di Giovanni Lazzaretti
Ho fatto un sondaggio tra i miei indirizzi e-mail. Suonava così:
“Il mondo nel suo complesso è in grado di saldare il suo debito?” intendendo “debito monetario”, non debiti morali o altre accezioni del termine. Chiedo di scegliere la risposta senza fare studi particolari, ma basandosi solo sulle conoscenze che ognuno ha già acquisite. Cinque risposte in ordine alfabetico:
1) E’ impossibile rispondere, perché la presenza delle attività in “nero” occulta una parte dei dati economici e finanziari
2) La domanda non ha senso: poiché a ogni debito corrisponde un credito, il mondo nel suo complesso non ha ne’ debiti ne’ crediti
3) No
4) Si
5) Teoricamente si potrebbe rispondere; ma poiché occorrerebbe raccogliere un’enormità di dati, e dati in continua evoluzione, la risposta per motivi di ordine pratico non si può dare
Chi avesse delle altre tipologie di risposte da proporre, le aggiunga. Grazie.
Ho ricevuto 36 risposte. 5 persone hanno fornito risposte “altre” che ho conservato, ma che non posso analizzare, perché aprirebbero troppi fronti di discussione. I 31 rimanenti si sono così divisi: (risposta n.1) 3 persone (2) 13 persone (3) 12 persone (4) 1 persona (5) 2 persone.
Le risposte n.1 e n.5 descrivono situazioni reali di incertezza, ma il grosso delle persone ha scelto ugualmente la risposta “NO”, nonostante queste incertezze. In alternativa hanno scelto la risposta “da partita doppia”: crediti e debiti si compensano, il mondo è a saldo zero.
Alcuni dei “NO” hanno aggiunto delle motivazioni: pensano a un “NO” perché il debito è troppo grande. Una persona però ha scritto una motivazione diversa.
La mia risposta è “NO” e azzardo un motivo da ignorante quale sono, però convinto che sia così. Il debito è costituito da interessi gonfiati ed è enormemente più grande della ricchezza reale disponibile per cui è assolutamente impossibile che possa essere saldato. […] F.
“Debito più grande della ricchezza disponibile”, è questa la risposta giusta. Ma anche la risposta n.2 appare giusta. Com’è possibile? E’ possibile perché il nostro mondo è impostato su un colossale trucco, ossia la confusione tra “debito” e “mezzi per pagare il debito”.
Oggi provo a spiegarmi con una favoletta.
C’è un’isola sperduta nell’oceano, grande e ricca quanto basta per vivere autonoma, disinteressata a ogni contatto con l’esterno. Un colossale tsunami la travolge e la distrugge completamente. Si salvano solo 10 famiglie sull’altopiano. 10 famiglie che chiameremo convenzionalmente coi nomi dei capofamiglia: Alberto, Berto, Carlo, Dario, Enea, Fabio, Giorgio, Helmut, Italo e Luigi.
Guardano in basso sconsolati; con lo tsunami hanno perso tutto: parenti, amici, organizzazione statale, banca, scuola,… Però non sono dei trogloditi. Hanno conservato conoscenze e cultura, in più l’isolamento in cui vivevano li aveva abituati a risolvere ogni cosa tra loro dell’altopiano, per cui la loro vita ordinaria può faticosamente ripartire: hanno l’agricoltura, sanno lavorare legno e metalli, sanno fare i muratori, eccetera.
Si guardano anche nelle tasche. Ognuno ha un po’ di Talleri-Oro, tutti considerano azzerati i loro debiti e crediti con “quelli di laggiù” che sono morti nello tsunami; estinti ovviamente i conti correnti perché la banca non c’è più; restano solo i debiti e crediti tra loro: una fornitura non saldata, uno stipendio da riscuotere, un prestito personale, un garage venduto e non pagato, eccetera.
Alberto ha 110 Talleri-Oro in tasca, 800 Talleri di credito, 100 di debito. Berto 130 Talleri, 1400 crediti, 700 debiti. Carlo 150t 2750c 800d. Dario 170t 1050c 250d. Enea 300t 1200c 300d. Fabio 220t 900c 1000d. Giorgio 150t 850c 2000d. Helmut 910t 1000c 3500d. Italo 610t 50c 1250d. Luigi 250t 0c 100d.
Stabiliscono che ogni famiglia debba avere in tasca almeno 100 talleri come minimo vitale, poi si mettono a saldare alcuni debiti e crediti, e si trovano in questa situazione:
A 110t 700c 0d – B 100t 800c 70d – C 1670t 430c 0d – D 410t 560c 0d – E 160t 1040c 0d – F 100t 200c 180d – G 100t 230c 1330d – H 100t 430c 2120d – I 100t 50c 740d – L 150t 0c 0d
(prendete carta e penna, o un foglio di Excel, per le verifiche).
Ci sono 3000 talleri a disposizione in totale. L=Luigi ha solo talleri, non ha né debiti né crediti. B ha un piccolo debito che non può pagare perché ha solo 100 talleri in tasca, ma è comunque nella categoria dei creditori. ACDE sono creditori assoluti: hanno talleri e crediti, niente debiti. GHI sono debitori assoluti: hanno il minimo vitale dei 100 talleri, qualche credito che non riescono a riscuotere, molti debiti. F ha più crediti che debiti, ma i crediti li ha con BGHI che non possono pagare.
I “debitori assoluti” GHI devono globalmente 3480 talleri, al netto dei loro crediti. Siamo in una situazione di debito impagabile: se anche ABCDEFL donassero tutti i loro talleri a GHI, questi ultimi non riuscirebbero a saldare i loro debiti.
A questo punto è necessaria una decisione “politica” per sbloccare la situazione. Una buona soluzione sarebbe questa: stampiamo 30.000 New-Taller, li distribuiamo in parti uguali tra le 10 famiglie, ognuno salda subito i suoi debiti e così si riparte.
Ma le cose non vanno così, e succede invece una cosa un po’ strana. I creditori ABCDE vedono che sono in grado di costituire una comunità tra di loro, comunità che contiene in sé tutte le competenze necessarie per vivere. Stampano 15.000 Good-Taller e se li dividono tra loro in parti uguali.
“Perché non li avete stampati anche per noi?” chiedono FGHIL stupiti.
“Avete poco credito. Non possiamo stampare moneta anche per voi. Produrrebbe una iperinflazione” rispondono ABCDE.
Fiorisce la comunità ABCDE, langue la comunità FGHIL; e a un certo momento ABCDE chiedono la restituzione dei debiti.
“E come possiamo pagarvi se abbiamo 550 Talleri-oro in tutto? Dovremmo stampare moneta anche noi, e pagarvi con quella.”
“No, la vostra moneta sarebbero dei Bad-Taller che non possono circolare nel nostro ambiente; dovete pagarci con dei Good-Taller. Facciamo così: noi vi prestiamo 1000 Good-Taller a testa, al modestissimo tasso del 3% annuo. Voi lavorate, trafficate, guadagnate, e così restituirete sia il vecchio debito sia il nuovo debito con interessi”.
Vediamo un po’ la situazione. Prima FGHIL avevano 3460 talleri di debito netto nei confronti di ABCDE e avevano 550 talleri a disposizione. Differenza 3460-550=2910 di debito impagabile. Adesso hanno 8460 talleri di debito e 5550 talleri a disposizione 8460-5550=2910 di debito impagabile.
Che cosa è cambiato però? E’ cambiata la “sensazione”. Ognuno dei cinque FGHIL ha adesso l’illusione di poter singolarmente restituire il debito (e potrà realmente farlo, se è un bravo lavoratore e se le cose gli vanno bene), ma ha perso la consapevolezza che la sua comunità FGHIL globalmente non ha alcuna possibilità di saldare i debiti. Cominceranno a diventare non più una comunità, ma singoli soggetti in competizione o in lite tra loro.
Trascorso un anno, la comunità FGHIL consegnerà il 3% di 5000 a ABCDE = 150 talleri. Così adesso la comunità FGHIL ha ancora 8460 talleri di debito, ma ha solo 5400 talleri a disposizione. Il debito impagabile è salito a 8460-5400=3060 talleri. Dopo un altro anno siamo a 8460-5250=3210 talleri impagabili. Un altro anno e siamo a 8460-5100=3360 talleri impagabili.
Nel frattempo appare l’inflazione: i prezzi mediamente devono essere gravati di quel 3% da consegnare a ABCDE. Prezzi in crescita, rarefazione del circolante, naturale illanguidimento dell’economia di FGHIL. Hanno bisogno di altro circolante: a debito ovviamente, al tasso del 4%.
“Perché stavolta è il 4%?” chiedono costernati FGHIL.
“Perché non siete ancora riusciti a saldare il debito. Siete inaffidabili e il mercato vi punisce.” rispondono le vipere ABCDE.
Iniezione di “denaro fresco”, 5000 Good-Taller al 4%. Debito a 13460, circolante 10100, debito impagabile 3360 talleri. Ma a fine anno se ne vanno 150 talleri del primo debito, 200 talleri del secondo debito. Debito a 13460, circolante 9750, debito impagabile 3710 talleri.
Continuate il giochetto per un po’ di tempo, con l’aiuto di un foglio Excel.
La “comunità emettitrice” ABCDE preleva continuamente interessi da FGHIL e contemporaneamente fa crescere il debito e l’inflazione. Dopo un po’ di anni ABCDE non hanno più bisogno di lavorare: utilizzano una parte degli interessi riscossi per comprare ciò che FGHIL producono.
La “comunità emettitrice” è diventata “comunità del capitale autoalimentato”: per vivere bene basta loro utilizzare una parte degli interessi riscossi. FGHIL sono di fatto diventati i loro schiavi.
E’ facile dire: “Svegliatevi FGHIL! Fate due conti e liberatevi dal trucco! Emettete gratis la vostra moneta! E’ il vostro lavoro che dà valore alla moneta che emetterete, non è l’avere o non avere credito! Emettete moneta, concordate un cambio di valuta con ABCDE e restituite il debito!”. E’ facile dirlo, perché le famiglie sono 5 e i conti sarebbero in grado di farli.
Ma supponete che invece di 5 famiglie ci siano 6 miliardi di persone, ognuna convinta che pagare il proprio debito sia possibile, ognuna presa inconsapevolmente nella trappola del “denaro emesso a debito”. Non ci si salta fuori, schiavi sono e schiavi rimangono.
“Se l’ente che emette denaro è il medesimo ente che presta quel medesimo denaro a interesse, il debito del mondo, per ragioni matematiche, e non per la buona o cattiva volontà dei popoli, è impagabile.”
E il nostro mondo funziona esattamente così.