Alfie e l’invasione degli ultracorpi – di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco

Paradigma di sterminio e sostituzione dell’essere umano

 La sorte di Alfie Evans da Liverpool non differisce da quella dei tantissimi innocenti condannati a morte dai burocrati becchini affacendati giorno e notte a servire il sistema di potere transnazionale che a grandi passi si sta impadronendo dei consessi umani e, una a una, delle nostre vite.

Questo sistema di potere è un’idra vorace che si sforza di apparire in pubblico nella veste rassicurante di sommo tutore del «miglior interesse» delle sue vittime: indossa la maschera beffarda che molti suoi lacchè – chierici e laici – sono accorsi a loro volta ad acquistare al mercato delle idee false e vincenti nel tempo delle «verità» capovolte, onde incassare tutte le prebende del caso.

La cupola felicemente unita sotto la ragione sociale di una grande impresa funebre dispone a piacimento dei corpi e dei cervelli della massa turlupinata e offesa, ridotta ad accettare il suo stesso sterminio con le buone o con le cattive. E tutti noi ci scopriamo spettatori impotenti e indifesi di una trama ordita altrove, che sta già catturando anche i figli di un’Italia piegata ai venti che soffiano impetuosi da nord.

Forse non ci siamo ancora resi conto che quell’Alfie per cui ci siamo indignati e prodigati e per cui abbiamo pianto tutte le nostre lacrime non è una triste prerogativa della perfida Albione, perché, mentre l’Italia per bene trepidava per lui, i dipendenti nostrani della cupola di cui sopra ben sapevano che l’humus culturale e la rete normativa erano già stesi anche in casa nostra, pronti per regalarci domani, grazie allo squarcio aperto contra legem a suo tempo dalla povera Eluana, la schiera italica di martiri giustiziati, finalmente anche qui, a norma di legge.

Le DAT sono state confezionate apposta in fretta e furia da un parlamento (appunto) in articulo mortis, per assicurare all’Italia – ex culla del diritto e centro della ex cristianità – un luminoso futuro di «accompagnamento» degli improduttivi alla dolce morte massiva, segnando un altro fondamentale passo avanti verso la totale reificazione dell’essere umano.

Ma nessuno spiega quale sia e a che punto sia il definitivo cambio di paradigma, teorico e pratico, che punta a travolgere e stravolgere l’ordine della creazione, la concezione stessa dell’uomo e della sua natura spirituale, a beneficio della massa telecomandata già rapinata del suo Dio.

Proviamo a farlo noi.

Perché non si tratta solo dell’eliminazione dell’essere umano, ma – per quanto incredibile – della sua sostituzione su scala planetaria.

Perché il ricordo di Alfie deve restare vivo

 Dunque, al di là dello slancio generoso che ha fatto di Alfie in men che non si dica un cittadino italiano – slancio per cui ci siamo sentiti per una volta tutti orgogliosi della nostra patria – in realtà lo iato tra Liverpool e Roma è solo apparente.

L’Italia sconta appena un po’ di ritardo nella applicazione pratica dei protocolli comuni previsti da una agenda comune che, come abbiamo visto, deve essere portata avanti ad ogni costo spazzando via tutto quanto si frapponga a ostacolo della sua rapida realizzazione.

È per questo che la storia del piccolo guerriero di Liverpool deve restare viva nella memoria di tutti. Perché, in ragione dei suoi protagonisti e antagonisti, dei modi e dei tempi e dei luoghi del suo dispiegarsi, essa è un paradigma di dolore e di vittoria.

Questa cosa il Potere lo ha capito bene, e infatti in tutti i modi ha cercato di cancellare le tracce e la memoria di un sacrificio umano che già ha scosso tante coscienze assopite, ma che è capace di essere, ancora, pericolosamente fecondo.

Improvvisamente un bambino malato che non voleva morire, insieme ai suoi genitori che lo volevano difendere dai carnefici, ha fatto emergere dalla palude mefitica dell’indistinto la sagoma del bene e quella del male, e noi le abbiamo potute vedere e quasi toccare, queste sagome, e abbiamo capito chi ci sta dietro, chi le disegna, chi le anima e quale abisso le separa.

Dio si serve dei piccoli per scuotere l’umanità, Maria Sua madre appare ai pastorelli e non ai potenti della terra.

Non per caso questo piccolo figlio dell’uomo ha generato tanto dolore nei buoni e, insieme, tanto imbarazzo ai potenti.

Parla da solo, anzi grida, il silenzio imposto su una morte troppo scomoda.

Tanto scomoda, tanto vergognosa, tanto dissonante con quella natura che si cerca in tutti i modi di reprimere, che quanti sono stati complici del misfatto hanno poi voluto non solo cancellare alla vista il corpo del reato, ma quasi rimuoverlo dal proprio vissuto a costo di mettere a nudo le proprie vergogne.

Basti pensare che, quando Alfie è potuto tornare a casa, da morto, qualche giorno prima del suo funerale, il vescovo di Liverpool, che già tanto si era speso a sostegno dell’ospedale degli orrori, ha vietato a tutti i preti della diocesi di andare a casa dei genitori per portare loro conforto e recitare un rosario.

Quanta paura può fare un martire innocente. Tanta da azzerare persino la pietà, esteriore e interiore, in chi dovrebbe essere, della pietà cristiana, il dispensatore di professione.

Una cellula sana di un mondo malato

 Combattendo la sua guerra contro i cattivi, Alfie ci ha mostrato uno scenario da vertigine. Può sembrare il set di un film di fantascienza, ma ci siamo finiti dentro davvero con le nostre vite, e per le nuove generazioni tutto questo orrore è in predicato di assumere le sembianze sinistre della normalità.

L’uccisione di Alfie Evans, certo, è stata la prova generale del cosiddetto aborto post-natale. Quello teorizzato da Peter Singer («Se il feto non ha lo stesso diritto alla vita di una persona, ci sembra allora che non lo abbia neanche il neonato, e che la vita di un neonato abbia così meno valore di quello che ha la vita di un maiale, di un cane o di uno scimpanzè per l’animale non umano») e sul quale si è costruito una fama, derivativa e funesta, il duo bioetico nostrano Minerva-Giubilini.

Ma l’uccisione di Alfie Evans non è solo questo.

Egli è stato martire di un’altra guerra epocale, una guerra di cui pochi, quasi nessuno, ha ancora contezza: la guerra per la sostituzione della stirpe dell’uomo.

Alfie doveva morire perché era il figlio naturale di una giovanissima coppia inglese non abbiente e poco istruita, e non era sufficientemente sano – o forse lo era e poi qualcosa è cambiato…

La regia ha allora impartito il suo ordine categorico:

«Cari genitori, vostro figlio è difettoso, rottamatelo. Prima o dopo la nascita, fa lo stesso, basta sia eliminato (i pezzi di ricambio, peraltro, possono sempre tornare utili). La tecnica è in grado di offrirvene uno di qualità migliore, e con garanzia. Affidatevi alla scienza che ve lo fabbrica in provetta, selezionandolo con le caratteristiche desiderate”. Fivet, designer babies, CRISPR-CAS9: l’ingegneria genetica permette oggi di scegliere la propria discendenza e di produrla artificialmente (sulla carta) più sana e più forte, senza subire l’alea connessa alla roulette russa della natura».

Ma qualcosa è andato storto, alla regia, perché i due ragazzini non abbienti e poco istruiti dei sobborghi inglesi non hanno abboccato al piano predisposto per loro, hanno osato ribellarsi sul serio e hanno saputo opporre una resistenza eroica, oltre ogni immaginazione e oltre ogni umana possibilità. Come solo uno strumento della Provvidenza divina può fare.

Hanno difeso la vita del loro figlio malato fino a stanare tutte le responsabilità e a scoprire tutti gli altari rovesciati eretti dalla schiera dei senza-dio.

Il potere è inciampato in una giovane coppia rimasta incredibilmente preservata dal germe antinatalista, contraccettivo, eugenetico ed eutanasico che ha aggredito l’occidente suicida.

Per Thomas e Kate Evans, Alfie era semplicemente il loro bambino, una sacra creatura di Dio da amare da curare e da proteggere, non una suppellettile difettata e intercambiabile al mercato della vita come il mondo vuole rendere i bambini: oggetti utili a colmare esigenze emotive, affettive e, se del caso, sessuali, di adulti vuoti e disperati.

A ben guardare, dunque, è la scienza riprogenetica il vero perno su cui si regge la proposta di business zootecnico per la famiglia moderna, e l’eutanasia infantile è solo la componente complementare del piano diabolico.

 L’Inghilterra e l’invasione degli ultracorpi

 Che la nostra non sia una ricostruzione immaginifica e strampalata, lo dimostra la storia recente del piccolo Charlie Gard, anche lui messo a morte in Inghilterra sotto lo sguardo straziato di un mondo ancora refrattario ad accettare l’abominio dell’uccisione deliberata di un bambino.

I genitori di Charlie, giovani fotogenici e slegati quanto basta dalla dottrina cattolica, erano la coppia ideale per realizzare senza saperlo questa forma di trasbordo biologico inavvertito per cui, rinunciato a un figlio, se ne cerca un altro con garanzia di qualità.

Si parlava per Charlie di malattia mitocondriale.

Come ricorda il Daily Mail in una intervista alla signora Gard, “qualsiasi bambino concepito naturalmente potrebbe avere da una a quattro probabilità di patire la stessa difficile condizione di Charlie”; e Connie Gard di rimando spiega: “Avremmo bisogno di avere un tipo di fecondazione in vitro chiamato diagnosi genetica preimpianto, noto come PGD, in cui vengono sottoposti a screening gli embrioni per questa condizione“.

Così il fratellino di Charlie sarà verosimilmente prodotto in laboratorio e, dopo la tragedia in mondovisione, i Gard diventeranno, loro malgrado, la famiglia-poster della provetta onnipotente.

Di più: è molto probabile che verrà loro proposta la Three Parents IVF, ossia la fecondazione in provetta con donazione di mitocondri da soggetto terzo rispetto alla coppia. In pratica, l’ovulo fecondato avrà il nucleo di una donna e i mitocondri di un’altra: tre DNA per una creatura.

Gli effetti a lungo termine sono ovviamente sconosciuti, ma chi siamo noi per giudicare la scienza e il progresso.

Ora, le storie di Charlie e di Alfie non sono avvenute in Inghilterra per una sfortunata coincidenza: l’Inghilterra possiede un ente apposito che si occupa di provette, la Human Fertilization and Embryology Authority (HFEA).

Come qualsiasi consorzio statale o privato di bioetica, esso agisce come una sorta di ufficio permessi.

Proprio quest’anno, l’HFEA ha detto sì per due casi di Three parents IVF.

Ma la connessione geografica ha radici ben più profonde, perché proprio a Londra si è consumato il grande tradimento della Cristianità ad opera di un potere corrotto e sanguinario come quello di Enrico VIII, re adultero e assassino.

L’Inghilterra, improvvisamente trovatasi priva del fondamento della religione, cercò subito di sostituirlo con qualcos’altro: la scienza. Ecco Newton, ecco le filosofie empiriste, il tutto con un afflato esoterico di cui non diremo qui, ma che porta con sé un preciso connotato sulfureo.

La cosiddetta modernità, nata in Inghilterra dallo sfregio a Cristo e al suo Regno, trova oggi il suo nuovo compimento scientifico, sino al livello micrologico, con la fabbricazione di umani al di fuori del concepimento e la correlativa strage di embrioni. (Il sesso e la crudeltà erano, alla fine, i peccati di Enrico VIII…).

La FIVET, come noto, moltiplica per venti i numeri dell’aborto: per ogni bambino che arriva fra le braccia della famigliola “pianificata”, si ammazzano (si scartano, si disintegrano, si congelano) almeno una ventina di embrioni.

L’obiettivo della modernità travestita da progresso è desessualizzare la procreazione, interrompere la continuità umana e sostituirla con la programmazione di una stirpe slegata dalla sacra unione tra un uomo e una donna ed estranea al susseguirsi delle generazioni.

Estranea, cioè, alla «tradizione», ovvero al tramandarsi, secondo una catena naturale, del testo più antico: il DNA.

 L’incarnazione rinnegata

 Non ci vuole molto per capire che questa è la vera guerra in corso. La guerra al concepito. Cioè a quel momento, unico e irripetibile, in cui la vita umana si forma e si trasmette.

Et incarnatus est. Lo si diceva in ginocchio, una volta, quando la Chiesa onorava davvero Cristo e i suoi martiri.

Perché la chiesa ha autorizzato l’uccisione di Alfie? Perché quella che regna oggi è la chiesa anticoncezionale che ha dichiarato guerra al concepimento, cioè al tramite per il quale Dio stesso venne sulla Terra.

Di più: è la chiesa che non vuole martiri, perché i martiri sono il seme dei cristiani.

Tra convegni di ingegneria genetica in Cappella Sistina e proclami malthusiani della Pontificia Accademia per la Vita, è evidente come questa gerarchia sia ormai sfacciatamente impegnata nella diffusione della Necrocultura secondo i dettami dell’agenda mondialista.

Il che implica il rinnegamento dei principi cardine su cui si regge tutto l’impianto della morale cristiana.

Sotto attacco è la «tradizione» realizzata proprio attraverso il concepimento; il libro della genetica trasmesso di generazione in generazione con la legge naturale della vita è il testo sacro che vogliono manomettere i biomodernisti della provetta.

Ma alla fine di questa analisi, spregiudicata solo in apparenza, tocca ancora un passaggio ulteriore, perché è inevitabile porsi a questo punto un interrogativo teologico, di cui vogliamo lasciare la risposta a chi legge.

Se lo spirito si incarna nel corpo al momento del concepimento della nuova vita (così come venne annunziato alla Vergine Maria), ci chiediamo: per i bambini fabbricati in laboratorio da mani umane, che ne è dell’anima?

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 366 recita:

«La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio – non è “prodotta” dai genitori – ed è immortale: essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale». 

“L’infusione dell’anima al momento del concepimento” Miniatura XV secolo

 

Nell’orizzonte, reale e attuale, che abbiamo tratteggiato, Alfie è stata un’estrema, imprevista resistenza al modello di bambino intercambiabile proposto – e ove necessario imposto – alla famigliola moderna interprete obbligata della pianificazione genitoriale (planned parenthood).

L’esercito di creature di laboratorio è pronto a invadere il nostro mondo, già despiritualizzato a morte.

Ecco l’invasione degli ultracorpi: le provette, i frigoriferi, le leggi 40, servivano solo a questo.

Grazie ad Alfie Evans, alla sua dolcissima mamma e al suo papà di tempra antica, abbiamo vissuto il compatimento autentico di un dolore cocente e abbiamo potuto ammirare, in questo dolore, la forza invincibile della natura umana toccata dalla grazia.

Alfie ha donato la vita per smascherare il male nel mondo, e per vincerlo. Davanti alla sua missione non possiamo che inchinarci e metterci, ciascuno per la propria piccola parte, sotto la stessa insegna del piccolo gladiatore.

L’insegna della Vita secondo il volere di Dio e non dell’uomo.

L’insegna di quella umanità decisa a resistere all’invasione delle creature sintetiche e del principe del mondo.

12 commenti su “Alfie e l’invasione degli ultracorpi – di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco”

  1. Ieri in una trasmissione su Rai radio tre c’èra ospite una tizia della quale non ho fatto in tempo a capire il nome che si proclamava femminista della seconda ondata e diceva che una delle cose più importanti per lei e le sue colleghe era l’abolizione totale dell’istituto del matrimonio in quanto pone sempre la donna in condizione di sudditanza rispetto all’uomo. Quindi, aggiungo io, istituire in campo civile dei bei contratti-tipo e si sa che nei contratti ci puoi scrivere quello che vuoi basta che le parti siano d’accordo……quanto al matrimonio religioso proporrei pene estremamente severe a meno di non sostituire il rito attuale con quello di una solenne firma (digitale) del contratto da effettuarsi sull’altare con il prete seduto su una bella poltrona di pelle (spalle al…Al coso…come si chiamava una volta???? Ah…sì Tabernacolo …e gli sposi ..pardon le parti di fronte al notaio-prete su altrettanto comode poltrone.
    SIGNORE MISERERE NOBIS

  2. Agghiacciante. E il peggio mi pare essere il vescovo che vieta (vieta! ma è possibile?) ai “suoi” preti di portare conforti religiosi. Che il diavolo lavori come ben spiegato in questo scritto, non stupisce: è il suo mestiere; ma dalla Chiesa sarebbe lecito aspettarsi ben altro. Spero che qualche sacerdote abbia trasgredito, sia sgattaiolato in casa Evans e sia riuscito a dire almeno un S.Rosario insieme ai genitori di Alfie.

    1. Nemmeno nell’Unione Sovietica dei tempi andati, roba da matti! Satana ha vfatto strage tra i vescovi, cardinali, … papi. E’ almeno da Roncalli in poi che alterano, manipolano e falsificano la dottrina, instillando nei fedeli il sottile veleno che tutte le religioni si equivalgono, conducono alla salvezza (Nostra Aetate), che la Chiesa Cattolica “sussiste” (subsistit in di Lumen Gentium 8/b) anche nelle sette protestanti, eretiche e anticattoliche, autoflagellandosi e autodemolendo la Chiesa “magistra vitae” (richieste di perdono a go-go, senza alcun senso, false come una moneta da 3 euro). Hanno fatto un Concilio per riabilitare teologi eretici (>la Nouvelle Théologie, contestatpori sessantottini in casa cattolica) e far dettare a loro le linee della Chiesa 2.0, gnostica e massonica, filocomunista, filoprotestante, filoebraica, filomusulmana, insomma tutto fuorché cattolica. Guai ad evangelizzare (proselitismo? giammai!), guai ad ammonire i peccatori (Amoris Laetita : Dio vuole che gli adulteri continuino a fornicare, se non riescono a smettere…!) : liberi tutti, venite…

      1. … alla Chiesa Circo Barnum : tutti, nani, pagliacci e ballerine, tutti, tranne gli odiati cattolcii, rigidi, divisivi, fondamentalisti, con le “facce da funerale”, inespressive (quando recitato il S. Rosario davanti alle cliniche abortiste: “Galantino dixit!”).

  3. Antonella Lignani

    La diocesi di Liverlool non ha permesso che alcun sacerdote andasse a casa degli Evans? E con quale motivazione? Forse perché non pagano le tasse? È assurdo!

    errore

  4. “A forza di vedere tutto, si finisce per sopportare tutto. A forza di sopportare tutto, si finisce per tollerare tutto. A forza di tollerare tutto, si finisce per accettare tutto. A forza di accettare tutto, si finisce per approvare tutto” .
    S. Agostino

    E’ la finestra di Overton di cui parlava gia’ Sant’Agostino.
    Grazie Alfie e grazie Elisabetta e Roberto.

  5. Antonella Lignani

    Propongo che Riscossa Cristiana scriva un modello di lettera da inviare all’arcivescovo di Liverpool con le nostre firme per chiedere spiegazioni.

  6. Il mondo fa il suo mestiere, è la chiesa che non fa il suo e non propone l’alternativa a quel resto dei credenti in NSGC.. La chiesa si è messa in ossequio del mondo, nella certezza che il mondo fosse avanti e fosse nel vero. La chiesa non ha più capito, ad un certo punto e/o in punti diversi della storia, che la scienza può solo scomporre l’esistente e ricomporlo, cioè uccidere chi o ciò che vive e utilizzarne parti ancora vive, vitali. Da questa visione particolare, scientifica, ne è derivata una visione del mondo e della vita stessa in senso lato. Quel sacrificio, quella dedizione di cui la Chiesa, quando tale era, ha sempre insegnato come strada maestra del vivere, è l’unica strada della vita, di ciò che nasce, cresce, vive e quando è il suo tempo muore. La vita, in ogni sua manifestazione, per non morire, necessita della dedizione, del sacrificio dell’essere umano. Anche il vaso di gerani sul davanzale richiede la nostra cura, dedizione, sacrificio. Se l’uomo pensa a sè solo non può che eliminare, far morire, chi e cosa si intromette tra lui ed il suo godimento di se…

  7. “ci chiediamo: per i bambini fabbricati in laboratorio da mani umane, che ne è dell’anima?” Il passo dell’Apocalisse al cap. XIII forse deve intendersi in senso letterale, e non interpretato, quando dice ” …la Bestia… l’adoreranno tutti gli abitanti della terra, i nomi dei quali non sono scritti dall’origine del mondo nel libro di vita dell’Agnello…”. Se dall’origine del mono, Dio ha creato la nostra anima, (contenuta nel libro di vita dell’Agnello) è questa la sorte di questi bambini, futuri abitanti della terra? Non essere scritti nel libro di vita, non creati da Dio e quindi senza anima? Se è così, è tutto detto nell’Apocalisse.

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