Chi e perché non vuole i minibot. Uno schema per capire

Pur essendo una questione tecnica, la sua importanza è fondamentale. Per questo ho cercato di riassumere tutto in uno schema in modo più semplice possibile, che sia comprensibile a tutti e a colpo d’occhio dia già un’idea di cosa c’è in ballo.

Trovate due diagrammi a confronto: il primo, quello di sinistra, rappresenta il circolo emissione monetaria e recupero fiscale così com’è adesso; il secondo, a destra, mostra cosa succede (e soprattutto cosa NON succede) ricorrendo ai Minibot quale mezzo di pagamento del debito della Pubblica Amministrazione verso i creditori privati.

Nel riquadro tratteggiato di sinistra è ben visibile la sovrastruttura parassitaria che controlla gelosamente l’emissione monetaria generando debito, chiedendo interessi, manipolando spread. Essa decide in pratica la politica monetaria ma non solo quella: come abbiamo visto dolorosamente negli ultimi anni (da Monti a Gentiloni), ha la pretesa di fare politica tout-court, spesso con i suoi stessi uomini.

Loro stanno sopra, e pur essendo privati non eletti elargiscono prestiti agli stati e in virtù di questo li comandano e ne “mungono” la ricchezza.

Noi stiamo sotto. Siamo parimenti privati (cittadini, aziende, enti), ma non chiamandoci né banche né mercati veniamo “munti” a suon di tasse. Di queste ultime ne ho disegnati due flussi perché il primo va per il necessario mantenimento dello Stato, per i servizi pubblici, le politiche redistributive, eccetera. Il secondo flusso fiscale va, sempre passando dallo Stato, per il mantenimento della struttura parassitaria, entrando da una parte sotto forma di tasse ed uscendo dall’altra sotto forma di interessi passivi. Per alimentare questo secondo flusso i privati sono costretti a metterci del proprio, facendo ricorso ai propri risparmi e diminuendo la propria ricchezza (o aumentando la propria povertà per chi sta peggio), in un circolo vizioso senza fine.

La buona notizia è che sta diventando di pubblico dominio il fatto che di questo flusso possiamo fare tranquillamente a meno, senza nemmeno uscire dall’Euro, se mai qualcuno fosse terrorizzato all’idea. Si chiameranno Minibot o CCF, SIRE o Pincopalla, saranno essi cartacei, contabili o digitali è ciò di cui dalle retrovie tanti studiosi competenti, generosi e appassionati stanno discutendo in queste settimane.

Per iniziare a contenere il flusso di tasse/interessi che va verso l’alto occorre tagliare fuori la struttura parassitaria, e il secondo diagramma mostra proprio come sarebbe bello il mondo senza codesta sovrastruttura. O perlomeno fa vedere come un’emissione di Minibot sarebbe priva di tutte quelle spiacevoli conseguenze generate dal ricorso al prestito: aumento del debito, interessi passivi, paura dello spread, assoggettamento al potere delle banche e alla volatilità dei mercati.

Saranno la soluzione a tutti i problemi questi piccoli titoli? Porteranno il paradiso in terra? No di certo, ma sarebbero un primo fondamentale passo per uscire dall’inferno della schiavitù che il debito pubblico comporta.

Stiamo vedendo in azione un governo che non è esente da macroscopici difetti, e non solo da parte grillina (basti dire che i leghisti hanno incomprensibilmente appena salvato Radio Radicale), ma per una strana combinazione abbiamo dopo tanti anni un gruppo definito “di incompetenti” che ha la possibilità di fare in materia la cosa più competente che si possa realizzare in questo momento storico.

Un vero e proprio salto di paradigma, stavolta positivo. Non fermatevi.

3 commenti su “Chi e perché non vuole i minibot. Uno schema per capire”

  1. Nell’epoca dei bitcoin della blockchain e delle cartolarizzazioni i minibot sono una brillante idea che innegabilmente danno una bella spallata al dogma dell’euro

  2. lo schema è molto chiaro
    si evince che tasse e debiti sono solo in minibot
    ok una domanda ma se le tasse le paghiamo in minibot e i servizi dello stato si devono pagare in euro (perchè stipendi e materie prime si devono pagare e comprare in valuta vera no ?) come si fa ?
    a meno di ribadire ancora una volta le tasse e i servizi pagati con la moneta vera saranno solo quello dei lavoratori dipendenti che del resto sono quelli che già adesso pagano per tutti
    come sempre ci sono i mazziati e cornuti e sono i soliti noti
    non mi è ancora chiaro perchè la trovata così geniale non piace ad artigiani e imprenditori

  3. Borganti Patrizio

    Visto l’utilizzo previsto direi che basterebbe una compensazione tra crediti dei privati contro debiti per imposte nei confronti della pubblica amministrazione

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