Ha preso il nome della senatrice Monica Cirinnà perché è stata lei a presentare il disegno di legge sulle unioni civili che porta dritto dritto al riconoscimento delle convivenze omosessuali con tutto quel che ne consegue. Ma, in realtà, quello delle unioni omosessuali è un calderone messo da tempo sul fuoco e dentro ci bolle di tutto, dalle astuzie vere e presunte della politica politicante ai cosiddetti temi civili che sarebbe meglio chiamare incivili, fino al triste spettacolo offerto da ciò che resta della Chiesa cattolica ai tempi del Papa venuto dalla fine del mondo. Intanto, nel pignattone incandescente ognuno ci butta quello che crede con l’idea di cavarne quello che spera, con il solo risultato che chi va nella pignatta si imbroda. Così, nei vapori irrespirabili che ne scaturiscono, in cui tutto ha lo stesso sapore, risultano appiccicose e limacciose anche le ragioni di quelli che dovrebbero avere ragione. Nel gioco un po’ ingenuo di smuovere le masse per smuovere le élite, proprio loro, quelli che dovrebbero aver ragione, finiscono per pretendere di avere ragione oscurando o ignorando quelle che dovrebbero essere le loro vere ragioni: riducono tutto a un argomento umano, ne fanno una gara all’ “io sono più umano di te” quando, invece, bisognerebbe dire “io sono cristiano perciò ho più ragione di te”. Ma questi non sono argomenti buoni per la piazza, che di solito i cristiani li dà in pasto ai leoni.
Dentro il Circo Massimo un tempo i martiri vincevano versando il sangue ed è difficile che oggi ci riescano urlando nei megafoni. Ammesso che si possa archiviare questa Cirinnà, ce ne sarà un’altra. Ma qui si potrebbe obiettare che è meglio poco piuttosto che niente, però si potrebbe replicare che è meglio niente piuttosto che poco di buono. Ma è materia complessa, per cui è bene chiedere lume a chi ne sa. Per questo sono andato a parlare con Elisabetta Frezza, che ha il difetto di essere una mia amica, ma ha il pregio di essere un avvocato con le idee chiare e il coraggio di esporle in pubblico. Molti l’avranno già sentita parlare o avranno letto i suoi articoli sulle questioni dell’omosessualismo, sul gender e su tutto ciò che ne discende, nella società, nella scuola, nella famiglia. Quanto segue è quello che è uscito dalla nostra chiacchierata.
Alessandro Gnocchi
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Elisabetta, partiamo dalla fine. Magari si riesce a pescare un filo che ci fa risalire fino ai veri termini della questione. C’è stato il Family Day, due milioni di persone sono andate in piazza a dire che vogliono difendere la famiglia e tante altre belle cose. Ma come andrà a finire con la legge Cirinnà?
È tutto già scritto. Le unioni civili si faranno, magari senza utero in affitto (tramite stepchild adoption) in prima battuta, ma si faranno. Hanno già deciso. Cioè, ha già deciso, lui.
Lui chi? Lui Renzi, lui Bergoglio?
Lui Ruini. Su Riscossa Cristiana lo ha spiegato bene Patrizia Fermani. Ruini lo ha fatto sapere tramite Corriere della Sera, su sollecitazione di un compiaciutissimo Aldo Cazzullo. Dietro a tutto c’è ancora il grande vecchio, è proprio il caso di dire così. Non dimentichiamolo, Ruini è quello del “non chiediamo l’abolizione della 194”, quello che con Carlo Casini stabilì per tabulas i 140.000 embrioni morti ogni anno della legge 40 e fece digerire al mondo cattolico il rospo della fabbricazione degli esseri umani in provetta. Grazie a lui, capace di mettere in circolo la vulgata del “porre fine al far west procreativo”, si inaugurò il mercimonio umano legalizzato, eugenismo incorporato, con imprimatur episcopale. La stessa cosa accade ora, e il programma è stato presentato con estrema chiarezza: di questo bisogna dare atto agli strateghi della nuova manovra suicida, ovvero della consacrazione a tutto tondo dei rapporti contro natura.
Però, nelle ultime ore, si parla di una marcia indietro sulla legge, pare che l’ingranaggio si sia inceppato: Grillo dà ai suoi libertà di coscienza, Alfano punta i piedini e fa il permaloso…
Certo, la dialettica politica dove tutte le idee sono sullo stesso piano e tutto è negoziabile, fa il suo corso. I politici praticano il loro mestiere e cercano di intercettare il massimo di consenso compatibile col mantenimento della poltrona, che è sempre il loro obiettivo supremo. Alla fine, magari, ci presenteranno come un trionfo una battuta d’arresto, una pausa di riflessione, sulla sorte dei bambini. In realtà la bomba ad orologeria è innescata, lo sanno tutti, stanno solo baruffando col timer. Una pena. In questo scenario desolante , non si deve guardare alle marionette, ma al puparo.
Per tornare alla questione Ruini, non è così malizioso chi pensa che il problema vero stia dentro al mondo cattolico e che il Family Day sia la gioiosa maschera mortuaria di un cattolicesimo votato a gestire la disfatta invece che a organizzare la riscossa.
Partito l’ordine, si finisce per serrare i ranghi. Tutti, o quasi, ai loro posti in modo più o meno strisciante. Tra gli organizzatori della manifestazione, dietro l’apparente compattezza, regna la confusione più totale, ben espressa nella persona del portavoce Massimo Gandolfini che un giorno chiede di scorporare la sola questione dei figli, un altro parla di diritti individuali degli omosessuali, un altro ancora di diritti civili della coppia, magari “attenuati”, in un virtuosismo ormai incontrollato di variazioni sul tema.
Quindi, il concetto “No Cirinnà” è forte e chiaro come sembra o no?
Bisogna tenere presente quanto dicevamo prima: il grido di battaglia “No Cirinnà” può benissimo voler significare – e infatti significa – “Ok a una Cirinnà bis”, con qualche ritocco cosmetico a scadenza. Tanto, a completare il lavoro ci sta comunque la Corte Costituzionale in servizio permanente effettivo. Basti vedere cosa dichiara per esempio l’avvocato Simone Pillon, anche lui come Gandolfini di area neocatecumenale, formazione protagonista assoluta della piazza: “Il problema del ddl è la prima parte, ovvero tutti quegli articoli che sostanzialmente equiparano le unioni civili al matrimonio. La seconda parte, dove pure ci sono punti che non ci trovano d’accordo, potrebbe rappresentare una base di trattativa e comunque fa riferimento ad un elenco di diritti individuali: questo potrebbe vederci d’accordo. Il problema è l’equiparazione”. Come da comandamento ruiniano. (vedi su ZENIT cliccando qui)
Ma, alla fine, questa resistenza c’è o non c’è?
C’è una finta resistenza che ha fissato il limite della ritirata strategica sulla linea dell’utero in affitto. Una retroguardia condivisibile persino da alcune femministe. Come sempre, la tattica è quella disastrosa di cercare ciò che unisce al di là di ciò che divide. La grande ammucchiata rimane sempre la grande tentazione. Ringhiano, ringhiano tutti, ma non mordono, anzi alla fine leccano la mano di chi li nutre. È un dogma del democristianismo: can che abbaia, lecca. In tal senso il più onesto è il presidente del Movimento per la Vita, presente massicciamente in piazza. Gianluigi Gigli, in un articolo su Avvenire, cala paternalisticamente dall’alto perle di autentica saggezza democristiana. Un conto – dice – è la piazza, utile per “consolare un sentimento identitario” (sic), altro conto il parlamento degli ottimati, dove è assurdo fare barricate velleitarie contro la Cirinnà perché una legge sulle unioni civili “è ormai imposta dalla Consulta e dalla UE”. Del resto, il legame di sangue tra Movimento per la Vita e vertici episcopali, cementato dall’otto per mille, è inossidabile (vedi su Scienza e Vita cliccando qui).
E allora, in Italia, è rimasto qualcuno che non vuole questa legge neanche emendata?
Nella vetrina ufficiale no. Il dissenso integrale pare evaporato. Resta, penso, nel sentire di molti in cui alberga ancora il buon senso comune e il senso di realtà, della gente sana distante dalle alchimie della politica dei palazzi sacri e profani. Quella che crede ancora che ci siano dei principi veritativi da difendere a qualunque costo. Purtroppo, spesso, crede anche che siano rimasti uomini capaci di rappresentarla. Ma questi uomini non ci sono, o meglio, quelli che hanno il coraggio, nonostante tutto, di andare al cuore della questione – in questo caso, cioè, di dire che i rapporti sodomitici sono di per sé un male perché offendono la legge naturale e divina – vengono lasciati esibire ai margini, in omaggio al pluralismo di facciata.
Mi stai dicendo che i due milioni del Circo Massimo sono da soli oppure che sono da soli e neanche tanto ben attrezzati?
Probabilmente la parte della folla non eterodiretta – in virtù di quel fenomeno di “gestione di cervelli in conto terzi” che connota i movimenti ecclesiali, secondo una folgorante definizione di Mario Palmaro – è ben orientata, anche se magari il magma incandescente che le ribolle in corpo avrebbe bisogno di essere razionalizzato e ricondotto a poche idee ben formulate, anziché condensato in slogan senza senso e a doppio taglio perché assemblati con le stesse suggestive parole passe-partout (i diritti, l’amore) a servizio della causa avversaria. La realtà è che nessuno, da una postazione titolata, attacca il problema alla radice. Nessuno osa più ricordare che un ordinamento (nella sua funzione, appunto, “ordinatrice”) deve tutelare solo interessi che coincidano con l’interesse generale, in vista della conservazione e della crescita retta e armonica della società. Che la famiglia non è un fatto convenzionale, ma una realtà naturale che precede il diritto, perché è il luogo dove si genera e si cresce la vita. Che Sodoma fu incenerita da Dio per quelle stesse condotte che la Cirinnà e la sua corte vogliono definitivamente legalizzare. Nessuno parla più di sodomia, inclusa la maggioranza dei preti, vescovi, cardinali.
Questa parte sana di cattolicesimo contro chi sta combattendo? Contro il mondo laico e omosessualista, certo, ma anche contro chi dovrebbe guidarla?
A rigore, e magari senza saperlo, sì. Combatte da sola. E deve continuare a farlo, beninteso, senza scoraggiarsi e senza farsi intimidire. Meglio però se ha la percezione disincantata della realtà, per quanto sconvolgente e dolorosa possa essere, proprio per non venire deviata su lidi normalisti, per una idea distorta di obbedienza alla autorità. Ormai sappiamo che le famiglie e le persone di buona volontà in rivolta contro il disegno della creazione di Dio e contro gli attentatori dei bambini debbono lottare oggi contro due eserciti riuniti sotto una unica bandiera: l’esercito dei laici del nichilismo onusiano e quello degli ecclesiastici che hanno tradito la Chiesa di Cristo con i loro emissari in borghese.
E quale è il nemico che ti fa più paura?
Il vero nemico non è il radicale, il satanista, l’abortomane, ma il democristiano che ne permette l’operato aprendogli la strada tramite la contorsione logica e morale del “male minore”. Se su tutto questo ci metti che il Papa del “chi sono io per giudicare” ha nuovamente tessuto l’elogio di Emma Bonino, mi pare che il quadro sia completo. Tanti fedeli disorientati cercano disperatamente di aggrapparsi all’uscita “cattolica” di questo o quel prelato, e si è giunti al paradosso che pare una grazia sentir dire pubblicamente qualcosa di aderente al magistero di sempre. Di fatto, la sodomia è sdoganata dai vescovi e il gioco dialettico, anche aspro, tra Galantino, Mogavero e compagni da un lato (apertamente contro il family day), e Bagnasco e Ruini dall’altro (a favore della manifestazione), è solo quello tra il poliziotto buono e il poliziotto cattivo, per pigliare nel sacco il malcapitato popolo di Dio.
Il mestiere mi imporrebbe di farti questa domanda in forma asettica, quasi ingenua, ma l’amicizia me lo impedisce. Allora ti chiedo brutalmente cosa pensi dell’Appello che ha raccolto molti insigni giuristi intorno a una protesta contro il disegno di legge.
Questo Appello, promosso dal “Centro Studi Livatino”, ha raccolto le firme di moltissimi giuristi: docenti universitari, avvocati, magistrati, presidenti emeriti di Corti. Si intitola Rilancio della famiglia come riconosciuta dalla Costituzione, no a improprie equiparazioni. Ora, a chi abbia in testa il codice di decrittazione della realtà capovolta in cui siamo calati non può sfuggire già dal titolo come questa iniziativa si immetta nella scia del moderatismo di regime. Il testo del documento lo conferma in pieno. Ha avuto particolare risalto proprio perché è stata presentata come presa di posizione elitaria, di categoria. In un tempo in cui vanno tanto di moda gli “esperti” e tanto si parla di “competenze”, una sfilza di nomi di legulei fa la sua matta figura. Ma non è altro che l’ennesimo avallo alla linea “maleminorista”, con l’aggravante che è un avallo titolato perché proveniente dalla crème dei giuristi di area sedicente cattolica o giù di lì.
E che cosa rappresenta o che cosa vuole questa crème?
A ben vedere, se appena appena si conoscono nomi e fatti della storia recente snodatasi intorno a questo tema, si scopre che gli autori dell’appello sono gli stessi del Testo Unico sulle convivenze – già ampiamente commentato su queste colonne – che costituisce lo schema tecnico-giuridico principe della “nuova famiglia cristiana” aggiornata secondo copione. I due testi – Appello e Testo unico – si compenetrano perfettamente e vanno letti in combinato disposto. Tutto torna. Anche l’Appello dunque concorre all’obiettivo comune. In fin dei conti, infatti, le posizioni di Gandolfini e compagnia ricalcano l’impianto del Testo Unico, che altro non è se non la trappola per attirare, tramite Alleanza Cattolica, la parte più a destra del dissenso simil-cattolico. Sono i normalizzatori per mandato episcopale.
Direi che si sta creando una struttura di tipo politico pronta a tutto, nel senso di pronta a trattare su tutto. Mi sbaglio?
Non ti sbagli. Vedo i Family Day come lo strumento mediatico per accreditare nuove candidature in quota “cattolica”. Manifestazioni per designare, tramite acclamazione popolare, le pedine del potere episcopale in parlamento, preselezionate in base alla disponibilità al compromesso che è la cifra di tale potere. Una sorta di vidimazione pubblica, quando serva un aggiornamento dell’interfaccia. Nel 2007 è stata lanciata Eugenia Roccella, con ottime referenze di militanza radicale, che da quel primo Family Day rappresenta la cinghia di trasmissione tra vescovi e stanze della politica e infatti per nove anni ha piantato “paletti”, postumi o preventivi. Dalla passerella sul palco del 30 gennaio uscirà qualcun altro, scelto in base ad analoghe credenziali. Il test di voto l’hanno già fatto, le carte sono in regola.
Stai girando parecchio con le tue conferenze. Che tipo di platea trovi?
Varia. Ho visto di tutto. Dalla mamma allarmata alle persone in apprensione per figli di tutte le età, fino a sacerdoti e politici. Non sono mancate le contestazioni, provenienti da tipi umani ricorrenti: omosessuali, sindacalisti, studentesse rampanti in psico-pedagogia, professoresse lettrici di Repubblica. Dopo la nota del responsabile scuola della curia di Padova, che ha avuto un insperato successo planetario specie in ambienti gay, il pubblico è un po’ diminuito, perché molti genitori – che, comprensibilmente, non aspettavano altro – si sono messi il cuore in pace: il ministro Giannini è donna di sani e robusti principi e lavora per il bene dei nostri figli, li ha rassicurati il delegato diocesano. Tuttavia, devo riconoscere che l’ultimo incontro, successivo al Family Day, ha avuto un esito inatteso: la gente ha preso coraggio, ha toccato con mano che nonostante tutto c’è ancora un idem sentire forte e diffuso, ed è arrivata a contestare apertamente un prete che era relatore insieme a me e asseriva che non bisogna essere troppo allarmisti, che è tutto sotto controllo, l’importante è prendere atto delle novità, saper distinguere gli eccessi dalle cose buone ed essere sempre disponibili al dialogo e al confronto.
C’è una parte di gente che già sa come stanno davvero le cose o che almeno lo intuisce?
Sì. Tutti lo intuiscono, nel profondo. La legge naturale non si gabba in così poco tempo. Per qualche motivo ora il nemico sta vistosamente accelerando. E questo per noi, tutto sommato, è un vantaggio: la propaganda invertita, propinata tutta in un colpo, desta sospetto.
Nonostante questo, continuo a chiedermi se la retorica sull’Italia sana, sul popolo della famiglia, sia basata su numeri reali o su più o meno pie illusioni.
In effetti, noi siamo davanti a un Italia che ormai si beve come acqua limpida divorzio, aborto, fecondazione artificiale e orrori ulteriori, e che alla fine è tentata dal mainstream di dire come una cantilena che i diritti delle persone non si possono toccare e che non si deve essere omofobi.
Credo che questo, anche sottovalutato, sia il punto. La vera guerra si vince sul terreno delle parole. Quando, anche alla migliore petizione di principio, si premette di “non essere omofobi” la resa senza condizioni è già stata firmata.
Infatti. Questa è innanzitutto una guerra delle parole, che vengono coniate o ri-connotate a servizio della campagna di conquista. L’omofobia è un’invenzione onomastica che ha creato un fenomeno virtuale. Un esempio mirabile di neolingua orwelliana. Si tratta della terza fase della finestra di Overton, il processo di ingegneria sociale applicata con cui si rende l’assurdo normalità. Il regista russo Mikhalkov la spiegava così: al primo livello, chi mangia gli essere umani è chiamato “cannibale”. Al livello successivo si parla di “antropofagia” e, con la parola di matrice classica e di sapore scientifico, il fenomeno, per quanto negativo, viene considerato degno di attenzione accademica e in qualche modo nobilitato. Al passaggio ulteriore gli antropofagi divengono “antropofili”, si addolcisce il senso di negatività del comportamento anomalo. Nell’ultima fase, si afferma la bontà del fenomeno inizialmente percepito come deplorevole e si realizza il capovolgimento finale: sorge la categoria degli “antropofobi”, coloro che pervicacemente ancora vi si oppongono, nonostante la sua avvenuta normalizzazione. Somministrato con gradualità e maniere dolci, il paradosso è accettato senza crisi di rigetto. Ecco, sostituendo “cannibale” con “invertito”, si capisce come siamo finiti a parlare di “omosessuali” e “omofobi”. L’omofobia, dunque, è un’arma strategica decisiva per il raggiungimento, da parte dei movimenti omosessualisti, di una folle supremazia culturale e politica, secondo il disegno di una potente regia: attraverso le formule, si crea il soggetto socialmente pericoloso, colui che si pone al di fuori della nuova morale codificata mediaticamente e pilotata politicamente. Secondo i dettami di ogni totalitarismo, per legittimare la repressione è necessario precostituirsi una minaccia interna al sistema, il nemico oggettivo, appunto l’omofobo, cioè tu, io e tutti coloro che la pensano come noi e osano dirlo o anche solo pensarlo (è stigmatizzato anche l’atteggiamento interiore, andiamo verso lo psicoreato). Ecco perché con quella premessa “precauzionale” – con cui ci si illude di apparire sufficientemente ragionevoli, tolleranti e responsabili agli occhi della massa addomesticata – si entra nel territorio del nemico e, assumendo le sue categorie, lo si legittima. Una mossa suicida.
A maggio è in programma la sesta Marcia per la Vita. Tu che fai parte del comitato promotore, puoi dirmi se c’è qualcosa che la accomuna al Family Day?
Sono due cose molto diverse. La Marcia per la Vita è un evento annuale, è come una goccia che, martellante, deve continuare a scalfire la roccia della indifferenza verso gli insulti alla vita. Non è una iniziativa estemporanea e mirata, come il Family Day. Certo, con esso condivide una funzione importante, a mio parere: quella di mantenere una visibilità nello spazio pubblico a quella componente sana del corpo sociale che non vuole rassegnarsi allo sfacelo etico che macina corpi e cervelli. Se molliamo anche quel piccolo pezzo di palcoscenico e ci ritiriamo solo nel nostro privato, togliamo a noi e agli altri un appiglio cui guardare, e magari aggrapparsi. Scendendo per le strade dietro una bandiera chiara e vera, mostriamo a chi ha occhi e cuore per vedere che l’opera di assuefazione delle coscienze non è completata e non si completerà mai e regaliamo forse a qualcuno un po’ di coraggio. L’essenziale è che queste iniziative lancino un messaggio univoco e nitido. Siano capaci di far brillare sotto il cielo di Roma, caput mundi, l’anacronismo della verità.
49 commenti su “Dopo il Family Day. Cirinnà, “battaglie”cattoliche e democristianismo. Alessandro Gnocchi intervista Elisabetta Frezza”
Dichiarazione dei “Vescovi” (cioè una delle innumerevoli dichiarazioni della CEI), pochi giorni fa: “Serve una LEGGE CONDIVISA”.
Così nel 1978: C’è chi vuole sterminare tutti i figli; c’è chi vuole salvarli tutti… due estremi! Per fortuna, discutendo civilmente, fu fatta una BUONA LEGGE SULL’ABORTO
La buona legge sull’aborto è gradita a Dio? Ci chiederà contro della condivisione della legge?
Ho assistito alla conferenza dell’avvocato Frezza e del don a Padova, il soggetto (il don) oltre ad essere contestato apertamente da parte delle persone che hanno preso la parola, ha avuto la faccia tosta di ridere durante l’intervento di una persona. Ma questo riso credo sia diventato amaro, perché l’interlocutore gli ha detto, in modo molto serio: reverendo non c’è niente da ridere.
Tutto perfetto, però noi abbiamo da anni dei tecnici in Parlamento, che governano insieme ai politici, il Papa si adegua. Se Gesù Cristo girasse per le strade della Terra, chi avrebbe il coraggio di rincorrerlo con un martello e tre chiodi? Nessuno! Sarebbe un assassino. Allora lo sfidano, sanno che nessuno per codardia si mette ad aggiustare i problemi attuali, ed i cattolici attendono il miracolo. Eppure il bellissimo uomo di Nazaret ( l’occhio vuole la sua parte) era ben un politico! O vogliamo credere che far scappare a calci nel sedere i mercanti dal Tempio, sia stata una visione del Paradiso o un attacco di buddismo? Ha chiesto anche quante spade c’erano? : Una. Rispose: Basta ed avanza! Pensò di essere arrivato in fretta? Doveva aspettare l’invenzione del kalashnicov? Consumatum est
GENTILE DOTTOR GNOCCHI, L’AVVOCATO FREZZA E’ UNA DONNA DI UN CORAGGIO INSUPERABILE,L’HO POTUTO CONSTATRE A PADOVA DIECI GG FA ORSONO…CREDO CHE POCHE PERSONE PREPARATE COME LEI ABBIANO MAI ESPLETATO COSI’ CHIARAMENTE IL DISASTROSO E APOCALITTICO ROVESCIAMENTO MORALE CHE LA NOSTRA SOCIETA’ STA AIHME’ VIVENDO…DONNA DOTTA E RETTA VERAMENTE VORREI ESTERNARE IL MIO PUBBLICO ENCOMIO A QUESTA SIGNORA CORAGGIOSA E DETERMINATA.. (aperto pectore)
LA FALSA CHIESA DI BERGOGLIO STA FAVORENDO I CATTOCOMUNISTI /MASSONI CHE CI GOVERNANO AFFINCHE’ QUESTA “legge” PASSI DEFINITIVAMENTE…VERGOGNA !!!
asinus asinum fricat………..GESU’ CRISTO TRIONFERA’ E IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA PURE.
Concordo al 100%. Anch’ io c’ero. Non potrò ringraziare a sufficienza Elizabetta Frezza per il suo impegno – e preparazione – contro l’ideologia del gender o genere. La sua esposizione riguardo l’aberrante progetto “educativo” totalitario che viene imposto nelle scuole italiane è stata: chiara, esauriente e definitiva. La gente ha capito molto bene di cosa si trattava e non si sono lasciati per nulla tranquillizare dalle parole del monsignore (che ha fatto una pessima figura) dopo l’intervento dell’Avv. Frezza. La gente è totalmente contraria che queste nefandezze vengono insegnate ai figli. Hanno capito benissimo che l’avv. Frezza era dalla parte del Bene per proteggere i figli.
Ineccepibile ed illuminante! Grazie Dott.ssa Frezza, grazie Dott. Gnocchi. La “metamorfosi della vaselina”: FROCIO -> OMOSESSUALE -> “DIVERSAMENTE ORIENTATO” : devo trattenere la collera (del resto come omofobo ammetto di essere “socialmente pericoloso”) pensando in che mondo devono crescere i nostri figli! …spero che, annaspando, riescano a non farsi inghiottire dalla massa rincoglionita.
O Maria, sine labe concepta, ora pro nobis, qui confugimos ad te!
…”Ci bolle di tutto, dalle astuzie vere e presunte della politica politicante…” Quando è arrivato Rohani in visita a Roma, con un viagra di 17.000 euro per i tecnocratici economisti ( non per i politici corrotti) ha trovato le statue greche e romane, il cavallo di Marco Aurelio, Praxitele, vestiti. Gesto estremo, suicida. Presa in giro per quelle vittime, adultere ed omosessuali, che per liberarsi dello Shà, hanno scelto la Teocrazia. L’autocritica ci dice che siamo schifati da tanti vizi, perversioni, ci mettiamo a coprire statue e permettiamo DDL Cirinnà. Copiamo i fanatici, smettiamola di ostentare giustizia ipocrita, censuriamo e basta con la totale libertà. Risparmieremo molti soldi: la cultura è quella di riunirsi a cena con la famiglia classica e stabilire che cosa fare il giorno dopo. Non altro.
Concordo con la dott.ssa Frezza sull’affermazione che il Family day e’ stato un palcoscenico per lanciare” con acclamazione popolare le pedine del potere episcopale in parlamento preselezionate in base alla disponibilità al compromesso”.
Le dichiarazioni di Gandolfini durante la trasmissione televisiva “Porta a Porta” giudicate dallo stesso presentatore contraddittorie (” non protestiamo contro nessuno”) sono state per me abbastanza deludenti da farmi capire che sarebbe stata una manifestazione inutile.
Oltretutto anche Galletti, che fa parte del governo, era ospite dello stesso salotto televisivo e annunciava candidamente la sua presenza al Circo Massimo.
Se queste erano le premesse, oltre ad una scelta infelice della data (dopo la votazione del 28 gennaio) e la contraddittorietà delle posizioni di segretario e presidente della CEI, bisognava aspettarselo.
L’unica speranza resta un referendum abrogativo che cancelli questa perversa legge.
Dissento totalmente sul Family day. In piazza c’erano famiglie che con grandi sacrifici hanno testimoniato il loro amore per la verità. Vanno solo dirette convenientemente. Ecco, mancano i leaders. Su questo sono d’ accordo. Ma non sul sottovalutare una manifestazione cosi imponente. Del resto, Costanza Miriano, del team degli organizzatori, ha detto che l’ intento del Family day era il ritiro del ddl Cirinnà, mica la sua approvazione stralciato qualcosa.
E andrei coi piedi di piombo a condannare gli slogans. Con questi la sinistra ha conquistato il potere. Se vogliamo, anche il Vangelo ne è pieno. E sant’ Agostino, poi, di essi lo possiamo considerare l’ inventore. Dipende da quello che esprimono, questo si. Ma qui si entra in un altro campo.
Io c’ero in piazza mi sono alzato alle 4 e tornato alle 2 del giorno dopo e non sono neocatecumenale e concordo pienamente con Gaetano. Gandolfini e la piazza hanno rigettato pienamente il DDL cirinnà e non mi risulta che dopo il 30/01 Gandolfini abbia fatto delle dichiarazione in senso opposto. Il Family Day è stata una grande manifestazione di popolo e non vedo perchè qui la si vuole sminuire, io penso che si dovrebbe ulteriormente continuare, magari con manifestazioni anche decentrate, ma insistere come stanno facendo in Francia quelli della Manif.
Ieri sera, mentre ero intento a svolgere altre faccende, un mio amico mi manda un messaggio richiamando la mia attenzione in relazione “all’osceno spettacolo che sta andando in onda su Rai1, Festival di San Remo”. Non ho mai seguito il Festival di San Remo, primo perché il ‘retaggio’ di ex metallaro si fa sentire quando l’oggetto riguarda queste occasioni e poi perché l’ho sempre trovato una passerella di ‘artisti’ deboli e strumento di propaganda, cosa che, evidentemente, si è concretizzata ieri sera: ‘artisti’ colorati hanno infatti, stando al mio amico, fatto propaganda per le unioni civili attraverso nastrini, bracciali e altro di colorato. Il tutto coronato, se non erro, dalla presenza di Elton John. Si sa, attraverso San Remo hanno sempre tentato di raddrizzare le gambe ai cani, soprattutto quando nelle Camere è in sospeso qualche disegno di legge. Mi piace considerare che la propaganda becera che è andata in onda ieri sia mirata al M5S. La manovra di Grillo è molto interessante…
La Rivoluzione Francese era voluta dal popolo? No – dagli Illuministi/Massoni autori dei pamphlets e delle canzonacce.
Il rovesciamento del Regno delle De Sicilie era voluto dal popolo? No – dagli Illuministi/Massoni della Corte e della Marina.
Il rovesciamento dela Famglia è voluto dal popolo? No – da Barbara D’Urso e da sire E. John. Vuoi mettere? è come far combattere le fionde con le bombe atomche
Quanto a Barbara d’Urso (che non guardo mai e poi mai), ecco in data di ieri il collegamento con l’ineffabile parroco che canta “ma-ma-ma-mamma maria” in chiesa: “Ti amo, don Bruno!”, trilla lei e quasi in estasi soggiunge: “Così dovrebbero essere tutti i preti per attirare la gente in chiesa!”
Lo spettacolo -quanto meno ridicolo- lascia il tempo che trova, ma quanto al povero prete…che pena! E che tristezza!
Il padrone chiama, i servi rispondono…
E’ vero che se nonppassera’ il ddl Cirinna’ 1 passera’ il Cirinna’ 2. Ma noi ci siamo alzati in piedi e abbiamo testimoniato la verita’. Non sara’ stato inutile.
Conosco tanta gente che è andata al family day in assoluta buona fede dimostrando, con la presenza, che a certe logiche di potere, a scandali resi “diritti”, a sofferenze scambiate per “amore” non vogliono sottostare: ci mettono la faccia. Purtroppo il 90 % è dedito alla sottomissione incondizionata al VdR, il quale ha ancora un forte potere sulle persone che in buona fede (o superficialità) non si pongono domande su come stanno veramente le cose. Detto questo, concordo con la dott.ssa Frezza e mi spiace constatare che da quando ho cominciato a ragionare come lei (qualche anno fa, dopo la mia conversione e prima di conoscerla ad un incontro a Camposampiero) hanno cominciato a prendermi per matto paranoico! Da noi a Padova si dice “avanti col Cristo che la procession xe ingruma”, ma se si corre troppo si perde la processione!
Che dire? Siamo al teatro dell’assurdo e in esso, purtroppo, siamo costretti a vivere con un imperativo categorico di ri-connotazione non solo delle parole, ma della vita intera. Ci compete una imprescindibile e irrinunciabile resistenza (chissà, forse anche a costo della vita) perché le anime possano uscirne vive e perché l’umanità, dato che il fenomeno è planetario, riesca a salvarsi. E’ per merito di grandi uomini e grandi donne come i protagonisti di questo splendido articolo-intervista che ancora la luce della verità risplende e a loro siamo grati con tutto il cuore.
Tutto vero, esposto in encomiabile chiarezza. Fulminante la definizione della DC come “baruffa col timer” della dissoluzione. Come da progetto massonico modernista.
Va sottolineato che il palco del Family Day (vogliamo parlare delle seconde file? Dei Mangiarotti, dei Puccetti, e di altri pezzettoni del Cencelli paracattolico con cervello in conto terzi, potenziali primi dei non eletti o eletti di straforo) serve non a creare un nuovo soggetto politico, ma ad aggiornare il vecchio: UDC, NCD, MpV etc sono tutti riconducibili al puparo Camillo Ruini, che a Cazzullo, così en passant, ha rivendicato l’immortale amicizia personale con Romano Prodi. Il cappello neocatacumeno aggiunge tenebra.
Concludo dicendo che i figli dei sodomiti (ha ragione l’avvocato, “omosessuale” è parola pseudoscientifica fatta per farti cascare nella neolingua orwelliana) non saranno mai felici, perché mai potranno ridere veramente: non avendo infatti la mamma, saranno privati degli gnocchi. Anche il giovedì.
Ma dove andremo…
Un Papa che lavora per la salvezza delle anime dovrebbe dire che i rapporti tra persone dello stesso sesso sono abominio contro Dio e portano all’inferno. Per avere una giusta posizione su tali problematiche e trovare il modo di risolverle bisognerebbe fondare il nostro pensiero e le nostre azioni sul Levitico.
Grazie di cuore, dottor Gnocchi, e naturalmente alla dottoressa Frezza , ora mi è più chiaro, il perché anche , nel mondo, cattolico, ormai sta ,prendendo forma, è consuetudine, questo,”democratismo” dal basso , di stile politico , o , sindacalesco, e, se devo essere sincero,non sono, neanche tanto meravigliato, però , la cosa che mi infastidisce tanto, è l’atteggiamento democristiano, da parte dei, vescovi, e poi , monsignor Ruini, non faceva parte , di quelli ,ancora “CATTOLICI”?.
Comunque da parte mia, rinnovo , ancora le mie preghiere, per tutti, voi, e per tutta la redazione di Riscossa Cristiana.
Per chiarire ulteriormente il mio pensiero. A questa piazza imponente manca una guida che riconduca a sintesi feconda la sua anima generosa. Peggio. In mancanza di qualcuno che sappia esprimere la rottura con un sistema marcio sino al midollo, l’etichetta sulla folla alla fine ce la pone, e la impone, chi ha il potere di farlo riducendo tutti a riverente obbedienza: ovvero chi da decenni gestisce e rimesta la stessa melassa democristiana. Ecco che la passione sincera di tanta gente viene, suo malgrado, normalizzata. E i numeri, che fanno gola, vengono usati proditoriamente per manovre ordite altrove.
Quanto agli slogan – che si radicano nelle teste sollevando gli utilizzatori finali dall’onere di pensare – nulla è più nocivo di loro, soprattutto se confezionati con belle parole in libertà. Tanto per dirne due: il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà, o i bambini sono frutto dell’amore, sono due emerite stupidaggini, e assai pericolose.
Purtroppo il professor Gandolfini non riesce a tenere una linea. Le sue interviste e i comunicati stampa ne sono prova lampante: è stato inghiottito totalmente dal gioco democratico che si gioca sul piano del contraddittorio e della negoziazione e che ci pone per forza in una posizione di sudditanza. Quando invece dovremmo sentirci portatori di una posizione di verità. È un peccato. Un ruolo come il suo comporta una notevole responsabilità, visti i temi cruciali in ballo.
Le manifestazioni pubbliche sono importanti, certo, perché tengono la luce accesa. Ma dovrebbe essere una luce chiara, non una fiammella tremula domata quanto serve dai pompieri democristiani e risucchiata dai nuovi venti di dottrina.
Eh no, cara dottoressa Frezza. Proprio non ci siamo. Gli slogans possono veicolare dei messaggi importantissimi in modo efficace. E hanno una formidabile carica contro la neo lingua che cercano di imporci. Quando si precisa che i bambini hanno diritto ad una mamma e a un papà non vengono proferite stupidaggini, ma si tratta semplicemente di ribadire una verità ontologica. Ribadisco : con gli slogans il ‘ 68 ha inquinato la nostra società.
Concordo, invece, che manca un leader. Potrebbe essere Costanza Miriano.
Gentile Gaetano,
Il discorso meriterebbe una trattazione a parte. Ma giusto per capirci ed evitare di cadere nel vizio diffuso e contagioso di usare le parole a vanvera. Il diritto (oggettivo) è strumento creato dall’uomo per disciplinare la convivenza, attraverso la rete complessa dei diritti (soggettivi) e dei doveri.
I diritti (soggettivi) li crea la legge, cioè lo stato, l’autorità costituita, non la fantasia di qualcuno, facesse pure di mestiere il creatore di slogan. È lo stato, l’autorità, che decide quali interessi siano da riconoscere degni di tutela perché (sperabilmente) corrispondenti con l’interesse della collettività a cui presiede. Dunque un diritto esiste in quanto sia previsto dall’ordinamento (sopra il quale insiste la legge naturale, ma questo è un’altro capitolo).
Un bambino non ha un “diritto” ad avere un padre e una madre. Un bambino è concepito (secondo natura) da un padre e una madre, cioè dall’unione di un pezzettino dell’uno e dell’altra. Ma ha ad essi diritto non più di quanto abbia diritto ad avere le braccia o lo stomaco.
Quanti bambini orfani o abbandonati sono stati cresciuti, per esempio, da suore ad essi dedicate? Avevano costoro diritto alla mamma e al papà? No. Erano nati da una mamma è un papà, ma basta.
Nessun diritto dunque in tal senso, così come, per converso, nessun “diritto al figlio” da parte di chi lo desideri. Singoli, coppie, triplette, gruppi. Tantomeno “incoercibile” come lo definisce quella simpatica cricca di buontemponi che è la Corte Costituzionale.
Non scherziamo coi diritti, che sono l’arma impropria degli irresponsabili che ci stanno ribaltando la realtà sotto il naso.
Giusto! Quando si sentono i sostenitori del Family Day dichiarare che loro non erano li contro nessuno e non erano li per dire qualcosa agli omosessuali, si è già capito, che non hanno compreso che la battaglia, non è semplicemente quella di dover difendere la famiglia ed i bambini, la battaglia è per difendere la Fede e le anime, e quando dico anime, non intendo solo i bambini, ma anche gli omosessuali e i pubblici concubini etero, che credono che se si fa una legge, il peccato scompaia, in realtà il peccato rimane tale e condanna all’Inferno, la legge aiuta ad andare all’Inferno. Perciò dico che i cattolici dovrebbero alzarsi finalmente e convincersi che non esistono mali mionori da approvare, il male, male rimane, esiste una Verità ed una legge suprema (quella di Dio) che va difesa, perchè sono in gioco le anime.
I Cattolici lo sanno, carissimo (che seguendo la via del Bene si va in Paradis oe seguendo quella del Male si va all’Inferno).
Chi non lo sa, o meglio lo sa e lo respinge, è la parte “rinnovata e aperta” del Clero. Proprio quella parte che considera la DEMOCRAZIA non un metodo di governo della cosa pubblica, ma IL Sistema Assoluto di vita dell’Uomo Emancipato: la parte massonica..
Ecco allora che ottenere qualunque mostruosità diventa semplicissimo: “Io ritengo che la mia brama omosessuale vada soddisfatta, tutta e subito; tu ritieni di porle dei limiti; la tua testa vale come la mia. Serve UNA LEGGE CONDIVISA”
Da sottoscrivere totalmente, Elisabetta. Magari potessi sbagliarti, purtroppo ci vedi bene.
Grazie per la consueta chiarezza e completezza
Bruno PD
Se la Frezza scrivesse solo per noi e non per “la bussola quotidiana” mi orienterei meglio. Non per niente, ma mi sembra che alla bussola siano un filino BergoglianFanzaghiani ! Grazie.
Gentile Christian,
Mi stupisce il suo auspicio, visto che qualche mio sporadico intervento sulla Bussola risale ormai ad anni fa. Credo che ora come ora, in piena era bergogliana, la Bussola non mi pubblicherebbe neanche un epigramma bucolico. Nonostante col direttore e qualche altra firma mi senta di frequente e non ci siano particolari dissonanze di fondo, la componente normalista della redazione purtroppo detta legge e conferisce alla rivista quel grave strabismo che, oltre a non donarle molto, dis-orienta i lettori. Il che per una bussola in effetti non è il massimo.
Detto questo, se Riccardo Cascioli mi proponesse un pezzo sulla funzione di Alleanza Cattolica nella nuova chiesa, tanto per dirne una, non mi farei certo pregare. Ma posso rassicurarla che, in costanza di Introvigne, ciò non accadrà.
Ormai è evidente che tutte le buone battaglie dei cattolici sono state perse:divorzio.aborto.droga,eutanasia,ed ora si perderà anche quella sulle unioni incivili e gay.Non ci sono state battaglie cattoliche,sia democristiane che missine,che siano state vinte negli ultimi cinquant’anni.
Ciò è dovuto al fatto che le forze del male (guidate da satana in persona) sono molto forti e nell’ultimo mezzo secolo si sono particolarmente scatenate per far precipitare nel baratro il livello morale delle società industrializzate (non solo l’Italia ha questa crisi morale e religiosa che si protrae da molto tempo).Cosa si può fare oramai per raddrizzare la situazione?Dio è più forte del male e del demonio ma per ora lo lascia agire.Preghiamo e speriamo in un intervento straordinario di Dio e della Madonna che diano la vittoria finale alle forze del bene.4200 anni fa venne il diluvio universale eppure la terra era in una situazione migliore di quella odierna…quali castighi dobbiamo aspettarci adesso?
Non ci sono proprio state “battaglie” cattoliche, caro Camerata.
C’è stato semplicemente il proclama “È ora di adeguare l’Italia alle moderne Democrazie e ai Diritti della Donna” – emesso in particolare dai Liberali per il Divorzio (1970, centenario di Porta Pia) e dai Socialisti per l’Aborto.
Dal lato cattolico: angoscia e chiari messaggi di papa Paolo; imboscamento di moltissimi Vescovi; comitati di “Cattolici per il Sì”; azione agevolatrice della DC, volta soprattutto a NON SPACCARE IL PAESE.
Qualche ottima battuta di Fanfani e qualche richiamo alla civiltà da parte del MSI. Punto
Ai sostenitori della cirinnà vorrei dire: ma siete proprio sicuri che lo sfortunato stepchild, orfano della madre o del padre (probabilmente morti di dolore dopo essere stati lasciati dal coniuge scopertosi gay) sarebbe tanto felice di crescere con il genitore superstite e il suo partner omosessuale? Non ridete: questa è la fattispecie che ci è stata presentata per sdoganare l’adozione di un figlio generato per altre e più contorte vie, come purtroppo sappiamo. Si troverà mai un De Amicis o un Dickens capaci di raccontare una storia così dolorosa? E ancora: dichiarare crimine mondiale l’affitto dell’utero (come ci fanno balenare le politiche cattodem) non serve che a riempirsi la bocca. La frenesia progressista è tale che begli ambienti radical chic si troveranno amiche e parenti pronte a prestarsi non in affitto ma per affetto…donne evolute che non farebbero un figlio per sé magari si offriranno per donare un figlio a una coppia di gay che -si sa . sono i migliori amici delle donne. Una vera tragicommedia. Quanto poi al compenso, si potrà certo proibire il mercimonio vero e proprio, ma quante giovani donne saranno ricattate o allettate a prestare ovociti o quant’altro in cambio di agevolazioni lavorative e professionali?
…Non è una iniziativa estemporanea e mirata, come il Family Day.
Certo, con esso condivide una funzione importante, a mio parere: quella di
mantenere una visibilità nello spazio pubblico a quella componente sana
del corpo sociale che non vuole rassegnarsi allo sfacelo etico che macina
corpi e cervelli. Se molliamo anche quel piccolo pezzo di palcoscenico e
ci ritiriamo solo nel nostro privato, togliamo a noi e agli altri un appiglio cui
guardare, e magari aggrapparsi..”
Mi ripeto: delle sottigliezze, anche giustissime, che percepite voi, la “gente” non
se ne accorge!
Vuole solo mantenere “..una visibilità…” “..se molliamo..” “..e magari aggrapparsi..”
Gentile Elisabetta Frezza: queste sono, “secondo me” le considerazioni giuste per
noi del popolo!
Per quale motivo l’ASSOLUTO silenzio del Vaticano?
Perché NESSUNO scritto sulla prima pagina dell’Osservatore Romano?
…forse perchè Bergoglio era distratto in quanto troppo occupato nel preparare l’elogio del luciferino Pannella e della diabolica mammana Bonino! El Pampero ci ha ormai abituato ai suoi silenzi che urlano: vedasi il massacro dei cristiani in Medio Oriente. Dopo quanto tempo ha fatto finta di svegliarsi?
Perché si tratta attualmente di un ambiente occupato dalla Massoneria, cioè dall’Illuminismo.
Dopo secoli di ossessione antiromana e anticattolica, e dopo 218 anni dall’occupazione giacobina di Roma e dall’arresto del Papa, morto l’anno successivo a Valence, ce l’hanno fatta
Signora Paola, certo. La molla è quella, e quello l’intento buono dei singoli partecipanti a queste manifestazioni. Ma – lei ne converrà – non si può non arrabbiarsi se si viene ingannati da chi poi utilizza il credito dei due milioni in piazza (cui si è contribuito) per il solito mercimonio politico.
Ieri è stato rilanciato dal comitato organizzatore, come esemplare, il discorso di Quagliariello. Dice che il no alla legge deve essere un “no senza compromessi” e insieme dichiara che «il fatto che una persona debba essere libera e resa libera nelle proprie scelte sessuali, il fatto che da un’affettività che produca una convivenza prolungata debbano derivare dei diritti, è un dato indiscutibile che nessuno ha mai messo in discussione». Capisce come gestiscono l’assegno al portatore da due milioni? Capisce come truffano, con le parole e con i fatti, chi ha versato il proprio generoso tributo? Bisogna tacerlo per non urtare la suscettibilità dei contribuenti?
Cara (spero me lo permetta) Elisabetta Frezza, sono d’accordo
su quanto scrive, ma quello che dico io (sicuramente non riesco
a spiegarmi bene), è che la maggior parte della “”gente”” non
“afferra” le differenze che lei cita.
Provi a chiedere al suo fornaio, alla sua collaboratrice casalinga,
o ad altre persone del genere, se hanno sentito il discorso di
Quagliarello e se sì, che effetto ha fatto loro.
Loro le diranno che ha parlato benissimo.
E soprattutto, provi a immaginare quali sarebbero stati i commenti
di “””””TUTTI””””””” se la piazza fosse stata semivuota!!
Lo stesso avvenne lo scorso giugno!!!!
Ci fu entusiasmo da parte di tutti i veri cristiani cattolici!!
E il RELATIVO SILENZIO ATTUALE di bergoglio e dell’osservatore
romano ci sarebbe stato anche se la piazza fosse stata vuota???
PAOLA B.
Cara signora Paola,
Mi accorgo ora del suo commento e volentieri cerco di spiegarmi, se ci riesco. Anche per Giacomo e forse altri.
Partiamo dal fornaio. Ecco, noi sappiamo che molta gente non coglie certe trame e vede ciò che appare senza andare troppo per il sottile. Ha altro da fare nella vita, giustamente, tipo fare il pane. Proprio per questo crediamo che sia utile dare una lettura della mappa un po’ più dettagliata e – se mi concede – un po’ più profonda. Mettere in luce il disegno che si sta dispiegando sotto i nostri occhi e sopra le nostre teste, chi lo fa? Non certo la stampa di regime in cui – lei sa bene – va inclusa a pieno titolo quella sedicente cattolica. Non scriviamo per seguire la corrente impetuosa della propaganda, che è quella che in parte forma anche il fornaio, o per accarezzare le sue idee quali che siano, ma per dare al fornaio gli strumenti critici per capirci qualcosa di più. Soprattutto, che Quagliariello non lavora per la famiglia, ma per “le famiglie”, e con i suoi discorsi roboanti e ambivalenti fa entrare nella testa della gente idee sbagliate e suicide. E come lui, gli altri.
Per capire come mai, per esempio, nove anni fa ci convocarono al Family Day per combattere i Dico e oggi ci convocano al Family Day per sostenere i Dico, contro le adozioni gay. Tra nove anni ci chiameranno a manifestare per cosa? Per le adozioni gay e contro la depenalizzazione degli atti di libidine sui minori adottati?
C’è qualcosa che non torna, lei ne conviene, e noi cerchiamo nel nostro piccolo di dirlo, anche se è un po’ sgradevole da digerire, mi rendo conto.
In quella piazza c’erano anche persone che la pensano dritta, critiche verso i compromessi endemici della politica ecclesiale, certo. Ma purtroppo le intenzioni della singola testa che compone la milionata erano pre-definite da chi ha organizzato la piazza. Gli abboccamenti di Gandolfini con vescovi e politici governativi (Alfano e altri) dicevano già tutto. Senza contare le dichiarazioni e i comunicati-stampa, tutti all’insegna del cedimento più o meno mascherato e più o meno ridicolo. La piazza del family day era concepita come strumento del potere profondo politico-episcopale che funziona da decenni come rallentatore della marcia dissolutoria. Ma non ha nessuna intenzione di frenarla. Anzi. E non è pensabile che i singoli partecipanti avessero e abbiano la voce per farsi sentire superando il volume dei megafoni del regime.
E veniamo ora ai numeri. Il rischio della piazza semivuota, signora Paola, non c’era. Il numero era grossomodo garantito proprio dagli abboccamenti di cui sopra. Una volta che parte la convocazione da certi movimenti, dall’associazionismo similcattolico, dalla politica democristiana, si sa che molta gente risponde all’ordine. Per obbedienza alcuni, per fiducia altri, per disperazione altri ancora.
Ma purtroppo tutti quanti vanno a finire dentro il circo la cui insegna è decisa dal solito impresario, e il programma dello spettacolo pure.
Bergoglio? Lui il suo programma lo ha detto sin dall’inizio: i temi etici non gli interessano, sono faccende superate. Ogni tanto fa ricordare il concetto al suo ventriloquo Galantino, lui va di facta concludentia abbracciando la Bonino.
meglio una battaglia persa, che una non combattuta.
E meglio ancora conservare la fede nell’ “Evidenza.
Se due maschi e due femmine non sono nati per accompagnarsi fra loro, è opportuno non spendere fiumi di parole, sulla piazza pubblica, per dire che “il contributo dei Cattolici alla Democrazia Italiana consiste nel limitare l’accesso dei compagni dello stesso sesso allo status di coniugi e genitori”. Attirando l’inevitabile -e non immotivata- pernacchia
Bisognerebbe che la Dott.ssa Frezza lo scrivesse davvero quell’articolo sulla funzione di Alleanza Cattolica nella nuova chiesa , chiarirebbe le idee a molti, compresi forse anche parecchi suoi iscritti che credono ancora nei vecchi ideali.
Lo auspico (e lo aspetto) anch’io.
Come sempre i politicanti nostrani, tutti d’accordo, gabbano i cittadini con il noto trucco da venditori di tappeti: portare il problema da “compro non compro” a “compro a determinate condizioni”. Così le unioni (in)civili sono date per scontate e l’attenzione vira sulla possibilità degli invertiti di adottare minori… Ai nemici (prevalentemente etero, dato che gli omo sono una minoranza e quelli che vogliono ammogliarsi/maritarsi sono una minoranza della minoranza) basta questo vecchio trucco per accontentare un popolo distratto e rimbambito dagli smartphones e una marmaglia di uomini di Chiesa che se ne infischiano di Cristo e della Sua dottrina, attaccati al loro lavoro da impiegati fantozziani. Onore ai pochi cattolici che cercano di opporsi, ma trovo giusto ed inevitabile che il buon Dio punisca l’umanità (distratta ed incredula) permettendo che venga sommersa dal diluvio fetido che imperversa ormai da mezzo secolo. Che bello se Bergoglio e la Cirinnà si ritrovassero sulla stessa isola…
Io condivido tutto, dalla prima all’ultima riga dell’intervista, ma allora un padre di famiglia normale come me sarebbe dovuto andare o no al Family Day?
Io penso che la manifestazione in sè sia giusta e che i due milioni di persone arrivati da ogni angolo d’Italia anche con sacrifici abbiano fatto bene a far sentire la loro voce. Se poi la legge vogliono farla passare è logico che hanno tutti i mezzi per farlo visto che si tratta di un parlamento nemmeno eletto dal popolo…
Di “salvatori della patria” purtroppo in giro non ce ne sono, inutile illudersi, viviamo giorno per giorno cercando di testimoniare e soprattutto di edificare. Condivido l’analisi ma non il voler forzare troppo l’accento sulla critica altrimenti uno qualunque (ma non qualunquista) come me potrebbe dirvi allora organizzatelo voi la prossima volta il Family Day, anzi fate un partito cattolico integrale e io vi garantisco il mio voto, forse anche gli altri due milioni e più..
Grazie comunque di tutto vi seguo sempre e…
MOLTO D’ACCORDO!!!!!
Mi fa piacere sapere che c’è qualcuno d’accordo con me ma avrei gradito anche una risposta perchè è facile criticare negli articoli e mettere in risalto in teoria cosa è giusto e cosa è sbagliato ma nella reale pratica le cose purtroppo non sono sempre così facili.
Condivido maggiormente l’approccio di de Mattei (che tra l’altro dalle foto ho visto essere stato presente al Family Day) e quanto scritto nel suo articolo a riguardo: http://www.corrispondenzaromana.it/litalia-del-family-day/
Non bisogna confondere il popolo del Family Day (seppur variegato ed eterogeneo) con i suoi suoi organizzatori e con le loro ascendenze politiche, il vero buco nell’acqua continua ad essere questa pseudo-Chiesa che non predica e razzola pure male…forse perchè ormai “massonizzata” (almeno mentalmente) fino al midollo.
Mi dispiace aver letto soltanto ora, per vari motivi questi commenti, tutti molto
interessanti.
Ringrazio la cara Dott. Frezza, e capisco benissimo le sue argomentazioni, e
desidero precisare quanto segue:
– i Dico: osservazione giustissima, e cioè la legge che dovrebbe essere
approvata diventerebbe una “fessura” aperta verso il MALE.
Ma se approvassero la legge già con le adozioni? E qui si presenta il
terribile problema del “male minore”.
Ci furono dibattiti importantissimi su questo argomento e non ricordo se
addirittura G.P.II scrisse un documento, e comunque intervenne in maniera
molto forte.
Per me il “male minore” è un caso di coscienza che mi ha SEMPRE molto
turbato.
Stasera al TG Notte su Rai3 Martini de La Stampa ha detto che le varie
posizioni e soprattutto il Family Day stanno rendendo quasi impossibile
riconoscere le adozioni.
E anche molti altri commenti, ovviamente dei giorni scorsi, hanno
precisato che il Family day ha dimostrato che il popolo cattolico C’E’.
Preciso anche che non temevo Il rischio della piazza semivuota: ho
detto solo che “cosa sarebbe accaduto se la piazza fosse stata vuota”.
Per esempio bergoglio avrebbe forse commentato? E l’osservatore
romano avrebbe scritto in prima pagina qualcosina?
E quanto scrive Giacomo “secondo me” è un’ottima spiegazione
della situazione.
GRAZIE quindi, cara Dott. Frezza e caro Giacomo.