Concistoro straordinario sulla famiglia – Il testo della relazione del Card. Walter Kasper e il commento del prof. Roberto de Mattei

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“Kasper non può cancellare storia e dottrina con una clamorosa rivoluzione culturale e di prassi”

Il Foglio on line pubblica oggi  in esclusiva il testo della relazione del teologo Card. Walter Kasper al Concistoro straordinario sulla Famiglia del 20 febbraio u.s., insieme a un commento del prof. Roberto de Mattei.

Per leggere il testo integrale CLICCATE QUI

 

 Vedi anche:

Le ragioni di Marx per la pubblicazione del testo di Kasper (Accontentato)    – di Matteo Matzuzzi

Un documento segreto, esclusivo e straordinario. La relazione del cardinale Kasper su famiglia e matrimonio al concistoro

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6 commenti su “Concistoro straordinario sulla famiglia – Il testo della relazione del Card. Walter Kasper e il commento del prof. Roberto de Mattei”

  1. Ripercorro a ritroso l’interessantissima lettura (per la quale ringrazio tutti coloro che l’hanno permessa).
    La “casistica”, dice opportunamente il Papa, è sempre un grimaldello satanico per far passare “legalmente” delle cose che una legge umana può permettere, ma che la Parola di Dio (tanto decantata quanto aggirata) non ammette. La Chiesa non può quindi adeguare il catechismo al “caso pietoso”.
    Tuttavia la Chiesa, sposa di Cristo, abitata dallo Spirito santo, riceve tra gli altri il dono della pietà: ed è questo dono che deve animare l’atteggiamento verso l’oggettivo dolore di chi vede naufragare un matrimonio e ne può portare in un certo senso le “ferite” (ma anche la gioia del dono dei figli) in una nuova promessa di fedeltà. In questo senso potrebbe essere del tutto sensato il segno del perdurante digiuno eucaristico sacramentale (anche perchè in molti casi c’è il segno stupendo della vita dei figli che si vorrebbe educare alla fede) insieme ad una convinta ed esplicita pratica, -anche proposta “liturgicamente”- della comunione spirituale. La Chiesa potrebbe, di fronte a certi cammini (comunque di numero assai esiguo) acconsentire, come già avviene, all’annullamento del primo matrimonio o a consentire particolari percorsi penitenziali, come in ambito ortodosso, ma sicuramente non sarebbe la norma e non me lo vedo ne’ come fenomeno di massa, ne’ come strada per riavvicinare alla fede chi se ne è allontanato: di certo a monte del problema dei divorziati risposati e dei sacramenti negati, molte diocesi dovrebbero fare i conti con il disastroso atteggiamento pastorale su molti altri temi, come giustamente pensa il Prof. de Mattei: se c’è così tanta distanza tra il cattolico medio e il catechismo, ci sarà pure qualche responsabile e qualche “non detto” sulle troppe complicità con la mondanizzazione spirituale e la dittatura del relativismo che sono in continuità tra Benedetto e Francesco…
    Se mai dunque la Chiesa dovesse “aprire spiragli” è da escludere che si tratti di un processo legislativo “allargato” e “di massa”: in questo senso verrebbe però a decadere la ragione della preoccupazione per quelle larghe fette di giovani i cui genitori, impossibilitati ad accedere ai sacramenti, sarebbero in difficoltà a trasmettere in modo adeguato la fede, creando un danno “post-generazionale” per la Chiesa (in realtà, se una coppia di divorziati risposati educa alla fede i ragazzi con sincerità e senza polemiche, questi comprendono benissimo il catechismo…).
    Il Card. Kasper ha posto la questione. La stampa del mondo sta già “convincendo” i cattolici titubanti che “alea iacta est”, mentre stuoli di cattolici riformati sono già da tempo oltre il Rubicone.
    In fondo la Chiesa non ha bisogno di maggioranze. Paolo VI con l’Humanae vitae remò contro. In ogni caso la Bibbia, che tutti dovremmo leggere assiduamente, su molti argomenti è fin troppo esplicita, senza mai mancare di pietà. In fondo “chi sono io per giudicare” Tizio o Caio? E’ verissimo. Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi a smettere di chiederGlielo: infatti se il nostro peccato viene negato, sancendo “tutto regolare”, mica avremo da vivere con umiltà il timor di Dio pregando il Padre Nostro che sia fatta la Sua volontà. Facciamo ciò che meglio ci aggrada, così non dovremo più pentirci di nulla. E’ la “pietà radicale”, di fronte a un feto, a un matrimonio in crisi, al malato terminale, all’embrione congelato, all’amore contro natura… Poverini… Così educhiamo i nostri figli, dicendo che la Chiesa è cattivona e che la croce è un’assurdità. In fondo, dicono i laicisti, in croce ci vada chi la abbraccia… Sarà così per la Chiesa che non capisce che è lì che si finisce, anche cercando di assecondare Erode o Pilato, che hanno altri interessi e possono giocare sia su chi tradisce e si impicca, sia su chi rinnega e piange, pur non essendo assolutamente la stessa cosa. Resta Maria: stabat… Lei resta, in silenzio. E’ la cosa migliore. In fondo sarà Dio stesso a portare a compimento la sua opera.

  2. Era inevitabile che l’errante Vaticano si squalificasse da solo. Ormai la sua nuova dottrina lo porta a sofismi smaccati, a equilibrismi insostenibili.

  3. Se il sale diventa scipito, con cosa lo si salerà? Questa esecrabile proposta, non giriamoci tanto intorno, non farà altro che essere un incentivo ai divorzi! Invece di preoccuparsi ex post dei problemi, cercare invece di risolvere il problema alla radice no eh??? Se uno divorzia, ha deliberatamente scelto di disobbedire a Dio, a meno che non abbia subito il divorzio(questo è chiaro). In ogni caso invece di inopportuni Sinodi CIARLIERI perché non pensano a ricordare agli sposi le promesse cui essi stessi si sono reciprocamente vincolati? Nella buona e nella cattiva sorte: dice qualcosa questo? Il matrimonio continua anche di fronte ad un abbandono, finché anche un solo coniuge rimane fedele alle sue promesse, il matrimonio rimane vivo e vegeto e non si dovrebbe sentire l’esigenza di andare ad abbeverarsi ad altri pozzi anche perché, Qualcuno che sembra si faccia una gran fatica a citare(invece di “dotte” citazioni se ne fanno a iosa) ha detto che chi berrà di quest’acqua avrà di nuovo sete. Scusate lo sfogo ma, fossi io il Santo Padre, ne farei saltare un bel po’ di porpore, eccome se lo farei.

  4. Patrizia Stella

    L’analisi minuziosa che il prof. de Mattei compie nei confronti dell’istituto matrimoniale come lo ha voluto Gesù Cristo e come lo vorrebbero ridurre, purtroppo, certi suoi ministri, è foriera di gravissime conseguenze, anzi potrebbe essere già il segno delle prime crepe per un prossimo scisma all’interno della Chiesa perché non si può venir meno alla Parola di Dio!
    Infatti se si vogliono assecondare ciecamente le debolezze della società senza fare una seria analisi sul perché ci troviamo in questa drammatica situazione di disgregamento di tutti i valori, in particolare della famiglia, si finisce col “picconare” la dottrina perenne della Chiesa, il Magistero, in una delle più importanti istituzioni di origine divina quale la famiglia voluta da Dio sin dalla creazione del mondo (vedi Mt.10,2). Questo rischia di aprire una breccia verso ulteriori e sempre più gravi concessioni che minano la nostra fede e che non aiutano certamente le persone ad essere felici perchè aumenterebbero i loro problemi e la loro disperazione. Oltre che supplicare l’aiuto del Signore con la preghiera, sarebbe opportuno manifestare pubblicamente il proprio dissenso onde far giungere la nostra voce agli alti vertici della Chiesa, nella speranza che ci ascoltino.

  5. Con grande amarezza noto come in seno alla Chiesa non si faccia più nemmeno il minimo cenno al “destino eterno” dell’uomo, alla “vita eterna” che tutti ci attende.
    Il cardinale Kasper scrive : «La Chiesa… non vuole imporre la fede a nessuno. Può solo presentarla e proporla come via per la felicità». Detto così sembra lo slogan di certi libri oggi in gran voga!
    La Chiesa propone invero la fede a tutti come via per la “vita eterna” nella beatifica visione di Dio. Solo così può rendere felici ( con una sublime felicità spirituale e non certo con la illusoria “felicità” propagandata dal mondo laico, che finisce inevitabilmente per tramutarsi in “depressione”) gli uomini in questa terra, in questo “esilio” che permane -– lo constatiamo tutti i giorni -– una “valle di lacrime”. La felicità può solo provenire all’uomo dalla beata speranza di ricongiungersi per sempre con Dio. Non certo nell’ infrangere i divini comandamenti : una malintesa “misericordia” non può infatti che condurre alla perpetua dannazione.

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