Anche il ministero della Pubblica Istruzione ha la sua task force. Anzi due

Al tampone, alla Pubblica Istruzione, risultano tutti negativi e asintomatici. Abbiamo appreso con giusta soddisfazione che da anni, senza saperlo, la scuola era assistita da una task force di tutto rispetto “per le emergenze educative”, presieduta da un “esperto” il cui profilo troviamo ben delineato nella prestigiosa rivista Focus: «il prof ecologista e un po’ scienziato (che è come essere un po’ incinta ndr) che inventa e si batte per l’ambiente».

Giuseppe Paschetto, di lui si tratta, ora in pensione, ha insegnato Scienzattiva e Mathemotion nella scuola media di Mosso in provincia di Biella e, abolendo cattedra, libri di testo e compiti a casa, ha evidentemente inteso inaugurare, sulla scia di Bergoglio, la “scuola in uscita”. Egli si è subito votato con entusiasmo alla causa dell’analfabetismo primordiale uguale per tutti. Cioè la forma più aggiornata di testatico che spenga i cervelli all’origine, in modo che tutti possano poi approdare alla politica democraticamente, a parità di condizioni, senza i tempi lunghi del già operante analfabetismo di ritorno a trazione televisiva.

In qualità di operatore di sostegno, Paschetto è andato al cuore del problema, sapendo di persona quanto faticosa possa essere la scuola e come possa rendere insofferenti gli scolari, specie se non dotati. Così ha preso il toro per le corna e ha giocato la carta vincente, quella della felicità di cui è esperto: infatti il nucleo teoretico della sua quasi-scienza è il FIL (Felicità Interna Lorda) di cui è stato riconosciuto inventore indiscusso. Se la scuola non rende felici gli scolari, gli scolari devono rendere felice la scuola.

Insomma, con un colpo d’ala, che dimostra quanto la scuola gli abbia dato, egli ha creato a suo tempo il “feliciometro”. Lo strumento geniale col quale, misurando il gradimento dei discenti, si misura proprio la stessa ragion d’essere della scuola e degli addetti al servizio. Va da sé – anche se non è ancora certo che l’operatore ne sia consapevole – che per prendere le misure alla felicità dello scolaro occorra nominare una commissione di esperti presieduta da qualche ingegno qualificato, per esempio da Michela Marzano. Ma potrebbero andare bene anche Saviano o la Cirinnà. Magari con la consulenza altrettanto qualificata di Lilli Gruber, che se ne potrà fare portavoce con Parolin e Colao al bar del circolo Bilderberg.

Inoltre, nel programma culturale del presidente figura la soppressione del voto e della bocciatura, che da sempre ostacolano la serenità scolastica e il pieno gradimento individuale. Perché al ministero tutti sanno per esperienza quanto questi anacronismi impediscano il pieno realizzarsi di quella felicità che gli esperti chiamano accortamente “autostima”. E a quegli insegnanti che osassero avanzare dubbi sulla bontà del sistema, si risponderà con la domanda folgorante che grande fortuna ha recato alla confraternita dei diversamente sessuati: chi siete voi per giudicare?

Ma tutto questo ben di Dio pare che non bastasse per fronteggiare la nuova emergenza. Ed ecco la bella novità: la ministra di un dicastero impegnato da parecchi lustri nella deculturazione nazionale, convintasi che «al momento ci sono scuole chiuse in alcune Regioni come misura precauzionale», si è riconosciuta diversamente capace ad affrontare le “criticità” della situazione nonostante le pur poderose forze a sua disposizione e, per non sapere né leggere né scrivere, e non sfigurare, si è fatta anche lei una ulteriore personale task force di sostegno.

Come tutti sanno, di questi tempi, una task force (il conte di Cavour diceva “una medaglia di cavaliere”) e mezzo sigaro toscano non si negano a nessuno. Pare infatti che anche Mattarella, irritato a causa di tutti quelli che lo invitano a battere un colpo, stia pensando di farsene una capace di fare al posto suo un discorso qualunque alla nazione, magari senza neanche menzionare il Mes. Così, per bellezza.

Dunque la ministra all’istruzione non ci ha pensato due volte e ha tirato fuori dalla “task” la nuova “force”. I diciotto “esperti di altissimo livello” che la compongono assicureranno il raggiungimento di due obiettivi fondamentali: la riduzione degli alunni per ogni classe e il corrispettivo incremento dei dispositivi elettronici, in vista di quella “digitalizzazione” che costituisce il primo obiettivo condiviso della nuova epifania scolastica. Il risultato dell’intervento sarà la “resilienza”, quella cosa a cui nessuna persona per bene oggi è disposta a rinunciare.

Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, il ministero di Lucia Azzolina conquisterà così in totale il record assoluto di 100 esperti, cioè cento cervelli di sostegno per un ministro che il mondo già ci invidia. Pare che anche questa task force abbia chiesto l’immunità penale che, come è noto, è una forma di incapacità giuridica. Ma il problema non si pone, perché ormai nessun cittadino italiano potrebbe negare a nessun componente dell’apparato governativo e dintorni alcuna specie di incapacità.

D’altra parte, bisogna riconoscere come, al pari della diversamente ministra che si prodiga con le sue task force per l’arricchimento culturale delle nuovissime generazioni, ogni ministro di questo provvidenziale Governo sia attentissimo nel mantenere un livello comune e paritetico di efficienza e di valore.

C’è molta attenzione, cioè, a far sì che un componente non figuri più dell’altro. Che nessuno brilli più di un altro. A cominciare ovviamente dal presidente. Se il ministro della Giustizia parla di “reato penale” perché magari ignora che non esiste un reato civile o amministrativo, o se uno si trova senza sapere perché a trattare questioni internazionali, o se il ministro dell’economia sa soltanto qualcosa di storia, è bene che la ministra diversamente addetta all’istruzione crei tanti alter ego capaci di creare a loro volta, perché creativi, cose belle come il feliciometro. Insomma, tutti stanno attentissimi a non darsi ombra l’uno con l’altro. Una volta si chiamava savoir faire, bon ton. Significa essere terribilmente eleganti…un po’ come la Lagarde.

2 commenti su “Anche il ministero della Pubblica Istruzione ha la sua task force. Anzi due”

  1. Chissà se il progetto della diversamente ministra per scuola in uscita, contempla pure la cultura della play station?
    D’altro canto, come più volte auspicato dal “capo-comico” del suo partito, la decrescita felice (anche dell’intelletto ovviamente!), può essere un disegno realizzabile. La distrazione di massa é il suo mezzo.
    Quando questo progetto giungerà a compimento, sara molto più facile controllare e guidare branchi di sardine ignoranti che approveranno tutto senza fare domande.

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