di Mauro Faverzani
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Massoneria, in Francia è sempre peggio. O meglio, in Francia è sempre più evidente (più che altrove) la commistione tra logge e poteri. Il che rende estremamente superficiale ed ingenua la posizione di quanti (più del dovuto) minimizzino il fenomeno, di quanti sostengano che delle varie obbedienze non si debba più aver paura, di quanti ritengano che abbiano perso l’influenza d’un tempo nei salotti che contano, di quanti insomma si illudano (cattolici compresi, il Card. Ravasi docet) che con loro sia possibile financo “dialogare”…
Le cronache dicono, una volta di più, esattamente il contrario. È l’associazioneCivitas ad aver pubblicato una foto quanto mai esplicita, foto che dimostra quanto, negli anni, la presenza di massoni nel governo francese si sia fatta pesante e determinante. Tema, questo, cavalcato anche dall’agenzia Médias-Presse-Info e dal settimanale Le nouvel Observateur, commentando la scelta dei nuovi ministri, compiuta dal presidente François Hollande.
Una scelta davvero singolare: Jean-Michel Baylet, a capo del dicastero alla Pianificazione del territorio, della Ruralità e degli enti locali; Jean-Vincent Placé, nuovo Segretario di Stato incaricato delle Riforme e della Semplificazione. Hanno in comune tutti e due una cosa sola: proprio l’appartenenza alla massoneria. In particolare, Baylet e Placé, così come il premier Manuel Valls, il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian ed il Segretario di Stato incaricato dei Trasporti, Alain Vidalies, sono stati tutti iniziati al Godf ovvero al Grand’Oriente di Francia, che non è proprio paragonabile ad una bocciofila: è anzi la prima obbedienza massonica di Francia con 52 mila «fratelli» e «sorelle».
Conosciamoli, allora, nel dettaglio. Jean-Michel Baylet, 69 anni, al suo quarto incarico ministeriale, si professa radicale di sinistra: il che, tuttavia, non gli impedisce di essere l’amministratore delegato del gruppo editoriale La Dépêche di Tolosa e di figurare tra i 500 professionisti più ricchi di Francia. Médias-Presse-Info ricorda come il 13 marzo 2003 egli sia stato condannato dalla Corte d’Appello di Tolosa per uso improprio di beni sociali. Jean-Vincent Placé, 47 anni: si professava radicale di sinistra, prima di entrare nel gruppo Eelv ovvero in Europa Ecologia I Verdi. Ha frequentato a lungo il tempio della loggia La pietra angolare. Oggi co-presiede il club Erel-Ecologia, Repubblica e Libertà, assieme alla senatrice Esther Benbassa. Anche di lui l’agenzia Médias-Presse-Info ricorda una condanna per diffamazione contro l’on. Christian Vanneste: fu emessa nel 2012 dal Tribunale penale di Parigi.
Nel 2014 ha dichiarato all’emittente Rtl di aver regolato i conti a proposito dei 18 mila euro di infrazioni stradali commesse utilizzando l’auto messa a disposizione dei funzionari del consiglio regionale. Secondo alcune indiscrezioni, riprese dal settimanale L’Express, anche Ericka Bareigts, deputata socialista de La Réunion, oggi nuovo Segretario di Stato incaricato della Vera Eguaglianza, sarebbe nell’orbita della massoneria francese; così come il nuovo ministro della Cultura e delle Comunicazioni, Audrey Azoulay, 43 anni, tramite suo padre André, è ritenuta molto vicina al club mondialista Il Secolo. Insomma, alla fine pare proprio che il cerchio si chiuda. Con buona pace di coloro che ritengano la massoneria oramai un’ininfluente associazione filantropica… (Mauro Faverzani)
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2 commenti su “Coi nuovi ministri sempre più massonico il governo Valls – di Mauro Faverzani”
Col cardinalone in cima alla piramide che dialoga con la massoneria , ogni altra situazione appare una quisquilia.
La figlia primogenita della Chiesa, come ho detto altre volte, è resa immune solo perché il Signore ha i suoi piani e perché Dio avrà scelto per essa una strada più dura. Certo, non spetta a me e a noi tutti indagare i piani del Signore. Ma non posso non pensare a Don Bosco e al sogno di Parigi in macerie e del Pantheon in fiamme, quel Pantheon che sappiamo cosa simboleggia. Se Valls e lorsignori pensano che i conti di Dio con la Francia si sono esauriti con le tasta mozzata di Luigi XVI, erede di coloro che non vollero accogliere gli inviti del Signore, si sbagliano di grosso. Quel monito pesa sulle loro (e nostre) teste più che mai.