti Papi. Non ci resta che pregare lo Spirito perché ci aiuti a capire e non abbandoni la Chiesa di Dio. Ma sappiamo già che questo non avverrà mai.

  5. Padre Livio non risponde alle nostre lettere e non ne accenna minimamente. In compenso, trova ogni giorno nuove espressioni per definire i cattolici che gli sono diventati, improvvisamente, antipatici. Stamani li ha definiti ” Cicale che cantano, cantano, ma che in inverno andranno in letargo”. Sempre peggio, direi. Spero che la sua vena ironica si esaurisca presto!

  6. Padre Livio parla dell’inverno della Chiesa cattolica, dimenticando il titolo di un magnifico libro di Cristina Siccardi. Un grottesco infortunio, il suo…

  7. Quella di levare la Santa Messa nel rito antico ai Francescani dell’ Immacolata e’ stato un atto ignobile, nella citta’ eterna, cattolica, apostolica, e ROMANA si permettono di dire il ramadam, ci sono le sinagoghe, le moschee a Roma, luoghi Islamici che stanno messi dove non dovrebbero essere, si sta’ creando la confusione tra’ i veri Cristiani Cattolici, che credono in Gesu’ con altre creature che credono agli idoli, tanto c’e’ la Misericordia di Dio, ma non sanno, e qualcuno con forti autorita’, si e’ scordato della DIVINA GIUSTIZIA di nostro Signore Gesu’ Cristo, che ci aspettera’ a tutti, hanno cancellato l’ inferno, come dicono loro, e danno ancora piu’ scandalo perche’ lo dicono VUOTO, qualcuno dovrebbe fare qualcosa seriamente

  8. Anch’io avevo scritto una mail a Padre Livio per come si è comportato con Gnocchi e Palmaro. Nessuna risposta. Pensavo che Padre Livio fosse diverso dai preti modernisti. Mi sono sbagliato.

  9. Cari amici io penso che come dice Padre Livio noi cattolici dobbiamo seguire Gesù la Madonna e il Papa,il dolce Cristo in terra come lo chiamava Santa Caterina da Siena.Se li lasciamo siamo come canne sbattute dal vento,come erba secca che aspetta solo di essere bruciata.Il demonio che è il divisore per antonomasia questo vuole che cioè ci dividiamo così potrà colpirci più facilmente.Quindi forza e coraggio e continuiamo ad essere fedeli al nostro Papa e così lo saremo anche alla Chiesa di Gesù e di Maria.

  10. E’ ora che la smettiamo di provocarci a vicenda, ” l’un contro l’altro armati”. Le provocazioni servono solo a dividere e divisi saimo già abbastanza.

  11. Federico Fontanini

    Ho letto i vari commenti, alcuni pro, altri contro. Quel che emerge è uno stato di confusione, di preoccupante disorientamento di noi tutti, un “campo” nel quale ha facile azione il nemico. Personalmente ritengo che lo stile del Papa in questi mesi sia errato, e mi limito a parlare di stile, di modalità di comunicazione. In questo è possibile che il Papa si sbagli e a noi resta solo da pregare, giusto però anche esprimere le nostre perplessità nel dovuto rispetto. E’ in gioco la tenuta della fede. Tuttavia recentemente leggevo la bella biografia di Hildegard von Bingen di E. Gronau (Ancora, 1996). Vi si coglie tutto il disorientamento che c’era anche allora davanti ad una chiesa nella quale non mancavano scandali, papi e antipapi, cardinali immersi fino al collo in faccende temporali. Certo la gran parte del popolo non era informato come oggi di quel che avveniva, non c’erano Tv ed Internet, ma anche allora conservare la fede nell’obbedienza non era facile, eppure la Chiesa è andata avanti comunque. Sono convinto che stiamo vivendo in un periodo di grande prova, prova che forse diventerà ancora più grande. Allora è il momento della preghiera, del sacrificio, dell’offerta, della supplica umile ed insistente a Dio: emitte lucem tua et veritatem, ab homine iniquo et doloso erue me, quia Tu es Deus fortitudo mea!

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