Dear Mr. Fantasy, le “battaglie pacifiste” di Joan Baez – di Fabio Trevisan

DEAR MR. FANTASY

 Le “battaglie pacifiste” di Joan Baez

 

“Nel profondo del cuore, io lo credo, tutto sarà superato”

 

Proveniente da una famiglia dell’alta borghesia statunitense (il padre era un rinomato fisico di origini messicane, la madre era professoressa di letteratura), Joan Baez è stata una delle maggiori interpreti di quelle lotte per i diritti civili che l’hanno vista fin dai primi anni ’60 abbracciare le istanze della popolazione nera, con Martin Luther King in testa, e professare gli ideali di pacifismo soprattutto contrari alla guerra in Vietnam, diventando icona e voce dell’attivismo nonviolento (in tal senso ha scritto una biografia dal titolo eloquente: “Le battaglie di Joan Baez, la voce della nonviolenza”).

La cantautrice e attivista newyorkese si è unita artisticamente e sentimentalmente, per un certo periodo, a Bob Dylan, condividendone lo spirito critico antiautoritario che avrebbe condotto al fatidico rivoluzionario ’68.

Dotata di un’estensione vocale ragguardevole, tanto da venir soprannominata “l’usignolo di Woodstock”, è stata una cantante folk che già si fece notare, appena diciottenne, al Newport Folk Festival del 1959 arrivando nel 1961 al disco d’oro con l’album: “Joan Baez, vol.2”. Seguace dei famosi folk singer statunitensi Woody Guthrie (1912-1967) e, in particolare, Pete Seeger (1919-2014), interpretò di quest’ultimo una canzone: “We shall overcome” https://www.youtube.com/watch?v=1osKWCDXl40

, che divenne nel 1963 l’inno della marcia contro l’apartheid, tanto da esibirlo al leggendario Festival di Woodstock del 1969 https://www.youtube.com/watch?v=RkNsEH1GD7Q

 

Ecco il testo integrale di quell’inno rivoluzionario:

We shall overcome (Noi trionferemo)

Riusciremo a superarlo

Riusciremo a superarlo

Un giorno ne saremo fuori

 

Nel profondo del cuore,

Io lo credo

Un giorno tutto sarà superato

 

Cammineremo mano nella mano

Cammineremo mano nella mano

Cammineremo ancora mano nella mano

 

Nel profondo del cuore, io lo credo

 

Vivremo ancora in pace

Vivremo ancora in pace

Un giorno avremo ancora la pace

 

Nel profondo del cuore, io lo credo

 

Noi non abbiamo paura

Noi non abbiamo paura

Un giorno tutto sarà superato.

 

Dopo quell’inno di successo, cantato successivamente da numerosi interpreti, da Bruce Springsteen a Mahalia Jackson, da Roger Waters dei Pink Floyd fino a Claudio Baglioni, la Baez fondò nel 1965 l’Institute for the study of nonviolence, divenendo nel tempo paladina di molte istanze libertarie, sostenendo da una parte Amnesty International o Emergency fino ai “diritti” di gay e lesbiche dall’altra.

Credo che con Joan Baez si possa affermare l’unità dei due aspetti fondamentali della rivoluzione del ’68: quello ugualitarista e quello liberale. Se infatti ella ha sempre sostenuto politicamente posizioni anarchiche (basti pensare al testo del brano Here’s to you dedicato agli anarchici italiani Sacco e Vanzetti uccisi negli Stati Uniti nel 1927) e sinistrorse (la sua Gracias a la vida fu dedicata al Cile di Salvador Allende), ha pure espresso il suo appoggio a tutte quelle battaglie per l’abbattimento liberale di tutte le barriere e i freni che l’hanno coinvolta da un punto di vista etico.

Credo che la frequentazione di personaggi come Steve Jobs da una parte e Furio Colombo dall’altra, al di là di ogni pettegolezzo che è completamente fuori dall’orizzonte di questa rubrica, attesti ancora una volta questa sua duplice natura rivoluzionaria.

11 commenti su “Dear Mr. Fantasy, le “battaglie pacifiste” di Joan Baez – di Fabio Trevisan”

  1. Credo che la colpa grave di quella generazione di cantautori (in primis Neil Young, del quale fui un grande fan) sia quella di non aver mai ammesso il totale fallimento degli ideali che li muovevano. Purtroppo il pacifismo ed il liberismo sono sabbie mobili sulle quali non si può costruire nulla di stabile.

    1. È una grande artista. La fede non ci impedisce di vedere il bello intorno a noi, Dio ce lo manda anche attraverso persone che non lo hanno (ancora) conosciuto. Il competentissimo curatore di questa rubrica si sente che è anche un sincero appassionato di musica pop(olare)

  2. Non si può negare a Joan Baez la capacità di incantare, con la sua meravigliosa voce. Nonostante che le sue idee siano… quelle che sono.

  3. dal punto di vista musicale e canoro è senz’altro degna di nota. Sono d’accordo con Reinhold quando scrive che il limite di quella generazione (lo riscontro in parte anche in mio padre, nonostante l’età gli stia donando ultimamente non pochi guizzi di insperata saggezza 🙂 ) sia quello di non aver affatto riconosciuto il sostanziale fallimento di quelle Ideologie, o il far fatica ad ammettere che esse, opportunamente strumentalizzate, dalle elite (taluni si spingono addirittura a sostenerne la creazione “in vitro”) , abbiano costituito l’humus ideale per lo sfascio odierno, e per l’abominevole baratro totalitario che ci attende svoltando l’angolo, il cui fetore è già chiaramente percepibile nel presente.

  4. Non capisco perché i miei commenti non offensivi e rispettosi delle altrui opinioni non vengano pubblicati, sono una vostra assidua lettrice, dal momento che richiedete l’indirizzo email mandate cortesemente due righe di spiegazione. Grazie

    1. Gentilissima Valentina, se si riferisce al commento che abbiamo da poco pubblicato, si tratta solo di avere un poco di pazienza.Come può immaginare, il lavoro su questo sito è fatto da persone che sottraggono tempo ad altre attività e in modo totalmente gratuito. Queste sono le due righe di spiegazione.
      Grazie per la sua attenzione

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