Ancora qualche parola sugli effetti perversi della modernità  –  di Carla D’Agostino Ungaretti

C’è una frase che sento ripetere spesso (e non da poco tempo) da tanti amici e conoscenti che si professano cattolici, che incontro tutte le domeniche alla S. Messa in Parrocchia, che vedo accostarsi regolarmente alla S. Comunione e sul cui onesto stile di vita sarei pronta a mettere la mano sul fuoco, certa di non bruciarla:  “Io non divorzierei mai, non abortirei mai, non praticherei mai l’eutanasia né la chiederei per me, ma non posso impedire a chi non la pensa così di divorziare, di abortire, di chiedere o sostenere l’eutanasia,non posso impedire agli omosessuali di sposarsi tra di loro e di avere figli, adottandoli o ricorrendo alla procreazione artificiale, perciò voto senza alcuno scrupolo di coscienza per i partiti che sostengono questi radicali mutamenti ideologici e antropologici”. Penso che valga la pena spendere ancora due parole sul tema della modernità per rifletterci un po’ sopra.

di Carla D’Agostino Ungaretti

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zzchsdvsttDico subito che, secondo me, quell’orientamento di pensiero è sbagliatissimo, anche se esso trova un perfetto riscontro nei dati numerici che hanno portato recentemente all’approvazione del “divorzio breve” alla Camera dei Deputati: 381 favorevoli, appartenenti trasversalmente a tutti i partiti rappresentati in Parlamento, 30 contrari e 14 astenuti. Molti di quei 381 deputati favorevoli si professano cattolici e condividono l’opinione dei molti cattolici osservanti che ho appena citato, ma non è sulle motivazioni che hanno spinto questi ultimi a pronunciarsi a favore del divorzio breve che voglio riflettere. Le loro (è facile intuirlo) sono motivazioni politiche, opportunistiche, dettate dall’intenzione di conservare la stima, la fiducia e quindi il voto dei propri elettori o l’appoggio del leader del proprio partito, al favore del quale spesso essi devono il seggio che occupano. Non le ritengo motivazioni particolarmente degne di stima, ma posso arrivare a capirle, anche se non a giustificarle.

No: è dei cattolici comuni che voglio parlare, del loro esasperato rispetto umano, del loro timore di passare anch’essi per “parrucconi”, perché una cattolica “parruccona” come la sottoscritta secondo i cattolici “adulti” basta e avanza. Ed è sulla loro rassegnata timidezza  nei confronti dei “segni dei tempi” che voglio riflettere e cercare di capire che cosa mai li spinge a dare, col voto, la loro concreta approvazione a chi propone una visione del mondo diametralmente opposta a quella nella quale essi dicono di riconoscersi.

Ricordo bene che circa quarant’anni fa, quando i cittadini della mia generazione furono chiamati a pronunciarsi sul referendum promosso dai cattolici contro il divorzio, i laici che lo sostenevano sommersero l’elettorato con uno slogan tra il patetico e il piagnucoloso che suonava presso a poco così: “Non essere crudele con chi, dopo aver tanto sofferto nella sua vita matrimoniale, ha trovato un altro affetto! Non negare il divorzio a chi ne ha bisogno per rifarsi una vita e continuare a vivere! Vota NO!”. Insomma, i cattolici – tra i quali la sottoscritta, convinta sostenitrice dell’indissolubilità del ‘istituto del matrimonio sia sacramentale che civile, per motivi a loro volta sia confessionali che antropologici [1]- furono presentati all’opinione pubblica come crudeli aguzzini morali dei poveri coniugi infelici e separati. Lo slogan ebbe un successo enorme perché giocava su un equivoco che molti non compresero e le cose andarono come tutti sappiamo. In buona sostanza i cattolici furono indotti surrettiziamente a votare contro la loro coscienza di cristiani, non rendendosi conto che, in questo modo, i laicisti si arrogavano il diritto di imporre loro la propria visione del mondo – che già escludeva Dio dalla vita umana e si preparava a negare anche il diritto naturale, come poi si è puntualmente verificato – mentre non riconoscevano un corrispondente simmetrico diritto a chi era portatore della posizione contraria e facevano sembrare la loro fede addirittura “crudele”, in barba a qualunque principio di correttezza democratica che invece essi erano pronti a invocare quando tornava a loro favore.

La stessa cosa sta avvenendo oggi. Le arroganti e disumane pretese laiciste si sono dilatate a dismisura e non è in ballo solo il matrimonio – che quarant’anni fa era ancora considerato una cosa (abbastanza) seria, mentre ora sta diventando una burletta che può essere sciolta con un semplice schioccar delle dita – ma tutta la vita umana è intossicata dal “fumo di Satana” che stiamo respirando. Oggi sono contrabbandate come normali autentiche storture giuridiche, umane e antropologiche che vengono avallate anche dai cattolici con motivazioni assurde nella loro sostanza, come quella secondo la quale il diritto non è qualcosa che esiste in natura, ma è un’invenzione umana, perciò può essere modificato a piacimento. Infatti si sente dire da tutte le parti:  “Poveri gay, perché non farli sposare tra di loro, se si amano? L’amore non merita comunque rispetto? Poveri coniugi sterili, perché costringerli ad andare all’estero per farsi praticare l’inseminazione eterologa? Non è meglio consentirla anche da noi? Poveri malati incurabili, perché farli tribolare tanto? Non è meglio indurli a chiedere l’eutanasia?      

Marco Pannella, intervistato qualche tempo fa da “Vatican Insider”,ha esultato per quella sua antica vittoria divorzista che ha portato tanti “buoni” frutti alla società italiana svincolandola dal clericalismo e – sentendosi sempre più forte nel suo libertarismo ad oltranza che non ammette l’esistenza di divieti morali – ha cercato di tirare dalla sua parte anche Papa Francesco, sfruttando maliziosamente alcune note affermazioni di lui. Altrettanto ha fatto Eugenio Scalfari, ricevendo solo flebili smentite da parte di chi avrebbe dovuto insorgere contro le sue menzogne. Così moltissimi cattolici sono caduti e cadono ancora nel tranello, finendo per appoggiare i partiti e i movimenti che si portano dietro i volenterosi ed efficienti collaboratori del demonio.

Ma guai a dirlo apertamente! Ci si fa la fama di integralisti e omofobi (quale orrore!) e se saranno promulgate certe leggi pendenti in Parlamento, “mala tempora current”  per noi cattolici! Alle affermazioni di quegli “adulti” che menzionavo all’inizio, mi viene spontaneo rispondere ironicamente: “Io, invece, non ruberei mai, non ucciderei mai chi mi è semplicemente antipatico, non praticherei mai l’adulterio, la menzogna, la truffa, l’inganno, non ho gusti omosessuali né avrei mai preteso (poniamo) di sposare mio fratello, ma non posso impedire a chi non la pensa come me di rubare, di uccidere, di praticare l’adulterio e la menzogna, la truffa, l’inganno e l’incesto (al pari di come non potrei né vorrei impedire a un gay di sposare il suo partner) se tutto ciò rende agli interessati la vita più comoda e piacevole”. Già, mi accorgo di aver nominato l’incesto. Quello è ancora un tabù ma, giacché ci siamo, perché non legittimare anche quello? Tanto manca poco e, prima o poi, il buon Pannella troverà delle ottime ragioni per sostenerlo e raccomandare caldamente a tutti di farne l’esperienza spiegando a noi, poveri ignoranti, che anche quello è un diritto umano e un’espressione di libertà, al pari del divorzio, dell’aborto  e dell’eutanasia. Forse anche l’UNAR e lega LGBT lo inseriranno nei loro progetti pedagogici, ammesso che non ci abbiano ancora pensato.

 A questo punto i miei amici, cattolici “adulti” si sentono punti sul vivo e insorgono contro questa cattolica “bambina e parruccona” che, facendo dell’ironia, “dimostra di non avere carità, di fare del terrorismo spirituale, di essere crudele anche verso le donne, visto che ella approva anche l’avvenuta scomunica della “sacerdotessa” austriaca che si crede la reincarnazione di Lutero. Perché le donne non possono celebrare la Messa? Anche questa non  è discriminazione!”

“Meno male!”, invece dico io, non certo perché una mia sorella è stata scomunicata, fatto sempre doloroso, ma “perché almeno in qualcosa un Vescovo ha fatto chiarezza! …. Allora, visto che i cattolici “adulti” non mi rispondono a tono, (non voglio indagare se lo fanno in buona o in malafede) capisco che è meglio evitare l’ironia – che, Dio mi perdoni, forse è anche contraria al Vangelo – e devo cercare di fare un altro tipo di ragionamento, ma sempre Vangelo alla mano. Vediamo se ci riesco.

 Provo a dire: fratelli miei, che incontro a Messa tutte le domeniche e vi accostate sempre alla S. Comunione, ricordate i Dieci Comandamenti? Ricordate che Gesù Cristo non è venuto ad abolire la legge, ma a completarla  aggiungendovi un Nuovo Comandamento di efficacia dirompente, quello dell’Amore reciproco? Nella terza virtù teologale, la Carità, rientra anche il tentativo fraterno di riportare sul sentiero stabilito da Dio la pecorella che vuole avventurarsi su un tratturo pericoloso per la sua vita e per la sua anima. Il Buon Pastore fa di tutto per mettere in guardia la sua pecorella e non asseconderà mai la sua scelta disubbidiente e perché allora  dovrebbero assecondarla le altre pecorelle, cioè noi cattolici “bambini“, consentendo di fatto, direttamente o indirettamente, norme e comportamenti concreti che contrastano con la legge di Dio, o tacendo quando gli altri fratelli sbagliano?

Di più: se un certo comportamento è obiettivamente errato e disordinato – perché lo ha detto Dio e perché ce lo ricorda la Chiesa che ha questo compito  assegnatole da Cristo – per me, che sono un essere umano come voi, perché non dovrebbe essere errato e disordinato anche per gli altri? Non siamo tutti nella stessa barca spirituale? Il Padre non manda il sole e la pioggia sui buoni come sui cattivi? Il richiamo rivolto al fratello perché rimanga fedele alla sua vocazione cristiana  (Mt 18, 15 – 18) esprime l’impegno ad aiutarlo a prendere coscienza del suo errore;  non significa essere aggressivi o crudeli o mancare di carità, né tanto meno giudicarlo o limitare la sua libertà. Nessuno deve arrogarsi il diritto di dire che i peccatori Tizio, o Caio, o Sempronio andranno dritti all’inferno, ma nessuno dovrebbe tacere di fronte al peccato. E non è un peccato, come dicevo poc’anzi, avallare il comportamento peccaminoso altrui? Ma chi crede ancora al peccato e, per di più, al peccato mortale?  Quale sacerdote dal pulpito parla più dell’inferno?  Anche questo è un frutto perverso della modernità : la Verità non esiste, quindi ciò che a me sembra peccato può essere considerato perfettamente lecito per un altro.

Questi miei fratelli si rendono conto che, aiutando con il loro voto, o comunque con il loro appoggio diretto, leggi che favoriscono il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, la procreazione assistita, si rendono anch’essi complici della distruzione della famiglia? Non credo: essi non capiscono che, come ha scritto Tommaso Scandroglio[2], il loro è un cattolicesimo buonista, liquido, decadente, informe, privo di una forte identità, è un cattolicesimo da boy – scout, come ha scritto Ernesto Galli della Loggia[3], un cattolicesimo (mi permetto di aggiungere io, indegnamente  terza tra cotanto senno) che favorisce la confusione spirituale già in atto, rafforzando il conseguente scollamento tra la dottrina cattolica e la prassi. Allora la prassi finirà per influenzare la dottrina e dove ci condurrà tutto questo? Forse all’eresia.

Preghiamo perché lo Spirito ci salvi da questo disastro spirituale.

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[1] Leone XIII diceva che se si stacca il matrimonio civile da quello religioso, finisce male anche per quello civile. Cosa che si è puntualmente verificata. Cfr. Stefano Fontana, “S’avanza il catto – pragmatismo, LA BUSSOLA QUOTIDIANA, 4.6.2014.

[2] Cfr. LA BUSSOLA QUOTIDIANA, 4. 6.2014.

[3] Cfr. IL CORRIERE DELLA SERA 3.6.2014

7 commenti su “Ancora qualche parola sugli effetti perversi della modernità  –  di Carla D’Agostino Ungaretti”

  1. “Io non divorzierei mai, non abortirei mai, non praticherei mai l’eutanasia né la chiederei per me, ma non posso impedire a chi non la pensa così di divorziare, di abortire, di chiedere o sostenere l’eutanasia,non posso impedire agli omosessuali di sposarsi tra di loro e di avere figli, adottandoli o ricorrendo alla procreazione artificiale, perciò voto senza alcuno scrupolo di coscienza per i partiti che sostengono questi radicali mutamenti ideologici e antropologici”.
    Questa tipologia di frase sarebbe facilissima da demolire e da estirpare dalla mente dei cattolici adulterati se la maggior parte dei sacerdoti odierni parlasse ancora dei 10 comandamenti e dei novissimi!
    Il discorso sull’aborto poi esprime un’idiozia e un cinismo mostruosi: chi abortisce non sceglie solo per sè ma anche e SOPRATTUTTO per un’altra persona, che viene condannata a morire senza colpa e senza battesimo!
    Inoltre, il bambino dopo 2 mesi di gestazione può già sentire dolore ma il sistema dell’analgesia (il sistema che riduce le sensazioni dolorifiche) non si forma prima dell’ottavo mese, quindi tutti i bambini che vengono abortiti dopo il 2° mese SOFFRONO IN MODO ATROCE, MOLTISSIMO di più di quanto soffriremmo noi al loro posto, che il sistema dell’analgesia ce lo abbiamo (in Italia si può abortire nei primi 3 mesi in condizioni normali e nei primi 6 in caso di malattie genetiche o malformazioni).
    Oltre a ciò, ci sono bambini che vengono abortiti VIVI e VITALI e vengono lasciati morire di freddo, di inedia o per complicanze respiratorie all’interno della sala operatoria in cui sono stati abortiti, in preda al terrore, alla sofferenza e alla disperazione, mentre gli assassini che li hanno strappati dall’utero aspettano impazienti che si spengano.
    Essere favorevoli all’aborto (o non opporsi ad esso potendolo fare) è il massimo dell’insensibilità, dell’ignoranza, e dell’immoralità!!!

  2. L’eresia dei sedicenti cattolici, i quali negano l’assolutezza della verità anche soltanto morale, i quali negano che far valere la Legge eterna per tutti non sia caritatevole, questa eresia è già materialmente in atto. Questi eretici materiali (in quanto non intendano opporsi al sacro Magistero) hanno forse la mezza fortuna di non diventare eretici a tutti gli effetti, perchè non esiste un’Autorità che li ammonisca e li condanni essendo pervicaci. Ma la conseguenza di questa miseria morale e spirituale non cessa, per questo, di essere rovinosa per tutti. Infatti. l’errore è l’anticamera della perdita della fede e del peccato mortale, per chi non ci sia ancora caduto.

  3. Ecco, il fatto che NON ESISTA UN’AUTORITA’ CHE “CONDANNI” ESPLICITAMENTE,
    SENZA EQUIVOCI QUESTI ORRORI, QUESTI OMICIDI, QUESTE TORTURE, E’
    NON SOLTANTO ERETICO MA DEMONIACO!!!!
    ———————-
    E’ ottimo l’articolo/denuncia di Carla D’Agostino Ungaretti ma dissento su quanto segue:

    “Pannella ha cercato di tirare dalla sua parte anche Papa Francesco, sfruttando
    maliziosamente alcune note affermazioni di lui. Altrettanto ha fatto Eugenio Scalfari,
    ricevendo solo flebili smentite da parte di chi avrebbe dovuto insorgere contro le sue
    menzogne.”

    Non è esatto dire che sono state sfruttate maliziosamente alcune note del vescovo
    di roma, perchè le sue dichiarazioni verbali sono state chiarissime e riprese da tutti
    i TG.
    E per quanto riguarda Scalfari si tratta di una “tristemente famosa” intervista SCRITTA
    su La Repubblica, sull’Osservatore Romano, sul sito ufficiale del Vaticano, su un libro
    (che io comprai subito) con diversi commenti, TUTTI FAVOREVOLI, di personaggi cattolici
    notissimi.
    Dopo più di un mese e mezzo Padre Lombardi cercò penosamente di rettificare, il testo
    fu tolto dal sito del Vaticano e infine anche Scalfari si rimangiò un po’ il contenuto SCRITTO!!!!
    E quest’ultimo accadimnento mi fece paura, molta paura!
    —————————-
    Può darsi che questi ultimi commenti non riteniate opportuno pubblicarli.
    Per me va bene ugualmente, perché vi stimo moltissimo!!!

  4. Quei sedicenti cattolici, sono stati e sono sottoposti ad una costante e metodica opera di moral-suasion invertita; ne sono vittime per lo più inconsapevoli e, se non del tutto, almeno in parte incolpevoli, perché traditi da una pastorale disertrice quanto a munus docendi. Una moral-suasion perfettamente innestata nel relativismo tanto giuridico quanto dottrinale e nella morale situazionale di derivazione kelseniana. La locomotiva dei nouveaux philosophes e dei nouveaux théologiens di Le Saulchoir, abbondantemente rifornita di carbone dai macchinisti Rahner, Kelsen, Spock e compagnia spensante, raggiunge le parrocchie dell’Occidente sotto narcosi: da decenni, silenziosa come un aerotreno e puntuale come la morte. Altro che ritardo di duecento anni! Ho un figlio in odore di Cresima, ergo, ne so qualcosa!

    1. Concordo pienamente, in quanto anche per me la frequentazione della parrocchia, doverosa peraltro, è fonte spesso di dubbi e disagi. Sottolineo ancora una volta con fermezza che i pericoli da combattere sono due: il cattocomunismo e l’islamizzazione.Spero di non esserci, ma se vincesse il secondo errore ci potremmo divertire vedendo che il divorzio esiste ma è l’uomo a divorziare, mentre la donna viene ripudiata. A parole molte sono divorziste, ma essere scaricata non piace a nessuna…

  5. Carissima Signora, leggo sempre con partecipata – e angosciata – condivisione le sue riflessioni su “Riscossa Cristiana”.
    Penso che questi nostri fratelli siano anche storditi non solo dall’offensiva laicista ma anche dal mare di chiacchiere e di parole da cui sono sommersi dalla Gerarchia della Chiesa.
    Ho qui davanti a me il “Catechismo Maggiore” di S. Pio X – scaricato dal sito della “Corsia dei Servi”, 132 pagine in formato A4 e accanto il “Catechismo della Chiesa Cattolica”, di oltre 1200 pagine.
    Cosa sarà mai successo in 80 anni da decuplicare il catechismo non lo so, quali “novità” abbiano indotto la Chiesa a riempire di commenti a volte involuti e un pò confusi i princìpi del Cattolicesimo qualcuno me lo deve ancora spiegare.
    Certo, annacquare i Novissimi e la Predestinazione e la Riparazione in una melassa buonista potrà servire per essere bene accetti al mondo, ma i risultati sono proprio la confusione dottrinale di tanti cattolici, confusione che sfocia in un’ inconsapevole eresia.
    Non so dove andremo a finire, ma lo Spirito Santo ci guidi e protegga sempre.
    Cordialmente.

  6. nessuno piu’ pensa al nostro fine ultimo, e a quello di tutte le creature viventi, e cosi sapendo a quello che vanno incontro, li si lascia mettere in pratica una fede propria, non pensando che Dio il nostro creatore, e’ dispiaciuto, perche’ vede molti dei suoi figli cadere nel’ inferno, la Madonna piange lacrime di sangue, i comandamenti lasciati da L’ eterno Padre, non li rispetta piu’ nessuno, ma quello che e’ piu’ grave e’ che e’ stato levato il nostro redentore, e nessuno crede piu’ in Gesu’ Cristo, il nostro creatore sta’ abbandonando le creature per farle ritornare sulla retta via da seguire adesso, e per avere la salvezza dopo

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