XX Settembre. Gloria della massoneria – di Massimo Viglione

«Così si perviene al 20 settembre 1870: forse il più piccolo fatto d’armi del Risorgimento; certamente il più grande avvenimento della civiltà umana. Risorgimento: opera della Massoneria! XX Settembre: gloria della Massoneria».

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di Massimo Viglione

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Tutti coloro che, giustamente, si lamentano del mondo di oggi; coloro che difendono la famiglia naturale e i bambini, combattono contro l’ideologia omosessualista e genderista; coloro che si infuriano per l’invasione immigrazionista; coloro che denunciano l’immenso complotto della finanza internazionale in tutti i suoi risvolti, anche monetari; coloro che propongono e si battono per alternative politiche serie e tradizionali alla situazione odierna; coloro che odiano la UE, avendo capito bene il suo ruolo e odiano i padroni della UE; coloro che denunciano il grande piano della dissoluzione mondialista; tutti coloro che semplicemente soffrono per la decadenza generale del presente; soprattutto, tutti coloro che soffrono e denunciano la spaventosa crisi teologica, morale, dottrinale e liturgica della Chiesa odierna; tutti costoro, o almeno la stragrande maggioranza di ognuno dei settori elencati (eccetto in parte l’ultimo), non pensa al 20 settembre 1870.

Anzi, ritiene che chi lo ricorda ancora sia in fondo il solito disadattato, che perde tempo ed energie inutilmente su fatti accaduti quasi 150 anni fa, anziché impegnarsi sui problemi del presente.
Beh, tutti costoro non hanno capito che proprio questo lontano evento – anche un po’ fastidioso in quanto ci pone in contrasto con lo Stato italiano (e ovviamente questo non è cosa da veri e seri moderati) e pure con il clero odierno che oggi è totalmente schierato con gli invasori di allora – è la causa di tutti i mali che per cui loro soffrono e che combattono. Tutti quelli elencati, nessuno escluso, alcuni in maniera indiretta, altri in maniera diretta, altri in direttissima.

È qui la svolta della storia della modernità, al di là del mero fatto della caduta dello Stato Pontificio che di per sé potrebbe essere un evento non così grande come la Rivoluzione Francese o la Prima Guerra Mondiale. Ma questo è un errore pacchiano e ingenuo di prospettiva, privo di senso storico.
E, infatti, la Massoneria non commise allora, né commette oggi – in quanto ancora oggi, immancabilmente, il 20 settembre va a Porta Pia a ricordare l’evento, il che dimostra esattamente quello che io sto sostenendo – questo pacchiano e ingenuo errore.

Se fossimo stati presenti in quel giorno a Roma, dovevamo schierarci: o con gli “italiani” invasori (il “progresso” democratico e liberale), o con la Chiesa di sempre (la Verità), oppure stare fermi e zitti e andare col vincitore. Ebbene, voi tutti non avete capito la metafora del 20 settembre: il 20 settembre… è oggi! In tutti i sensi.

E io mi schiero con chi 146 anni fa ha perduto. Per il momento. E combatto contro chi ha vinto. Per il momento.

Non è questione di mero patetico nostalgismo. Se penso a chi sarebbe in mano oggi lo Stato Pontificio… per carità di Dio!!! È questione infinitamente più grande: è questione di scelta di campo storica e metastorica,religiosa e politica, nel senso più ampio possibile dell’ultimo concetto.

Se oggi ci troviamo come ci troviamo in tutti i settori della vita pubblica e privata, è anche perché è caduta Porta Pia. Ecco il perché, irreversibile, della mia scelta: perché Porta Pia continua a cadere ogni giorno. E ogni giorno dobbiamo scegliere e schierarci.

Esattamente come fanno i nemici della Chiesa, che oggi sono a Porta Pia a commemorare la loro vittoria. Anzi, le loro vittorie.

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Il Grande Oriente d’Italia festeggia il 20 settembre: clicca qui

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non dimentichiamoli:

z-zuavi

17 commenti su “XX Settembre. Gloria della massoneria – di Massimo Viglione”

  1. Appunto “per il momento” schieriamoci con quelli che non hanno vinto, egregio Prof.Viglione. Tuttavia, trovandoci nauseati a tal punto da non sentirci più di simpatizzare per questa parte, dove andremmo? “E’ questione infinitamente più grande” afferma giustamente lei, ma diventa comunque un dramma. Perlomeno nel mio cuore provo dolore e smarrimento per i giorni che stiamo vivendo e le confido che non avrei mai immaginato di ritrovarmi a pregare, quasi con le lacrime agli occhi, per il ritorno della nostra Santa Religione.

  2. Un secolo dopo, 1970: il Divorzio in Italia.
    Vedevo recentemente al Santuario di Caravaggio (Bergamo) un’immagine fotografica di un grande raduno di preghiera per impetrare la grazia che in Italia NON fosse introdotto il Divorzio. Non ricordo l’anno, ma certamente prima di Mussolini.

    Nel 1970 avvenne l’ “impossibile”: un’Italia a larga maggioranza democristiana si vedeva arrivare il più caratteristico dei “segni” massonici, cioè la riduzione del Matrimonio da struttura naturale fondante la società a contratto fra partners “commerciali”.
    Ciò che non era riuscito alle semi-dittature massoniche di fine Ottocento e inizi Novecento, fu “normale” in atmosfera democristiana: “Vogliamo forse imporre a tutti di essere bigotti?”.
    Amintore Fanfani -uno dei pochi DC non sintonizzati su quella mentalità- disse a un uditorio siciliano: “Se il referendum non passerà, vostra moglie fra qualche anno vi lascerà per fuggire con la cameriera -e sottolineo cameriera”

    1. Grande profeta, quel Fanfani, e grande cattolico, come il card. Ottaviani. Ricordo qui il suo libro “Come non possiamo non dirci Cristiani”

  3. Profonda riflessione storica..
    sarebbe da inserire nei libri di testo al posto delle infinite pagine di indottrinamento massonico che viene propinata da ogni parte, senza sosta, su tutti i livelli di istruzione delle nuove generazioni..

  4. sono grato al prof. Viglione per aver svelato il segreto del successo della massoneria.
    un giornalino lasciato in fretta e furia da una loggia di BG cominciava con una pagina in cui erano elencate le grandi vittorie della setta e naturalmente per prima era citata la data del 20 settembre 1870.
    loro sanno bene quando vincono; siamo noi spesso ad aver pensato che siano state vittorie anche nostre o comunque dei passi avanti dell’emancipazione/progresso. la lotta ormai verte sul ridestare dal sopore le menti, nel far aprire gli occhi sul reale, nell’abbandonare il pensiero eterodiretto ed ideologico

    1. Impresse esternamente nel 1918: verso la conclusione dell’inumana Guerra Massonica Globale (per la quale era stato arruolato ance Lui, essendo l’Italietta “libera da pregiudizi sui Frati e sui seminaristi”).
      Scomparse alla morte, 50 anni e tre giorni dopo: cioè nel 1968, al momento dell’esplosione della Bomba Globale contro la Famiglia e la Chiesa – e le donne (dominae), mi permetto di dire, ridotte d’imperio a “femmine”

  5. Probabilmente il 20 settembre sarà il giorno in Cui l’Immacolata schiaccerà la testa al serpente infernale, ricacciandolo negli abissi assieme a tutti i suoi seguaci, in primis i preti traditori del Suo Divin Figlio (ovviamente la categoria include anche vescovi, cardinali e papi).

  6. purtroppo non pochi sedicenti cattolici gioirono il 20 Settembre 1870. Per esempio Alessandro Manzoni, a detta della figlia, ne era felicissimo perche’ aseriva che la Chiesa, liberata dal potere temporale, avrebbe potuto dedicarsi solo al suo ufficio spirituale. O non capivano quel che accadeva o lo capivano benissimo ed erano falsi.

    1. Trovavano ovvio che iniziasse, anzi fosse iniziato, un “modo nuovo, illuminato, definitivo (rispetto alle “approssimazioni” dei 1800 anni precedenti) di “essere Chiesa” “.
      Infatti Manzoni fu Senatore dell’impresentabile “Regno d’Italia” – ricompensato con l’immediata trasformazione in icona pubblica del “mondo cattolico”. Un democristiano ante litteram

  7. Ora posso essere certo che tutto il mio disprezzo per Garibaldi, Mazzini, Cavour, Manzoni e compagnia, ai tempi della scuola dell’obbligo, era una sorta di consapevolezza, seppur non ben compresa. Ricordo ancora la mia insegnante di Storia e italiano che andò dal preside perchè parlai male di Garbaldi, considerato da me un impostore, un buffone e lustrascarpe. Era più un’ostentata ribellione verso la scuola e l’insegnante che una coscienza storica quella che mi indusse a ben definire il barbuto schiavista. Ero anche condizionato da un film su di lui dove percepivo l’interpretazione dell’attore come un buffone davvero. Non parliamo di Manzoni e delle mie colorite considerazioni su Lucia e Renzo. Manzoni rappresentava davvero l’apogeo della noia e della banalità. Esageravo, ovvio. Questo per dire che allora già vivevo una nausea e un rigetto nei confronti di una propaganda massonica di stato, democratica, progressista e liberale.

    1. Quel trombonismo ottocentesco che Mussolini mise in soffitta tra le cianfrusaglie, caro Feder – con risultati strabilianti (per il medesimo Mussolini, ne sono convinto).
      Scenari di cartone archiviati a prendere polvere… ma non abbastanza. E i motivi di questa “insufficienza” -che anni dopo fu fatale- furono due:
      1- la provenienza ottocentesco/paramassonica dello stesso Mussolini
      2- la sua incapacità/impossibilità di capire CHI fossero, e quanto intimamente fossero saturi di veleno massonico, i “Piemontesi”: gli stessi, ad esempio, che avevano trascinato l’Italia nella Grande Guerra e che in essa l’avevano portata alla catastrofe di Caporetto… per poi dare il comando al napoletano Diaz, in modo che la colpa della sconfitta ricadesse su un “alieno”

      1. ..e aggiungerei, caro Raffaele, che Piemontesi furono i suoi traditori, quel Re e quel Badoglio che scapparono al Sud l’8 settembre 1943, per lasciare all’Italia il lascito di una terribile guerra civile, divisioni interne ancor oggi non sopite, e l’etichetta internazionale di deboli voltagabbana.

        1. Lessi da qualche parte che fu coniato il neologismo “to badogliate”, cioè “comportarsi come Badogliio”. Ufficialmente, perciò, Badoglio “eroe”, perché aveva “capito qual’era la Parte Giusta”; in realtà, Badoglio marchiato come spregevole traditore.
          Una replica dell’atteggiamento del Sinedrio verso Giuda Iscariota

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