Verona: i nuovi Crociati messi nel sacco dal vecchio Cruciani – di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco

 

Roberto Brazzale è un signore molto venetista, oltre che un imprenditore meraviglioso che fornisce ai suoi dipendenti un bonus bebè pari a uno stipendio intero. Se la gravidanza è gemellare, gli stipendi sono due. La cosa vale sia per i dipendenti suoi conterranei sia per quelli delle filiali in Boemia, dove ha delocalizzato con molta intelligenza e molta responsabilità.

Roberto Brazzale, che da imprenditore natalista ha parlato al WC delle Famiglie, ha scritto parole assai lucide sull’evento veronese: «La sconfortante verità è infatti che, alla fine, al e sul #congressomondialedelledamiglie non si discuterà concretamente di temi reali e scottanti come, ad esempio, la penalizzazione delle madri lavoratrici e lo strapotere della dittatura senile, bensì ci si sarà accapigliati solo sul poterne discutere o meno. Sterilmente». E ancora: «Siamo capaci solo di conati, di estenuanti vertenze sul sesso degli angeli, di vacue professioni di partigianeria che si avviluppano su se stesse. Agli italici in rapida desertificazione, piace così. Se dovessimo risolvere i problemi non avremmo più da discuterne, che ne rappresenta la polpa».

Parole sante. Sante, soprattutto, quelle due domande con cui – unica voce capace di rompere l’incanto dell’estasi collettiva –  ha chiesto cosa ci facesse sul palco del congresso quello speciale dipendente di Confindustria. Parliamo ovviamente di Giuseppe Cruciani.

«Perché– scrive Brazzale – far parlare a Verona questo signore? C’era bisogno di alzare l’auditel? Non si capisce la distrazione che procura?».

Alleluja. Grazie, signor Brazzale. Ora, visto che gli organizzatori, tuttora in stato di trance mistica, tardano a darle una risposta, ci proviamo noi: Cruciani è stato invitato come segno del suicidio – o meglio, per restare in tema, dell’autoaborto o dell’eutanasia – del cosiddetto cattolicesimo politico. Cruciani è stato invitato come segno inconfutabile della resa incondizionata dei pro-life al mondo, o meglio, come totem della riserva indiana dove essi sognano di essere risucchiati, e di sparire.

Ricordiamo brevemente chi è Giuseppe Cruciani: cresciuto nel vivaio radicale e passato materialmente (racconta lui stesso) per la stanza di Pannella, arriva al successo quando porta sul canale radio di Confindustria, Radio 24, una trasmissione che si regge su turpiloquio, urla e volgarità (la “classe” di Radio Radicale non è acqua) di telefonate-sfogatoio e interviste-agguati in cui l’intervistato viene svergognato, con grande voluttà se le sue posizioni sono a favore di Gesù Cristo o della vita.

Dall’archivio della Zanzara, vogliamo ricordare per esempio l’interrogatorio di Costanza Miriano, alla quale i conduttori tentarono di estorcere la confessione di avere un debole per Putin (roba tremenda, per Cruciani, che ora divide il palco con Komov). O ancora di più, vogliamo ricordare quando, a pochi mesi dalla morte, chiamarono Mario Palmaro, e la spalla di Cruciani, il signor Parenzo, annunciava di voler commentare le parole del professor Palmaro: silenzio, parte uno sciacquone. Mario, che era un signore, non replicò.

Anche uno degli scriventi c’è stato, alla Zanzara, quando anni fa uscì il suo libro su Beppe Grillo. Un amico lo aveva avvertito: «Funziona così: ti farà delle domande per metterti a tuo agio per i primi cinque minuti, così cali le difese. Poi cercherà di metterti in bocca cose pazzesche, perché il suo fine può essere che non sia l’intervistarti, ma uscire l’indomani sui giornali con un comunicato che spara quei fuochi di artificio che possono dare visibilità».

Andò esattamente così. La domanda che fecero al malcapitato, ripetuta compulsivamente come una raffica di mitragliatore, era: «Lei proibirebbe l’abborto?”» (con due b, nell’idioma romanesco crucianiano imposto anche alla radio confindustriale ambrosiana). Alla risposta «Lei proibirebbe l’omicidio?» il Cruciani rispose con il suo classico ritornello di aggressione: «Ma checcentra?» per poi, vista la mala parata, buttare giù il telefono con grande creanza. Tutto sommato, non finì neanche male: un pareggio, dissero gli amici che ascoltarono. Giocando in casa Cruciani, quasi un miracolo sportivo.

E così, vedere il Cruciani che invece gioca in trasferta e vince gli applausi scroscianti dei bravi “cattolici” ecumenici, beh, fa una certa impressione.

Per la cronaca, è andata così: il Nostro sale sul palco, esibisce la sua carta di identità dicendo di essere a favore di feticidio, matrimonio sodomita, perfino utero in affitto – «mi rendo conto che dirlo qui è una bestemmia»: furbissima volpe, ha capito perfettamente che i cattodipendenti sono stati dirottati dalla cattoregìa verso questo stupido specchietto per le allodole – e poi parte con la captatio che gli serve a diventare lui la star del congresso e dei massmedia: però «oggi sono uno di voi», perché bisogna difendere la libertà di espressione dinanzi a qualcuno che «questo microfono lo vuole spegnere».

Giù applausi. Scroscianti. Platea in piedi. “Cattolici” di ogni fede politica e religiosa che si spellano le mani. E vien da chiedersi quale terribile virus possa averli contagiati tutti per arrivare a offrire una manifestazione d’insieme così convincente dello stato vegetativo del mondo attivistico italico.

Eccoli arrivati al capolinea: l’impegno dei sedicenti “cattolici” in politica ridotto alla lotta per la libertà di espressione. Che, tradotto, significa: gettiamo tutte le spugne, rinunciamo a combattere per la giustizia e per la Verità. Accettiamo di divenire nicchia, accettiamo che a noi, cagnolini di Pavlov, lascino una cuccia e qualche osso: che ci lascino abbaiare, soprattutto, dentro il nostro recinto e fino a una certa ora. Oltre quelli, vietato disturbare, come da cartello condiviso.

Mica chiediamo che aboliscano l’aborto, no: ci basta l’obiezione, ci basta non praticarlo noi stessi (ma una provetta omologa, però, che male può fare?).

Mica chiediamo la proibizione dell’unione sodomita, no: basta che ci lascino in mano un paletto di consolazione, chessò, al momento van bene le stepchild adoption.

Mica chiediamo una società fondata sui principi della legge naturale e della ragione, no no, ci avete fraintesi: vogliamo solo una riserva indiana, vogliamo che ci lascino le nostre tribù e i nostri capi-tribù che saltellano sui palchi e nelle piazze, magari ci rifilano anche un paio di casinò, come hanno fatto in USA per i pellerossa.

I “cattolici” integrali che applaudono Cruciani applaudono la loro auto-nomina a specie protetta; cioè, la loro volontà di estinguersi, il cupio dissolvi della loro specie di sfigati (copyright Luigi di Majo).

Stanno acclamando un idolo democratico (cioè, un’illusione massonica mandata giù a suon di guerre durate due secoli): la “libertà di espressione”. Una cosa che, peraltro, di fatto manco esiste; se pensate che esista non vi siete mai trovati in un tribunale per quel che avete scritto, non avete mai capito che la libertà vale solo per le cose che non ha importanza esprimere, perché su quelle rilevanti, ora anche su internet e sui social, c’è la censura, la psicopolizia, i carabinieri che ti arrivano in casa.

La libertà di espressione fa il paio con un altro idolo di distruzione della Cristianità, che è la “libertà religiosa”, grande neovacca sacra di personaggi come il vescovo Negri e altri wannabe catto-conservatori.

La “libertà religiosa”, da sempre condannata dai Papi preconciliari perché significa diluizione dell’unica vera religione a culto tra i culti (come da programma latitudinarista del Risorgimento grembiulista) è oggi rivendicata come fine ultimo dell’azione cristiana nella società. Invece che per instaurare tutte le cose in Cristo – Colui davanti al quale ogni ginocchio si deve piegare, in cielo, in terra, sotto terra (Filippesi 2, 10) – ci si affanna per ritargliargli un posto in un panthéon assieme ai falsi dèi (cioè ai demoni). Sulla scia dell’ecumenismo conciliare, sfociato ora nella farsa sincretista bergogliana e negli osceni amplessi del suo guitto maximo con i Maometto, i Buddha, i Brahma Shiva e Vishnù.

Applaudite dunque Cruciani, cari “cattolici” tutti d’un pezzo, applauditelo: ringraziatelo per la graziosa concessione di lasciarvi abbaiare per un giorno intero dentro la Gran Guardia, visto che la vostra massima aspirazione è finire nella riserva indiana delle vostre personali obiezioni di coscienza.

Salutate il bestemmiatore amico di Pannella con il giusto saluto: Augh, Cruciani. Ci torna alla memoria il vecchio manifesto leghista con il pellerossa in effige. Ma c’è una differenza, e non da poco: che voi la riserva indiana non l’avete subita. L’avete cercata. Augh anche a voi.

 

18 commenti su “Verona: i nuovi Crociati messi nel sacco dal vecchio Cruciani – di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco”

  1. Ad unico e ineludibile rigetto di tanto disastro si può (si deve) riannodare i fili di una resilienza che rischia di spegnersi (anche se un barlume resterà sempre, come ci ha promesso Gesù, che è la Verità stessa).
    Le mene democratiche e “moderne” vengono da lontano, e purtroppo una massa di “cattolici” impaludati nell’errore e nella menzogna non se ne accorgono(?).
    Avete idea di quanto sia diffusa la seguente incredibile opinione?
    “Come facciamo ad abolire la 194? non abbiamo i numeri, né in Parlamento né nella società, bisogna andare per piccoli passi, illudendo il nemico che gli stiamo concedendo di operare a suo piacimento, così pian piano ci si apriranno spazi di manovra e potremo limitare gli aborti… Ma gli estremismi, tipo aboliamo la 194, non possono che recarci danno”.
    Ecco, questo è il messaggio che esce dalla corrottissima assemblea veronese, come se Dio concedesse un laissez-faire con qualche milione di feti disintegrati per salvarne altri.
    Insomma: se vuoi salvare tua madre, devi acconsentire che facciano fuori tuo padre. O viceversa. Tanto, dai, sono…

  2. …solo genitori 1 e 2.
    “Viva la famiglia, sì, ma non possiamo tornare al Medioevo, sui diritti non si scherza. Intanto rivendichiamo il diritto di portare avanti una gravidanza (sempre che non sia dannosa per la donna, ça va sans dire) in nome della sacrosanta libertà di pensiero. Diciamo NO all’obbligo di abortire”.
    Dio ci salvi da codeste aberrazioni, abbia pietà del genere umano che bestemmia e si mette alla sequela del demonio!
    Ingannati (pochi) o complici (tanti)! Dovremo tutti vedercela con l’Onnipotente, sapete? e ogni vita di fronte al cui martirio in nome della “libertà” ci saremo voltati dall’altra parte reclamerà giustizia. E Dio la amministrerà. Non dimentichiamolo! Non dimenticatelo!

  3. I feti di gomma sono stati eccezionali, almeno loro han risvegliato un senso di colpa tanto da gridar allo scandalo, e perché mai una cosa tanto inocua ed innocente se non perché inocuo per chi vuole uccidere impunemente non è? Libertà di giudizio sul fatto che le mucose orali ed anali risentono di rapporti non loro consoni, tanto da portare a cancro, sul fatto che la natura è fatta di uomini e donne che devono usare gli organi sessuali e non altri nei rapporti : matrimoniali. Perché i figli hanno diritto alla loro salute e quindi a 2 genitori normali. Senza divorzi. Libero arbitrio sì, ma non con le nostre tasse, non con il nostro consenso e se lo stato usa i nostri soldi per pagare i reati, qualcosa non quadra. E renderà conto, anzi renderemo conto a Dio, che è il Creatore, il Padre ma anche padrone di tutti e tutto ciò che abbiamo e ci ha detto di non uccidere e non commettere adulterio… già stiamo pagando il fio.Dovremmo opporci allo stato iniquo.

  4. Erennio Modestino

    Amici, sono anche io allo stesso punto: la modernità è incompatibile con la Verità. Non è facile arrivarci, ma poi è tutto chiaro: già accettare di giocare con le loro regole significa aver perso. Bene: e adesso? la domanda è seria: coma si fa a vivere letteralmente fuori dal mondo?
    Io non ho ancora una risposta…

    1. Condivido la vostra amarezza, ma su come si possa fare a “vivere… fuori del mondo” ricordiamoci che per secoli i monaci lo hanno fatto. Noi non siamo monaci, si dirà: vero, ma in tempi di apostasia il problema principale NON può essere questo, bens^ l’urgenza di salvarsi l’anima. Personalmente io vivo e lavoro senza particolari problemi anche se la mia carriera è stata bloccata. E vivere secondo il mondo sarebbe orrendo. Ho scelto di combattere per il trionfo di Dio (scelta che in realtà è un obbligo), ed è questa la cosa principale. Sul resto posso lasciar correre, su Dio no. La mia giornata è piena e senza rimpoianti.

  5. Cruciani è un ateo anticlericale,Salvini un divorziato fornicatore, la Meloni convive …. ……Questi sarebbero i baluardi della famiglia tradizionale? …..

  6. Le leggi non si cambiano perché siamo minoranza. Occorre una nuova evangelizzazione con VERI pastori. Ma dove li troviamo?

  7. Infatti anche io mi chiedevo come fosse possibile applaudire Cruciani!

    Tutte le bestemmie, tutte le prese per il culo fatte ad arte a personaggi cattolici, e questi lo invitano e lo applaudono. Ma cosa aveva da dire? NULLA.

    Vergogna ai cattolici, ridotti davvero a cagnolini da salotto.

    Vergogna agli organizzatori del Convegno, dove, in effetti, cosa è stato detto? NULLA

    Sacerdoti del nulla per una religione del nulla: forse il Cruciani era la persona giusta.

  8. “Ognuno, anche il più folle e strasuperato fossile (=il Cattolico), deve poter dire sulla pubblica piazza la follia che gli passa per la mente. Poi – anzi durante la sua esternazione- ci sarà il Servo del Pensiero Unico di picchetto in quel momento che lo subisserà di pernacchie e di disprezzo”

  9. A chi quel feto suggerisce una mostruosità, dico di pensare che lo è stato (a) pure lui (lei) per nove mesi e di essere stato lasciato vivere… Non è che per caso si senta un mostro?

  10. Non ho capito cosa ha combinato Parenzo con Mario Palmaro..potete aggiornarmi? Cmq l articolo riflette esattamente ciò che ho pensato io quando ho visto cruciani sul palco e alcuni noti personaggi d fb commentare positivamente la cosa

  11. Condivido in toto la “denuncia” dei due campioni di penna, Frezza e Dal Bosco, ma attenzione ai “pellerossa”…
    I Seminole, cui gli USA hanno “rifilato un paio di casinò”, sono i proprietari dell’Hard Rock: 185 Café, 26 Hotel e 12 Casinò nel Mondo, per un reddito globale di 4,5 bilioni (bilioni!) di dollari…

  12. La questione – complessa – qua pare sia l’umiliazione di aver applaudito Cruciani come ” liberatore “. Ossia il portavoce – o quinta colonna – del mondo ” laico ” e massoneggiante che autorizza i Cattolici a esprimersi . E’ anche vero .
    Però se i vertici della neochiesa sono contrari ai modi ( e alla sostanza ) del Congresso , Cruciani appare un vessillifero del diritto di espressione del pensiero ” non unico “.
    Molto triste , sì : molto triste e umiliante . Ma tra tutti quei “geniali ” organizzatori non c’è nessuno che si sia ricordato dei primi versi del Carme sui sepolcri di Ugo Foscolo ? Versi molto ” più aperti ” e universali sia del Cruciani-pensiero , sia del pensiero -neoecclesiastico e – soprattutto – di un poeta , bannato per il suo patriottismo , ma molto attento al Sacro .

  13. Sentivo in auto Cruciani nella Zanzara qualche anno fa, tornando dal lavoro la sera; inizialmente la cosa mi rilassava per il tono un po’ leggero, poi dovetti smettere per forza di cose (= di nausea per i modi beceri di Cruciani e socio).
    Detto questo non riesco a cogliere la gravità dell’intervento crucianesco a Verona perché (in buona sostanza, per come l’ho interpretato io) lui ha stigmatizzato il fascismo culturale di quelli ‘de sinistra’ che se non la pensi come loro ti distruggono con le PEGGIO INFAMIE, false e bugiarde. L’avesse detto un cattolico, la cosa sarebbe stata bollata, al 120%, come il solito conato da paolotti.

    Quanto ai suoi trascorsi di letto, mi pare che compito del cristiano non sia quello del censore della moralità altrui, anche pensando al fatto che un Sant’Agostino, Padre della Chiesa, tutto fu meno che uno stinco di santo. Vero è che Agostino si convertì.
    E chi dice che questo non possa accadere anche a quella pellaccia lupesca e blasfema di Cruciani?
    Non sarebbe certo la prima svolta a sorpresa che il Signore ci riserva…

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