In chiunque, anche mal predisposto ad acconsentirvi, sta lo stimolo della carne, suscettibile di volgere nella prevaricazione a danno della salute psicologica e spirituale. Nessuna meraviglia che esempi, discorsi, mode e deserto del bene predicato e praticato, abbiano spinto nel fango lo sboccio delle adolescenti
di Piero Nicola
A volte, quando vado piuttosto lontano con le astrazioni per smontare le idee verminose, rivestite di bellezze sinistre; quando strappo la mascherina della maga Circe novellamente adescatrice, al cui banchetto gli uomini sono trasformati in porci, allora mi chiedo se non resto distante dagli effetti dell’adescamento, se uomini e donne ne siano poi così tanto coinvolti. Mi coglie allora il desiderio di vederci più chiaro, perché incontro genitori di buon senso, ragazzi a modo, almeno fin dove arrivo a conoscerli, e perché forse sono restio a credere di essere una bestia rara – modestia a parte – uno dei pochi esemplari di specie non protetta e in via d’estinzione.
Purtroppo, mi accade di riprendermi dai dubbi venendo a mettere i piedi – in seno alla società e oltrepassando il mio consueto giro di contatti umani – nei liquami tangibili del porcile diffuso.
Il telegiornale di Rete 4 ha dato notizia che un’adolescente studentessa mandava al suo fidanzatino, via cellulare, le immagini delle proprie nudità, e forse non solo di quelle. Il fatto è balzato all’onore delle cronache, poiché foto o filmati sono passati per schermi piccoli e grandi alla visione dei compagni, essendosi qualcuno preso la briga di dare inizio alla divulgazione delle pose stuzzicanti. La ragazzina si è rivolta alle Autorità, decisa a far cessare la molesta indiscrezione.
Fin qui, potremmo essere ancora nel campo delle eccezioni, se lo stesso servizio televisivo non ci informasse che abbiamo di fronte un fenomeno, anziché un caso isolato. Il giochetto è appetito, circa il 30% dei giovani di quell’età, innamorati o no, complice la disinibizione offerta dal mezzo, invia e riceve le proprie vergogne in forma ovviamente pornografica: oggetto di dono gradito o d’altri scopi.
Due osservazioni essenziali:
1) La probabile commistione di sentimenti amorosi e di mera libidine.
2) La svergognata quanto pervertita disponibilità delle fanciulline, ossia la loro propensione all’esibizionismo, alla lascivia, al compiacimento verso le suggestioni che la implicano o all’uso di esse.
Naturalmente, il fenomeno così annunciato dev’essere preso con beneficio di inventario. D’altra parte, i casi concomitanti di dissolutezza sono parecchi. Ce n’è abbastanza di ancora caldi caldi: non occorre che sporchi la tastiera ripresentandoli. E dovremmo dimenticare la droga presso o dentro le scuole?
Rammento, in proposito, che a un certo punto della mia vita, ebbi varie occasioni, sull’autobus e altrove, di stupirmi del linguaggio osceno che usciva dalle labbrette anche pallide e senza rossetto, sotto occhietti indifferenti o, meglio, semplicemente accordati con i vari argomenti del discorrere.
Coazione della moda, imitazione necessaria per stare con gli altri. Come no? La moda, spuntando fuori, avrà attecchito vincendo le naturali resistenze dell’animo femminile, vincendo il pudore. Ammettiamo che il mondo abbia indotto a poco a poco le ragazze ad adeguarsi alla scurrilità. Ciò non toglie che essa – cosa indubbiamente sudicia, cosa che contamina il pensiero – penetrando nelle signorine sempre più piccole, le abbia anche preparate alla discesa sugli scalini delle idee bacate di cui parlavo al principio. Dalle parolacce, di significato un po’ vago e teorico, esse sono passate ai fatti, sono scese sul piano delle esibizioniste e delle viziose.
Le sudicette ci sono sempre state, ma è conseguente che gli usi del mondo, le idee e gli spettacoli – in teoria sottomessi alla libertà individuale di aprirvisi o di chiudervisi – le abbiano moltiplicate, facendo scempio delle donne in boccio. È normale, dal momento che la modernità rivoluzionaria ha occupato il posto del vecchio insegnamento, abolendo la costrizione imposta dalla costumatezza, da quando l’ultima modernità ha posato le terga sulla cattedra dove si davano i principi, a cui il mondo era pure legato, la cui influenza agiva con efficacia opposta a quella odierna.
In chiunque, anche mal predisposto ad acconsentirvi, sta lo stimolo della carne, suscettibile di volgere nella prevaricazione a danno della salute psicologica e spirituale. Nessuna meraviglia che esempi, discorsi, mode e deserto del bene predicato e praticato, abbiano spinto nel fango lo sboccio delle adolescenti.
Ultima della notte:
Secondo un quotidiano in rete di internet, papà e mamma d’una vittima della diffusione delle sue foto scandalose, hanno preso le sue difese accigliatissimi. Non saprei se si parla della stessa birichina di prima. Con l’intervistatrice, i genitori, che hanno vinto la causa contro il giovanotto amato dalla figliola, responsabile d’aver suscitato un vespaio e una pioggia di biasimo e di dispetti sulla famiglia onorata, insoddisfatti si esprimono con queste frasi: “A essere disprezzata da tutti è la vittima”. “La sua è stata una prova di amore”. “Vogliamo che nostra figlia sappia quanto siamo orgogliosi di lei, vogliamo che il mondo sappia a qual linciaggio mediatico è stata sottoposta una ragazza di 14 anni”.
Ragazzina innamorata di uno più grande di lei – spiega la solidale cronista – su consiglio di un suo amico, fece quello che fece pur di farsi amare, credendo ingenuamente che quello fosse il mezzo più idoneo. Ma dov’è l’innocenza? Quale innocenza superiore al ritegno e al nativo senso del bene e del male? Infatti, il video fu scabroso tanto da furoreggiare; passò dai telefonini a pullulare sugli schermi dei computer.
Ad ogni modo, interessa poco sapere chi abbia ragione. L’oscenità passata per le dita di una piccola (sprovveduta ma resa insensibile all’onestà, oppure datasi in balia della disonestà) passata per la favella di un ragazzotto presunto influente suggeritore, per le mani di un amato di pochi scrupoli, per i difensori che l’hanno portata in tribunale, l’oscenità e i suoi vari frequentatori compone un marchio del secolo.
La giornalista, continuando a colpire i soliti ignoti, ovviamente adulti, riferisce un’indagine di Telefono Azzurro, che ha stabilito esserci un adolescente su quattro, il quale invia o riceve sms di tipo sessuale, con o senza immagini.
Tour passe, tout lasse, tout casse. Il mal vezzo stancherà. Ma dalla sua caduta in poi quale prospettiva, quali compensazioni della secchezza amara, dello sconvolgimento da esso procurato?
1 commento su “Fioritura nel fango, steli e corolle piegate dal maltempo – di Piero Nicola”
Ormai sono in piena discesa, la nostra natura generata dal peccato originale va’ sempre piu’ nel buio che ci propone lo spirito del mondo, ( LE SEDUZIONI DEL MONDO) ormai vanno avanti spinti dalla nostra natura, pensando di riuscire da soli, al soprannaturale non ci pensa quasi piu’ nessuno, solo lui ci puo’ aiutare, solo lui puo’ guarire, solo lui puo’ purificarci, ma serve il nostro aiuto, il Signore ci ha reso creature libere di decidere, ma per vedere un fiore appena nato, sbocciare e dare il suo splendore, nei colori, nel profumo, serve l’ istruzione del catechismo, e il saper mettere in pratica i comandamenti che Dio ci ha lasciati, la fede in nostro Signore e’ la prima cosa, poi seguire i comandamenti che Dio ci ha lasciato, attraversi Mose’ e che poi Gesu’ ha perfezionato, solo lui e’ VIA VERITA’ E VITA, senza di lui non possiamo fare niente, se tutti capissero veramente queste parole che Gesu’ ci ha lasciato e le mettessero in pratica, non ci sarebbero tutti questi scandali che vediamo e leggiamo.