Come preannunciato ieri dal dott. Rigoletto Corsini, e scusandosi per il ritardo, l’ Avvocato Julo Alberto junior Scopetani ci ha inviato:
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Lettera di Padre Giuda Rosarione Zummarco (Dicette e Facette) dei frati iscariotiti a Monsignor Albertiello Alberti-elli dei Favini che li tradizionaliste infame chiamano delli Favoni.
Badrino, Patremo, Badrino a me, monsignore Albertiello Alberti-elli dei Favini, che li tradizionalisde infame chiameno delli Favoni, a voi onore e gloria e l’usuale bacio di Giuda e il riconosgimendo che voi siede lo badrino più migliore assaie ghe io tenessi a Florenzia che rebudo una cidda’ fedenziosa in quando anche qui nella mia grande gaddedrale (perghé il Giuda Maggiore Alfonsiello Bruno Conducator eDux ha rigonosgciuto l’imbordanza della mia personalidà e la grandezza del mio dradimendo meddendomi in quesda ciddà aggando i miei golleghi Dande, Bedrarca, Boccaccio, Galileo, Leonardo e dandi aldri minori di me come Raffaello, Savanarola, Giotto etc etc.) ghe è la chiù imbordande assai della frateria degli Iscariodidi, io non drovassi dudda quella gonsiderazione ghe duddi mi digono a me si dovesse in quando ancora – e gapisgo che non fusse golpa vosdra amado badrino e monsignore dei Favini che li dradizionalisde infame vi ghiamassero dei favoni- la Guria fiorendina drobbo audoreferenziale e criptolefebvristra non mi ha essaudido nelle mie righiesde e sono ancora in addesa di:
1) Un ganonigado nelle duomo di Firenze dove io mi ritrovassi gon tutti gli aldri canonigi e anche appresso a quello che have lo fondodinda e ghe sembrasse giovane assaie;
2)La gaddedra dello diriddo canonigo allo seminario e che andasse in bensione quello brofessore che a me restasse andipadigo e ghe si condendasse del canonigado che fosse anghe droppo;
3) Lo Cappelanado dello Ordine della Malda ghe loro potessero gonoscermi nella mia grandezza filosofiga ghe si isbirasse al grande vesgovo e deologo grandissimo assaie Mons. Consueto Bianchini che deologo chiù grande di lui non vi fosse in quando ha deddo e sgriddo : “Non sarà la Chiesa a evangelizzare i poveri ma saranno i poveri a evangelizzare la Chiesa” dando ghe io Dicette e Facette aggio, barderdo dalla nuova deologia e dalla ordoprassi (che noi filosofi e deologhi saprebbero cosa volesse dire e non gli idiodi dradizionaliste che ignorandissimi assai sono e rimanessero e che gli sipigliase un aggidende doppio o almeno due scempi ghe rimanerebbero lì senza fiato) avessi bardorido -si facesse ber dire badrino mio, in quando io femmina non fossi e bartorire, per ora non potrebbi- una nuova filosofazione che dicesse: “Non sarà la ghiesa a evangelizzare li rigghioni – mi sgusasse l’asbrezza del termine – ma saranno i rigghioni a evangelizzare la ghiesa conciliare” e se li dradizionalisde infame avessero da ridire gualgosa io gli direbbe loro e “va’ fa’ in bocca a ‘sorate” non sabede voi bruddi “audoreferenziali” e “cripdolefebvrisdi” che non si potesse chiù giudicare li ricchiongelli che sono gome noi sdessi medesimi? E se li dradizionalisde infame me direbbero qualgosa io di rimando gli rispondessi: “E ghi siete voi idiode del gappero per giudigare i miei fradelli ricchioncelli?”. E allora li dradizionalisde infame duddi sarebbero messi a derra e dicessero: “Avessi ragione Dicette e Facette, i rigghioncelli fossero come te” e io capissi che loro avessero sbagliado malignamende e dovessro dire invege: “Hai ragione Dicette e Facette li rigghiongelli sono come noi”…Ma siggome essi sono degli idiodi referenziali e “criptolefebvristi” e non lo dicessero e allora io proponessi allo Rubagalline – che effigiato avessimo nello galendario che quesdi infame non volessero gomprare- : “Rubagalline – gli scrivessi – eggo l’elengo dei dradizionalisde idiode infame,scrivi subbido al loro vescovo che prendesse i brovvedimendi ganonicci del gaso in quando sono tutti eredici e “sedevagandisdi” in guando bure sgrivessero e denessero condaddi gon quello papa ghe papa non fosse in guando quesdo fosse angora chiù papa di quell’aldro”. E se gualguno fosse dubbioso della botenza di Rubagalline ebbene lo Rubgalline mandasse bure per gardolina la sgomunica a mammeta, sorate, frateto e barendi idiodi come idiodi duddi fossero come dige lo grande deologo nosdro Massimaniello Degasperotto ghe dando amigo fosse dello Giuda Maggiore e ghe sendendolo parlare a duddi brendesse dalla emozioni li dolori dello gorpo quando facesse gli sdrizzoni indesdinali : “Dicette e Facette – dice Degasperotto-du ghe sei figlio di San Dommaso per sabienza e di Sadanasso ber dradimenti non prendessi in gonsiderazione quelli idiotissimi e ghe nostro badre il Diavolo se li brendesse e lo gamion che li investirebbe non lo vedessero nemmanco”. Indando io ber il gompleanno di p. Manelli – e accusì, badrino mio monsignore Albertello dei Favini che li dradizionalisde infame chiameno dei Favoni, come voi aggio dimosdrado di avere la faccia al bosdo dello c… e lo c…al bosdo della faccia- ho sgriddo su facebook : “Badrino garo Patremo Stefano Manelli dande gose da voi aggio imbarato ma oggi i dempi sono gambiati assai e io Dicette e Facette che a Firenze sono divendado la sdella del cirgo vi ghiedessi: rifleddede e ghe Dio vi lluminasse”. E diciamolo frangamende ghe se non lo illuminasse almeno se lo bigliasse il suo Dio ghe non fosse chiù il mio da quando io aggio scelto lo demonio. Eggo Badrino, Badremo, Badrino a me, monsignore Albertiello Albertielli dei Favini che i dradizionalisde infame ghiameno dei Favoni e ghe voi siede lo Gappellano e lo gorreddore ghiù meglio assaie di duddi e ghe lo vosdro odioe e la vosdra sdupida cecità duddi rigonoscessero, io vi raggondo ghe qui grazie allo Diavolo se ne sono andadi guasi duddi i novizi e bruddi infame se ne andassero dopo che finissero a me e al badre Agnellone Bebè e Fabbiolone mio, bello a’ mamà e cocco e’ papà, dudde le:
1) Salamelle belle (finide);
2)Aulive (finide);
3)Caciotte (finide);
4)Lo formaggio Gorgunzola con lo puzzetto delli piedi di Rubagalline (finido);
5)Ollio per olliare (finido);
6) Basda corda (finida);
7)Basta lunga (non finida e io glial’avessi volota cacciare in…bocca a quelli novizi infame che andati se n’avettero)”
Inoldre sono finide anghe le sgadoledde di sardine che dando non piacessero a Fabiolone mio bello a’ mamà e cocco e’ papà, in quando dopo averle mangiade, facessero venire li fordori e li ruddeggiamendi e le monaghe infame e conservatore sentissero e riderebbero e dicessero : “Sentisse quesdi maiali che chiamano a’ mammà”.
Io, badrino mio, in quesda siduazione non so come fare anghe perchè non trovassi un aiudo congredo nella Curia ghe dando è addaggada al vegghio modo di fare pasdorale e non ha gapido ghe con la nuova bastorale non si sgherza ma non ghiama me soddosgritto Dicette e Facette che podrebbe fare aggiornamendo e poi sbiegare che la ordoprassi è la nuova medodologia che il nosdro argivescovo angora non riece a gapire. Qui, badremo, mio ghe quando ve vedo voi rabbresendade la vidalidà della ghiesa conciliare, sembre in gamba, brondo alla pugna, baldanzoso ghe quando- ghe quesdo avvenisse dra mille anni – voi basserete a miglior vida mi dovesse dare a me, che in faddo di odio rebresso e di infamie sono al vosdro bari, il bosdo nella Compagnia dello Ceppariello di San Niccolò con quello governadore che rabbresenta il Nulla e ghe voi gomandate a bacchetta e ghe io gomanderebbe come fade voi, indando volessi voi informare che dopo il corso di rieducazione fatto ai quindici novizi con lo frade cappuccetto cappuccino che avesse sbiegato duddi i carismi e dudde la ordobrassi io pensasse allora che bisognasse ghiamare un “legionario” ghe spiegasse dudde le sconcezze del p. Maciel ghe pordarono al Commissariamendo dell’Istituto (dra quesde cose gli abusi sessuali) e accusì gli sdudende novizi gapissero che i Commissariamenti utilissimi sono. Devo dire ghe un manfano di novizio gon la faccia dosda (Uno dei più abbedidosi ghe si buddava sulle salamelle come nu cinghialone) mi affrontasse con muso duro e mi dicesse:
“Ghe cosa c’endra, Dicette e Facette, quesda porgheria ghe hai faddo e mesgolare il Gommissariamendo dei legionari ghe fecero abusi sessuali con p. Manelli ghe è un sando…du sei brorio uno st…. o”
e quella barola dicette e io in bresenza di Agnellone Bebè e Fabiolone mio bello a’ mammà e cocco e’ papà rimanetti male dicetti: “Il Gommissariamendo è gommissariamendo e ghi sa ghe aldre gose non ci esseno anghe da noi che non avrebbero sapudo? E ghi di dice a de ghe mi hai finido le salamelle ghe dudde quelle regole pauberistighe del vecchio ordine della Immagolata fossero drabassate non facessero aggoppiamendo con l’ordobrassi…bruddo manfano mangia salamelle belle a dradimendo ghe pure mi finissi, du e gli aldri manfani gome te, lo gorgunzola con lo puzzetto delli piedi di Rubagalline”.
E rimanette male bure il “legionario” – sgusasse badrino Alberti-ello dei Favini che li dradizionalisde infame vi chiameno dei Favoni -quello bellissimo figo di p. Emmanuele Alvarez che, vesdido sembrasse nu bronzetto de Riace – e figurateve gnudo quanda bellezza eroticistica sbrigionasse da quelle sue membra sendimendali – il legionario drisdemente mi dicette: “Quesdi novizi non volessero gapire i carismi della nuova ghiesa conciliare e nonosdande le lezioni mie e dello badre Cappuccetto Cappuccino rimanettero nelll’errore fideistico dradizionale, ovvero audoreferenziale e cripdolefebvrista”. Perfino il mio garo Marco Grulli che sembre viene con il bambino ghe porda il bandierone e vede la Madonna di Madiugorij mi affermasse:
“Dicette e Facette, con quesda gente è inudile…anch’io che ho la dua stessa garatura indelledduale, provassi a combaddere quesdi fanadici o offrissi bure due sgrivanie (uno a quello conde che vive in rive d’Arno, uno a quello breside che la dovesse smeddere di fare il deologo e l’esaldazione di Mons. Gherardini ghe considero eredico, una allo avvogato ghe mi sgocciasse sembre con quelle girgolare piene di cuorigini e fegatelli) burghé si ridirassero e lasciassero gampo libero a me ghe indando facetti dandi belli lavori a Bosgo ai Fradi con lo compariello Emiliano Sgangheradi, famoso per la sua edugazione ghe quasi raggiunge quella dell’Agneloone Bebè ghe voi Factte e Dicette avedel’onore di sfamare (anghe lui nonosdande sia ben pensande nel senso dell’ordobrassi mi dicesde che vi finette le aulive e lo vinello chiaro bianco che sembrasse piasciato dagli argangeli) …insomma – ha derminado Margo Grulli – condinuiamo gosì ghe brima o poi l’avremo vinda, in quando smedderanno di fare della messa vegghia , alle 10 dei giorni fesdivi in quella brudda Combagnia di San Frangesco Poverino, che nessuno gapisce, e smedderanno anghe di fare della sdessa messa del latinorum una bandiera e io glielo avesse cergato di far gapire quando facetti i ritiri con Spaggavigne e Alleanza Brodesdande”.
Eggo, badrino mio, le mie azioni sono confordade dall’aiudo e dal barere di Margo Grulli, unigo a Firenze e in provincia, a far ridere duddi, indisdidamende, amici e nemici, ebbure non lo combrendessero berché lui, davvero, avesse voludo ribordare la dradizione alla sua misura ovvera a quella della demogristianeria.
Ma, badrino mio termino digendovi, ghe duddo è andato bene riguardo al regupero delli novizi infaddi dopo l’indoddrinamendo ortoprassico e gonciliare del Cappuccetto Gappuccino e dopo le galunnie dello badre Emmanuel Alvarez, legionario, finalmende i novizi – ghe prima erano influenzati da quello fraticello reazionario ghe li dradizionaliste infame chiamerebbero fra’ Sorriso e che io chiamassi fra’ Sgocciatura- hanno gapito l’ordoprassi e i nuovi garismi dell’odio e del dradimendo e io lo scrivessi pure su face book.
Quelli che non l’hanno gapito se ne sono andati (12) ma quelli ghe l’hanno gapito sono i meglio assai e addiriddura sono quaddro (4) e sono rimasdi…e gli aldri ghe se ne andassero bure in baradiso visdo che sghifano l’inferno nosdro e agli ogghi degli idiodi che gurdassero i numeri io sembrassi un mendecaddo che ha berso.
Berdando bur di disdruggere ogni orma di dradizionalismo infame io mi sobbargassi perfino il gomando dell’arcivesgovo (droppo arredrado e non in linea fosse) ghe vuole ghe si conservasse la messa in ladino (ghe nessuno gapisce) in Ognissanti…anghe se da me, Dicette e Facette, non venisse più nessuno di quesdi idiodi, loro, a’ sorate, a mammeta, a patreto, e a figlieto…e non mi facessero dire chù oltre ghe lo sdesso Margo Grulli mi ha deddo: “Dicette e Fecette fai come io farebbi, non darebbi ascolto alli dradizionalisde infame che il Diavolo li fulminasse”.
E gon il Diavolo, padre nosdro, vi saludassi, badrino mio imbareggiabile Alberti-elli in addesa ghe mi possiade esaudire in duddo quando desiderassi.
Se oldre all’inderessamendo per il Ganonigado, la Gaddedra al Seminario, il Cappellanado, e il Correddorado, avrebbe anghe l’ardire di pensare alla mia disbensa in quando – come soddosgriddo- sono alla fine dei viveri ghe molti di essi medesimi mi furono magmati da quelli manfani di novizi, dradizionaliste infame, ghe se ne sono, per di più, ghiuti.
Vosdro
Dicette e Facette