“FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi

OMISSIS. Sorridiamo un po’, con un interessante indovinello

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Ogni settimana Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti possono scrivere, indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni settimana sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.

 PD

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Mercoledì 13 luglio 2016

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È pervenuta in Redazione:

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Gentile dottor Gnocchi,

ho trovato molto gustoso il numero della rubrica in cui usava il termine OMISSIS al posto del nome di Bergoglio. Ho notato che molti stanno seguendo l’esempio con un effetto divertente. Ogni tanto bisognerà pur sorridere in questa valle di lacrime, senza contare che l’umorismo può fare più di molti trattati… Le chiedo quindi di dare nuovo impulso all’iniziativa. Non so come, però mi fido di lei e la ringrazio in anticipo.

Giuseppe Previtali

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zrbrpsCaro Giuseppe,

ho scelto di rispondere alla sua lettera perché anch’io penso che il sorriso e l’umorismo possono arrivare al bersaglio con una tempestività e un’efficacia che tante seriose riflessioni neanche si sognano. Allora le propongo un giochino buono per un pomeriggio d’estate da provare al posto del solito cruciverba.

Qui sotto trova un famoso testo di un ancor più famoso autore che ho opportunamente tagliato senza alterarne il significato. Lo scritto è dedicato a un personaggio che nella mia elaborazione ho chiamato OMISSIS. Lei, caro Giuseppe, legga il testo pensando all’OMISSIS che intendiamo noi e vedrà che tutto fila senza il minimo intoppo. Le chiedo di indovinare quale è il testo originale e chi è l’autore, che vengono svelati al termine della lettura. Buon divertimento.

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Il caso più vistoso di riduzione del superman all’everyman lo abbiamo nella figura di OMISSIS e nella storia della sua fortuna. Idolatrato da milioni di persone, OMISSIS deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta unita (questa è l’unica virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che è e che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto. Lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti.

OMISSIS non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto, confortando le altrui naturali tendenze all’apatia e alla pigrizia mentale. In compenso OMISSIS dimostra sincera e primitiva ammirazione per colui che sa. Di costui pone tuttavia in luce le qualità di applicazione manuale, la memoria, la metodologia ovvia ed elementare: si diventa colti leggendo molti libri e ritenendo quello che dicono. Non lo sfiora minimamente il sospetto di una funzione critica e creativa della cultura. Di essa ha un criterio meramente quantitativo.

OMISSIS professa una stima e una fiducia illimitata verso l’esperto; un professore è un dotto, rappresenta la cultura autorizzata. È il tecnico del ramo. Gli si demanda la questione, per competenza. Il suo discorso realizza il massimo di semplicità. OMISSIS abolisce i congiuntivi, le proposizioni subordinate, riesce quasi a tendere invisibile la dimensione sintassi. Evita i pronomi, ripetendo sempre per esteso il soggetto, impiega un numero stragrande di punti fermi. Non si avventura mai in incisi o parentesi, non usa espressioni ellittiche, non allude, utilizza solo metafore ormai assorbite dal lessico comune. Il suo linguaggio è rigorosamente referenziale e farebbe la gioia di un neo-positivista. Non è necessario fare alcuno sforzo per capirlo.

OMISSIS è privo di senso dell’umorismo. Ride perché è contento della realtà, non perché sia capace di deformare la realtà. Gli sfugge la natura del paradosso; come gli viene proposto, lo ripete con aria divertita e scuote il capo, sottintendendo che l’interlocutore sia simpaticamente anormale; rifiuta di sospettare che dietro il paradosso si nasconda una verità, comunque non lo considera come veicolo autorizzato di opinione.

Di tutte le domande possibili su di un argomento sceglie quella che verrebbe per prima in mente a chiunque e che una metà degli spettatori scarterebbe subito perché troppo banale. In questo vertiginoso gioco di gaffe non tenta neppure di usare perifrasi: la perifrasi è già una agudeza, e le agudezas appartengono a un ciclo vichiano cui OMISSIS è estraneo.

Quanto più è mediocre, l’uomo mediocre è maldestro. OMISSIS lo conforta portando la gaffe a dignità di figura retorica, nell’ambito di una etichetta omologata dall’ente trasmittente e dalla nazione in ascolto. OMISSIS gioisce sinceramente col vincitore perché onora il successo. Cortesemente disinteressato al perdente si commuove se questi versa in gravi condizioni e si fa promotore di una gara di beneficenza, finita la quale si manifesta pago e ne convince il pubblico; indi trasvola ad altre cure confortato sull’esistenza del migliore dei mondi possibili. Egli ignora la dimensione tragica della vita.

OMISSIS convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti.

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Allora, caro Giuseppe, sembra proprio che il testo sia scritto oggi e parli dell’OMISSIS che intendiamo noi. Invece è la “Fenomenologia di Mike Bongiorno”, che Umberto Eco pubblicò nel 1961 in “Diario minimo”.

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Del resto, la neochiesa della misericordia ha trovato in OMISSIS il suo “bravo presentatore” proprio come a suo tempo la televisione lo trovò in Mike Bongiorno. E non si può dire che la neochiesa sia più seria di “Rischiatutto”, di “Telemike” o della “Ruota della fortuna”. Più tragica sì, ma non più seria.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

18 commenti su ““FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi”

  1. Due massoni piemontesi.

    Mike per parte di madre (il nonno produceva fanali per auto a Torino) e per essere cresciuto a Torino, dopo che la madre aveva “mollato” il marito siciliano (personaggio importante in America, ma “impresentabile” a Torino).
    Il Biancovestito è figlio dell’unico Paese al mondo -a mia conoscenza- dove esista un’importante comunità piemontese derivante dall’emigrazione dalle campagne, ai primi del ‘900. Comunità che tende a conservare il dialetto, a coltivare la vite, a frequentare di quando in quando le terre degli avi. Oggi in Piemonte vivono parecchi Argentini che, data la crisi di quel Paese, si sono fatti accogliere ufficialmente, in qualità di “piemontesi di terza o quarta generazione”.
    Leggevo nel 2013 che il Medesimo non solo conosceva il dialetto, ma teneva in casa un po’ di terra della cascina astigiana dei nonni

      1. Prego, caro Feder.
        Scopriamo oggi -anch’io, pur essendo relativamente anziano- di essere stati okkupati dai Vincitori della guerra tramite il fondamentale e tradizionale punto di snodo -o meglio testa di ponte- ottocentesco di Torino.

        Due nomi, importantissimi già negli anni ’50, calati a Roma solo perchè la RAI era lì (ma già il “Rischiatutto” del 1970-’74 andava in onda da Milano): Mike Bongiorno e Piero Angela

      1. Carla D'Agostino Ungaretti

        Sono d’accordo, per opposti motivi, sia con Luce che con Carmelo. Se penso che Bergoglio è il Pontefice regnante e il Vicario di Cristo mi vien da piangere e mi sembra che il degrado che purtroppo sta vivendo in questi anni la mia amatissima Roma si rifletta anche nel suo Vescovo. E’ un vero dramma spirituale quello che sto vivendo, incompreso perfino dal mio confessore che mi dice solo di starmene tranquilla e di non pormi troppi problemi. Ma io, che sono stata allieva e collaboratrice di un grande gesuita come P. Piersandro Vanzan della Civiltà Cattolica, tornato a Dio nel 2011 e sempre rimpianto, mi domando come sia riuscito OMISSIS a entrare nella Compagnia di Gesù, che conosco bene e vanta cervelli di prim’ordine. Mi consolo pensando che Dio scrive diritto anche su righe storte.

        1. OMISSIS è un gesuita; mi sembra altamente improbabile che un gesuita della “alte sfere” sia così banalmente impreparato ed inadeguato. Paradossalmente le sta sparando così grosse che mi rifiuto di pensare che sia solo incoscienza. Si sente puzza di bruciato lontano un km! Possiamo scherzarci sopra (serve!) ma non fermiamoci alle apparenze: non è solo palese arroganza e delirio di onnipotenza; il nostro Mister credo stia perseguendo un piano ben preciso!

  2. Mentre leggevo l’ indovinello ho pensato, chissà perché, a Mr.Bean: per i suoi scopi esterna un’idiozia caparbia per poi compiacersi: il TOP del LOW LEVEL! Azzardo una diagnosi: OMISSIsteria!

  3. Hanno fatto Vescovo Checcho Zalone, poi lo hanno fatto Cardinale e poi lo hanno eletto Papa.

    Chi ha fatto tutto questo? La neochiesa modernista, chi lo ha permesso in primis? L’arzillo vegliardo di Germania, che non cambia talare
    perchè le vecchie vesti sono ancora buone e non le fa ritingere perchè così può restare a mensa a Santa Marta, dove si paga poco
    e se magna bene.

    Quanti “Omissis” bardati da presbiteri, porporati o papi abbiamo?
    Quello col naso rosso nella foto è solo uno dei tanti guitti
    e non è neppure il più volgare e sciatto.

    Abbiamo un esercito di “Omissis” ed è tragico, ma la cosa ancora più tragica e che ci sono ancora migliaia e migliaia di spettatori
    paganti (8 per mille etc.. etc..) che battono le mani ai pagliacci chiamadoli eccellenze, eminenze a santi padri.

    Si può ridere? Si potrebbe… ma quando provo mi censurano pure….

    Tantovaleva fare papi Aldo Giovanni e Giacomo, che non c’è due senza tre… in attesa della papessa ( Belen o Bonino ????).

    1. AG&G sono tre persone argute, intelligenti e mai superficiali o volgari: li escluderei, troppo preparati. Tanto vale fare Papa la Belen: preparazione zero, argentina come Omissis, e mooolto più bella da vedere. A proposito di facce, avete mai notato la straordinaria somiglianza tra Omissis e Flavio Insinna? http://tinyurl.com/zwyfj8m
      D’altronde, entrambi “tirano il pacco” all’ignaro spettatore :).

  4. io, invece, mentre leggevo, chissà perchè, pensavo a Fabio Fazio…
    Non ho indovinato ma ci sono andata abbastanza vicino. Grazie del divertente gioco!

  5. Conoscevo il rimando perché sono a conoscenza della conferenza tenuta da Gnocchi al consueto appuntamento della F.S.S.P.X., disponibile in rete. Vorrei aggiungere che, con tutto il rispetto per Il personaggio studioso e scrittore e per l’uomo, Umberto Eco si è solo servito di studi di personaggi infinitamente più capaci e più importanti di lui in materia, uno su tutti Marshall McLuhan. Merito di Eco è stato quello di scoprire pensieri, teorie di uomini già ben inseriti in certi contesti nel Nord America e non solo. In Italia i ‘companeros’, imperanti a livello culturale, trassero spunto da teorie di grandi uomini spacciandole per farina del proprio sacco. Eco è un esempio eclatante. Ciò non mira a sottovalutare la cultura del personaggio, ma non dimentichiamoci dell’Eco lettore e studioso di uomini stranieri che, molto prima di lui, esposero teorie importanti.

    1. Eco a mio parere è stato sopravvalutato. Con la sua spietata critica a Mike Bongiorno ha reso quel modesto ma garbato presentatore molto più simpatico dei suoi successori. Ricordo anche uno scritto intitolato “Elogio di Franti” (un personaggio di “Cuore”) dove, facendo in apparenza solo la parodia di De Amicis, si metteva alla berlina l’ Italia di quel tempo lontano, i suoi costumi e la sua dignità.

    2. Post scriptum.
      Aggiungo che Eco, traducendo e divulgando il pensiero anglosassone, ha nutrito intellettualmente una generazione nefasta, che dagli anni 70 in poi ha inquinato e degradato la Pubblica Amministrazione e il mondo della cultura, infestando in particolare università, istituzioni culturali e media. Ciarpame senza pudore, davvero.

  6. Effettivamente a volere essere obiettivi e imparziali fino in fondo, di “omissis” siamo strapieni e non da tre anni soli. Ricordiamo ad esempio le recentissime parole di Ratzinger sulla grande BONTÀ di Bergoglio:

    “La sua bontà mi colpisce…la sua bontà è il luogo dove abito: mi sento protetto..”

    E via andare così…di omissis in omissis

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