Consigli librari per difendersi dall’invasione

C’è da rimanere senza parole se si osserva lo strapotere dello schieramento di forze del fronte immigrazionista, attivo nel favoreggiamento dell’immigrazione, nella propaganda a favore della sua legittimità e persino necessità, nell’impegno socio-politico per la distruzione etnica e civile dell’Europa, nell’aiuto concreto all’invasione, nell’accoglimento, mantenimento (a spese nostre) e difesa giuridica degli invasori, nell’aggressione, nelle campagne d’odio e nella diffamazione nei confronti di chi all’invasione si oppone, nelle perentorie richieste di censura delle idee identitarie.

Sono schierati su questo fronte quasi tutti i quotidiani, gli organi di stampa, le televisioni (RAI e le altre), potenti associazioni ricreative e culturali, le ricche ONG, provocatorie, arroganti, piratesche e criminali come ha dimostrato il recente caso della Sea Watch, i sindacati, la magistratura con le sue sentenze, il Papa, la Chiesa e le molte sue articolazioni (come la CEI, molte parrocchie, la Caritas, la Sant’Egidio), salvo qualche coraggioso presule e molti sacerdoti (peraltro, spesso costretti al silenzio dalle gerarchie ecclesiastiche), le sette protestanti come la Tavola Valdese e gli evangelici.

Subdolamente, la propaganda immigrazionista viene contrabbandata nelle fiction, nelle produzioni cinematografiche, nei docufilm. Ancor più subdolo, per il pubblico a cui è rivolto, è lo spaccio del veleno dell’immigrazionismo nelle scuole, nei libri di testo, nei programmi scolastici. Infine, ma potremmo continuare ancora nell’elenco, sono impegnati nell’apologia della “Grande sostituzione dei popoli” tutti gli appartenenti allo star-system, così come a quello letterario, scrittori, saggisti, narratori compresi i soliti, annunciati vincitori di premi letterari che dai loro attici e dalle loro ville pontificano sul “dovere dell’accoglienza”.

La situazione sarebbe disperante, se non ci fosse dato di constatare come la saggezza popolare sia ancora un argine alla dissoluzione: nonostante la minacciosa, invasiva e martellante propaganda immigrazionista, la maggioranza degli italiani, ci dicono i sondaggi e i risultati delle elezioni, è contraria all’invasione allogena, alla distruzione della nostra identità, del nostro viver civile, della nostra sicurezza, delle nostre radici storiche, religiose e culturali.

Anche per questo si sta affermando, nonostante i tentativi di censure e di boicottaggio, una letteratura, pur ancora minoritaria, anti-immigrazionista: coraggiosa, informata e di qualità. Credo che sia nostro dovere, ma anche nostro interesse, aiutare e sostenere questi autori e queste case editrici, acquistare questi libri, leggerli, diffonderli, consigliarli, propagandarli, regalarli.

Nel 2019 sono stati editati non pochi ottimi testi sull’immigrazione. Uno di questi, Le verità nascoste. Indagine sull’immigrazione, assai consigliabile per la completezza e la profondità con cui vengono narrati gli attori palesi e occulti, le motivazioni, le origini, i vari atti recenti e meno recenti relativi al fenomeno, è già stato presentato su questo sito il 28 giugno attraverso l’intervista del suo autore, Mario Di Giovanni. Aggiungiamo altri due validissimi testi che sono una miniera di argomenti e di informazioni per difenderci dalla totalitaria propaganda pro-invasione.

Daniele Scalea, Immigrazione. Le ragioni dei populisti, Historica Edizioni. Nella prefazione Guglielmo Picchi lo definisce: “un libro conciso e leggibile, ma con abbondanza di dati e richiami ad autorevoli studi”. Ed è così: ben documentato, consequenziale nell’esposizione, chiarissimo, argomento per argomento, nelle conclusioni. Un testo che smantella sistematicamente, uno per uno, tutti i luoghi comuni sull’immigrazione. Un testo coraggioso, perché nega quelle che tutto l’oppressivo e totalitario apparato dei favoreggiatori dell’invasione ci presenta, arrogantemente, come “verità”.

Daniele Scalea, studioso di Storia, Politica e Geopolitica, nelle prime pagine del libro individua con chiarezza l’origine dell’ideologia immigrazionista: nata in seno alla sinistra neomarxista e terzomondista, ha rapidamente conquistato l’egemonia culturale nelle università, nei giornali e nella letteratura. “Il suo progetto è la realizzazione di una società nuova, multiculturale, e di un uomo nuovo, sradicato da tradizioni e nazioni. […] La decostruzione della tradizione occidentale è un obiettivo dichiarato e passa anche per la diluizione della sua civiltà in una realtà multiculturale”.

Con abbondanza di dati e di cifre, l’autore mette in luce la situazione demografica presente: l’implosione della popolazione bianca ed europea e l’esplosione di quella africana. Ma soprattutto denuncia gli effetti futuri dell’aggressione migratoria all’Europa e delle diverse dinamiche demografiche: anche se molti governi europei scoraggiano o addirittura vietano la diffusione di statistiche su basi etniche, gli europei bianchi si avviano, nei prossimi decenni, a diventare minoranza sulle loro stesse terre.

Si chiede l’autore: essere invasi conviene economicamente? No, è la risposta ben fondata su cifre, dati e ricerche. Nonostante quello che scrivono gli apologeti dell’ideologia della diversity, ad esempio, la diversità non rende più creativi o innovativi. Ancora: l’immigrazione abbassa il costo del lavoro e ciò costringe i nativi ad accettare salari più bassi e induce gli imprenditori a non investire in innovazione per aumentare la produttività.

Sperare di risolvere i nostri problemi demografici con l’immigrazione, anziché con decise politiche nataliste, significa disprezzare la nostra etnia e la nostra civiltà, auspicando quella che Renaud Camus ha definito “la grande sostituzione dei popoli”. Non è poi vero che “i migranti fanno i lavori che i nativi non vogliono più fare”; è solo una questione di giusto salario e di giuste condizioni del lavoro. Nel Mezzogiorno i braccianti autoctoni (tra l’altro portatori di un’atavica cultura e competenza agricola) sono stati espulsi dal mercato del lavoro dai bassissimi salari in nero degli immigrati.

Ricerche empiriche negli USA hanno dimostrato che, dopo le espulsioni dei clandestini, manodopera locale, pagata il giusto, manda avanti le farm. Non è vero che “gli immigrati ci pagano le pensioni”, perché non si considera il lungo e lunghissimo periodo, quando gli immigrati incominceranno a incassare. Inoltre la loro partecipazione all’occupazione attiva e regolare è bassa. In termini di spesa sociale, i costi dell’immigrazione (sanità, scuola, welfare, sicurezza, giustizia penale) sono di gran lunga superiore ai benefici, senza contare i costi indotti degli italiani privati dell’accesso a politiche di sostegno come abitazioni, scuole efficienti, assistenza (pubblica e privata) e così via.

È infatti vero quello che viene percepito dall’opinione pubblica e che invece viene spudoratamente negato dagli immigrazionisti: gli immigrati delinquono molto di più degli autoctoni e questo vale in tutta Europa. In Italia, a fronte di un 10% di immigrati, questi rappresentano il 30% degli imputati per omicidio, il 25% per lesioni, il 35% per violenza sessuale, il 65% per sfruttamento della prostituzione, il 35% per furto, il 40% per traffico di droga, il 35% per violenza a pubblico ufficiale. E i dati non considerano i reati commessi da immigrati di seconda generazione, nati in Italia.

Intellettualmente convincente è poi l’analisi, da parte dell’autore, dell’ideologia immigrazionista (“La cultura marxista è passata dall’operaismo all’immigrazionismo, ma sempre con un occhio al sovvertimento della tradizione e dell’ordine sociale”), la sua imposizione attraverso la perversione delle parole (“razzismo”, “xenofobia”), la sua elevazione a dogma non contestabile, pena l’esclusione sociale attraverso la demonizzazione dei dissidenti, la censura, l’epurazione, quando non la persecuzione giudiziaria sulla base di leggi liberticide.

Un libro non soltanto interessante e istruttivo, ma anche utile, che andrebbe distribuito in tutti quegli ambienti che sostengono, talvolta persino in buona fede, un’invasione ostile e pericolosa verso la nostra etnia, la nostra civiltà, la nostra storia, le nostre radici, la nostra religione.

Francesca Totolo, Inferno Spa. Viaggio tra i protagonisti del business dell’accoglienza, Altaforte Edizioni. Non era mai accaduto che un fenomeno criminale godesse di un così vasto supporto internazionale da parte di Governi, partiti politici, organizzazioni civili/religiose e movimenti di opinione, così come nella Storia non era mai accaduto che uno Stato o un gruppo di Stati rinunciassero a esercitare il controllo dei propri confini”.

A esprimersi così, nella prefazione, è Gianandrea Gaiani, uno dei maggiori esperti italiani di strategia e geopolitica. Una competente prefazione per un testo che rappresenta un lavoro esemplare di giornalismo d’inchiesta sulle caratteristiche, la genesi, i fondatori, i finanziatori, le attività legali e illegali delle centinaia di Onlus, Associazioni, ONG impegnate nel favoreggiamento all’immigrazione, nella propaganda a favore dell’invasione, nella diffamazione di chi la combatte, nel patrocinio offerto a chi pretende di potersi impunemente stabilire in Italia per approfittare del nostro welfare ed esercitando uno spudorato parassitismo sociale a spese degli Italiani.

L’autrice, Francesca Totolo, blogger, esperta in comunicazione, ricercatrice indipendente sul fenomeno migratorio, ha costruito un testo in cui le varie categorie di favoreggiatori dell’invasione vengono, per analogia, assimilate a personaggi, bolge o gironi infernali: i Caronte come i taxi del mare, gli ipocriti, le grandi ONG progressiste, i traditori della Patria, le associazioni italiane impegnate nella difesa, supporto e protezione legale ai clandestini, i consiglieri di frode, associazioni di giornalisti o grandi giornali dediti alla propaganda a favore della dissoluzione civile, i barattieri, gli spalleggiatori politici della sinistra italiana.

All’interno delle categorie, per ciascuna ONG o associazione esaminata, l’autrice ci fornisce una documentatissima serie di informazioni, dati, cifre, nomi di finanziatori (spesso siamo noi, attraverso lo Stato o l’Unione Europea), storie, misfatti. Non sempre i dati finanziari sono acquisibili, perché caratteristica di questi gruppi è la totale assenza di trasparenza, che copre finanziatori come l’immancabile Soros (che, direttamente o indirettamente, le finanzia quasi tutte). Ma, note o ignote, sono cifre imponenti che consentono a questi gruppi di acquistare navi, scialuppe, aerei, pagare basi ed equipaggi.

Scorrono così nel libro schede dedicate a nomi già noti, come Sea Watch, ONG dedita ad azioni piratesche e criminali, disobbediente alle leggi e agli ordini della guardia costiera, Medici Senza Frontiere, che ha mantenuto in navigazione tre navi e che ha traghettato illegalmente circa 78.000 invasori, Save the Children che anch’essa ha traghettato migliaia di “migranti” e nel cui Board siedono nomi importanti della nostra finanza, Jugen Rettet a cui la RAI, pagata da noi, ha dedicato un agiografico documentario. E poi Mission Lifeline, finanziata anche dalla Chiesa Cattolica tedesca.

Vi sono poi potentissime associazioni come Amnesty International, pagata da governi e dalla Commissione Europea e di cui scrive Totolo: “Si può facilmente definire Amnesty International come l’arma propagandista di Soros” o come Human Rights Watch e Oxfam International, entrambe finanziate dall’Open Society sorosiana. Non poteva mancare Avaaz, dedita al sostegno di partiti, candidati o temi di sinistra in tutta Europa, come la Bonino, in Italia, o alla propaganda contro l’AfD in Germania e contro Trump negli USA. Inoltre Avaaz è dedita in rete allo “sporco lavoro”, collaborando con Facebook, del controllo, della delazione e del killeraggio nei confronti dei siti “non conformi”, sovranisti, identitari e nazionalisti per farli chiudere.

Troviamo gruppi come l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI), impegnata nel far ottenere anche ai clandestini i benefici del welfare e che dovrebbero essere riservati, per ovvia logica, agli italiani e attiva nella cosiddetta “lotta alla discriminazione”, cioè nella persecuzione giudiziaria di chi si oppone all’immigrazione. E ancora, l’ARCI che, non dimentichiamolo, venne fondata nel dopoguerra dal Partito Comunista e che tuttora ha come simbolo una stella rossa, con l’immancabile Arcigay e molti altri ancora.

Da non sottovalutare l’azione censoria svolta dall’Ordine dei giornalisti, dal FNSI (il sindacato dei giornalisti) e dall’AGCOM (l’autorità garante per le comunicazioni) nell’impedire un linguaggio chiaro (come l’uso del termine “clandestini”) e una informazione obiettiva sulla stampa attraverso la cosiddetta “Carta di Roma”, un sorta di orwelliano protocollo di controllo, da parte dell’ideologia immigrazionista, sui termini e sulle idee espresse dai pochi organi di stampa rimasti ancora liberi.

Interessante, nella vasta documentazione, fotografica e documentale, inserita nel libro trovare anche i nomi delle associazioni che hanno aderito alla campagna sorosiana Welcoming Europe: tra queste il Partito Radicale, l’Acli, l’Arci, Legambiente, Libera, Magistratura Democratica, la Caritas.

4 commenti su “Consigli librari per difendersi dall’invasione”

  1. Ottimo articolo, ma, nel pessimismo generale che se ne deduce dalle varie onlus, testate giornalistiche, associazioni e via discorrendo tutti ovviamente pro-immigration, si evince però come dalle ultimissime statistiche, che il 60% (almeno) della popolazione italiana sia contro l’immigrazione in Italia, anzi, il 29% pensa che il governo debba fare ancora di più per fermare l’immigrazione clandestina. Personalmente credo più al pensiero del popolo (che al contrario del pensiero di tantissimi intellettuali di sinistra non è affatto ignorante) e questo mi rincuora un pochino e mi rende un po’ ottimista.

  2. Sono andato a cercare il libro della Totolo su Amazon (https://www.amazon.it/Inferno-Viaggio-protagonisti-business-dellaccoglienza/dp/8832078058/ref=cm_cr_arp_d_product_top?ie=UTF8). Ha 19 recensioni, di cui 15 molto positive e quattro iper-negative, che esprimono più insulti che pensieri razionali. Da notare che tutte le recensioni positive portano la dicitura “Acquisto verificato” cosa che non avviene per nessuna delle quattro negative. Evidentemente, il pensiero unico è molto attento a contrastare qualsiasi espressione che gli si opponga, ma non al prezzo di comprare qualche libro…

  3. Qui ci dovrebbe essere un’organizzazione di popolo, una specie di insurrezione, di contrasto attivo organizzato, essere presenti come lo sono loro nei luoghi dove avvengono questi sbarchi per contrastarli e mostrare ai vari potentati suesposti che il popolo italiano è ferocemente contrario all’invasione e che è disposto a menare le mani e se ciò non bastasse, il governo dovrebbe attuare il blocco navale e sparare contro chi tenta di forzarlo. Solo cosi si dà un forte segnale che non stiamo scherzando, che quell’Italia con cui hanno sempre giocato e guardato con sufficienza non esiste più.
    Questa per noi sarà una crociata moderna perchè chi riuscirà a venire in Italia, per il 90% è islamico e questo non possiamo assolutamente accettarlo. Dobbiamo esser memori di Poitiers nel 732, del Sacco di Roma del’830 e 846, di Lepanto 1571 e Vienna nel 1683. Solo per indicare i fatti più importanti. Con la differenza che in questa crociata saremo soli, non avremo più la chiesa che in passato era quella che riusciva ad unificare le forze cristiane per contrastare gli islamici che da Maometto, se escludiamo i due secoli delle crociate, hanno sempre tentato di conquistare l’Europa. Ricordiamo Urbano II, S.Pio V, S.Marco d’Aviano, santo caduto nell’oblio perchè oggi molto politicamente scorretto che però salvò Vienna e con Vienna tutto l’Occidente.
    Come ricordavo, oggi però saremo soli, non esiste più, se non in minima parte, quella fede che è riuscita in passato a coagulare le varie nazioni europee in contrasto all’Islam e non esiste più quella Chiesa gloriosa demolita con il Concilio vaticano II. Oggi abbiamo un magistero eretico ed anche apostata giudicato cosi in questi giorni da uno dei cardinali dei Dubia: Brandmuller. Finalmente qualcuno ha cominciato ad alzare la voce contro questa “banda di diavoli” con a capo Bergoglio che ha usurpato il Soglio di Pietro estromettendo Benedetto XVI con l’aiuto dei grandi potentati finanziari massonici mondiali.
    Se tutto ciò non avverrà molto probabilmente si avvererà quella singolare predizione del grande sensitivo torinese Gustavo Rol che nel 2025 il popolo italiano sarà composto per il 60% di gente di colore (al 90% islamico) e per il restante 40% di origine caucasica. Che in numeri vuol dire 60 milioni di italiani e 90 di gente di colore che avrà invaso l’Italia…è questo quello che vogliamo? con tutte le micidiali conseguenze che si possono immaginare? se no, dobbiamo svegliarci e anche se non abbiamo questa fede che fa da collante, dovrà essere il nostro istinto di sopravvivenza a difendere la nostra civiltà, la nostra cultura, i nostri figli e la nostra fede cristiana.

  4. Ma se il popolo vota Salvini e vota molto poco, significa che questa classe dirigente & compagnia bella, venduta o prostituita, conformista per convenienza, stupida autolesionista, viziata, viziosa, intimidita, non incanta, è screditata. Lo hanno confermatole ultime elezioni in Sardegna. Il fenomeno rischia di rompere il giocattolo mondialista arcobaleno.

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