I cattolici sono ancora cattolici?  –  di Rita Bettaglio

Dalla “Carta del Coraggio” degli scout cattolici, al modo di insegnare il catechismo, sono tanti i motivi che rendono lecita questa domanda

di Rita Bettaglio

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zzgsbssE’ un po’ che ci penso. Più vado a Messa e osservo le persone intorno a me e sull’altare. Più leggo la cosiddetta stampa cattolica, più si fa largo nella mia mente un enorme interrogativo: questa gente a cosa crede?

Le persone che frequentano la Chiesa, quelle che svolgono varie mansioni nelle parrocchie, coloro che si dichiarano (in assoluta buona fede, ritengo) cattoliche cosa conoscono della propria fede? In cosa credono veramente? Tra queste persone, absit iniuria verbis, mi corre l’obbligo di inserire anche non pochi sacerdoti, perché le omelie che pronunciano non dipingono certo un quadro di chiarezza dottrinale.

La mia, non se ne voglia nessuno, non è una domanda oziosa o scaturita da un malcelato orgoglio spirituale. Non ritengo infatti di essere un campione della fede, ma un po’ di catechismo l’ho pur studiato e non riesco più a ritrovarlo nelle parole di numerosi pastori e di moltissimi laici come me. La tristissima (ma pur utile per scoprire finalmente il segreto di Pulcinella) vicenda della Carta del Coraggio, documento frutto del recente incontro nazionale di 30mila scout dell’Agesci a San Rossore, è emblematica. Che questi ragazzi tra i 14 e i 17 anni, che sono i futuri educatori delle prossime generazioni di scout cattolici (e sottolineo cattolici) considerino famiglia” “qualunque nucleo di rapporti basati sull’amore e sul rispetto” non è un caso, non è un errore, una svista isolata: temo che leggendo quel documento non facciamo altro che avere il polso non di una, ma di molte associazioni d’ispirazione cattolica.

Cosa sanno della propria fede i molti (o pochi, secondo i punti di vista) che la domenica si mettono in fila per ricevere, rigorosamente sulla mano (che poco prima ne ha toccato almeno una decina di altre) la Comunione? Sanno e, se sanno, credono veramente che sia il Corpo di Cristo? Io non ricordo a memoria di aver sentito un sacerdote ricordare nell’omelia, anche per inciso, che la Comunione si può ricevere solo se si è in grazia di Dio e in alternativa, in attesa di una buona confessione, si può fare la Comunione spirituale.

Ma voi ne avete amici e conoscenti impegnati in parrocchia? Parlate mai con loro delle verità di fede? O li sentite mai parlarne? Qualcuno, parroco in testa, parla mai di vita eterna, di salvezza che viene solo da Dio Padre e dai meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore?

Se è vero, e noi cattolici lo crediamo fermamente, che solo in Cristo e nella Chiesa c’è salvezza, come possiamo lasciare beatamente i nostri fratelli nell’errore? Ci crediamo veramente? O meglio, i cattolici di oggi sanno cosa dicono di credere proclamandosi cattolici? Sanno che qualunque cosa capiti nella vita è destinata a passare, che la giustizia sociale non è ciò che Nostro Signore è venuto a portare sulla terra? Che la pace di Cristo non è quella del mondo e quest’ultima è auspicabile, sì, ma non è il valore assoluto? Che la felicità cui aspiriamo non è di questa terra, non è psicologica né materiale, ma è la beatitudine nel Regno dei Cieli, quella beatitudine verso cui saranno rapiti coloro che in questo mondo hanno saputo completare nel loro corpo ciò che manca alle sofferenze di Cristo? Che ci passeranno davanti i bambini down che per Dawkins è immorale far nascere?

Mio figlio, come tutti gli altri, ha frequentato il catechismo per 7 anni, dalla seconda elementare alla seconda media. Ha colorato decine di fotocopie, raccolto offerte per numerose iniziative benefiche, ma non gli sono state insegnate le verità di fede: niente preghiere, virtù teologali e cardinali, atti di fede, speranza e carità, opere di misericordia corporale e spirituale. Niente di tutto questo o molto poco e lasciato alla buona volontà di qualche catechista giurassica che ancora ritiene degni di fede gli articoli del Catechismo di San Pio X. Ad una riunione di catechiste, cui qualche anno fa ho partecipato per caso, ho appreso che alcune di loro erano convinte che tale catechismo fosse stato abolito e  vietatissimo utilizzarlo in quanto contenente errori.

Non parliamo, poi, dei novissimi. Alzi la mano chi è nato dopo il ’60 e a catechismo ha imparato cosa siano i novissimi. Alzi la mano chi ne ha sentito parlare in parrocchia. Alzi anche i piedi chi ha sentito il proprio parroco ricordare che a vivere in certi modi si finisce all’inferno.

E allora come la mettiamo? Qui ognuno ha la propria, grande o piccola, fetta di responsabilità. Ognuno ha l’obbligo di trafficare i talenti avuto in uso. E trafficarli per salvare anime, non per creare il paradiso in terra. Di questi tentativi il mondo ne ha avuto già abbastanza.

Dobbiamo conoscere la nostra fede e trasmetterla, perché non è nostra: “noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi” (2Cor 4,7). Ma il tesoro l’abbiamo. Piaccia o no.

“Non facciamo il nostro apostolato. Se fosse nostro, che cosa potremmo dire? Facciamo l’apostolato di Cristo; come Dio lo vuole e come ce l’ha comandato: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo” (Mc 16, 15). “Gli errori sono nostri; i frutti del Signore” (San Josemaría Escrivá, Amici di Dio, n.267).

18 commenti su “I cattolici sono ancora cattolici?  –  di Rita Bettaglio”

  1. Io che sono nato nell’immediato dopoguerra sono stato catechizzato col catechismo di San Pio X ed ho fatto in tempo anche a servire la messa in latino (non c’erano all’epoca le chierichette) Serbo un bellissimo ricordo della messa in latino, del mio parroco (il “Rettore”) in talare, mai in clergymen,, delle sue omelie sempre imperniate sulla dottrina cristiana, mai sul sociale, sulla politica, sulla raccolta differenziata, come oggi. Se i laici sono praticamente scristianizzati una bella fetta di responsabilità ce l’hanno i preti, educati da insegnanti modernisti in seminario, guidati da vescovi modernisti nelle diocesi, un vero e proprio lavaggio del cervello. Molti rimanevano convinti, i perplessi dovevano (e debbono) tacere per paura, per loro, come per i pochi laici tradizionalisti la chiesa odierna è il regno del terrore (psicologico), dell’emarginazione, della derisione, fino alla diffamazione, all’emarginazione ed all’espulsione fisica dalle chiese. Mi è capitato con un parroco comunista ce più non si poteva: parlandogli della bellezza delle devozioni mariane, in specie della devozione all’Immacolata, prima mi ha risposto, arrabbiato, che per colpa di queste devozioni le chiese sono sempre più vuote ed i santuari mariani sempre più pieni; poi ha detto testualmente “per fortuna che c’è stata la riforma protestante”; infine mi ha sbattuto fuori in malo modo. Questi sono i frutti del CV II.

    1. Caro Pascaliano, Le è capitato un parroco veramente eretico (speriamo che si sia pentito in tempo)!
      Quando io ero bambino ho avuto la fortuna di avere un ottimo Parroco e un ottimo Vice-Parroco, che non si vergognavano a parlare di peccato mortale, Paradiso e Inferno!
      Ora putroppo sono costretto a subire parecchie prediche immanentiste, quando non addirittura ereticali!
      Io mi regolo in questo modo: quando la predica è buona o almeno non dannosa, faccio l’elemosina, quando la predica contrasta con la Dottrina Cattolica non faccio l’elemosina.
      So che non serve a niente e che è soltanto un piccolo sfogo personale, ma se TUTTI facessero così (sulla base della VERA Dottrina Cattolica, non in base ad idee e gusti personali) in poco tempo restererebbero soltanto ottimi Preti.

    2. Se il prete, (che deve guidare il popolo rivolgendosi a Dio) si rivolge al popolo quando dice la messa, cosa si può pretendere? Una volta ho detto ad un prete che aveva invitato i fedeli all’applauso, se erano ammessi anche i fischi di disapprovazione……………….dopo certe omelie!!!!!

  2. Condivisibile tutto. Personalmente ogni tanto provo a fare la mia testimonianza, cercando ovviamente di essere più caritatevole e delicata possibile ma quello che ottengo è nella migliore delle ipotesi sguardi imbarazzati e silenzio di disapprovazione, nella peggiore accuse di essere folle, cattiva e fanatica integralista o prese in giro. Non credo che dipenda solo dalla mia incapacità di trasmettere amore e fede (sicuramente c’è anche questo). Il problema è che l’apostasia è giunta ,secondo me, quasi al suo apice. Se fossero vivi in questo momento personaggi come S.Atanasio o S.Ambrogio rimarrebbero inorriditi da come siamo ridotti, sarebbero scandalizzati dal tiepidume e dalla mancanza di vera fede dei nostri pastori, la maggior parte dei quali ormai non crede più al purgatorio e all’inferno e alla necessità di redimersi e salvarsi. Quando vado a confessarmi trovo conferma di questa tragica realtà. Una volta un sacerdote non voleva assolutamente farmi dire l’Atto di dolore e quando io gli ho detto che desideravo dirlo lo stesso, mi ha detto di dirlo senza la frase “peccando ho meritato i tuoi castighi”. Io ovviamente ho detto lo stesso questa frase e lui mi ha trattato con commiserazione. Potrei citare molti episodi come questo. Preghiamo che Dio venga presto a salvarci e che ci mandi almeno qualche santo sacerdote a guidarci negli ultimi tempi della Chiesa in cui saremo perseguitati!

    1. Le deve confessare Isia che i migliori frutti dell’apostolato si ottengono (almeno questa è la mia esperienza) con le persone che non frequentano mai la chiesa. A quelli si può parlare direttamente di vita eterna, sicuri che non sono anestetizzati da tanta cattiva pastorale e dottrina. Se le posso dare un consiglio, punti su quelle persone e per i topi da sacrestia utilizzi semplicemente la preghiera e il sacrificio personale, ma assai poco le parole. Hanno orecchi e non odono… Coraggio, sono le difficoltà di tutti!

  3. Un consiglio agli spaesati: nel dubbio, mantenersi fedeli alla Tradizione, quella insegnata da duemila anni dalla Chiesa. Dopo il Concilio Vaticano II molti dubbi sono sorti. La Chiesa prima non poteva sbagliarsi, aveva l’assistenza dello Spirito Santo, oggi tanto invocato, ma male interpretato. In che senso? Ogni novità dei teologi modernisti viene imputata allo Spirito Santo giovane che soffia vigoroso, dicono. Ma non è che l’alito dell’uomo superbo, che vuol fare a meno di Dio. Basta vedere i partecipanti al NOM. Tutti in piedi, mai in ginocchio, superbi come il fariseo nel tempio
    di Gerusalemme. Anche Francesco I durante l’elevazione non si inginocchia. Il piccolo resto rimane fedele a Gesù e alla Chiesa di sempre.

  4. Tutto vero, pensieri durante le funzioni e relative angosce comprese. Non che io mi senta chissà chi -sono talmente indegna…- ma a volte a vedere e a sentire certe cose mi viene da piangere. Ho accettato di fare il catechismo (anche se controvoglia perché ritengo debba essere compito del parroco) e lo faccio col catechismo di S. Pio X nascosto nella borsa. I testi ufficiali sono a dir poco pietosi. Ho a che fare coi ragazzini della Cresima: non sanno niente, pur avendo già fatto la prima Comunione. E’ una situazione deprimente, sconsolante, anche perché la frequenza è decisamente saltuaria. Hai voglia a dire che la domenica bisogna andare a Messa: ci vanno quando se lo ricordano e poi, quella volta che sono presenti si comunicano senza neppure confessarsi. Sembra che vadano a ricevere una caramella. Manca la formazione a monte, non ci sono le basi, si è perso quasi tutto. I Novissimi? Non sanno neanche cosa sia un peccato mortale, che poi, guai a chiamarlo più così (reprimenda del mio parroco: -Devi dire “peccato grave” e non “mortale-), figurarsi quando gli si dovesse parlare di Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso. Ma ci provo lo stesso, così come provo a far loro imparare le preghiere, che, logicamente sono sorpassate e non vanno più di moda e tante altre piccole-grandi cose. Sempre con tanta inadeguatezza e invocando ogni volta il sostegno dello Spirito Santo. Ci vogliono Fede, Speranza e Carità. “Gli errori sono nostri; i frutti del Signore”

    1. Cara Tonietta,
      io non ho la sua umiltà e pazienza e in parrocchia non riscuoto molte simpatie dagli adulti. Invece, nelle brevi esperienze di catechista, ho trovato affetto e disponibilità dai bambini, anche se, poveretti, sono stressati e vivono giornate campali. Purtroppo neppure a scuola si utilizza più lo studio a memoria. Ricordo però di aver letto una pagina di qualcuno che era stato a lungo imprigionato (non ricordo se in qualche paradiso comunista o affine) che faceva notare come i salmi imparati a memoria lo abbiano sostenuto e incoraggiato lungo tutto la prigionia. Nel momento del bisogno ciò che si è mandato a memoria ritorna e ci ammaestra. Anche e soprattutto se tutto ci è stato tolto. Tenga duro e ricordi: candida come colomba e astuta come serpente.

    2. Come lei sa, cara signora, c’è un passo di Dante in cui coloro che hanno peccato mortalmente sono definiti “morti che camminano”. Cioè, non hanno più la Vita Vera, e conservano solo una vitalità superficiale, destinata a spegnersi.
      Questa è l’esatta concezione del peccato mortale.
      C’è da dire che la mentalità pre-conciliare del Clero aveva ragione nell’additare ai fedeli il pericolo reale di peccare mortalmente, ma torto nel ritenere ovvio che moltissimi lo facessero comunemente (non considerando bene la “piena avvertenza” e il “deliberato consenso”). Proprio perché tale reltà è così grave, le sue conseguenze sono vistose, anche se mai giudicabili con certezza

  5. “Rex tremendae maiestatis / Qui salvandos salvas gratis / Salva me, Fons pietatis” . Da cosa ci può salvare questo Re? dalla disgregazione temporale ed eterna – dall’essere zimbelli del Demonio.

    E lo fa – non senza la nostra cooperazione (S. Agostino) – chiamandoci a regnare con Lui; non a essere “periferici come Lui”

  6. Giovanni Bonfiglioli

    Come disse il buon Nicolas Gomez Davila: “Oggi dirsi «cristiano» è spesso un modo per indicare che non si combatte il cristianesimo dall’esterno, ma dall’interno”.

    1. Amara considerazione. Se un figlio oggi esprimesse il desiderio di farsi sacerdote, bisognerebbe temere per la sua salute spirituale, ché di cattivi maestri i seminari purtroppo abbondano. Negli ultimi 4-5 decenni si è talmente stravolto il metodo di formazione che gli aspiranti preti che riescono a ragionare con la loro testa e non con quella dei loro pseudomaestri sono davvero pochissimi e per giunta in alto e in basso generalmente malvisti. Vuoi essere un buon prete? Sii simpatico, accattivante, scherza, vestiti casual, se le sai, racconta barzellette, usa lo stesso linguaggio dei giovani, parla di donne e perché no, fatti scappare anche qualche piccola, innocente parolaccia: ti profumerai con lo stesso odore delle tue pecore.

  7. Molte persone in questa epoca dicono di essere cristiani, ma non sono praticanti, san Paolo disse: la fede senza le opere e’ nulla, il catechismo di San Pio X va’ bene, bisogna studiarlo, e metterlo in pratica nelle opere, dobbiamo portare sempre in buon esempio, molte persone si fanno una fede propria, errata alla dottrina di sempre, tempo fa’ parlando con un collega, gli chiesi: tu hai fede, ma alla santa messa vai tutte le domeniche? lui mi ha risposto di no, allora gli ho detto che e’ peccato grave non santificare una festa, e lui mi ha risposto, eh come sei austero, adesso c’e’ la liberta’ di coscenza, io vivo a modo mio, il proprio io al servizio della natura corrotta, a servire questa cecita’ che presta molti piaceri, gioie mondane. C’e’ differenza tra’ coscienza personale, e coscenza Cristiana, quella personale mette avanti l’ io personale, quella Cristiana deve mettere avanti le Verita’ Eterne, deve seguire i precetti divini eterni, deve osservare i 10 comandamenti, quando facciamo libere scelte, ci dobbiamo chiedere, ma sto’ seguendo Gesu’ o la mia volonta’? diamo una qualita’ alla nostra vita quotidiana, per acquistare le virtu’, che esercitando le virtu’, ci impongono anche delle rinunce dolorose, ma queste rinunce fatte per l’ Eterno Padre, servono per acquistare meriti, soffriamo e offriamo, la Madonna ci ha esortato di fare penitenza, le uniche armi che ci riangono sono: IL SANTO ROSARIO E LA SANTA MESSA, per la salvezza delle anime, ci sono tanti errori oggi, il neocumenismo e’ uno di quelli, ma una e’ la fede, una e’ la religione, una santa cattolica apostolica e Romana, nelle parrocchie predicano un vangelo sociale, non piu’ soprannaturale, non parlano piu’ dei destini eterni. I sommi pontefici per 2 mila anni, hanno sempre difeso l’ autenticita’ della verita’ evangeliche, tutte le verita’ che ci ha lasciato nostro Signore Gesu’ sono certezze, invece dopo il concilio Vaticano II con pio XII e’ stato interrotto il magistero secolare della chiesa, da 20 secoli hanno sempre difeso le verita’ eterne, invece adesso in base al concilio, c’e’ stata una rivoluzione della chiesa, hanno voluto rivedere tutte le verita’ eterne, e hanno incominciato un era nuova nella chiesa, hanno voluto modernizzare, aggiornare, e poi il relativismo, adesso nessuna verita’ evangelica e’ certa, tanti di noi tradizionalisti, sanno che: l’ inferno, come il purgatorio, come il paradiso esistono, e sono certezze della verita’ evangelica, invece adesso dopo il concilio non ci sono piu’ verita’ evangeliche certe, infatti per i progressisti l’ inferno e’ vuoto, e c’e’ solo il paradiso. Adesso agli occhi dei teologi, nessuna verita’ evangelica e’ certa, non quelli della tradizione, ma quelli del progressismo, si e’ creato il disordine nella chiesa, e il mondo ne ha approfittato.
    SIA LODATO GESU’ CRISTO

  8. Ancora una volta faccio mie le considerazioni di chi vede in tutto questo una meravigliosa conquista del vaticano secondo. Cristo ci guidi e ci aiuti in questi tempi di persecuzione.

  9. Più di una volta ho sentito iniziare l’omelia della domenica citando il catechismo di Pio X compreso il vescovo della mia diocesi. “Il vecchio catechismo diceva…” Vuol dire che qualcosa di buono conteneva. Per quanto riguarda i preti: è stato mandato dalla curia un sacerdote ad illustrarci in parrocchia la nascita della nuova Unità Pastorale (UP) affermando, tra l’altro: “non aspettatevi che i nuovi sacerdoti siano come il vostro vecchio parroco. Purtroppo quelli di oggi sono deboli e fragli”. Su questi deboli e fragili dovrebbero sorgere i futuri vescovi, cardinali e papi? Quale prospettiva! Alla mia obiezione che il sacerdote era consideato “Alter Christus” e che per dieci anni passati in seminario (quello di una volta) questa litania era il pane quotidiano, è inorridito. Mai più una cosa del genere! Ricordo di quei dieci anni
    un amico che poco dopo essere stato ordinato sacerdote, aveva abbandonato l’abito e che per mantenersi era andato a fare il benzinaio. Quale impressione! Da alter Christus con il potere di consacrare il pane e il vino in corpo e sangue del Signore (cosa che non possono gli angeli nè la Vergine Maria) a…benzinaio! Con tutto il rispetto per la professione ma mi sembrava che a quell’amico fosse capitata una calamità! Ad ogni modo l’immagine della pompa di benzina non mi sembra poi tanto lontana dalle nostre parrocchie. I preti sono diventati dei semplici distributori di sacramenti. Aspettiamoci tra non molto quelli automatici.

  10. Concordo con la riflessione di Pascaliano, anch’io cresciuto con il catechismo di san Pio X, e anch’io ho fatto il chierichetto con la Messa in Latino, spesso mi vengono alla mente la sacralità e la solennità di “quella” messa.

    Se oggi molti giovani non sanno assolutamente nulla della fede, si può e si deve ascrivere la responsabilità ai sacerdoti, Vescovi in primis, i quali hanno seguito le orme di Cranmer.
    Mia nipote frequenta il catechismo per la Cresima, ed in effetti come dice Rita, gli insegnano a pitturare, scarabocchiare, e se tutto va bene qualche Ave Maria.

    Quando fece la comunione parlai con il parroco, avevo un sassolino nella scarpa che mi faceva male, chiedo al parroco se non era il caso di “insegnare” ai bambini di assumere l’ostia nella lingua e non solo nelle mani, la sua risposta è stata la classica protestante, infatti mi disse, ” se insegno ai bambini ad assumere l’ostia in bocca quando saranno grandi non sanno più prenderla nelle mani”, non sapevo se azzannarlo o andarmene, me ne sono andato.

    Morale, piano piano sto io insegnando a mia nipote ad assumere la particola nella bocca, avanti vado io lei dietro di me, gli dico semplicemente “fai come fa il nonno”, la prima volta era molto imbarazzata, poi, piano piano ha iniziato ad assumerla nella lingua.

    Posso solo dire “grazie concilio”

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