E’ uscito il numero di marzo di Radici Cristiane: il dossier è dedicato a Giubileo e indulgenze

 

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Nel numero di marzo del mensile Radici Cristiane, l’editoriale del direttore, Roberto de Mattei, è incentrato sul concetto di penitenza, “radicalmente estraneo al mondo moderno”. D’altronde, oggi “usare il cilicio o imprimere sul proprio petto il monogramma del nome di Gesù viene considerato una barbarie, mentre praticare il sadomasochismo o tatuare indelebilmente il proprio corpo è considerato un diritto inalienabile della persona”. “La penitenza – si legge – non è altro che il rifiuto delle false parole del mondo, la lotta contro le potenze delle tenebre. Solo accettando questo combattimento, potremo comprendere il significato della visione di cui tra un anno celebreremo il centesimo anniversario”, quella cioè dei pastorelli di Fatima.

Massimo de Leonardis, nell’articolo dal titolo Qual piuma al vento, fa il punto della situazione sulla politica estera italiana: “Apparentemente esiste – spiega il prof. de Leonardis –, ma dietro il turbinio di scambi di visite con i leader mondiali, accompagnati da sorrisi e pacche sulle spalle, c’è ben poco”. Come rivelano i numeri, dettagliatamente riportati: “L’Italia ha una fiducia quasi cieca nell’Onu”, ma “giustamente ha osservato Angelo Panebianco, che ‘prima assumiamo un atteggiamento disincantato verso le Nazioni Unite e meglio è. Senza farsi illusioni’. La politica degli annunci e delle frasi ad effetto serve a poco”.

In un’intervista, pubblicata a pag. 9, l’on. Gennaro Malgieri, ex-consigliere d’amministrazione della Rai, nonché ex-direttore del Secolo d’Italia e de L’Indipendente, parla dello “spirito di Destra”, che pare tornare a soffiare dopo la netta affermazione del Front National alle scorse elezioni regionali in Francia, voto che non indica solo l’adesione ad una generica protesta, bensì ad un preciso programma su temi cruciali quali immigrazione, sicurezza e fisco. Uno “spirito di Destra”, comunque, secondo l’on. Malgieri, potrebbe “sorgere, nel quadro di un processo di rinascita spirituale, che preveda innanzi tutto il riferimento alle radici greco-romane e cristiane dell’Europa”.

Rodolfo de Mattei, col proprio articolo Già oltre il gender…, spiega come, dopo aver cercato di affondare la dualità eterosessuale, col Manifesto pangender si sia anche già oltre il binarismo genderista ed il transgenderismo. Si è giunti cioè alla dissoluzione piena e totale della sessualità, ad un unicum parificato, fluido ed assolutamente indeterminato, inclusivo delle infinite combinazioni possibili, senza tenere nel minimo conto l’evidenza empirica del sesso biologico e dei cromosomi. Un’intervista al prof. don Andrzej Kobylinski, docente presso l’Università Card. Stefan Wyszynski di Varsavia, mette a fuoco il significato di un neologismo, “Omoeresia”: indica il rifiuto, totale o parziale, del Magistero della Chiesa sull’omosessualità. Si affianca ad un altro neologismo, quello di “omoideologia”, che indica la promozione del gay fashion nel mondo.

L’intervista allo storico, politologo e sovietologo francese Alain Besançon, ex-comunista convertito al Cattolicesimo, sposta decisamente il campo d’interesse e pone a fuoco l’islam, nei cui confronti – accusa – la Chiesa sembra restare sostanzialmente muta. A proposito degli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, afferma: “Abbiamo quello che abbiamo voluto”, avendo la Francia accordato ai musulmani molto più di quanto avessero beneficiato altri prima di loro.

Il dossier ha per titolo Chi ha paura delle indulgenze? Spiega il sommario: “Il Giubileo cattolico è una grazia straordinaria d’indulgenza per la remissione dei peccati e delle pene, conseguenza delle trasgressioni commesse. Eppure c’è chi vuol far credere che, dopo il Concilio Vaticano II, la concessione delle indulgenze sia stata abolita. Non è per niente così. E vale ancora quanto fissato dal Concilio di Trento: chi ritiene inutili le indulgenze, è da ritenersi scomunicato”. Al dossier hanno collaborato Cristina Siccardi, mons. Antonio Livi, don Marino Neri, don Marcello Stanzione e Corrado Gnerre.

Dopo la consueta rubrica L’arte racconta e l’intervento del Card. Raymond Leo Burke, questa volta dedicato alla bellezza della liturgia, spazio alla storia: con l’articolo dal titolo Che fine ha fatto la Stasi? ci si chiede dove siano finiti i quasi 200 mila dipendenti della principale organizzazione di spionaggio della Germania comunista, braccio destro del Kgb russo; svelando peraltro il passato, ignoto ai più, di Angela Merkel: “Di lei è risaputo il fatto che sia figlia di un pastore evangelico; molto meno noto è il suo ruolo di primo piano nella dirigenza della Ddr”. Inquietante il brano con cui si conclude l’articolo, una citazione di Vladimir Bukovsky, già dissidente sovietico: “Gli europei – ha detto – sono così ciechi che non si rendono conto che d’ora in poi le retate a scopo politico in Europa saranno fatte usando agenti delle polizie segrete comuniste europee dell’Est”.

Per la consueta rubrica Tesori d’Italia, si parla del Molise, “cuore d’Italia”. Michela Gianfranceschi firma l’articolo dedicato a Palazzo Corsini, a Roma. Sara Magister presenta L’Annunciazione: nelle sapienti mani del Beato Angelico, la prospettiva ed il realismo si trasformano in potenti forme simboliche, che riescono come non mai a rendere visibile e tangibile il Mistero.

Dianora Citi parla invece della Sacra Spina: il 17 aprile 1981, il barone Amedeo Guillet fece dono alla Basilica di Capua di una Spina, ritenuta far parte della Corona di Nostro Signore Gesù Cristo.

Chiudono il numero, come di consueto, le recensioni, la pagina delle lettere e l’agenda con alcuni significativi appuntamenti del mese al Nord, al Centro ed al Sud.

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