BEI CONCETTI E PIEDI SU QUESTA TERRA – di Piero Nicola

di Piero Nicola


crollo

ci stiamo arrivando…


Socializzare (con quale criterio?), partecipazione democratica, collaborazione dei corpi intermedi, solidarietà come dovere sociale. Alcuni concetti possono essere giusti, ma sono del tutto dipendenti, condizionati da fondamenti di verità, dai famosi valori, venendo meno i quali si progetta sulle nuvole.

Lo Stato per l’individuo, e non l’individuo in funzione dello Stato. La famiglia educatrice e allevatrice indipendente…

Allorché i singoli, e tra essi i genitori, sono sviati: consumisti, epicurei, scettici riguardo all’onestà, fautori d’un’onestà parziale e interessata, avendo della rettitudine un’idea abnorme; allorché essi accolgono certi diritti abusivi, come quello all’aborto, e rispettano la supremazia dell’amore fra uomo e donna, – o persino dell’amore omosessuale – tanto che di fronte ad esso lo scioglimento del matrimonio passa in second’ordine, conformemente alla barbarie americana, cioè in nome del diritto alla felicità; allorché questi presupposti predominano, gli individui costruiscono sempre sulla sabbia.

A chi spetta la tutela della legge, dell’ordine civile, di questa moralità? Spetta alla potestà di Cesare. E Cesare chi è? È lo Stato, avente di necessità, un capo e una coda, dei poteri in alto e un potere democratico in basso, subordinato. Qualsiasi organismo, sia un’impresa commerciale, sia l’esercito, si regge soltanto su una gerarchia.

Forse che i genitori sono immuni da colpe perseguibili dalla legge? Forse che verso i figli non possono commettere delitti? Anche con l’educazione e la conduzione dei ragazzi si compiono malefatte. Una madre che si macchia di aborto, e il marito che lo difende davanti alla prole; un padre che insegna il furto e altre disonestà più sottili e non meno cattive, così istradando i propri figli, non devono sottostare ad un giudizio superiore?

Dunque è questa garanzia superiore che anzitutto deve essere ricercata. E siccome oggi non la si vuole da parte della maggioranza popolare, il pesce continua a puzzare dalla testa. O si cambia la testa, o resta inutile predicare le civiche virtù, del resto travisate dalla maggioranza decisiva. Il buon allevamento, la buona istruzione impartita dai genitori, cozza contro il bombardamento televisivo, contro una scuola corruttrice e una società corruttrice e marcescente, indulgente verso le perversità, severa con la giustizia.

Non c’è da farsi troppe illusioni sull’opera di persuasione rivolta alla massa, e tanto meno sulla sua capacità di raddrizzarsi da sola. Tra l’attrattiva del vizio e quella della virtù, tra la ragione della saggezza e la lusinga dei piaceri, quando comanda l’etera che alza la gonna, il suo partito ha la meglio. La storia lo dimostra a iosa. Anche quando il popolo si ribella e caccia il principale, chi sarà il nuovo principale?

Noi coltiviamo un orticello, facciamo bene cercando di estenderlo; e intendiamo preparare gli elementi per una valida dottrina, che possa essere definita e applicata dall’auspicabile forza che subentrerà a chi attualmente spadroneggia

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