Firenze: grande Fiaccolata “aux Flambeaux” in onore di Maria Regina – di Pucci Cipriani

di Pucci Cipriani

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Firenze deriva da fiore, “Florentia”, ovvero la città del fiore e proprio a Maria Santissima, alla “Madonna del Fiore”  fu dedicata nel 1412 la cattedrale. E chi va a Firenze visita, prima di ogni cosa, il Duomo, ovvero Santa Maria del Fiore, con il campanile di Giotto. E negli artisti, nei tanti poeti, pittori scultori, è sempre presente il nome di Maria, che fece scrivere a Dante, che non poteva ammirare il nono cielo, splendido e brillante, per la sua “limitata vista”, quei versi bellissimi : “…e come fantolin che inver la mamma / tende le braccia , poi che il latte perse / per l’animo che ‘nfin di fuor s’infiamma, / ciascun di quei candor in su si  stese / con la sua fiamma, sì che l’alto affetto/ ch’elli avieno a Maria mi fu palese. / Indi rimaser lì nel mio cospetto, / “Regina coeli” cantando sì dolce, / che mai da me sì partì ‘l diletto” (Par. XXIII ; 121 – 129). Sarà lo stesso Dante a concludere il suo Poema “divino” con quel canto a Maria che fiorisce sulle labbra di San Bernardo: “Vergine Madre, figlio di tuo figlio,/ umile ed alta più che creatura,/ termine fisso d’eterno consiglio…” Così anche la chiusa del “Canzoniere”, la grande opera d’arte dell’altro grande poeta, onore della terra toscana, il Petrarca, terminerà con una meravigliosa ode alla Vergine: “Vergine santa, d’ogni grazia piena, / che per vera ed altissima umiltate / salisti al ciel onde i miei preghi ascolti, / tu partoristi il fonte di pietate/ e di giustizia il sol, che rasserena / ‘l secol pien d’errori e folti: / tre dolci e cari nomi ài in te raccolti, / vergine, madre e sposa, / Vergine gloriosa, / donna del Re che nostri lacci à sciolti…” 

In questa terra toscana dunque, dove non c’è pittore scultore, poeta, saggista, architetto, che non abbia lasciato un’opera dedicata alla Madonna, vive ancora nella gente quel “culto Mariano” per cui molti sono i pellegrini che, giornalmente, si recano ai santuari toscani per venerare Maria Regina: la SS. Annunziata a Firenze, la Madonna del Conforto ad Arezzo, protettrice dal terremoto, icona dei “Viva Maria”, gl’insorgenti, che in nome del Trono e dell’Altare si batterono contro l’eresia giansenista di Scipione de’ Ricci e contro i giacobini francesi, portando innanzi un grande stendardo con la Madonna del Conforto che si conserva a Roccalbenga, la Madonna dell’Impruneta, che la pia tradizione vuole dipinta da san Luca, la Madonna del Sasso nel territorio lucchese, la Madonna di Boccaderia e quella del Buon Consiglio a Ponte Buggianese, mentre i pistoiesi venerano la Madonna dell’Umiltà e i pratesi il sacro cingolo della Vergine che viene conservato nella cattedrale; poi a Livorno viene venerata la Vergine di Montenero protettrice della Toscana. Ed è proprio presso questo santuario che ogni anno si svolge, ormai da otto anni, il pellegrinaggio della Tradizione, organizzato dal Coordinamento Toscano Benedetto XVI ed a cui partecipa anche l’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote che quest’anno – seguendo una antica tradizione, ripresa una diecina di anni fa da p. Serafino Maria Lanzetta, allora parroco di Ognissanti, la chiesa affidata ai Francescani dell’Immacolata – ha organizzato la processione nel giorno del 31 maggio, al termine del mese mariano.

E dunque martedì scorso, 31 maggio, per iniziativa dell’istituto Cristo Re Sommo Sacerdote e della Parrocchia di San Gaetano, si è svolta una solenne processione con fiaccole che è partita, alle ore 20, dalla Basilica della SS. Annunziate ed è sfilata per le vie del centro, accompagnata dalla banda musicale che ha eseguito le laudi più belle del repertorio tradizionale : Noi vogliam Dio – Dell’aurora Tu sorgi più bella – Mira al tuo popolo – Andrò a vederla un dì – ecc., fino alla parrocchia di San Gaetano (piazza Antinori). Una processione lunghissima, alla quale hanno partecipato circa cinquecento fedeli, con gli oltre ottanta seminaristi (tutti in veste talare con berretta) dell’ICRSS, i padri serviti della SS. Annunziata, i Francescani dell’Immacolata, un folto gruppo di confratelli, con le caratteristiche “cappe” e la “buffa” settecentesca, della Compagnia di San Gerolamo e San Francesco Poverino, accompagnati dal loro Governatore, prof. Dante Pastorelli, i fedeli di San Gaetano e San Francesco Poverino, molte suore dell’ICRSS e di tanti altri ordini. Grande l’entusiasmo dei fedeli e delle persone che, numerosissime, facevano ala al passaggio della Statua della Madonna, portata a spalla dai giovani dell’Istituto. Dalle finestre delle vie del centro, ceste di petali di fiori sono stati gettati al passaggio della Beata Vergine. Le campane della parrocchia di San Gaetano hanno salutato “Maria Regina” al rientro, dove si è tenuta una solenne funzione con, al termine, la Benedizione Eucaristica.

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IMMAGINI DELLA PROCESSIONE

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processione calzaiuoli

processione

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zzzzfiacc

3 commenti su “Firenze: grande Fiaccolata “aux Flambeaux” in onore di Maria Regina – di Pucci Cipriani”

  1. Dr.Roberto Sartoni

    Negli anni Cinquanta il Sindaco di Firenze Giorgio La Pira all’ingresso di Firenze dalla via Bolognese fece mettere un tabernacolo con l’effigie della Vergine Maria e la scritta : “AVE MARIA, REGINA DI FIRENZE!”….Giorgio La Pira commise molti errori ma, a differenza dei politici odierni, rivendicò sempre la sua Fede. Immaginate, voi, Denis Verdini che fa fare un tabernacolo simile?

    1. La Regalità sociale di Cristo è proprio l’obiettivo principale dell’aggressione massonica. Quella di Maria Ss., ancora di più.
      Il diavolo non sopporta di essere cacciato dal Mondo – meno ancora, lo sopporta da parte di una Donna, che è creatura e non Creatore

  2. Dante Pastorelli

    Effettivamente è stata una bella, sentita, partecipata e devota processione. Come si vedevano un tempo nei paesi soprattutto ed anche nelle città. Rosario, canti popolari, compostezza,, silenzio, nessuna chiacchierata da una parte e l’altra della processione o tra i fedeli in fila e quelli “spettatori”, per strada ed in chiesa. Una giornata che ripaga di tanta anche quotidiana fatica specie per chi come me, per motivi anagrafici e non solo, dovrebbe tirar i remi in barca.
    Nota ultrapositiva: sono stato risparmiato dal fotografo! Unica mia foto circolante nel web in un paterno abbraccio a Montenero col mio ex-alunno griciglianese don Robert Vignaud. Amo vivere nell’ombra, anche se a volte son costretto ad “apparire”.

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