Coronavirus ed evoluzione tecnologica della specie. Asimov lo aveva previsto cinquant’anni fa

Megalomane, claustrofilo e agorafobico, in sociologia neo-malthusiano, da buon democratico fermamente antidemocratico. Fiero avversario dell’informazione indipendente e promotore dell’istruzione digitale fu anche presidente della American Humanist Association. Ateo scientista ossessionato come pochi dal mito giudaico del golem, convinto sostenitore della tesi del sovrappopolamento mondiale e dei cambiamenti climatici solo che a differenza degli odierni ecologisti sosteneva (e anche a ragione) la tesi del raffreddamento terrestre e non del surriscaldamento. Vate del controllo eugenetico delle nascite Izaac Ozìmov poi divenuto Isaac Asimov odiava i grandi spazi e “sognava di vivere chiuso dentro un cubicolo nella subway di Manhattan”. Uno dei segreti del suo successo oltre al suo genio letterario è stata la capacità di proiettare, come molti spiriti rivoluzionari, la propria psicastenia sulle masse annoiate del suo tempo, sapendo estendere a tutti le proprie ansie e profezie di sventura.

Qualcosa di molto simile all’opera di un altro rivoluzionario tormentato: Martin Lutero. Questi riuscì ad imporre la propria personalità nevrotica e controversa come paradigma della condizione umana universale. Analogamente Asimov immaginò ed auspicò che l’umanità per le mutate condizioni di vita e in virtù di uno sviluppo tecnologico inarrestabile e a suo avviso ineluttabile dovesse vivere in anguste celle sterili (come piaceva a lui), spesso sotterranee, lontane dalla fastidiosa luce del sole, evitando assembramenti e gruppi sociali promiscui (vi ricorda niente?). Lo scrittore ebreo immagina un futuro in cui le città saranno costruite come dei grandi termitai ermeticamente separati dal mondo esterno e gli abitanti della terra vivranno in ambienti chiusi e sterilizzati, con aria filtrata, microbiologicamente puri…

Gli uomini del futuro pertanto non saranno più in grado di vivere e respirare all’aria aperta avendo perso la capacità fisica, psichica e immunitaria per vivere a contatto con gli agenti naturali esterni. Si sentiranno soffocare negli spazi aperti e in mezzo alla natura proveranno un senso di smarrimento e insicurezza, spauriti dinanzi alla vastità del mondo reale percepito come denso di rischi e di pericoli, soprattutto per la loro salute, governato da forze oscure che non possono controllare interamente. Eco di paure ancestrali, tipiche di culture tribali, matriarcali, quindi totalitarie, e primitive governate dalla paura delle forze della natura “tutta piena di demoni” avrebbe detto Talete.

Ora ci troviamo dinanzi ad un mutamento antropologico senza precedenti su scala globale. L’umanità sta attraversando un momento cruciale non solo sul piano delle abitudini e dello stile di vita dei singoli individui ma sul piano della percezione di sé medesima e del proprio rapporto con il mondo, la vita e la morte. Un “uomo nuovo” dunque, riplasmato e ricalibrato per un “mondo nuovo”. A questo proposito riemerge nella sua raccapricciante attualità il ciclo letterario fantascientifico di Isaac Asimov che ha ispirato il film “Io robot” (2004) nel quale l’autore profetizza l’avvento dell’intelligenza artificiale (I.A.) regolata da quelle che lui chiama “leggi della robotica”.

Nel 1964 Asimov con acume e senza esagerazioni prevedeva che nel 2014: “le cucine saranno progettate per preparare pasti automatici… Pranzi e cene completi, a base di cibo semipreparato, verranno conservati nel congelatore finché non saranno pronti per essere lavorati…Nel 2014 i robot saranno pochi e di scarsa qualità, ma comunque esisteranno. Ci saranno calcolatori, in gran parte miniaturizzati, che fungeranno da “cervelli” dei robot…Le comunicazioni telefoniche saranno visive e sonore al tempo stesso e si potrà sia vedere che sentire la persona con cui si parla al telefono. Lo schermo potrà essere usato non solo per vedere le persone durante le telefonate, ma anche per studiare documenti e fotografie e leggere brani di un libro. Grazie a satelliti spaziali con orbite sincronizzate a quella della Terra sarà possibile comunicare direttamente con ogni luogo del pianeta, comprese le stazioni meteorologiche in Antartide…

L’agricoltura tradizionale terrà il passo con grande difficoltà e ci saranno fattorie che si convertiranno ai più efficienti microrganismi. Prodotti a base di lievito e alghe trattate saranno disponibili in una vasta gamma di sapori. All’Esposizione del 2014 ci sarà un’Alga Bar che servirà “finti tacchini” e “pseudobistecche”. Non saranno affatto male, ma ci sarà una forte resistenza psicologica a questa innovazione.

Non tutta l’umanità potrà godere appieno di queste innovazioni. Rispetto a oggi ci sarà una fetta maggiore di popolazione che ne sarà privata, e anche se queste persone vivranno meglio di oggi, dal punto di vista materiale, rimarranno comunque indietro rispetto alle parti del mondo più avanzate.

In senso relativo la loro condizione peggiorerà. La situazione sarà ulteriormente aggravata dai progressi dell’automazione. Nel 2014 saranno pochi i lavori di routine che le macchine non sapranno svolgere meglio di qualsiasi umano. Il genere umano diventerà quindi in gran parte una razza di guardiani delle macchine. Le scuole dovranno essere ripensate in questa direzione. Non saranno solo le tecniche di insegnamento a progredire, cambieranno anche le materie: gli studenti delle superiori studieranno nozioni fondamentali di informatica, diventeranno esperti di matematica binaria e saranno addestrati all’uso dei linguaggi informatici.

Nonostante questo l’umanità sarà afflitta da un profondo senso di noia, un male che si espanderà sempre di più, crescendo d’intensità. Ci saranno conseguenze serie sulla sfera mentale, emotiva e sociologica, e prevedo che nel 2014 la psichiatria sarà di gran lunga la branca più importante della medicina. I pochi fortunati che potranno svolgere un lavoro creativo di qualsiasi tipo saranno la vera élite del genere umano, perché solo loro faranno qualcosa di più che stare al servizio di una macchina.

La previsione più fosca che posso fare sul 2014 è dunque che in una società che costringe al riposo, la parola più bella del vocabolario diventerà “Lavoro”! (Isaac Asimov, Come sarà il mondo nel 2014).

Questa previsione oggi appare molto meno fantascientifica, anzi, con alcune leggere modifiche si può dire perfettamente azzeccata per il tempo presente. Ma non si creda che la religiosità sia sparita nel mondo della “rivoluzione digitale”. Tutt’altro. I “demoni” del neo-paganesimo contemporaneo si chiamano virus, batteri, germi, infezioni che ovviamente si trovano “là fuori”, nel mondo dell’ignoto, quello “non fatto da mani d’uomo” (Eb 9,11). Un processo d’involuzione intellettuale e spirituale che ha portato l’umanità a rigettare il proprio destino trascendente per ricadere nelle paure ataviche dell’animismo e dello sciamanismo stavolta però con i rimedi della religione psico-sanitaria e dei cataplasmi digitali.

Asimov aveva ragione. Quello che resterà della specie umana, o almeno di una larga fetta di essa, sarà un insieme di individui che interagiranno più con le macchine e i computer che con i propri simili. Le relazioni umane saranno sempre più filtrate dai cervelli elettronici e gli abitatori del “nuovo mondo” comunicheranno e lavoreranno attraverso display interattivi e pannelli virtuali (smartphone, laptop, tablet ecc.) comodamente dalle proprie celle abitative. Uno scenario preconizzato da Asimov che sta progressivamente prendendo forma concreta.

L’occasione che ha permesso l’accelerazione di questo processo di digitalizzazione (leggasi disumanizzazione) è l’allarme pandemico predicato e imposto alle masse spaurite e disperse, nel quale attraverso lo strumento di controllo e ricatto del rispetto delle norme igienico sanitarie e di un ossimorico “distanziamento-sociale”, vera e proprio contradictio in adiecto, stiamo transitando a nostra insaputa alla nuova “Fondazione” che Asimov aveva pensato per noi. Gli omuncoli del futuro diventato presente sono giunti al punto di sentirsi al sicuro soltanto negli spazi stretti ed angusti dei propri appartamenti in uno stato di autosegregazione indotta, separati gli uni dagli altri incapaci di rivolgersi al compagno che gli sta affianco ma tutti protesi verso la voce autorevole del grande fratello masmediatico divenuto unica fonte certa di verità. Poco importa se la realtà smentisce l’allarmismo e le previsioni catastrofiche degli epigoni del nuovo potere psico-sanitario. “Se la teoria è smentita dai fatti – dichiarò Hegel – tanto peggio per i fatti!”. A questo punto solo un ambiente sterile (termine che significa “privo di vita”), purificato da ogni agente che non sia stato plasmato dall’uomo può essere un luogo categorizzato come vivibile dall’“umano” robotizzato. Infatti “i robot – dichiarò Asimov ad un giornalista – siamo noi”.

Molti forse senza averne piena consapevolezza aspettano che arrivi un Gandalf a liberarli dall’inganno che gli odierni Grima Vermilinguo hanno ordito per imbavagliarci, silenziarci e asservirci mediante la paura ad un potere subdolo e totalitario. Molti fratelli paralizzati dal veleno ipnotico di Saruman ansimano sotto le mascherine chirurgiche, nuova stella di Davide che i nuovi deportati necessariamente devono indossare nella segreta speranza che Mithrandir li liberi dall’incantesimo e dica loro: “Respira di nuovo l’aria libera, amico mio!. Ma aprire gli occhi sulla realtà non è sufficiente, bisogna rivendicare la propria libertà combattendo per essa: “Le tue dita riconoscerebbero meglio la tua forza se afferrassero la tua spada!”.

E mentre il mondo si prepara ad un salto in avanti nell’era digital-sanitaria è necessario che i naufraghi della piena psicotica che ci ha travolti negli ultimi tempi calchino il cammino opposto a quello del mondo e ritornino alla realtà, alla natura, al mondo delle “cose” che posseggono una substantia. “Imparerai più nei boschi che nei libri – scriveva san Bernardo; gli alberi e le rocce ti insegneranno le cose che mai nessun maestro ti dirà”.

1 commento su “Coronavirus ed evoluzione tecnologica della specie. Asimov lo aveva previsto cinquant’anni fa”

  1. Menti anestetizzate e azioni prontamente obbedienti agli input ricevuti: questa è purtroppo la condizione dei più. Non più la naturalezza nelle amicizie, nei rapporti persino fra parenti. Terrore di tutto, impedita ogni spontaneità, ci si scruta a distanza e quando proprio non se ne può fare a meno, ecco un ridicolo contatto di gomiti, gesto odiosissimo e per giunta inutile. Da che satana si è perfettamente incarnato nelle élites che ci manovrano, non siamo altro che ridicoli e assurdi robot che fino a qualche mese fa non avremmo mai pensato di diventare. Nei momenti in cui si avrebbe più bisogno di conforto, si scompare inghiottiti negli ospedali dove solo il malcapitato malato sì e no viene accettato; mentre là fuori capita di assistere a scene allucinanti di gente che affranta chiede al telefono in quale reparto sia finito il padre, il marito, il nonno… incubi reali, situazioni allucinanti. Ne usciremo superando noi stessi e la paura che ci ha ridotto a omuncoli? Disgraziatamente non siamo neanche più capaci di pregare e nemmeno ne sentiamo l’urgente necessità, ché tutto è così basso, così terra terra, così materiale. Che Dio ci scampi da un disastro ancora più grande.

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