ECCLESIA 2043: Partiti a confronto – di Infausto Presagio, inviato de “Il Repubblichiere”

È vero che in questi giorni le eclatanti novità che arrivano dal Vaticano stanno assorbendo le principali attenzioni della Comunità Mondiale, e che essendo “Il Repubblichiere” giornale-organo della Santa Sedia non si possono tralasciare le notizie più importanti per l’UUUU (Umanità Unita nell’Unica Utopia) che da costì giungono. Ma non possiamo nemmeno trascurare quanto ci arriva dalle laiche istituzioni.

Il parlamento dell’UECIP (ricordiamo: Unione Europea Contro i Popoli) sta vivendo proprio ora uno dei suoi maggiori momenti di tensione dai tempi della messa al bando dei partiti sovranisti e l’arresto di tutti i loro esponenti, nonché la messa in stato d’accusa per “concorso esterno in elezione” di tutti i loro votanti rei confessi e non pentiti.

Il motivo che ha messo i principali partiti sul piede di guerra è l’infame proposta di legge d’iniziativa popolare che vorrebbe introdurre il cosiddetto quoziente famigliare. Non so se vi rendete conto, neanche fossimo a cavallo degli Anni Venti, quando qualche partito tradizionale si permetteva, evidentemente senza cognizione di causa, di proporre qualche misura nell’interesse di chi portava il peso della società.

Oggi, come sappiamo, abominii di questo genere non sono più possibili, tuttavia qualche scellerato di cui ancora non conosciamo le generalità è riuscito, infilandosi nei meandri del sistema, scavalcando tutte le barriere, i trabocchetti, le deviazioni e i firewall a difesa delle leggi post-civili (dette anche leggi laicistissime), a raggiungere il Sistema (per chi è stato assente dal Pianeta negli ultimi anni, rinfrescheremo forse in altra edizione di cosa si tratta, per ora basti sapere che è l’attuale avanzatissima forma di governo para-democratica).

Lo ricordiamo per i millennials che nulla sanno del medioevo, il quoziente familiare è un meccanismo che consente alle famiglie di alleggerire il prelievo fiscale al crescere del numero dei componenti a carico delle stesse. Chiunque abbia un’idea di società minimamente post-civile converrà che la cosa è semplicemente aberrante. È aberrante in sé, perché la giurisprudenza riformata ha stabilito da tempo che i figli sono un fatto puramente privato per quanto riguarda le spese di mantenimento, ed eminentemente pubblico per quanto riguarda (se mai ve ne fossero) i benefici che possono portare al Sistema.

Inoltre c’è un particolare di non poco conto che si tende a dimenticare: dello stesso concetto di “famiglia” che nella proposta viene dato spavaldamente per scontato, non si sentiva più parlare dal Family Abolition Day del ‘31, quell’enorme, gioiosa, colorata, e soprattutto spontanea adunata che sancì definitivamente con suffragio diretto, immediato e irrevocabile, l’abolizione del vetusto istituto famigliare.

Lo stesso giorno nelle varie regioni europee la “famiglia” veniva felicemente sostituita con le denominazioni più fantasiose: le Speed Union nell’area angloide, le Coups Rapides tra i francofoni, i Geschlossenes Haus germanici. Tra i fantasiosi popoli italici dapprima vennero indicate nei talk show da chi se ne intendeva come “post-famiglie”, abbreviato poi ad usum populi in “post-iglie”, che perdendo successivamente il trattino divenne postiglie, parola che rendeva bene l’idea, evocando sia “posticce” (ovvero precarie in somma misura quali in effetti erano diventate), che “pastiglie” (quelle blu, che divennero prima farmaci da banco poi vendute alle casse dei supermercati alla stregua di comuni caramelle). Per assonanza si finì poi per chiamarle poltiglie, in quanto tali divennero.

Dicevamo dei partiti. Le quattro formazioni più importanti oggi in campo nella sub-regione italica sono su posizioni diverse ma anche uguali, e si apprestano ad affilare le armi anche in vista delle prossime S-elezioni (il casting per decidere chi andrà in parlamento).

Il Partito Demofobico (PD), guidato da Nikola Rom, assolutamente contrario al quoziente fino all’altro ieri, per onorare la coerenza che lo ha sempre contraddistinto è improvvisamente diventato favorevole, ma a modo suo: come da tradizione, vorrebbe far approvare una specie di quoziente inverso, amplificando la progressività punitiva del fisco nei confronti dei nuclei con molti figli (da uno in su), in modo da essere ben sicuri che la popolazione europea autoctona rimanente si estingua, e al contempo favorire le unioni “alternative”.

Analizzando meglio la proposta dei demofobici, scopriamo una formula che proponiamo qua nella sua forma semplificata: l’imponibile soggetto a tassazione va moltiplicato per “3+1f+0,8v-0,5g(se g>2)-0,4fin-0,3neg-0,2sin-0,1bes”. Spieghiamo: si parte da tre, perché il demofobo di base ha un livello di maturità civica tale da pensare che sia bello pagare le tasse sul triplo del proprio guadagno; è comprovato che rende felici e crea quel senso di gratitudine nei confronti del Sistema. Quindi si aggiunge 1 per ogni figlio secondo il principio “più figli, più tasse”, così che non ci sia alcuna convenienza a riprodursi qualora qualcuno si ricordasse ancora la procedura. Si aggiunge poi 0,8 per ogni anziano a carico, secondo il principio “caro nonno, prendi sonno”. Si toglie dunque 0,5 per ogni genitore a partire dal terzo, in base al principio poliamoroso “più siamo più ci si diverte” di attaliana memoria. Infine, com’è consuetudine ormai in diversi ambiti, vengono riconosciuti bonus di altri 0,4 per ogni genitore dello stesso sesso, 0,3 per congiungimenti multiculturali, 0,2 per esseri trans-evoluti e 0,1 per animali facenti parte anche accidentalmente del nucleo.

Il Partito Jihadista (PJ) guidato dal mullah Bohldrjn, segue a ruota il PD ma ha già messo la freccia. Esso inizialmente voleva applicare un quoziente per alleggerire il peso alle famiglie numerose, ma solo quelle dei propri arruolati… pardon, elettori; successivamente si è reso conto che non sarà necessario; a parte i ghetti degli inconciliati, gli autoctoni hanno già smesso di riprodursi per cui nel giro di pochissimo potranno dare la zampata finale e, con le buone o con le cattive, conquistare il potere per manifesto, indiscutibile, schiacciante soprannumero, garantendo da lì in poi a tutti pace e tranquillità. A tal proposito, chi esternerà dissenso nei loro confronti potrà contare su una equa e breve esecuzione pubblica. A meno che non vi siano aggravanti, tipo la manifesta vetero-cattolicità tipica di chi vive nei ghetti sopracitati.

Il Partito Cinese Integrato (PCI, quanti ricordi), composto perlopiù da piccoli euroasiatici sorridenti, non è interessato alla faccenda, non avendo i propri elettori, come è noto, nulla da spartire col fisco.

L’emergente PIA (Partito dell’Intelligenza Artificiale), detto anche Partito Senza Conducente o Google Party), il primo soggetto politico composto da forme di vita non organiche, è totalmente contrario a qualsiasi discorso su famiglia o poltiglia che dir si voglia, avendo esso come obiettivo unico lo sviluppo e l’evoluzione della propria specie, i cosiddetti silicon-based organism.

Contrari anche tutti i partitini, che con ogni probabilità verranno di nuovo esclusi dalla soglia di sbarramento (attualmente all’1,2%): dal PRN-TTT(Partito Radicale di Nicchia – Transpartito, Transessuale e Tanatofilo) guidato da Gemma Malino, all’MDP-art. 1 (Miviene Da Piangere, un partito tristissimo: 1 sta per l’unico elettore vegeto di cui si hanno notizie) nato da una costola del Partito Demofobico al grido di “siamo più demofobici noi!”, al PDOFNVAG(Partito Degli Onesti Finché Non Vanno Al Governo), nato da un restyling del M2S(ciò che rimase dopo l’implosione del M5S nel ’22), al PEDO(non è un acronimo), fresco di sdoganamento da parte di tutte le istituzioni dell’UECIP, ad ALA (ALAfaccia vostra, riferito agli elettori), a LEI(Liberi e Inutili), a FI(Fufi Italia, erede di Forza Italia dopo l’ennesima svolta animalista e l’ennesima fuga di elettori), a RDC (Rifondazione DemoCristiana) di PierSaltinbanco Bordelli, a SES(Sinistra e Schiavitù) di Miki Comprola, fino all’UDEUR (Unione Degli Esclusi Urge Reintegro), dal singolare slogan “Sono tornato” sopra la foto di Clementino Pastella, nipote dello storico fondatore.

2 commenti su “ECCLESIA 2043: Partiti a confronto – di Infausto Presagio, inviato de “Il Repubblichiere””

  1. Mi stanno uscendo le lacrime, però non so se per le risate o per il sospetto del prossimo obbligatorio inserimento nel probabile partito CNPS (Caro Nonno Prendi Sonno).

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