Chiacchierata settimanale del dott. Rigoletto Corsini, medico fiorentino

zfirenze_centro_storicoFa sempre piacere la mattina sostare da “Gilli”, prima di andare in ambulatorio, e, a sedere, farsi servire un doppio caffè mentre sfogli la mattiniera “mazzetta” dei giornali…sì, ma la mia sosta mattutina ora si è ridimensionata: prendo troppi caffè durante la giornata e, allora, quello doppio mattutino di Gilli è diventato “scempio” e, ahimè, si è notevolmente assottigliata, anzi si è ridotta ai minimi termini, la “mazzetta”: non c’è più il “Corrierone”, infatti le pagine della Toscana sono, almeno per me, peggiorate assai…a parte il vieto conformismo che ha visto schierata la storica testata fiorentina in completo appoggio alla setta LGTB (Lesbiche Gay Trans e Bisex), non trovo più alcune storiche firme e anche la cronaca culturale e letteraria non è più essa: pensate come fa il mio stomaco, uno stomaco di un vecchio conservatore – (che pur, qualche volta, perché negarlo, ha fatto  voli pindarici fino  al Partito Liberale…quando ancora c’era – e lo conobbi mediante papà che era suo amico – un personaggio eccezionale come l’Onorevole Salvatore Valitutti…ai tempi in cui la canaglia sessantottarda scandiva, durante i cortei, tra gli altri slogan come “Tutto e subito” e “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne”, anche quello “Valitutti” non “Valiniente”…segno che valeva davvero, e molto!) – a sopportare i commenti di un certo Mario Leccisi o Lencisi, un tempo cronista de “Il Tirreno”, un vecchio aedo del prete rosso don Lorenzo Milani, quello che mio figlio Corradino, nonostante la mia disapprovazione perché non tollero un simile linguaggio, definisce “un povero leccaculo ammaestrato” – con un linguaggio fuori moda e fuori tempo massimo, che ricorda gli ardori barricadieri della contestazione pilifera contro l’acqua e il sapone, ardori temperati dal conformismo borghese che dà un tono a chi scrive sul giornalone della “borghesia illuminata” (non si capisce più se ora la “Palma d’oro” del conformismo borghese vada al “Corriere della Sera” o a “Repubblica” dell’ineffabile Eugenio Scalfari,  ) commenta banalmente, e con il paraocchi, avvenimenti e fatti politici…un conformismo da ARCI anni Settanta, da Oratorio Salesiano anni Cinquanta.

Mi rifacevo con il mio “Il Giornale” che, ricordo, papà acquistò per la prima volta nel lontano 14 luglio 1974 (credo di non sbagliarmi) quando mi portò da don Luigi Stefani che gli consegnò alcuni documenti sulla storia della Misericordia e , quasi per ricambiare, papà gli presentò “Il Giornale” diretto da Indro Montanelli dicendogli : “Ecco, don Luigi, finalmente, il nostro giornale…creda l’ho letto tutto d’un fiato…” e don Luigi : “Oh, dottor Corsini, me lo lasci davvero….finalmente, stamani sono andato in edicola per prenderlo ma era già terminato…non c’erano più copie”.

Già! Il “mio” “Il Giornale” che – avevo allora dieci anni – da allora ho letto abituandomi a quei caratteri di stampa, a quell’impaginazione…ho letto assiduamente fino a qualche giorno fa: era un pezzo che questo quotidiano era cambiato…da quando, ad esempio sparì la firma di Marcello Veneziani (Corradino afferma che fu licenziato su due piedi perché la Signorina Pascale Francesca – così si chiama la “fidanzata” di Silvio Berlusconi – non tollerava che scrivesse i fondi un giornalista “all’antica” che ancora osava difendere il matrimonio naturale uomo – donna e che considerava la famiglia come il tessuto connettivo della società) di cui apprezzavo molto la passione politica e il bello scrivere, con quei periodi incisivi  che sanno di sole, di fichidindia, di calura estiva,di profumo di zagare, come ritrovo in quel suo stupendo: “Ritorno al Sud” (Oscar saggi Mondadori),  che ho proprio qui, sul tavolo del mio ambulatorio, e, ogni tanto, vado a rileggermi qualche capitolo che mi fa vivere anzi ri-vivere, quasi ci fossi nato, quei luoghi, quei paesi, che nemmeno ho visitato…eppur mi sembra di appartenere. da sempre, a quella “gente cara”…. e poi quel suo “Rovesciare il 68” (Mondadori) , un saggio che – dopo tutto quanto è stato scritto e detto su quel periodo di contestazione – riesce ancora ad avvincerti, a cominciare da quel sottotitolo che è tutto un programma : “Pensieri contromano su quarant’anni di conformismo di massa”…ma eccolo il Veneziani che ti avvince, che marcia in senso contrario, che dà una pedata a quel conformismo che ha dettato pagine di melassa sui falsi miti della contestazione:

“Morì un anno prima che scoppiasse il 68, ma ne fu un appassionato precursore. Don Lorenzo Milani fu il mistico affondatore della scuola italiana…con la sua celebrata Lettera a una professoressa , voleva cambiare radicalmente e generosamente la scuola, ma contribuì a distruggerla …Altri idealisti in buona fede contribuirono in quegli anni a gettare le basi del nostro presente (gettare le basi qui sta per gettarle via, sostituendole col nulla); per esempio l’anti – psichiatra Basaglia che animato da benevolo furore di liberare i pazzi dai manicomi, ritenuti causa della loro follia, li mise in mezzo alla strada, gettando nella disperazione loro e i loro familiari. Oppure Pannella, che ingaggiò con la sua pattuglia liberale tante battaglie animate da fervore ideale, che produssero una società più bastarda ed egoistica, permissiva soprattutto con la morte, in forma di aborto, droga e suicidi, eutanasia, più contorno di orgoglio trans e omo…tra questi (idealisti) spicca don Milani. Che per giunta era prete …ed è morto pure giovane: Lasciando a noi posteri i danni bestiali della sua sublime utopia.

Don Milani…delineò il modello della scuola assembleare, finse perfino di aver scritto una sua lettera – libro insieme ai ragazzi, che in realtà assentivano soltanto…La scuola che non premia i meriti e le capacità , che non seleziona e non è fondata sull’autorevolezza  del docente, prepara sempre meno nella vita, non educa, non migliora; non produce alunni più liberi e uguali ma più bulli e prepotenti. E’ una scuola che non ha ridotto le distanze tra ricchi e poveri ma le ha ingigantite …

zattiliomordini“La selezione è un peccato contro Dio e contro gli uomini”, scrisse don Milani. Una bestialità che ha distrutto la scuola mentre i ragazzi si allontanavano da Dio e dagli altri uomini …Se togli i meriti resta il censo e quel che ti dà la famiglia. Al mio liceo il preside era figlio di contadini e da ragazzo faceva il contadino pure lui; e il professore di lettere era figlio di trovatelli.  Con la loro tenacia e le loro capacità si erano fatti strada; il latino per loro non era una forma di oppressione di classe , come sostenevano i seguaci di don Milani, ma una leva per emanciparsi, persino un mezzo di rivalsa rispetto ai ricchi, pigri e viziati, che non erano abituati ai sacrifici. La selezione dei più bravi aveva permesso il loro riscatto sociale…La brutta scuola di oggi è figlia dei begli ideali di ieri . A don Milani preferiamo un suo concittadino e coetaneo, scrittore in ombra, morto alla stessa età l’anno prima. Il terziario francescano Attilio Mordini – Lui capì che la scuola senza educazione, tradizione e meritocrazia non ha più un ruolo e a farne le spese sono più i poveri che i benestanti…

(Insomma) come chiudere con il 68? Istituendo per decreto presidenziale un cavalierato dei combattenti e reduci del 68, come già accadde ai ragazzi del 99. Che i loro capi ricevano l’onorificenza di commendatori. Istituite un Ordine in nome del Disordine. E sotterrateli .

E dunque dicevo che la mia mazzetta s’era assottigliata perché dopo il licenziamento di Veneziani – che sia stata o no la Signorina Pascale Francesca, già famosa spogliarellista, che ora sembra tenere “ambo le chiavi del cor di Federigo”, a volerne l’allontanamento – “Il Giornale” ha perso molto…poi aggiungi il “licenziamento” di un altro grande giornalista, Stefano Lorenzetto…e la morte di Paolo Granzotto…voi capite come il quotidiano di Paolo Berlusconi abbia perso i punti cardinali, anzi l’intera bussola…e a questo aggiungi un Vittorio Feltri assai ripetitivo, con delle fisse come quelle dello svuotamento delle carceri e della libertà per i delinquenti, dell’ateismo e dell’animalismo per cui, il più delle volte i suoi articoli riguardano la pappa di Fido o il pelo di Fuffi, la sua voglia di “eutanasia” , la sua difesa per ogni “perversione”, secondo il mio pensare, di ogni “diritto”, secondo il suo pensiero….

Insomma “Il Giornale” io non lo prendo più e, fino a poco tempo fa, acquistavo “Libero”,”La Nazione”, “Il Foglio”….poi – secondo Corradino, per volere dei  “poteri forti” ovvero della Massoneria, ovvero del duo Verdini – Angiolucci, almeno, ripeto, secondo il mio testardo figliolo – il Direttore di “Libero” colpevole di fare, come persona di centrodestra, la campagna per il NO al Regime di Renzi, è stato licenziato e sostituito proprio da quell’insopportabile Feltri (che, probabilmente, data anche l’età, non riesce più a mordere ma soltanto a slinguazzare), grande urlatore ma in realtà, in nome del dio Quattrino, ossequiente al Padrone di turno…

Così non prendo più neanche “Libero”; rare volte prendo “Il Foglio”, da quando si è appiattito – anche se talvolta trovo alcuni ottimi articoli di Matteo Matzuzzi oltre alla giornaliera “Preghiera” dell’ottimo Camillo Langone – sul regime Renzi – Verdini…Mi è rimasta “La Nazione”…così sono tornato alle origini in quanto, proprio “La Nazione”, era il quotidiano che circolava in casa nostra prima dell’avvento del montanelliano “Il Giornale”-

Ecco, si vede, che invecchio dal momento che è un’ora che scrivo quando bastava dire: compro meno giornali perché, ormai, sta scomparendo la stampa libera o, se preferite, la libertà di stampa….

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Bevo la mia tazzina di caffè, senza zucchero, sfoglio “La Nazione” e mi avvio, con passo veloce, al mio studio di via de’ Tavolini non senza incontrare, prima del mio arrivo, una diecina di “Vu cumprà” che ora sono diventati non solo fastidiosi ma arroganti e molesti, allungo ancora il passo e mi trovo davanti alla zingara, la cui immagine, nell’atto di alzarsi le sottane e mostrare il di dietro coram populo, gira sui telefonini di mezza Firenze, entro nel portone e salgo la rampa di scale e, nell’ambulatorio, trovo Corradino e il suo inseparabile amico avvocato Julo Alberto junior Scopetani che stamani avrebbe dovuto essere a Pistoia, con il suo collega, l’altro avvocato dello studio, Manlio Tonfoni, per una causa, ma che vedo ancora qui, e con un volto corrusco che non promette nulla di buono…lo stesso dicasi di Corradino che sembra voler entrar subito nell’agone con il padre (ovvero il sottoscritto), a suo parere, troppo “liberale” e, addirittura “neomodernista” perché, mi dice, “è ladro chi ruba e chi para il sacco” ed, evidentemente, la mia tolleranza viene scambiata da mio figlio per arrendevolezza e, sempre mi ripete : “Beh papà, lascia perdere la tua tolleranza…per la tolleranza c’erano delle case, anzi dei casini, che la stupidità clerico socialista fece chiudere” dove quel “clerico” sarebbe il povero “genitore A”, come tra poco bisognerà imparare a dire in omaggio alla demenza del gender, introdotta da questo governo che sull’etica è – e qui concordo con Corradino e con l’Avv. Scopetani – assai peggiore di quello disastroso di Zapatero…

Ma nonostante sia un conservatore, o forse proprio per questo, nascono i contrasti con mio figlio minore e con mia nuora Elsa, la moglie di Manfredi e, ora, anche con l’Avvocato Scopetani che sta portando sulle sue posizioni estreme anche il suo collega Avv. Manlio Tonfoni, l’amico di mio figlio Manfredi, fino a poco tempo fa molto più “moderato” e “riflessivo” …e proprio l’altro pomeriggio, a casa mia, i tre, più mia nuora Elsa, mi hanno sferrato un duro attacco perché , per tanti anni, ho votato Forza Italia e ha sentenziato Elsa:

 “Non me ne voglia, papà, siccome Forza Italia, voleva dire, più che Berlusconi, Verdini e Bondi – ed ora Pascale e Dudù – e lo dico senza offesa perché lei, papà, è una persona intelligente e non c’entra nulla con Bondi e inoltre è una persona perbene e non c’entra nulla con Verdini…ma, capisce, votando quella gente …li ha sostenuti…se fossimo cattivi diremmo che è stato complice …naturalmente in buona fede…ma sempre complice…” .

Ingoiai amaro e chiusi il discorso con un “lasciamo perdere…ognuno ha votato per i suoi…”, ma avrei voluto continuare facendo presente al mio secondogenito e a mia nuora che anche loro, senz’altro in buona fede, votavano -anche se ora l’hanno rinnegato – per quel tizio che, in Alleanza Nazionale, era l’equivalente di Verdini e Bondi in Forza Italia, quello che, ora, l’avvocato Scopetani chiama “L’uomo brutto delle farse” e che, dopo esser passato da Berlusconi ad Alfano nell’illusione di mantenere il seggiolone ha ricevuto, come quasi tutti i deputati alfaniani, un avviso di garanzia…per aver preso le tangenti sugli elicotteri venduti all’Isis…anche se lui, come Verdini, deve essere ritenuto – e ci mancherebbe altro – innocente fino a sentenza definitiva.

Per questo ho cambiato discorso…ma – e ti pareva – siamo andati a cascare sulla crisi della Chiesa e, anche in questo caso, mi son beccato le bordate dei due miei “ragazzi”, maschio e femmina, figlio e nuora, i quali non sopportano che io, a differenza di loro, assista al nuovo rito della Messa, pur preferendo l’antico, e frequenti la mia parrocchia…anche in questo sono “conservatore” e, anche in questo, vengo contestato in famiglia :

Guardi,  dottor Corsini – inizia l’avvocato Scopetani – nonostante lei sappia bene cosa ha fatto a me e alla mia famiglia il mio parroco, qualcosa che, ancora mi brucia e che, credo, continuerà a bruciare vita natural durante in quanto ha profanato la cosa più sacra,ovvero la morte, per la quale perfino i pagani avevano quel rispetto che non ha avuto quell’energumeno –  ebbene io, seguendo anche i suoi consigli ho cercato di dimenticare e di continuare ad andare a Messa in parrocchia, nonostante i canti demenziali durante la celebrazione, nonostante le eresie che si dicono ogni qualvolta i “fedeli” (sic) vanno a leggere quelle melense preghiere: preghiamo per Tizio… e per Caio..e giù idiozie a non finire…ho cercato di continuare a frequentare quella mia parrocchia – fino a sei o sette anni fa affollatissima e che, ora, ha ridotto le presenze dei fedeli al lumicino – nonostante le “verginone” (sic) in camicia da notte bianca che, pur non persistendo uno “stato di necessità”, manca poco che celebrino insieme al prete toccando l’Ostia consacrata con le loro manacce che …lasciamo perdere, dottore, so che lei non ama il linguaggio colorito…ho cercato di dar retta ai suoi consigli: vada alla Messa quando non ci sono le ministresse in camicia da notte…ma, creda, lo fanno apposta: un giorno le trovo alla Messa delle 10,30, un altro a quella delle 17, un altro ancora a quella delle otto…insomma sembra me lo facciano per spregio…e nonostante questo, nonostante le persone moleste che, spinte dal prete, pretendono di stringerti la mano anche se sei in ginocchio immerso nella preghiera,ho cercato di continuare a frequentare nonostante i proclami letti da quel parroco bilioso che parlano di “amici” e “nemici” come se il pastore di un gregge, che gli è stato affidato da Cristo, si possa permettere di dividere i suoi parrocchiani tra “amici” e “nemici”…insomma, nonostante la mia buona volontà c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e così, dottor Corsini, sa cosa faccio? Le leggo la lettera che ho inviato non al parroco ma, guarda un po’, al pretino viceparroco che, imbaldanzito, come un galletto marzolino in amore, emula il “capo” …e lo fa dilettantisticamente ….

E l’Avvocato Scopetani , questo trentenne , con quel suo fisico da Marcantonio, con quella sua sicurezza (o sicumera) propria dei giovani inizia a leggere ma, mi accorgo, ha la voce rotta dal pianto

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Lettera di “eretico” al suo cappellano

Gentile Reverendo,

Stamani mattina (giovedì 26 – V – 2016) ero, per caso, seduto in compagnia di tre amici, ad un tavolino posto in Corso Margherita davanti al Bar Unione, intento in una amena conversazione riguardante la vita paesana di una tanti anni fa…conversazione tra di noi ricorrente che diventa, spesso, un nostalgico amarcord. Del resto le rare volte che mi fermo al bar Unione si ripete questo “rito”, tra la consultazione di un quotidiano e la consumazione di un caffè e le solite “quattro chiacchiere al bar” prima di intraprendere il lavoro della giornata . Stavo dunque conversando al tavolino, dando le spalle alla panchina sulla quale erano sedute alcune persone, quando, alla domanda di un avventore una voce stentorea  ha esclamato risentita : “Lefebvre…Non sono lefebvriano…non sono eretico” , un’esclamazione che mi ha fatto sussultare (ma non mi sono mosso e sono rimasto fermo, con le spalle voltate) poi, dopo che anche gli altri amici hanno capito molto bene – e ci voleva poco a capirlo – che quella esclamazione era diretta a me, anch’io mi sono voltato e ho visto, con mia grande meraviglia, lei tutto eccitato: ormai a * * * per vedere o trovare un sacerdote bisogna andare la mattina, in qualche pasticceria, all’ora delle colazioni.

Veda, Reverendo, le antifone si capiscono al volo e stamattina io ho capito al volo a chi erano dirette quelle parole…e lo hanno capito benissimo anche gli altri avventori del bar dal momento che, con la sua partenza repentina, tutti si sono domandati (o se preferisce lo hanno domandato a me !) “come mai il cappellano le ha voluto dare dell’eretico?”.

Ci conosciamo bene, Reverendo, Ella è venuta più volte da me per la benedizione della casa, è venuta da me per portare l’Eucarestia alla mamma durante il lungo periodo d’infermità, ho ricevuto da Lei i Sacramenti e, più volte – quando la S. Messa non è celebrata a mezzadria con strane e inquietanti figure femminili in bianca camicia da notte – ho assistito al Sacro Rito e ho ascoltato ben volentieri le sue omelie, sulle quali non ho mai avuto niente da dire. Siccome in un paese ci conosciamo un po’ tutti anche Lei sa bene che, in effetti, io, essendo uomo della Tradizione, ho aderito alla Comunione Tradizionale che si ispira alla Dottrina perenne della Chiesa, e ho sempre preso posizione in difesa del Papato (indipendentemente dalla persona)  ed essendo strenuo difensore della Santa Messa in rito romano antico vengo (veniamo) definito/i “lefebvriano/i”, tout court. E la cosa mi onora altamente anche se nel dare tale appellativo non c’è certo l’ intenzione di farci un complimento…anzi….direi viste le varianti al “Lefbvriano” , come, ad esempio, reazionario, fascista, omofobo, arretrato, razzista, fuori dal mondo, rimasto cent’anni indietro (così, con questi due ultimi epiteti, mi definì, non avendo il coraggio di dirmelo in faccia, il pievano di * * * , parlando con un mio parente nel dicembre del 2014. C’è semmai quel piacere, tutto sessantottino, di fare del terrorismo verbale…e non solo verbale …Vede, io, in genere, lascio correre e, almeno non siano amici con i quali amiamo scherzare, e allora si accetta anche la battuta, io disprezzo questi “cazzerellini tutto pepe e sale” (Giosuè Carducci), oltre tutto desolatamente ignoranti e ideologicizzati.

Insomma, reverendo, stamane, dopo aver sentito quell’espressione, quando mi sono accorto che a profferirla era stato Lei sono rimasto amareggiato, amareggiato profondamente perché, mi creda, io non cerco potere, onori e altre sciocchezze – e le assicuro mai li ho cercati, altrimenti non avrei militato nelle file della Tradizione cattolica – ho solo una cosa a cuore: salvarmi l’anima e dunque mantenere la Fede e la Dottrina cattolica…da povero peccatore che ha, proprio con il peccato, lo stesso rapporto -ahimè – che ha il carbonaio con il carbone.

E poi, oltre tutto, nessuno accusò mai Monsignor Lefebvre, e nessuno lo accusa ora, di “eresia”…più volte il Sant’Uffizio (Ratzinger) riconobbe e riconosce tuttavia la piena ortodossia del grande vescovo francese : semmai la “scomunica” (ma c’è scomunica quando esiste lo stato di necessità?) fu comminata quando consacrò i vescovi validamente ma illegittimamente (senza il mandato di Roma) .

Quelle sue parole hanno risuonato, stamani, per me, come un oltraggio anche al Santo Padre, il quale si accinge a dare addirittura – dopo che fu tolta ogni scomunica ai vescovi – una “Prelatura personale” alla Fraternità Sacerdotale San Pio X e dopo che ha testualmente affermato : “Io non ho mai perseguitato la Fraternità San Pio X…quando ero in Argentina ho trovato anche un accordo sul seminario…mi domandano cosa farò : non perseguiterò quella Fraternità che è in piena ortodossia”

Poco dopo Papa Francesco annunziò che era stata data ai preti “lefebvriani” la facoltà di confessare durante tutto il Giubileo. Mons. Fellay era l’altro giorno in Vaticano . A differenza di Papa Benedetto XVI, che avrebbe voluto anche un “accordo teologico”, Francesco ha detto che intanto questa Fraternità va accettata poi penseranno i teologi a trovare la motivazione…Lo sapeva questo, Reverendo? Cosa vuol fare allora? L’inquisitore a dispetto del Santo Padre?

Veda quel sasso gettato a me e il nasconder poi la manina non mi è sembrato “misericordioso”…Ripeto: siamo stati al fianco della Chiesa fiorentina anche negli anni in cui chi, n nome dell’ortodossia ,voleva fare contro San Giovanni Paolo II, una chiesa parallela e ci si accorse solo dopo di questa setta criminale…degli stupri di massa di bambine portate all’orco in talare dalla tenutaria, la signora Rosanna Severi…e ci siamo accorti solo dopo …lasciamo perdere per carità cristiana…Del resto i cambiamenti ai vertici della Chiesa fiorentina parlano eloquentemente. Don Santoro (clicca qui) che pubblicamente ha fatto abiura della Fede e ha rinnegato il cattolicesimo (“Se Ratzinger è cattolico, ebbene io non sono più cattolico”) e che, anche ora “consacra” (si fa per dire) matrimoni pederastici, lo chiama “lefebvriano”?

I Docenti del Seminario fiorentino che hanno insegnato e insegnano tuttavia eresie grosse come una casa (questo l’ha saputo? L’ha saputo che ce n’è uno anche dalle nostre parti?) come li chiama, “eretici lefebvriani”?

Sono lefebvriani i preti che alla consacrazione invocano Maometto o che fanno riti ebraici, buddisti, sincretisti?

Potrei continuare all’infinito.

Veda, pronunziato da un altro quell’epiteto (eretico) ha poco valore. Pronunziato da Lei è di una estrema gravità (e stamattina le persone presenti lo hanno percepito) perché Lei è una persona consacrata, è una persona alla quale la gente viene ad aprire il suo cuore durante la Confessione (anch’io l’ho fatto), quindi se Lei davvero pensa che io sia un “eretico” ebbene Lei ha il dovere di usarmi la carità di dirmelo, fraternamente, di indicarmi dove sia l’eresia, la pertinacia nel continuare nell’eresia, ha il dovere di dirmelo perché io mi possa pentire ed emendare …così come Lei avrebbe, anzi ha il dovere, di ammonire me o altri, uomini o donne, laici o ecclesiastici, nel caso persistano, dando vergognoso scandalo, nel peccato pubblico…i pubblici peccatori, appunto.

Ecco io -nel caso dovessi davvero essere nell’eresia – avrei un solo desiderio: abbandonarla e salvarmi l’anima. Ma anche Lei avrebbe  un solo dovere: quello di ammonire con cristiana carità prima, con durezza poi. Secondo l’insegnamento perenne  della Chiesa e di tutti i romani pontefici, seguendo la Dottrina (“E se un solo iota verrà toccato sia anatema”) e la Fede di sempre a cui dobbiamo essere sottomessi per combattere l’eresia

Naturalmente attendo una risposta e La saluto in + Jesu et Maria Sanctissima eius Matre

Avv. Julo Alberto junior Scopetani

.

Durante tutta la lettura non è volata una mosca e, al termine, mia nuora Elsa ha chiosato :

“Hai fatto malissimo a inviare la lettera al “Cazzerellino” in quanto non solo non ti ha risposto né ti risponderà ma, addirittura, si servirà della tua lettera per cingere l’aureola del martire: sì, in questo clima di melenso leccaculismo -scusi, papà, se uso questo termine – il Cazzerellino si farà passare per eroe, perseguitato dai “reazionari”…questa è la loro serpentesca abilità: cambiare le carte in tavola…gente senza formazione, senza preparazione, senza vocazione pastorale, legata ancora al mondo e alle sue pompe, molte volte senza Fede, non dotata di grande intelligenza, che si immerge nelle beghe e nelle cattiverie paesane perché incapace  – come diceva Paul Claudel – di stringere in mano un po’ di cielo…lascia stare questa gente caro Julo Alberto, ricorda che il fico che non dà frutti va abbattuto…solo una cosa puoi fare: cambia venti…la domenica vai anche tu in una parrocchia seria, dove ancora si celebra la Messa di sempre e di tutti e dove troverai preti che sapranno aprirti il loro cuore nella Confessione, non cialtroncelli scamiciati che si riempiono la bocca di bla, bla, bla ,ma uomini veri…gli altri i cazzerellini, – mi  scusi ancora, papà, ma uso le stesse parole di Julo Alberto – lasciali perdere, ignorali…anzi no, c’è una sola cosa che amano e a cui tengono: il dio Quattrino…ebbene colpiscili lì, nel loro idolo, nel loro padrone…l’otto per mille che vadano a farselo dare dagli immigrati, in moschea, quella in cui si recò a cantare il Corano don Mohamed, vadano a farselo dare all’arcigay e all’arcilesbica…anche noi, con Manfredi, da quest’anno non daremo alla CEI  il nostro otto per mille…perché darlo a quella gente significa darlo ai nostri persecutori…”

Cerco di chiudere l’argomento che – non lo nego – ha amareggiato anche me …ma io, però, l’otto per mille lo darò lo stesso perché qualcosa andrà anche a quel mio vecchio parroco novantenne che ha mantenuto la fede e, come un soldato, sta lì, nella sua parrocchietta di trenta anime, come in trincea, ben conscio – ma questo i preti d’oggi, i Cazzerellini, non lo sanno – che la salvezza di un’anima val bene il sacrificio di una vita…

I ragazzi si accorgono che non è più il caso di “questionare” e Julo Alberto parte per Pistoia dove lo aspetta il suo collega Manlio Tonfoni… Corradino sta per prendere la strada o, meglio, l’autostrada per Lucca, dove, invece, lo attende, Laura, la sua bella fidanzata…siamo al venerdì pomeriggio e io resterò in solitudine, more solito, fino al lunedì mattina…ma, ormai, ci sono abituato…

Però Corradino si volta e, quasi ricordandosi improvvisamente, viene verso di me e abbracciandomi mi stampa un bacio in fronte : “Arrivederci a stasera, papà caro…”

Lo guardo incredulo è la prima volta che succede…sì, lo guardo incredulo quel ragazzaccio sbarazzino e fanatico, un po’ sboccato e guascone, ma con un cuore grande come una casa. E lui rivolto a me :

“Papà non voglio più lasciarti solo…stasera verrò con Laura che starà con noi per due giorni…verrò dopo essere stato a Pistoia a presentare la rivista “Controrivoluzione” insieme a Lorenzo Gasperini e Filippo Balugani, due ragazzi amici miei e di Laura che vorrei farti conoscere….sono eccezionali, tradizionalisti e cattolici doc…” 

Sono al settimo cielo…e così questo fine settimana e questa domenica saranno giornate piene di gioia e , a sera, reciteremo insieme il S. Rosario del mese del Sacro Cuore e, insieme, diremo le litanie e le preci (clicca qui) per ascoltare le lodi al Sacro Cuore)…non posso desiderare di più…ma stasera e domattina non mi laverò il viso per paura che quel bacio di mio figlio se ne vada via…

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Rigoletto Corsini

3 commenti su “Chiacchierata settimanale del dott. Rigoletto Corsini, medico fiorentino”

  1. Caro dott. Corsini, sull’8%° sto decisamente con Elsa: piuttosto che finanziare Galantino e Tv2000 è meglio finanziarli noi, i nostri buoni preti.
    Cordiali saluti.

  2. Stefano Mulliri

    Grazie , dottor Corsini , ognitanto , spero che in Italia, ci siano altre persone , come Lei, e spero anche che, ci siano , politici come lei , e spero anche, che nella chiesa , ci siano preti , come intende lei. Ma purtroppo , la desolazione è tanta, ovunque , vedo un italia imbastardita , in tutto , vede caro dottore , fino a qualche anno fà , mi illudevo , ancora che nonostante , la sinistra ,e la magistrattura militante, l’Italia ,potesse rimanere un baluardo, contro certe derive, e invece ora , faccio fatica anche a vedere , parrocchie e chiese, che non siano, infettate da questo strano morbo , che ha inquinato tutto , e dico, aiuto mio Dio , dove finiremo di questo passo ?
    Io non ne ho , Risposte, dico solo IDDIO ci aiuti.

  3. Non conosco questo signor Corsini. Leggendo, mi appare simile ad un mio amico. Mi par di riconoscere anche quel paese cosi bene descritto. Ma cosa penso? Che esistano due luoghi eguali? Comunque mi è simpatico questo Corsini. Sono amico di Ezio Corsini di Ronta di Mugello. E’ figlio di un cugino di primo grado del vecchio Pievano del mio paese. Ma non mi pare che siano parenti.

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