Una profetica visione di padre Pio – di Cristina Siccardi

di Cristina Siccardi

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zzpadre_pio_Esiste nella storia della Chiesa oltre alla lettura degli accadimenti, realistica o fasulla che sia, anche un’altra lettura, quella dei mistici, i quali hanno il privilegio di poter essere oggetto delle predilezioni divine e, quindi, di essere direttamente informati dal Cielo sugli eventi, facendosi portavoce di annunci soprannaturali e profezie.

Negli attuali tempi di confusione, mistificazione, inganno ed errore della e nella Fede diviene molto interessante leggere che cosa Padre Pio da Pietrelcina scrisse al suo confessore, Padre Agostino, il 7 aprile 1913. In questo sofferto scritto il santo descrive un’apparizione di Cristo, agonizzante a causa del comportamento degli indegni sacerdoti: «Venerdì mattina ero ancora a letto, quando mi apparve Gesù. Era tutto malconcio e sfigurato. Egli mi mostrò una grande moltitudine di sacerdoti regolari e secolari, fra i quali diversi dignitari ecclesiastici; di questi, chi stava celebrando, chi stava parando e chi stava svestendo delle sacre vesti.

La vista di Gesù in angustie mi dava molta pena, perciò volli domandargli perché soffrisse tanto. Nessuna risposta n’ebbi. Però il suo sguardo si riportò verso quei sacerdoti; ma poco dopo, quasi inorridito e come se fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me, con grande mio orrore, osservai due lagrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: “Macellai!”.

E rivolto a me disse: “Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò per cagione delle anime da me più beneficate, in agonia sino alla fine del mondo. Durante il tempo della mia agonia, figlio mio, non bisogna dormire.

L’anima mia va in cerca di qualche goccia di pietà umana, ma ohimè mi lasciano solo sotto il peso della indifferenza. L’ingratitudine ed il sonno dei miei ministri mi rendono più gravosa l’agonia. Ohimè come corrispondono male al mio amore! Ciò che più mi affligge è che costoro al loro indifferentismo, aggiungono il loro disprezzo, l’incredulità.

Quante volte ero li per li per fulminarli, se non ne fossi stato trattenuto dagli angioli e dalle anime di me innamorate… Scrivi al padre tuo e narragli ciò che hai visto ed hai sentito da me questa mattina. Digli che mostrasse la tua lettera al padre provinciale…”. Gesù continuò ancora, ma quello che disse non potrò giammai rivelarlo a creatura alcuna in questo mondo. Questa apparizione mi cagionò tale dolore nel corpo, ma più ancora nell’anima, che per tutta la giornata fui prostrato ed avrei creduto di morirne se il dolcissimo Gesù non mi avesse già rivelato… Gesù purtroppo ha ragione di lamentarsi della nostra ingratitudine! Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria!

Preghiamo per costoro acciocchè il Signore illumini le loro menti e tocchi loro il cuore.Fate coraggio al nostro padre provinciale, che copioso soccorso di celesti favori ne riceverà dal Signore. Il bene della nostra madre provincia deve essere la sua continua aspirazione. A questo devono tendere tutti i suoi sforzi. A questo fine devono essere indirizzate le nostre preghiere, tutti a ciò siamo tenuti. Nel riordinamento della provincia non potranno mancare al provinciale le difficoltà, le molestie, le fatiche; si guardi però dal perdersi d’animo, il pietoso Gesù lo sosterrà nell’impresa. La guerra di quei cosacci si va sempre più intensificando, ma non li temerò coll’aiuto di Dio» (Epist. I, 350, in Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario I a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, San Giovanni Rotondo 2004, p. 64).

Fra Pio, come si firmava, dimostra, con questo documento, quanto segue: 1) Nella Chiesa esistono ministri che fanno agonizzare ed adirare (desiderio di fulminarli) il Figlio di Dio 2) Questi ministri dimostrano la loro indifferenza e ingratitudine nei confronti di Chi li ha chiamati a così alto onore; 3) Essi disgustano gravemente il Signore Gesù, tanto da fargli gridare al loro indirizzo «Macellai!» per come si accostano, con indifferenza, disprezzo e incredulità al Santissimo Sacramento; 4) Essi vengono apertamente accusati di entrare a far parte dell’ infame setta della massoneria; 5) La guerra scatenata dai massoni nella Chiesa è sempre più incalzante (siamo nel 1913), ma ciò non fa temere Padre Pio perché si affida all’aiuto dell’Onnipotente.

Ciò a cui noi oggi assistiamo nelle nostre parrocchie, nelle nostre diocesi, nella nostra Roma, non può che confermare quello che il Santo di Pietrelcina scrisse un secolo fa.

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fonte: Corrispondenza Romana

7 commenti su “Una profetica visione di padre Pio – di Cristina Siccardi”

  1. Carissima Cristina,
    se può esserti di conforto una sorprendente conferma, la trovi nelle estasi di Santa Gemma Galgani.
    Ricordo che in un sorprendente dialogo, inusuale nei toni rispetto a quelli consueti con la mistica lucchese, avvenuto mi sembra nel 1900 o 1901, Gesù le parlò dei sacerdoti infedeli, dicendo “se non li fulmino sull’altare è solo per riguardo ai loro Angeli Custodi”. Scrivo la frase come la ricordo (mi colpì molto), il senso è quello.
    Uniti nella preghiera.
    Bruno

    1. Grandissima Santa Gemma, caro Bruno, la santa dell’Angelo Custode, angeli tra i fornelli. La maggiore gloria di Lucca nell’epoca moderna e contemporanea, senza ombra di dubbio, peccato solo che sia poco conosciuta, e che la sua città non la ricordi e celebri come merita. Ricordo anche che nel suo monastero, dove è sepolta, a Lucca, c’è sepolto anche il Vescovo Giovanni Volpi, chiamato “il martello dei modernisti”, grande collaboratore di S. Pio X (assieme ai cardd. Gaetano Del Lai e Merry del Val ed a mons. Benigni), emarginato, punito e cadstigato dopo la morte di papa Sarto (è trisye leggere le sue vicissitudini doo il 1914).

  2. Questa era la situazione 100 anni orsono. Non oso immaginare quanti siano oggi i sacerdoti infedeli (oltre ai massoni anche i modernisti) che fanno agonizzare ancora di più il Signore Gesù. A tutto ciò si aggiunge il dolore per le tante comunioni sacrileghe che i preti moderni dispensano, senza riguardo alcuno per Nostro Signore, a tutto andare a persone che si ostinano a vivere nel peccato, oltre al fatto che non si trova più un sacerdote che abbia tempo per confessarti.

  3. Federico Fontanini

    Cito dalle parole di s.Gemma, lettera 85 del 13/10/1901: i ministri del mio santuario…., e qui Gesù si chetó……essi pure il mio Padre non può più tollerarli. E più avanti scrive: qual corrispondenza trovo dalle mie creature che ho tanto amate?…Nessuno cura piú il mio amore; il mio cuore è dimenticato, è come se io non avessi mai avuto amore per essi, come se per essi non avessi patito nulla, come se fossi a tutti sconosciuto. Il mio cuore è sempre contristato. Me ne rimango quasi sempre solo nelle. Chiese, e se molti vi si adunano, hanno ben altri motivi e devo soffrire di veder la mia Chiesa ridotta in un teatro di divertimenti; molti vedo che sotto ipocrite sembianze mi tradiscono con comunioni sacrileghe

  4. Ho tutto l’Epistolario di Padre Pio e tanti tanti libri su di lui, essendo sua figlia
    spirituale dal 1963.
    Conosco quindi da tempo questa visione agghiacciante e profetica.
    Mi ricordo anche un suo scritto con il quale condannava la prima Guerra Mondiale
    ma diceva che era necessaria per la purificazione, non ricordo bene, dell’umanità
    o della Chiesa o di entrambe (voglio rileggerlo).
    Quindi….

  5. Federico Fontanini

    Durante il tempo della mia agonia, figlio mio, non bisogna dormire.
    Gesù parla del sonno dell’incredulità e del peccato. Quante persone oggi considerano una sciocchezza le preoccupazioni spirituali per la sorte delle anime. Ma mi rammento anche della memorabile via Crucis del card. Ratzinger del 2005, quelle parole sulla sporcizia nella Chiesa e sul disprezzo dell’eucaristia non sono da meno. Davvero è tempo di svegliarci dal sonno e di indossare le armi della luce!

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