Immigrazione di massa: un’invasione pianificata dal nuovo ordine mondiale (sesta puntata) – di MDG

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Non si commetta l’errore di credere che il progetto del 68 sia svanito con gli anni 80, né si creda che il marxismo,  come struttura di pensiero, sia tramontato con la fine dell’Unione Sovietica.

La passione migratoria dell’attuale buona borghesia di sinistra, non è che una nuova versione  del “superamento”, di sessantottina memoria,  della società esistente. Ieri, nel pensiero del 68, l’elemento di rottura,  la forza che avrebbe dovuto distruggere  il presente e costruire il futuro, era la classe operaia, guidata nel mondo dall’Unione Sovietica.

Oggi, caduta l’Unione Sovietica e imborghesita la classe operaia, i progressisti affidano il sogno di scardinare la società al mondialismo in genere e all’immigrazione in particolare.

Non lo diciamo noi, lo dicono “loro”. L’ultimo intellettuale comunista rimasto in campo dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il prof. Toni Negri, assai noto negli anni di piombo, nel suo “Impero” pubblicato nel 2002, scritto in collaborazione con Michael Hardt, invitava i compagni  a supportare la globalizzazione neo-capitalista sulla base di comuni interessi. L’idea-forza di un “mondo unico” rappresentava infatti  uno straordinario  richiamo per gli eredi di Marx, nemici storici dei “biechi nazionalismi”. Un’identità di vedute che valeva  anche per il secondo pillastro  del mondo nuovo in via di costruzione: l’idolatria del “mercato” e più ancora nel mercato unico, culto globale della  produzione e del consumo. Un ordine di idee del tutto assimilabile al pensiero  di  Marx, profeta del materialismo assoluto e dell’economia elevata a rango di religione. Coronava l’intesa, tra il  mondialismo e la  sinistra post-comunista,  una comune cultura rappresentata dal “pensiero unico”che oggi attraversa   il mondo occidentale.

Un’assenza di pensiero in realtà, una scuola del nulla.

Un pastone di “umanesimo”, ateismo, materialismo e culto  della trasgressione del quale la sinistra si era sempre nutrita anche prima del varo ufficiale della globalizzazione.

Il mondo nuovo mostrava insomma elementi comuni tali, tra post-capitalismo e post-comunismo, da  rincuorare i nostalgici dei Gulag e  spingerli a fecondare nuovamente la storia saltando sul carro della globalizzazione.  Esortava  in tal senso Toni   Negri:

 

“ Invece di resistere alla globalizzazione capitalistica,  occorre accelerarne l’andatura  (60)

 

“ Il comunismo non è quindi finito, si è solo trasformato,

ha stretto alleanza con il capitalismo

Giulio Tremonti (61)

 

Infine  il professore di Padova riservava grandi elogi all’ migrazione,  punta di lancia del progetto mondialista, in quanto  nemica naturale dei “biechi nazionalismi”.

Scrive Negri:

“Le migrazioni legali d’individui che possiedono dei documenti non sono nulla a confronto delle migrazioni clandestine. I confini degli Stati nazionali sono ridotti a colabrodi”  (62)

“Una  nuova  orda  nomade, una  nuova razza di barbari, sorgerà” (63) (…) “I nuovi barbari distruggono con una violenza affermativa e, nella materialità della loro esistenza, tracciano nuovi percorsi di vita”  (64)

Da  “ L’invasione silenziosa”: (65)

“Sinistra neo-comunista e sinistra neo-socialista convergono nel progetto ‘postmoderno’ di sottomettere l’Europa, rimasta ancora troppo cristiana, ad una mutazione etnico-sociale, una rivoluzione culturale che dissolva l’Europa, privandola della propria identità e sovranità. Mezzo per realizzarla è una colonizzazione dal basso, ossia l’inserimento e lo sviluppo progressivo di micro-comunità immigrate che, radicandosi nelle città, attuino una graduale conquista territoriale dell’Europa ”

 

 La demolizione controllata dell’Europa  

L’antropologa Ida Magli nel suo “La dittatura europea”: (grassetti nostri)

“Se ho voluto narrare fin dall’inizio il mio viaggio intorno all’Unione Europea mettendo in luce tutto quello che non sapevo e che non ero in grado di capire, è stato anche perché fosse chiaro che ci vengono tenute nascoste le cose essenziali per la nostra vita politica, per la nostra libertà, per la nostra sopravvivenza come «Italiani» (…)  Chiaro nel senso che per molti anni perfino io che credevo di aver studiato e di conoscere bene il problema europeo, non mi ero mai imbattuta, né nelle letture, né nelle innumerevoli conversazioni avute con tanti protagonisti della vita sociale, culturale e politica, nei due pilastri che reggono la costruzione del nuovo ordine in vista del governo mondiale. Il primo è l’accentramento del potere nelle mani dei banchieri con la produzione del denaro e la creazione del debito pubblico; il secondo è la rete di associazioni create dagli uomini più ricchi e potenti per preparare e realizzare, con l’omogeneizzazione di tutti i popoli, un sistema di governo unico” (66)

Non mi sembra che vi possano essere dubbi sull’influenza politica dei centri di potere non istituzionali. Il punto determinante, tuttavia, quello che ha creato una situazione del tutto nuova, si è verificato con l’opera dei tre club più importanti nell’area europea: il Bilderberg, la Trilateral Commission, l’Aspen Institute.(67)  (…)  Si è trattato di un passo fondamentale per giungere all’assolutizzazione del potere nelle loro mani, ovviamente non eletti da nessuno e non controllati da nessuno. È stato aggiunto in questo modo un altro pesantissimo mattone all’edificio della «finzione» democratica con la quale vengono accecati e truffati i cittadini.” (68)

 Che rapporto esiste tra massoneria, Bilderberg e Trilateral Commission? Sono la stessa cosa. Non lo diciamo noi, lo dicono “loro”:

Scrive Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico:

“Tra la fine del XIX e del XX secolo vengono fondate nuove tipologie, non più segrete ma solo riservate nella struttura, nel funzionamento e nelle finalità più importanti, di associazioni para-massoniche (…) come la Trilateral Commission (1973)”.

“Questo tipo di associazioni possono essere definite para-massoniche in quanto sono sempre fondate da un nucleo ristretto di Liberi Muratori, i quali poi coinvolgono nelle loro attività sociali anche non-massoni (cosa che non potrebbero fare in Loggia, dove si può accedere soltanto dopo un lungo percorso preparatorio e una iniziazione ufficiale di tipo misteriosofico) per finalità più direttamente politiche, diplomatiche, civili”.

“I partecipanti tecnicamente non massoni a queste società paramassoniche sono considerati dei “profani utili”, quelli che vengono invitati una tantum alle riunioni esterne dei club para-massonici come il Bilderberg Group, la Trilateral Commission”.

Rimane il fatto, però, che, immancabilmente, queste società (segrete o palesi) para-massoniche sono sempre dirette (in modo riservato e più o meno velato) da una ristretta cerchia di massoni”.  (69)

Dunque i potentati mondialisti oggi in campo non sono ideologicamente neutri ma parti integranti del programma massonico per il mondo.

Ida Magli.

“ Noi non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che (…) la libertà assoluta di mercato, la riduzione delle religioni ad un’unica generica fede in un Dio creatore, la mondializzazione dei costumi, rispondono agli “ideali” e alle mete concrete di una massoneria che ha esteso e ramificato il proprio potere in numerose associazioni collaterali, quali quelle che abbiamo già incontrato sul nostro cammino.” (70)  

“La meta da raggiungere ( da parte dei membri del Bilderberg n.d.A.) è la realizzazione di un’unica civiltà planetaria ( 71)

“…il programma che i membri del Bilderberg hanno ideato e stanno mettendo in atto.(è)… la distruzione delle identità nazionali, da perseguire attraverso la sovversione dei valori che vi si riferiscono” (72)

Sono ormai storia le operazioni culturali – irrisione della fede cristiana, aborto di massa, pornografia di massa, omosessualismo – che da mezzo secolo si susseguono con il fine di sovvertire i valori tradizionali  dei nostri popoli. L’immigrazione di massa extracomunitaria promette di dare il colpo di grazia attraverso un multiculturalismo istituzionale, in forza del quale l’Europa perderebbe la sua stessa identità.

Non manca altro perché i popoli europei perdano un giorno, se questo meccanismo non sarà fermato, anche la loro libertà.

I progressisti sanno bene, infatti, che l’esito di un’immigrazione di massa extracomunitaria non sarebbe la costruzione di una cultura comune a tutti, nativi e immigrati, per il solo fatto che, per le ragioni  esposte, culture “comuni” non esistono.

Una società multietnica porterebbe piuttosto all’affermazione di una cultura prevalente su tutti, quella più forte e  identitaria, e i progressisti sanno bene che  non sarebbe quella cristiana.

Il Card, Giacomo Biffi, allora arcivescovo di Bologna:

“O si sveglia l’anima cristiana, o l’Europa sarà musulmana” (73)

La società multietnica

 Europa unita,  massonica e multirazziale

Il progetto di un meticciato razziale per l’Europa procede di pari passo con il progetto della sua unità politica.

Il centro di potere che, a partire dagli anni 20, ha messo in cantiere l’unità europea, già da allora mirava  ad una rifondazione multirazziale della nostra società. Il pensiero di uno degli  emissari di tale potere, Richard Kalergi,  è molto esplicito a riguardo.

Richard von Coudenhove Kalergi (1894-1972),  è stato  il  primo ideologo e promotore  della moderna Europa unita. Questo aristocratico di antica nobiltà brabantina, lungo il corso del XX secolo ha agito come  uomo-chiave non solo del movimento di pensiero europeista, ma anche dei passaggi organizzativi e politici che portarono infine, con i trattati di Roma del 25 marzo 1957, alla creazione della CEE, Comunità Economica Europea, il primo passaggio del percorso che porterà all’odierna UE.

Con riferimento a questo evento, scrive Kalergi nell’autobiografia: (74)

“ Da più di trent’anni il Movimento Paneuropeo si adoperava per la fondazione di questo Mercato comune”

Kalergi era stato  il fondatore. del Movimento Paneuropeo

Non per nulla, nel 1950, gli fu assegnato  per meriti europeisti, il “Premio Carlo Magno” nella sua prima edizione,  onorificenza che da allora ha preso  il suo nome: “Premio Kalergi”.

Eppure la cultura ufficiale non si sofferma su  questo protagonista  della recente storia europea e non vi è  da credere che tale silenzio sia casuale: è piuttosto un silenzio prudente. La disamina della sua vita e del suo pensiero, infatti, porta a comprendere che il progetto dell’Europa unita nasconde più di quanto mostri.

La carriera di Kalergi inizia nel 1922, anno in cui fonda l’Unione Paneuropea. Nel 1923 pubblica il libro-manifesto del movimento, “PanEuropa”, e l’anno seguente  crea  il Movimento Paneuropeo con i  finanziamenti dei banchieri Rotschild e Warburg, come dichiara esplicitamente lo stesso Kalergi nell’autobiografia.  (75)

“Nel 1924 ricevemmo un appello telefonico del barone Louis Rothschild: un suo amico, Max Warburg di Amburgo, aveva letto il mio libro e voleva conoscerci. Con mia grande meraviglia Warburg mi offrì spontaneamente sessantamila marchi oro per dare avvio al movimento nei primi tre anni”.

 In realtà  la  teatrale “meraviglia” di Kalergi mirava solo a sviare la comprensione degli eventi:  i due non erano mecenati con ansie europeiste, ma banchieri massoni (76) che finanziavano un progetto massonico.  L‘Europa unita, auspicata  dalla massoneria già nel secolo XIX,  è sempre stata concepita dalla massoneria  stessa come un necessario passaggio verso  un  “mondo unico”, per restare alla definizione del massone  David Rockefeller. Il mondo globalizzato è un obiettivo  che la massoneria persegue sin dalla sua creazione.

La massoneria moderna, diversamente detta Libera Muratoria, è stata fondata a Londra il 24 giugno 1717. Pochi anni dopo, nel 1737, un gentiluomo scozzese, massone, in un discorso di loggia che da allora ha meritato un posto d’onore nella letteratura massonica, dichiarava: (77)

“Il mondo intero non è che una grande repubblica

Con questi presupposti, la conclusione: una “grande repubblica” mondiale,  non può che prevedere un governo massonico mondiale.

Recita l’art.1 dell’attuale  Costituzione dell’Ordine massonico: (78)

“ La Massoneria è universale. Intende alla elevazione morale,materiale e spirituale dell’uomo e dell’umana famiglia”

Il pensiero di  Kalergi si colloca precisamente in quest’ordine di idee per il solo fatto che Kalergi era affiliato alla massoneria, come subito vedremo. Ovviamente egli non si soffermò mai su questo aspetto davvero non secondario del suo europeismo, ma non mancò comunque di lasciar intendere, ai  lettori più attenti,  che il suo impegno ruotava  intorno al progetto di  un mondo globalizzato. Scrive Kalergi:  (79)

“ Se all’anarchia mondiale si vuole sostituire un’organizzazione mondiale, bisognerà innanzitutto che gli Stati si raggruppino in super-Stati”

Cioè in Unioni continentali (nel lessico mondialista sono chiamate “aree”) Conclude Kalergi, con anticipo felice anche sulle sigle: (80)

“L’unione europea sarà una tappa necessaria per l’unione dell’umanità”.

Richard  Kalergi non auspicava  però una Europa “delle patrie”, come, tra altri, auspicava De Gaulle, un’alleanza tra Stati sovrani uniti da una comune cultura, da una comune storia  e da comuni interessi geopolitici.

Kalergi mirava ad un diverso obiettivo, lo stesso cui mirano, nel lungo periodo, gli attuali strateghi di Bruxelles, cioè l’integrazione  degli  Stati europei in un unico Stato federale, ove “integrazione” significa  scomparsa degli Stati stessi: la dissoluzione della loro sovranità economica e politica.

Scrive Kalergi:

 “ Il coronamento degli sforzi paneuropei sarebbe la costituzione degli Stati Uniti d’Europa sul modello degli Stati Uniti d’America (…) (81)

“ La mia meta è e resta uno stato federale europeo (…)  con una politica estera comune, comune difesa, comune economia e valuta”  (82)

“ Non avevo mai nascosto che il mio scopo era la costituzione di uno Stato federale europeo con un governo e un parlamento federali” (83)

Uno Stato Federale silenziosamente guidato da un potere massonico.

Kalergi non era “solo”. Lo desumiamo  dai puntualissimi  finanziamenti al movimento europeista da parte dei due maggiori banchieri del tempo e,  ancor più, dalla prontezza straordinaria con la quale finanzieri, diplomatici, intellettuali, statisti europei ed americani, gli spalancarono le porte dell’overworld internazionale. Il potere che operava alle sue spalle era quello della massoneria, cui Kalergi era affiliato.

 


60) Cfr. Michael Hardt – Antonio Negri, “Impero”, Rizzoli, Milano 2001, p.198

 

61) Giulio TremontiLa paura e la speranza”, Mondadori, Milano 2008, p.43.

 

62)  Cfr. Michael Hardt – Antonio Negri, “Impero”, Rizzoli, Milano 2001, pp.203-204.

 

63) Ibid., p.204

 

64) Ibid., p.205

 

65) Cfr.Alberto Carosa, Guido Vignelli, op.cit.,  p.103

 

66) Cfr. Ida Magli “ La dittatura europea” BUR Rizzoli, sesta ed. Milano 2015, p.140

 

67) L’Aspen Instutute for Umanistic Studies fu fondato nel 1949 da Robert Maynard Hutchins, un massone d’alto grado che è stato presidente dell’Università Rockefeller di Chicago tra il 1929 e il 1950. L’Aspen Institute appartiene alla grande famiglia dei gruppi di pressione  messi in campo dal Sistema liberal per influenzare la vita politica ed economica dei governi occidentali, ed orientarli al mondialismo. La tipologia dei suoi “seminari”  sembra collocare l’Aspen  nella scia di sodalizi come il Bilderberg. In pratica  la sua  azione  si limita all’ambito culturale e alla formazione di quadri. A riguardo, riprendiamo integralmente un brano di un testo fondamentale per lo studio del massonismo: Epiphanius “Massoneria e sette segrete – La faccia occulta della storia”Editrice “Ichthys” Albano Laziale – Roma, Nuova edizione rivista e corretta, 2002, pp.716-717

 

“ Fine dell’Aspen Institute, secondo quanto espresso nel corso del convegno tenuto a Venezia il 5 settembre 1986 dall’allora presidente della sezione italiana, Gianni de Michelis, “…è quello di mettere attorno ad uno stesso tavolo i protagonisti di maggior rilievo del mondo politico, economico, finanziario, per formulare suggerimenti e proposte che, come è avvenuto in passato, verranno esaminate dagli organi responsabili”

 

68) Ida Magli, op.cit., p.171

 

69)http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/para-massone-magaldi-mette-para-grembiulino-letta-para-massone-56087.htm

 

70) Ida Magli, op.cit., p.194

 

71) Ibid., p.197

 

72) Id.

 

73) Dall’intervista del Cardinale all’Unità, 10 maggio 1997.

 

74)  Cfr. Richard von Coudenhove Kalergi “Una vita per l’Europa”, Ferro Edizioni, Milano 1965, p.361

75) Ibid.,  p.130

 

76) La famiglia Rotschild è da sempre organica alla massoneria.

Questo si deduce facilmente da alcuni particolari della  vita del fondatore della dinastia, narrati da Amos Elon autore di “ Il grande Rotschild ” (Mondadori, Milano 1996.)

Vi è peraltro la certezza storica dell’affiliazione di  uno dei membri della famiglia,  Nathan Mayer Rotschild (1840-1915), nipote del fondatore del ramo inglese della dinastia,   che figura negli elenchi ufficiali della più prestigiosa loggia  inglese del suo tempo,la “Edmund Burke” di Londra.  Questo è certificato da un Gran Maestro nella sua  monumentale opera storica recentemente pubblicata:  Gioele Magaldi “ Massoni – Società a responsabilità illimitata”  Edizioni “chiare lettere”, Milano 2014, p 384.

Nathan Mayer Rotschild   è il primo nome della lista, a inizio pagina.

 

77) Cfr.Susanna Fianfermo “ Settecento fiorentino erudito e massone” Longo Editore, Ravenna 1986, p.19.

 

78) Cit. in Autori vari “ La libera Muratoria” SUGARCo EDIZIONI, Milano 1978, p.187. Gli autori sono tutti massoni. In particolare , l’articolo è citato nel saggio, che è parte del libro, di Eugenio Bonvicini “ Gli Organismi massonici: l’Ordine e i Riti”. Bonvicini, scrittore ufficiale della massoneria nel secolo scorso, è autore di apprezzati ( dai massoni) saggi sull’esoterismo massonico.

 

79) Richard von Coudenhove Kalergi, “Pan Europa”, Il Cerchio Iniziative editoriali, Rimini 2006, p.73

 

80)  Ibid.

 

81) Cfr. Richard Coudenhove Kalergi “ Pan-Europa” Il Cerchio Iniziative Editoriali. Seconda ed. Rimini 2006, p.129

 

82) Cfr.Richard von Coudenhove Kalergi, Una vita per l’Europa”, op.cit., p.366

 

83) Ibid., pp.321-322)

2 commenti su “Immigrazione di massa: un’invasione pianificata dal nuovo ordine mondiale (sesta puntata) – di MDG”

  1. Sotto l’influsso degli sbarchi e delle emozioni relative molti pensano che gli immigrati in Italia siano maschi, africani o al più arabi, e certamente musulmani. I dati ci dicono invece che si tratta in maggioranza di europei, di donne, di persone provenienti da Paesi di tradizione cristiana. La seconda religione d’Italia per numero di aderenti, per quanto è possibile stimarli, è quella cristiana ortodossa, con circa 1,6 milioni di fedeli. I mussulmani sono intorno a 1,5 milioni. La maggior parte degli immigrati in Italia non sono quindi uomini soli, bensì famiglie, spesso accompagnate da minori: ne abbiamo 826.000 nelle scuole, benché la crescita anche in questo caso si sia pressoché arrestata, e la maggioranza (oltre 500.000) sia nata in Italia.
    https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-vero-volto-dellimmigrazione

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