Censura, inquisizione e costituzione. L’insostenibile pesantezza dell’ipocrisia – di Massimo Viglione

Se è la Chiesa o una società cristiana o anche una società rispettosa del diritto naturale anche solo in maniera parziale (ricordiamo che furono la Grecia e Roma a istituire la censura), che usa la censura, allora questa è brutta e cattiva. Se invece la usa il democratico e tollerante sistema odierno per distruggere la fede e la morale e il diritto naturale, allora la censura è buona.

di Massimo Viglione

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z-drpcrtIl Codacons, che dovrebbe tutelare il pubblico della televisione, ha chiesto di chiudere il Grande Fratello Vip perché dei protagonisti maschi si sono resi rei sia di aver detto cose offensive sulle loro donne (fra cui, mi sembra di aver capito, la Simona Ventura, nota signora morigerata dall’indubbia virtù pubblica e privata) e sia, ovviamente, di omofobia. Il ministro della Giustizia ha aperto un un’inchiesta.

Interessante notare che il duro provvedimento sarebbe giustificato dal fatto che tali affermazioni “sessiste” e “omofobe”, essendo fatte in un programma pubblico molto seguito e per di più ripreso tante volte su internet, provocherebbero gravissimi pericoli di diffusione di questi errori tra le persone, specie tra i giovani.

Ora, vorrei porrei l’attenzione su alcune considerazioni.

Oscurare un programma televisivo, come boicottare un libro o uno scritto, o un’opera d’arte, da parte del potere pubblico, è un’azione che ha un nome ben preciso e inequivocabile: si chiama censura.

Tale incontrovertibile affermazione è avvalorata dalle giustificazioni stesse apportate dal potere pubblico e amministrativo per questa azione censoria: far sì che i danni trasmessi da una trasmissione televisiva siano azzerati o almeno diminuiti. Danni su chi? Sul pubblico, ovviamente, e specie sui giovani. Pertanto, l’azione coercitrice trova la sua autodichiarata giustificazione nella difesa del bene comune. È evidente.

Dove sta la ragione di questo mio articolo? Nella mia deformazione professionale, che immediatamente conduce la mia mente al pensiero delle secolari accuse avanzate, almeno dall’illuminismo in poi, per secoli immancabilmente, ogni giorno, con ogni mezzo, a partire dai manuali scolastici delle elementari in su, contro la Chiesa Cattolica per aver esercitato la censura del sapere.

Ma guarda un po’… La Chiesa è stata accusata da secoli di macchiarsi dell’orribile misfatto di censurare ciò che il suo magistero, fondato sul Vangelo e sull’insegnamento plurisecolare dei suoi pontefici, concili, padri e dottori, riteneva traviato e quindi pericoloso per il prossimo; ovvero, la Chiesa, detto in parole povere, è stata accusata da sempre e ovunque di aver fatto esattamente quello che in questo momento sta facendo l’attuale potere pubblico contro una trasmissione televisiva, peraltro voluta e permessa da questa stessa società, che solo ora, dopo quindici anni, ci si accorge essere una latrina di immondizia intellettiva e morale finalizzata al rimbecillimento generale delle “masse” e specie dei giovani.

Ma, allora, come si giustifica il fatto che il potere pubblico attuale agisce esattamente come quell’entità che ha sempre condannato per aver perseguito la via della censura?

Nello specifico della Televisione, poi, quante volte abbiamo sentito ironizzare sulla censura dei programmi che avveniva in RAI tra gli anni Cinquanta e Settanta, fino allo sdoganamento morale attuato dalla DC di Moro con il compromesso storico? La RAI di quei decenni è sempre stata vituperata, mentre ora si vogliono usare gli stessi mezzi della RAI di quei decenni.

Tutta la questione si riduce quindi a questo: secoli e secoli di condanna della censura della Chiesa, dell’Inquisizione, ecc. ecc., trovano giustificazione quindi non nel fatto che la censura sia un male in sé in quanto delimita od opprime la sacra libertà individuale e borghese, come ha sempre affermato ipocritamente il sistema odierno, in quanto ora esso stesso sostiene che occorre censurare un programma per i suoi contenuti pericolosi per le persone e in particolare per i giovani, ovvero, apportando come giustificazione esattamente le stesse ragioni che, mutatis mutandis, la Chiesa Cattolica ha sempre apportato per spiegare le ragioni dell’esercizio della censura morale che ha effettuato per secoli, finché ha potuto, contro il dilagare dell’errore ereticale e immorale. E ciò dimostra che non è la censura il problema, ma il problema è … l’ideologia che sta a monte della censura. Se è la Chiesa o una società cristiana o anche una società rispettosa del diritto naturale anche solo in maniera parziale (ricordiamo che furono la Grecia e Roma a istituire la censura), allora la censura è brutta e cattiva. Se invece la usa il democratico e tollerante sistema odierno per distruggere la fede e la morale e il diritto naturale, allora la censura è buona.

Ipocriti! Prima pagate milioni di euro – soldi nostri in un momento di grandissima difficoltà economica generale – a personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo per fare i pagliacci allo scopo di pervertire il cervello e i sensi dei giovani, e poi quando uno di questi dice cose volgari, volgarissime quanto si vuole, ma ovvie, da uomo quale è, vi scandalizzate? Prima volete la decadenza morale e sessuale di un’intera società e utilizzate a tal fine gente degna di tali scopi e poi quando questi ragionano secondo i propri naturali istinti volete censurarli, perché non sono ancora arrivati “al punto giusto di cottura” che voi desiderate? Perché ancora ragionano da uomini? Sapete che vi dico? Decadenza per decadenza, depravazione per depravazione, almeno questi tipi hanno detto cose da uomini! Meglio loro di voi e di gran lunga, censori ipocriti quali siete.

Alla fine, è tutta questione di ideologia, dicevamo. La censura è da sempre strumento di chi governa, ovvero del più forte: tutto sta nei fini per cui essa è attuata. Nel vostro agire non v’è alcun richiamo morale, solo interesse ideologico di imporre l’ideologia gender e “sessista” e nient’altro. Bene, oggi i più forti siete voi. Ma almeno, per favore, risparmiateci le accuse contro la Chiesa e l’inquisizione! C’è un limite a ogni tolleranza. Il fine della Chiesa era la salvezza delle anime e il bene di tutti nel quadro del diritto divino e di natura. Il vostro fine è la distruzione di tutto questo per creare fino in fondo il nuovo disordine mondiale. Gettiamo la maschera, ma almeno senza ipocrisia.

Ditelo che sta per arrivare la nuova inquisizione! Se domani, o fra un anno, io dichiaro di essere sessista e omofobo, cosa mi accade?

Sta per arrivare l’inquisizione, vero? Sono proprio i giorni in cui questa italica costituzione, che per altro ho sempre disprezzato nel mio cuore e che ancora considero frutto avvelenato dell’evoluzione dissolutrice della Rivoluzione Italiana, diventa paradossalmente per noi baluardo di difesa e per voi, dopo essere stato per decenni idolatrato feticcio di “progresso” radical-massonico, pietra d’inciampo per i vostri piani. Ecco un altro motivo per votare no. Almeno, essendo opera di una fase anteriore del processo rivoluzionario della dissoluzione (ormai è vecchia di settant’anni), essa ci garantisce, per qualche tempo ancora, una almeno limitata libertà di parola, prima che ci mandiate sul rogo inquisitorio dei vostri diritti antiomofobici e genderisti. E siamo certissimi che sarà un rogo immensamente più spietato e totalitario di quello presunto della Chiesa del passato.

5 commenti su “Censura, inquisizione e costituzione. L’insostenibile pesantezza dell’ipocrisia – di Massimo Viglione”

  1. In termini serii, caro professore: il totem “Donna” (=Femmina) viene usato come bomba di distruzione totale della Civiltà Cattolica perché lo si usa come segno della “Natura” (Madre Natura, Terra Madre dei massoni gastronomi ecc.). Questa è l’inversione esatta del dogma dell’Immacolata, che mostrava -nel momento del rovente assalto massonico- che OGNI essere umano ha una “natura lapsa” (decaduta), tranne UNA Donna – Vergine E Madre.

    In termini quasi umoristici, ma reali: il Codacons “difese i Consumatori”, nell’anno 1995, denunciando alla Magistratura non ricordo chi per “abuso della credulità popolare”, all’atto della lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia

    1. Caro Raffaele, in termini seri, sono nauseata con questa storia della donna in palmo di mano, tanto che persino “la Chiesa è donna”, come si è sentito più volte dire. E’ tanto esaltata la donna (in realtà per traviarla dal suo ruolo principale in ribellione al progetto del Creatore), per quanto è sempre più sminuita la grandezza di Maria ( di certo una captatio benevolentiae nei confronti dei luterani), l’unica Donna da mettere sul trono come Regina del cielo e della terra.
      In termini amaramente umoristici: questa del Codacons è… come dire?…surreale: abuso della credulità popolare (dei consumatori, si intende). Beh, non so se ridere o se piangere. Da quando in qua i fedeli sono diventati consumatori? Mi spremo le meningi, ma non trovo risposta. L’unica che mi viene è che ai difensori dei consumatori si è consumato il cervello!!!

      1. La Chiesa è Sposa, carissima signora.
        Ricordiamo che il termine “Donna” -da cui “Madonna”- viene direttamente da Domina: “Signora, Padrona” nel mondo romano antico. La Domina della Romanità contemporanea di Gesù Cristo fu trasformata dal Vangelo in Domina/Donna nel senso che rappresentava, per la PRIMA volta nella storia, la creatura umana “in secondo piano” (femminile) a cui il Signore affidava Se Stesso come Sposo e i beni della Sua Grazia, CHIAMANDOLA A COLLABORAZIONE RESPONSABILE.
        Questo avvenne sovente in modo concreto: fra le prime Cristiane vi furono molte Dominae dell’alta società. Pare che dei colloqui in questo senso siano avvenuti già in Terrasanta, personalmente fra Nostro Signore e alcune Dominae.

        Chiudo con un commento mio: tutto ciò significa non che il Signore fosse “meno arretrato dei contemporanei”, ma che Egli agiva e agisce in termini di scambio. Opera cioè con discrezione, umiltà, profondità, e richiede una risposta “degna e forte” da parte degli umili. È Sposo che spera che la Sua sposa faccia molto,

  2. La censura usata per “distruggere la fede la morale e il diritto naturale”? Pur tra tante ragioni condivisibili non mi sembra proprio questo il caso!

  3. E – come tanti allocchi – c’è ancora qualcuno che crede alla “libertà ed obbiettivita’ dell’informazione”!

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