2 novembre: festività dei defunti. Estratto da “La Memoria negata” – di Pucci Cipriani

Per gentile concessione dell’Editore Solfanelli pubblichiamo il sesto capitolo della prima parte del libro “La Memoria Negata”, di Pucci Cipriani.

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lamemorianegata

 PARTE PRIMA: “2 NOVEMBRE: FESTIVITÀ DEI DEFUNTI” – CAP. SESTO

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Il giorno sacro ai morti / io pregherò Gesù /

perché con se li porti / nel Regno suo, lassù. /

Il Regno del Signore / tutti ci accoglierà /

pace, bellezza, amore, / beata eternità.

 

La maestra un tempo faceva mandare a memoria la poesia sul giorno dei morti e il bambino, poi, te la recitava a casa e, così, ringraziandolo, commosso avevi la possibilità di spiegargli che la vita è solo un breve pellegrinaggio terreno e che noi, tutti, aspiriamo a quel Regno di pace e di gioia poiché: «… fecisti nos ad Te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in Te», come dice sant’Agostino: «Siamo fatti per Te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te.»

I bambini venivano portati dai genitori ai cimiteri, a portare un fiore ai defunti, e intanto, nell’attesa di rivederci in cielo, era come un “salutino” un tentativo buono di “addomesticare” la morte.

Ecco come si iniziava a prendere confidenza con la morte, in una giornata quasi festiva e triste, ma senza tragedie, sicuri, come scriveva un caro amico, editorialista de “Il Giornale della Toscana”, padre Ferdinando Batazzi: «La Chiesa che continua nel mondo la stessa missione di Cristo Gesù… accomuna… tutti i Santi e tutti i fedeli defunti. Tutti i Santi senza aureola, senza canonici processi di beatificazione, senza nome registrato nel calendario delle feste, tutti i bambini innocenti, tutti i babbi e le mamme che hanno fatto una vita da cristiani, tutti i giovanotti e le ragazze che hanno fissato lo sguardo su Cristo crocifisso e risorto…»

Se una maestra che oggi parla tranquillamente agli scolaretti di sesso, di “gender” di “diversi tipi di famiglia” e porcherie del genere, parlasse ai ragazzi della morte, del paradiso, della Resurrezione della carne… sarebbe la fine: «Ma quella è pazza… per fortuna nemmeno i preti ne parlano più…»

Infatti ai ragazzi i preti, salvo rare e lodevoli eccezioni non parlano più della morte, del peccato mortale, e soprattutto del Giudizio…

Oggi vige una sorta di “new age” melenso, portato avanti anche dalla liturgia alla melassa, francamente idiota, delle suore, bombardate (loro e noi) da una serie di telefilm “esoterici” in cui streghette e maghetti, buoni e sensibili, riescono a tornare nel passato per riabbracciare i parenti o gli amici perduti… e poi nei giovani e nei giovanissimi, tatuaggi e piercing come i “Modern Primitives” (primitivi moderni) mettendo bene in evidenza il “significato spirituale” (sic!) del rock satanico e degli oroscopi, ecc.

Non sono riuscito a trovare un’immaginetta d’oro della Madonna, per il battesimo della primogenita di cari amici: al massimo, mi son sentito dire, abbiamo una medaglina con i segni zodiacali o una piastrina d’oro su cui incidere il gruppo sanguigno, sa i tempi cambiano…

E cambian davvero i tempi in questo mondo in cui la fanno da padroni: pitonesse, cartomanti, psicologi, ciarlatani, venditori di erbe curative e depurative, fattucchiere e maghi, esorcisti-fai-da te, sociologi, pedagogisti, assistenti sociali e nullafacenti vari.

La morte, da atto pubblico, come era il Battesimo, la Comunione, il Matrimonio, è diventata un evento da nascondere.

Parlare della morte, in questo mondo, in cui le criminali guerre americane e dell’Onu vengono chiamate “interventi umanitari” e i tagliagole islamici vengon chiamati i “portatori della primavera araba”, non sta bene, non è da persone educate, lo affermava in uno dei suoi bellissimi libri Svelare la morte (1) l’indimenticabile amico Fausto Gianfranceschi: «Colui che ha avuto una grave disgrazia in famiglia reca imbarazzo, un tempo si cercava di “addomesticare” la morte, oggi si cerca di nasconderla, insomma la morte non esiste.»

E “Le Monde” il quotidiano laicista dei “radical-chic” scriveva entusiasta: «Le religioni fanno fatica ad ammettere di non aver più l’esclusiva delle feste collettive, né il monopolio del serbatoio simbolico proprio di ogni società. Il dibattito è aperto: la Chiesa s’inquieta, in particolare per la frattura di questo bisogno di riti che non si esaurisce e un’educazione che non le lascerebbe tutto lo spazio ai riferimenti essenziali della morte e della vita.»

Di fronte a una Chiesa che dal Concilio Vaticano II in poi, dopo aver “abbattuto” giacobinamente ogni rito e festività popolare (a cominciare ai Santi patronali, alle processioni, alle rogazioni…), ha tolto, altrettanto giacobinamente, ogni sacralità alla morte con i riti del “cià, cià, cià”, gli applausi ecc., l’articolista de “Le Monde” non sa rendersi conto da dove provenga la persistenza di un bisogno intrinseco dell’uomo, quello dei riti; essere sorpresi per questo rimette in discussione il carattere fondamentalmente religioso dell’uomo. Se questo bisogno di sacralità lo si scarica, riappare, inevitabilmente, nelle forme più varie e — mancando ormai la mediazione di una Chiesa che considera la cosa — nelle forme più macabre e idiote.

A un simbolismo religioso, didattico, educativo, a una liturgia bimillenaria che può aver infastidito alcuni, fatto piangere altri, ma che non ha mai fatto ridere nessuno, oggi si preferisce — parrocchie comprese — il simbolismo pagano di Halloween.

Anni fa il vescovo emerito di Pistoia, Simone Scatizzi (che una volta “pensionato” cominciò ad assumere posizioni coraggiose e a parlar chiaro lasciando da parte la mansueta bovinità!) denunciò quella mania delle “zucche vuote” di Halloween portate a giro, nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, da altrettante zucche vuote (quelle dei genitori, non dei bambini!) a suonar campanelli e a far scherzi di dubbio gusto: «Un attacco contro la Civiltà Cristiana — afferma il presule pistoiese — una festa figlia di una mentalità laicistica e consumistica, un business vergognoso, un retaggio di paganesimo.»

Come dargli torto?

E stendiamo un velo pietoso sulle ricorrenti profanazioni di cimiteri, non importa se fatte da satanisti o semplici mascalzoni.

Ieri il figlio piccolo di amici, Lorenzo, ci ha recitato una bella poesia, trovata in un vecchio libro della mamma, e che ha studiato da solo: «Mi raccomando — ci ha detto il piccino — non dite nulla alle maestre (ora sembra che siano molteplici, N.d.A.) sennò mi dicono che voglio essere diverso da tutti gli altri…»

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Poveri morti soli

nei muti camposanti

vi diamo lumi e fiori,

insieme ai nostri pianti.

 .

Ma l’unico conforto

che vi toglie all’oblio

è la nostra preghiera

che ci ricongiunge a Dio.

Ieri sera, nel mio paese, a mezzanotte, ha ripreso a suonare la “Campana del freddo”, dopo che erano passati i bambini, preceduti e seguiti dai genitori con le zucche vuote, a suonar campanelli con la domandina melensa “Dolcetto o scherzetto?”, ho sentito durante le ore piccole, in mezzo alla strada, urla belluine di giovani che sciamavamo vestiti da maghi, da streghe, da fattucchiere, da psicologi, da assistenti sociali, da diavoli e che andavano in discoteca… a festeggiare i morti.

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 1) F. Gianfranceschi, Svelare la morte, Rusconi, Milano 1980.

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Pucci Cipriani  – LA MEMORIA NEGATA. Appunti per una storia  della tradizione cattolica in Italia. Presentazione di Paolo Deotto. Introduzione di Luciano Garibaldi. Postfazione di Piero Vassallo – Ed. Solfanelli, pagg. 440 – € 25,00

Ricordiamo a tutti che per acquistare il libro, al prezzo di euro 25, senza spese di spedizione, basta inviare una mail a info@riscossacristiana.it e specificare l’indirizzo a cui inviare il libro. Per le modalità di pagamento (in banca, in posta o tramite PayPal o carta di credito), CLICCATE QUI

3 commenti su “2 novembre: festività dei defunti. Estratto da “La Memoria negata” – di Pucci Cipriani”

  1. Grazie, Caro Pucci Cipriani, per il suo articolo.
    Purtroppo sono anni che la Chiesa non parla più nè del peccato MORTALE nè della morte.
    Forse da dopo il C.V.II?

  2. Leggendo questi intensi versi, ho riassaporato quelle meste ma semplici e significative giornate della mia fanciullezza nella festa di Tutti i Santi e dei morti . Il cuore si commuove.
    L’uomo se aiutato, spesso si ravvede. Ieri sera tre ragazzini giravano sul far della sera per il “Dolcetto o scherzetto”. E’ stata una buona occasione per fare insieme una chiacchierata e farli riflettere su Halloween e sulla nostra fede. Dopo averli lasciati, sentivo che parlottavano fra loro. Passati alcuni minuti hanno desistito dal proseguire, e sono ritornati a casa.
    Sia lodato il SS. nome di Gesù e Maria.

  3. Sottoscrivo in pieno e aggiungo che anche le parrocchie, ahimè moderne, organizzano festicciole di bimbi mascherati da streghette e maghetti, ma ieri, vedendoli, ho :”Omnia munda mundis”. I bambini vivono tutto con tanta grazia! Forse la processione del “dolcetto o scherzetto?” è stata inventata per addolcire ai piccoli la noia dell’inverno e dei doveri scolastici…. Piuttosto il baccanale osceno e satanista degli adulti ci deve preoccupare: e purtroppo in forma di serie televisiva o di concerto rock o di videoclip va in onda tutto l’anno. Della morte e del peccato non si parla più, è vero: in compenso proprio in questi giorni un ‘insegnante di religione sta rischiando grosso per aver riferito che l’omosessualità è in certi casi curabile. Sì, Satana non riposa mai.

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