A LAMPEDUSA IL PAPA E’ SCIVOLATO NELL’ERRORE DOTTRINALE? PUBBLICHIAMO NUOVI INTERVENTI DEI LETTORI.

Il 7 agosto abbiamo pubblicato una lunga lettera pervenuta in Redazione, dal titolo “A Lampedusa il Papa è scivolato nell’errore dottrinale?”, in introduzione della quale scrivevamo: “Pubblichiamo questa lettera pervenuta in Redazione, con l’auspicio che possa nascere un confronto e un approfondimento su temi tanto delicati quanto essenziali per la vita della Chiesa e siamo disponibili ad ospitare altri costruttivi contributi, avendo sempre come scopo il bene della Santa Chiesa e delle anime.”

In questo spirito pubblichiamo altre due lettere tra le diverse pervenute e proseguiremo la pubblicazione nei prossimi giorni, mentre naturalmente resta aperto il nostro invito a inviarci altri costruttivi contributi. Le prime lettere sono state pubblicate sabato 10 agosto e le potete leggere cliccando qui

PD

 

 

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Gentile “Riscossa Cristiana”

pdScrivo a proposito di una lettera a voi pervenuta e pubblicata. Secondo questo testo il Papa a Lampedusa sarebbe scivolato in un errore dottrinale elogiando l’Islam.

Ebbene io non penso che il Papa sia scivolato, il Papa lo ha voluto dunque non è scivolato!

E’ mia opinione che questo Papa non scivoli in errori dottrinali ma tenda a starci permanentemente poiché l’impianto religioso del suo pensiero non riflette più quello tradizionale riscontrabile fino ad alcune decine di anni fa nel cattolico medio.

Il Papa attuale è il segno di un “nuovo Cattolicesimo” che estremizza sempre più le sue posizioni con lo scorrere del tempo.

Ovviamente quando Bergoglio parla cattolicamente il mio giudizio può parere eccessivo ed ingeneroso. Ma il fatto è che, stranamente, non parla sempre cattolicamente. Come mai? Questo deve farci pensare e, a mio avviso, la soluzione è in quanto segue.

Di fatto si può usare il termine “scivolare” solo quando uno, da una posizione corretta e normale, può talora incorrere in espressioni infelici, magari senza volerlo. Uno scivola quando normalmente sta in posizione eretta, non quando sta sempre prono sul pavimento. In questo secondo caso non scivola affatto!

Bergoglio e chi come lui non fanno le cose “senza volere”, scivolando appunto, ma avendolo scelto “ex toto corde” loro: questi chierici sono i servitori della coscienza umana che, a seconda della situazione, può essere atea, protestante, cattolica, mussulmana, ecc.

Anche se questi chierici nominano Dio formalmente, Dio in quest’orizzonte non c’entra nulla poiché la divinità evoca valori assoluti, non relativi! Il Dio che evoca realtà assolute è assolutamente scomodo in questo contesto in cui si deve cambiare bandiera spesso e volentieri!

Così al posto di Dio rimane il solo uomo, la sua singola individualità (o individualismo). E’ questo tipo di uomo che i chierici moderni hanno sempre davanti e di conseguenza il Papa stesso.

Che ci sia un riduzionismo assoluto all’uomo (o all’uomo semplicemente religioso) lo si avverte dal piacere immenso che prova Papa Bergoglio nello stare in mezzo alla gente e da quel non so che di fastidio che si intravvede in lui quando deve fare delle liturgie un poco “verticali” o sacrali.


Il cosiddetto male di gran parte dei chierici attuali (Papa compreso) pare dunque essere di questo genere. Qui si ha superato, e di molto, il semplice errore dottrinale. Quando Ario proclama che Cristo è solo uomo non pensa di certo a legittimare ogni religiosità umana e, anzi, ha un suo integralismo religioso (anche se eretico).

Nel caso della maggioranza dei chierici moderni, invece, impera un relativismo a tutto tondo, il Pantheon delle religioni, in cui ognuno ha una posizione religiosa secondo la sua coscienza.

Il chierico moderno – a differenza di un Ario – è servitore di questa coscienza religiosa relativista.

Quel certo relativismo religioso che inizia con l’epoca moderna e la rivoluzione luterana si è di molto evoluto ed estremizzato ed ha invaso, come l’acqua di una diga rotta, il mondo cattolico.

Ecco perché non abbiamo degli “scivoloni” ma delle vere e proprie alterazioni radicali, dal punto di vista religioso e tradizionale.

Il cattolicesimo attuale – soprattutto con questo tipo di papi – si discioglie in una specie di melassa possibilista e buonista, mantenendo qua o là alcuni aspetti etici apparentemente tradizionali. Ma è l’insieme, la visione religiosa del tutto, che è profondamente e radicalmente cambiata: il centro non è più Dio ma solo l’uomo (con la scusa di Dio).

A questo punto arriva la domanda cruciale: è ancora Chiesa una Chiesa che ha detronizzato Dio per fissare lo sguardo sull’uomo?


A. S.




Vorrei dire anch’io, con timore e tremore, quello che a volte provo quando leggo i discorsi del Papa Francesco. Devo premettere che ancora piango per la rinuncia di Benedetto XVI, un Pontefice che ho amato moltissimo, del quale ho letto tutto ciò che è stato tradotto in italiano, ammirandolo incondizionatamente per l’immensa dottrina, per la chiarezza dell’insegnamento, per l’umiltà, per il sorriso paterno e sempre benevolo, per la ferma dolcezza nel confermare le verità di fede, senza toni aspri o di condanna. Esattamente come Cristo raccomandò a Pietro.

Ora, invece, leggendo quello che dice e fa il suo successore, devo confessare che non provo più quel senso di edificazione e di rafforzamento della mia piccolissima fede che provavo sempre quando leggevo, il mercoledì, le catechesi di Benedetto. Dicono che lo stile di Francesco sia più pastorale e che abbia indotto molti a riaccostarsi al confessionale. Se la notizia è vera dobbiamo tutti rallegrarci e ringraziare il Signore ma, d’istinto, io sono d’accordo con il Sig. C. Z.: gli ultimi episodi riguardanti i Francescani dell’Immacolata e la mancata presa di posizione precisa sull’omofobia, motivata col fatto che la Chiesa si è già pronunciata in proposito – ma quanti nel clima relativistico imperante conoscono davvero la dottrina cristiana sull’omosessualità? – mi hanno lasciato interdetta e temo che certe cose dette (o non dette) possano aumentare la confusione che già vediamo all’interno della Chiesa, perché i media inzuppano il pane nelle frasi e nei discorsi che, estrapolati dal contesto, fanno comodo alla loro ideologia.  I dubbi del Sig. C. Z. sono anche i miei, ma vorrei dirgli, anche per convincere me stessa: “Caro fratello, non dimentichiamo, lei ed io, che quell’uomo ” è Pietro” e noi siamo solo due membri di quel “piccolo gregge” che Gesù vedeva smarrito e confuso. Cristo ha promesso lo Spirito a chi lo avesse chiesto con cuore sincero, e allora chiediamoglielo con umiltà e fiducia. Molte cose ci saranno più chiare, allora, perché abbiamo ricevuto una promessa indefettibile.


Grazie per avermi letto

C. U.

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