PREMESSA: il prof. Piero Vassallo propone questa “scaletta di lavoro” a quanti intendano rinnovare realmente la nostra tradizione politica. Il disfacimento intellettuale, culturale e morale è sotto gli occhi di tutti, né una “destra” ormai incapace di elaborare una politica (che non sia un navigare a vista, spinta dai venti delle mode) è in grado di portare un contributo a una Società che scivola sempre più nel paganesimo e nel nichilismo, e quindi nell’autodistruzione.
Il recupero della dottrina sociale della Chiesa cattolica è l’unica speranza per ricostruire una Società umana. Ma perché rinasca realmente una presenza politica dei cattolici è necessario che questi abbiano ben chiara la situazione attuale e le sue cause vicine e remote.
In tal senso il contributo di Vassallo è essenziale e lo proponiamo come punto di partenza per un dibattito e un approfondimento, al quale tutti sono invitati a partecipare, scrivendo a Riscossa Cristiana, info@riscossacristiana.it
Ringraziamo fin d’ora quanti vorranno partecipare a questo lavoro culturale, base indispensabile per la salvezza della Società.
PD
DOPO LA DESTRA. DALLA CULTURA DIMEZZATA AL PENSIERO POLITICO
di Piero Vassallo
Scaletta del lavoro proposto agli amici che intendono rinnovare la tradizione politica degli italiani
A) Prima di tutto è indispensabile capire che la destra non c‘è più, snaturata dal duo Almirante-Plebe e sepolta dal loro creato, Gianfranco Fini. Con Futuro e libertà svanisce il machiavellismo, la politica fine a se stessa, l’autismo elevato a sistema. La catastrofe della destra, conclusione inevitabile del machiavellismo-pirandellismo che Fini ha ereditato da Giorgio Almirante, conferma un fondamentale giudizio di don Gianni Baget: “la politica è impotente senza un‘autentica verità“ (Cfr. “Cristianesimo e Ordine civile”, cap. V, Ed. Cantagalli 2011).
B) Di qui l’obbligo di congedare per sempre i concetti e le parole destra e centrodestra, fonti dell’ambiguità pirandelliana che hanno causato l’atterramento e il devastante passaggio nell’area della politica italiana di mostriciattoli alieni e mutanti [quali Fini, Bocchino, Scajola, La Russa, Frattini, Bondi, Lupi, Dallavedova, Briguglio, Granata, Croppi, Prestigiacomo, Carfagna, Alemanno ecc.]
C) Liquidare la sudditanza all‘ideologia liberale e ai miti intorno alla mano magica del mercato, figura ultimamente ristretta a quella della mano strozzina delle banche. Nel saggio “Il libro nero dell’umanità”, pubblicato on questi giorni da Mattew White nella collana storica di Ponte alle Grazie, si rammenta che alcuni spaventosi olocausti sono stati compiuti [ad esempio in India e nel Congo belga] da coerenti esecutori delle teorie liberali.
D) Rivedere pertanto la classifica degli orrori moderni e restituire alla cultura dei lumi inglesi e francesi il titolo di madre delle sciagure e degli olocausti del xx secolo. Rammentare – per prima cosa – l’ignobile, sordida fonte dei guadagni di Locke e Voltaire, i sommi maestri dell’occidente liberale. Rievocare i crimini del colonialismo di stampo liberale a cominciare dall’olocausto dei congolesi e degli indiani. Comprendere pertanto il significato profondo del giudizio di Benedetto XVI sulla saggezza dei popoli africani, un valore che dipende dall‘estraneità alle ideologie del mondo moderno.
E) Smascherare e liquidare l‘enorme inganno soggiacente alla dottrina dell‘et… et…, brodo di cultura di quella neodestra pseudo-ecumenica che è indirizzata (ultimamente da Gianfranco Fini) all’asservimento al partito degli usurai, dei thanatofili e dei sodomiti di scuola iniziatica.
F) Sconsigliare l‘uso della parola “cultura” in luogo della parola “pensiero politico” e/o “filosofia politica“. Ridisegnare il solco incolmabile che separa Platone, Aristotele, San Tommaso e i grandi tomisti del xx secolo (a cominciare da Cornelio Fabro e Nicola Petruzzellis) dai Bertoldt Brecht, dai Dario Fo, dai Moravia e dai Santoro.
G) Rammentare che, all’ombra della parola “cultura” e dei suoi semantici equivoci, prosperano le mezze culture, inconsapevoli agenti della strategia comunista e post comunista, che è intesa all’abolizione del pensiero filosofico e all’oscuramento della ragione. Al proposito è necessario citare il rovinoso grido culturale alzato dal maestro dei sessantottini, Herbert Marcuse: il male fascista risiede nel principio aristotelico di identità e non contraddizione (Cfr. “L’uomo a una dimensione”).
H) Aver chiaro pertanto che, nel giudizio dei più coerenti e aggiornati interpreti dell‘ideologia comunista, il Male è la metafisica. Nel lontano 1961, Gianni Baget Bozzo aveva anticipato l’esito della rivoluzione comunista, l’ascesa dei poteri forti: “una tirannia che toglie all‘uomo la libertà di credere, di pensare, di essere secondo coscienza” (Cfr. “Cristianesimo e Ordine civile”, c. VI).
I) Da un altro punto di vista, la cultura (gramscianamente e marcusianamente intesa) è la pozione magica che produce le fortune dei soggetti scarsamente dotati di pensiero e però inclini al conformismo. Di qui il velenoso, alluvionale frullato di canzonette stucchevoli o lubriche, spettacolini satirici e pedagogici, obnubilanti talk show, romanzetti a sfondo pornografico, poesie insulse e sgangherate, saggi di varia indignazione, testimonianze pittoriche e scultoree della diversità sessuale ecc., che i professionisti dell’eversione lanciano a folle velocità contro la retta ragione.
L) Il risultato finale del movimento culturale è la calunnia contro la vita e la passione mortuaria, stati d‘animo sapientemente alimentati dagli adelphi dell’irrazionalismo. Tale lugubre passione è esaltata da un narratore,Thomas Bernardt, sommo oggetto del culto adelphiano. In un testo pubblicato in questi giorni, il nichilista Bernardt scrive: “Quando ci hanno messi al mondo i nostri procreatori, ossia i nostri genitori, si trovavano in stato di totale ignoranza e volgarità … i genitori non esistono, esistono soltanto dei criminali che procreano nuovi esseri umani e che procedono con grandissima stoltezza e ottusità contro il nuovo essere umano … la Chiesa infine si assume il compito di annientare l‘anima di questi infelici” (Cfr. “L’origine” in Autobiografia, Adelphi, Milano 2011).
M) Non dimenticare mai che di cultura antifilosofica e di parole in libertà vive il popolo delle mezze calzette festanti e trionfanti, omuncoli che un destino cinico e baro e l’improvvida, disarmata bontà dei politicanti di centrodestra ha sguinzagliato nell’area della politica (un tempo pensante).
N) Rivalutare la funzione della revisione storica e rompere l‘accerchiamento dei dogmatismi delle scuole liberale, ultracomunista, usuriera, thanatofila e sodomitica.
O) Quanto sopra è inteso a suggerire l‘approfondimento della dottrina sociale della Chiesa cattolica, ultimo e sicuro argine opposto all‘alluvione nichilista in atto.