CULMEN ET FONS – rubrica settimanale di Andrea Maccabiani

La domenica di Passione e la velatio delle immagini sacre


Con la V domenica di Quaresima si entra nel tempo detto “di Passione”, caratterizzato da maggiore austerità nei segni e decisamente orientato al S. Triduo Pasquale. Il simbolo di maggiore impatto è certamente la velatio delle immagini sacre presenti in Chiesa, che consiste nel coprire con panni di tessuto violaceo i crocifissi, le statue e i dipinti. E’ un uso molto antico la cui interpretazione coinvolge diversi piani:

-dal punto di vista storico l’usanza trae origine dall’antica disciplina della penitenza pubblica. I penitenti che si fossero macchiati di colpe particolarmente rilevanti, erano separati dal resto della comunità per tutta la Quaresima, col divieto di entrare in Chiesa e partecipare dei S. Riti. Il mercoledì di quinquagesima ricevevano dal Vescovo la consegna della penitenza e la cenere, segno distintivo del loro cammino. Al termine della quarantena, erano riammessi in chiesa con una cerimonia pubblica di riconciliazione celebrata il giovedì santo, appena prima di iniziare il S. Triduo pasquale a cui tutti potevano finalmente partecipare. Col tempo fu coscienza del popolo cristiano che tutti i fedeli fossero meritevoli di penitenza e bisognevoli di espiazione: le ceneri si cominciarono a distribuire a tutti i fedeli all’inizio della quaresima e la penitenza fu estesa a tutti. Non risultò possibile però escludere tutti fisicamente dalle chiese, per ovvie ragioni; si generò dunque l’uso di coprire il presbiterio con una tenda violacea per punire la vista dei fedeli. Il simbolo è di facile interpretazione: col peccato si è esclusi dalla comunione dei Santi e dalle realtà celesti. Gli usi più antichi prescrivevano la velatio per tutta la quaresima, come ancora oggi avviene nel rito ambrosiano.

-dal punto di vista spirituale e scritturistico la velatio è collegata alle parole del Vangelo di S. Giovanni proclamate la V domenica di Quaresima: “Iesus autem abscondit se et exivit de templo  -Gesù si nascose e uscì dal tempio”  al termine delle diatribe con sacerdoti e farisei. Nella scelta delle pericopi evangeliche proclamate nella liturgia si assiste ad una tensione sempre maggiore tra il Signore e le autorità religiose dell’epoca: l’esacerbarsi di tale situazione porterà poi all’arresto, al processo e alla pena capitale di Gesù. Essendo citato il fatto che il Signore si nasconda, portò alla prassi di velare i crocifissi e le altre immagini a partire da questa domenica, secondo le norme ancora vigenti. Nella liturgia di Paolo VI è possibile ancora velare le immagini o dalle Ceneri o dalla domenica di Passione (oppure non farlo affatto, come capita nel 90% dei casi!).

Le immagini sacre rimangono coperte fin dopo la Veglia Pasquale. Il Crocifisso invece viene coperto di bianco il giovedì santo e solennemente scoperto durante la liturgia del venerdì santo.

Altri piccoli segni liturgici di austerità sono l’omissione del Gloria Patri al termine dei salmi o delle antifone sia della messa che dell’ufficio. Nella messa viene inoltre omesso il salmo 42 nelle preghiere preparatorie e il salmo per il lavabo.

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