“FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi

Prosegue la risposta, iniziata mercoledì 13 u.s. (clicca qui), alle molte lettere pervenute dopo la pubblicazione dell’Amoris Laetitia.

PD

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Ogni pronunciamento di Benedetto è sempre stato a sostegno di Francesco. L’intervista rilasciata poco più di un mese fa al teologo gesuita Jacques Servais è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo… l’enunciazione ratzingeriana del concetto di “ermeneutica della riforma nella continuità”, formalmente, non rappresenta un rigetto delle cause della dissoluzione che pur afferma di combattere, anzi ne è la certificazione e l’assunzione a valore… 

Venerdì 22 aprile 2016

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zrbrpsCari amici,

se al termine di un’epoca tutto si fa più urgente e precipitoso, è difficile immaginare che il collasso dei nostri tempi sia troppo lontano. Se il motus in fine velocior caro ai latini ha un fondo di sapienza, l’inaudito che alcuni temono e altri sperano potrebbe palesarsi dietro la prossima svolta di una strada sempre più faticosa e oscura. Non si tratta necessariamente della fine di tutto, invocata da un numero sempre più grande di anime doloranti per lo strazio di Cristo esibito al plaudire del mondo. “Ma non può durare ancora a lungo così”… dicono molte vostre lettere. E poi si confida lo stesso pensiero per telefono, lo si argomenta nelle conversazioni e anche in certi colloqui spirituali, mentre aleggia, sempre più percepibile, un’inedita nostalgia di catacomba e, insieme, di battaglia di Vienna.

Ma se il rapido diffondersi di questo sentire è sorprendente, lo è ancora di più il fatto che affiori anche in tanti cattolici che poco o nulla sanno della “Tradizione” pronunciata con la “T” maiuscola e messa tra opportune quanto altere virgolette. Stupisce, e allo stesso tempo conforta, che compaia in belle anime cresciute misteriosamente in parrocchie, movimenti, istituti religiosi e ordini devastati dal disprezzo per la fede in Cristo. Probabilmente, tale irrevocabile e radicale opposizione al disfacimento si palesa in questi cristiani perché si sono inselvatichiti al punto giusto, come certi fratelli che vivono da tempo di tradizione ai margini di un mondo e di una Chiesa votati allo scempio del divenire e alla tirannia del consenso. Sono forse proprio loro, per grazia di Dio refrattari al logorio di una Chiesa nichilista, nell’assetato affrettarsi alle fonti, a testimoniare con forza che motus in fine velocior. E, come i fratelli di autentica e selvatica tradizione, svolgono tutti lucidamente lo stesso ragionamento, che passa attraverso le stesse considerazioni, poste nello stesso ordine come stazioni di un nuovo Calvario: il dolore per la diabolica autodemolizione della Chiesa, la costernazione per l’assenza di pastori che osino parlare e difendere il gregge con chiarezza e senza timore, la trepidazione per l’interrogativo sul che fare in un panorama così desolato.

Dopo l’analisi del processo di autodemolizione della Chiesa pubblicata la scorsa settimana, è giunto il momento di prendere in considerazione la tragica assenza di pastori disposti a guidare un gregge sempre più attonito e smarrito. Bisognerà dunque cominciare dalla questione Benedetto XVI, così dolorosa per chi ancora antepone le argomentazioni alla realtà. Le prossime tappe prenderanno in esame i balbettii timidi e inoperanti di vescovi e cardinali che si erano proposti come baluardi alla deriva bergogliana, i contatti ammiccanti tra Bergoglio e la Fraternità Sacerdotale San Pio X e, per finire, le prospettive sul “che fare”.

zzzzrtznglscChi continua a pensare che l’inedita figura del Papa emerito vegli come una sentinella silente e orante sulle sorti della Chiesa ridotta in macerie, prima o poi, dovrà scontrarsi con i fatti. Primo fra tutti, l’oscuro abbandono del soglio di Pietro, quella “fuga davanti ai lupi” che lo stesso Ratzinger aveva paventato subito dopo l’elezione e che inevitabilmente diventa la chiave di lettura del suo pontificato, della sua biografia e del suo pensiero.

Cari amici, non può sfuggire, se non a chi non vuole vedere, che mai, e bisogna sottolineare “mai”, Benedetto XVI ha opposto un atto, anche passivo, alle scorribande devastatrici del suo successore fra le membra Corpo Mistico di Cristo. Anzi, nei momenti cruciali è sempre stato al suo fianco contribuendo a formare nel pensiero collettivo l’icona dei “due Papi”, un’immagine che turba nel profondo l’anima di tanti fedeli poiché figura simbolicamente una famiglia contronatura con due genitori dello stesso sesso.

Ogni pronunciamento di Benedetto è sempre stato a sostegno di Francesco. L’intervista rilasciata poco più di un mese fa al teologo gesuita Jacques Servais è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. Passi come i seguenti sono inequivocabili:

“Per me è un ‘segno dei tempi’ il fatto che l’idea della misericordia di Dio diventi sempre più centrale e dominante – a partire da suor Faustina, le cui visioni in vario modo riflettono in profondità l’immagine di Dio propria dell’uomo di oggi e il suo desiderio della bontà divina. Papa Giovanni Paolo II era profondamente impregnato da tale impulso, anche se ciò non sempre emergeva in modo esplicito. (…) Solo là dove c’è misericordia finisce la crudeltà, finiscono il male e la violenza. Papa Francesco si trova del tutto in accordo con questa linea. La sua pratica pastorale si esprime proprio nel fatto che egli ci parla continuamente della misericordia di Dio. È la misericordia quello che ci muove verso Dio, mentre la giustizia ci spaventa al suo cospetto. A mio parere ciò mette in risalto che sotto la patina della sicurezza di sé e della propria giustizia l’uomo di oggi nasconde una profonda conoscenza delle sue ferite e della sua indegnità di fronte a Dio. Egli è in attesa della misericordia”. 

D: (…) San Francesco Saverio ha vissuto la propria attività pastorale, convinto di dover tentare di salvare dal terribile destino della perdizione eterna quanti più “infedeli” possibile. Si può dire che su questo punto, negli ultimi decenni, c’è stato una sorta di “sviluppo del dogma” di cui il Catechismo deve assolutamente tenere conto?

“Non c’è dubbio che in questo punto siamo di fronte a una profonda evoluzione del dogma. Mentre i Padri e i teologi del medioevo potevano ancora essere del parere che nella sostanza tutto il genere umano era diventato cattolico e che il paganesimo esistesse ormai soltanto ai margini, la scoperta del nuovo mondo all’inizio dell’era moderna ha cambiato in maniera radicale le prospettive”.

zzzzfulmineEppure, durante il suo pontificato, le pur timide frenate lungo la via della dissoluzione avevano alimentato qualche fremito restauratore. Si era fatta strada l’idea che, opportunamente elaborate e trasformate secondo categorie tradizionali, quelle iniziative potessero diventare postazioni, pur povere e indifese, di una resistenza cattolica in una Chiesa nichilista. Ma chi ha combattuto in quella trincea, lasciatevelo dire da uno che c’era, si è trovato tra le mani e nella penna un Benedetto XVI silenzioso e inoperante, una sorta di cavaliere inesistente sempre più lontano da quello vero, che intanto tesseva una ragnatela ambiguamente chiamata “ermeneutica della riforma nella continuità”.

Non ci si faceva illusioni sul pensiero di Ratzinger, figlio della modernità hegeliana. Non c’è mai stato spazio per i dubbi sulla sua predilezione per il concetto di “ermeneutica”, rispetto al quale quello di “continuità” faceva da vassallo minore, assoggettato anche al concetto di “riforma”. Ma continuo a pensare che il tentativo di sottrarre la “continuità” al signoraggio dell’ “ermeneutica” per indicare a tanti buoni cattolici smarriti la via della tradizione fosse legittimo. Non è stato sterile, anche se perdente fin dal principio. Anzi, proprio come le belle azioni consapevolmente destinate alla sconfitta, è stato fecondo almeno nel contagio di qualche compagno di battaglia, nonostante fosse palese il tentativo ratzingeriano di attuare il Concilio Vaticano II, se si concede l’ossimoro, per via tradizionale.

Ma quello avviato da Benedetto XVI era un percorso lungo e macchinoso e i tempi in cui il moto si fa sempre più veloce hanno colto l’autore impantanato in mezzo al guado, forse anche a causa degli imprevisti tentativi di resistenza cattolica aggrappati come zavorre alle sue povere e ambigue concessioni. Nei disegni del neomodernismo nichilista, urgeva un cambio di passo ed è arrivato Bergoglio, che ha preso subito ad attuare il Vaticano II, senza ossimori, per via rivoluzionaria.

Un semplice mutamento di strategia di una Chiesa che con il Vaticano II, è divenuta per decreto essenzialmente ermeneutica, perenne interprete di se stessa secondo categorie perennemente mutevoli. E Joseph Ratzinger, una volta divenuto Benedetto XVI, fino a quando gli è stato concesso, ne ha interpretato intimamente l’anima. Timido e a volte persino incerto a uno sguardo superficiale, è stato invece il ferreo timoniere di questo interminabile mutare per principio. Ha governato con grande padronanza una Chiesa la cui carta fondativa elaborata nell’aula conciliare è costituita da un insieme di termini, concetti, proposizioni, documenti che non si reggono da soli poiché sono elementi aperti, bisognosi di un continuo rimando ad altro che li spieghi.

L’ermeneutica, causa formale dei testi conciliari che senza interpretazione non esistono, è divenuta di conseguenza la causa formale della Chiesa che ne è sortita. Dunque, l’enunciazione ratzingeriana del concetto di “ermeneutica della riforma nella continuità”, formalmente, non rappresenta un rigetto delle cause della dissoluzione che pur afferma di combattere, anzi ne è la certificazione e l’assunzione a valore. Invece che sancire la fine della crisi, ne formalizza l’esistenza rubricando come normalità il continuo mutare di senso di una medesima idea. Poiché l’ermeneutica non è un criterio veritativo, ma interpretativo, non può impegnare l’autorità a tutelare la permanenza di un significato, ma presuppone soltanto un interprete che si ponga sullo stesso piano degli altri. Enunciare un qualsiasi genere di interpretazione significa evocarne potenzialmente un numero infinito di altre. Scrive a questo proposito il cardinale Giuseppe Siri in Getsemani che l’alterazione delle fondamentali basi ontologiche della parola umana:

si compie in seno all’ermeneutica, alterando radicalmente ogni norma di logica eterna dell’Interpretazione. In tutte le direzioni e in tutte le attività intellettuali, si nota facilmente un’effervescenza nella ricerca di un nuovo linguaggio, ricerca patetica di una nuova lettura dei testi, e non soltanto di quelli della Sacra Scrittura, ricerca di una nuova concezione del fatto da “comprendere”; nuove norme, sempre labili, per l’interpretazione dei testi, dei segni e anche dei fatti. (…)

E in tal modo ha preso forma una tendenza a reinterpretare i testi scritturali, i testi teologici dei Padri, i testi dogmatici della Chiesa; tendenza che ha finito con il “reinterpretare” ogni scritto, ogni fatto e ogni insegnamento giunto fino a noi tramite la Tradizione; “reinterpretare” interamente l’avvento e il messaggio di Cristo. È evidente che tutto questo vasto evento della nuova critica ha fondamentalmente influenzato in molti la nozione della fede della Chiesa, e di conseguenza l’orientamento della teologia, cosiddetta biblica, e della teologia in genere, essendo stato rimesso in causa da successive “reinterpretazioni” il fondamento dogmatico della Chiesa.

Un esempio tipico di questa deriva sta nell’assurdo statuto di Nota praevia conferito alla postilla che tenta timidamente di arginare la deriva antiromana della Lumen Gentium, la Costituzione conciliare sulla Chiesa cattolica. Se il testo si presentava come problematico ancora prima della sua promulgazione, sarebbe stato più corretto e più semplice rettificarlo prima pubblicarlo. Invece, in ossequio alla natura accidiosa del linguaggio conciliare, se ne è fornita una precisazione che ha un valore minore rispetto al documento vero e proprio. Si è così prodotto un testo con annessa ermeneutica dando vita formalmente a un documento aperto e si è di fatto dichiarato interpretabile qualsiasi atto oscurando il concetto classico di verità.

Quindi, anche ipotizzando il tentativo di imporre una “interpretazione autentica” che molti hanno illusoriamente letto nel pontificato di Benedetto XVI, se ne vede subito l’impossibilità. Normalmente tocca al soggetto che pone l’atto indicare quale sia la voluntas legislatoris. Ma il linguaggio impiegato dal Vaticano II in poi mostra che non vi è una chiara voluntas, se non quella di non essere chiari. Dunque, anche l’autorità suprema che ha emanato quegli stessi documenti è costretta a scendere sul piano dell’ermeneutica, nell’ennesima prova di quella che Romano Amerio chiamava desistenza.

Il testo dottrinale del Concilio sulla Chiesa non è un trattato teologico, né una presentazione completa sulla Chiesa, ma un cartello indicatore” diceva nel 2012 Ratzinger in Mon Concile Vatican II, mostrando di essere un eccellente interprete dei tempi. Ma, indulgendo nel teologare e nel filosofare, poco adatto a trasformare la teoria in rendite di posizione e di potere, è stato invitato sbrigativamente a cedere il posto al caudillo sudamericano. Bergoglio è indiscutibilmente l’uomo giusto al posto giusto, se si tiene conto che quando l’autorità non può più reggersi sulla verità può farlo solo ricorrendo all’arroganza, alla prepotenza, alla brutalità e alla volgarità. Un piccolo saggio di questo cambio di passo sta nella risposta data al giornalista Francis Rocca, del The Wall Street Journal, che gli ha chiesto un chiarimento sull’esortazione Amoris laetitia durante il viaggio di ritorno dall’isola di Lesbo del 16 aprile.

D: “Alcuni sostengono che niente sia cambiato rispetto alla disciplina che governa l’accesso ai sacramenti per i divorziati e i risposati, e che la legge e la prassi pastorale e ovviamente la dottrina rimangono così. Altri sostengono invece che molto sia cambiato e che vi sono tante nuove aperture e possibilità. La domanda è per una persona, per un cattolico che vuole sapere: Ci sono nuove possibilità concrete, che non esistevano prima della pubblicazione dell’esortazione, o no?

R: Io posso dire: “Sì”. Punto. Ma sarebbe una risposta troppo piccola. Raccomando a tutti voi di leggere la presentazione che ha fatto il cardinale Schönborn, che è un grande teologo. Lui è membro della congregazione per la dottrina della fede e conosce bene la dottrina della Chiesa. In quella presentazione la sua domanda avrà la risposta.

“Io posso dire: ‘Sì’. Punto”. Ma, cari amici, questa non è l’uscita dall’eterno ritorno ermeneutico, anche se per una via sbagliata: è solo la sua violenta e inappellabile riaffermazione. Il che permette di dire, rifacendosi a von Clausewitz, che Bergoglio è la continuazione di Ratzinger con altri mezzi. Lo si vede anche in frangenti e in ambiti diversi come i rapporti con la Fraternità San Pio X, in cui Francesco I sembra proseguire sulla strada tracciata da Benedetto XVI, e la questione liturgica, in cui pare invertire la rotta.

zzzzsmmrmE così siamo giunti all’altra grande questione che ha alimentato tante illusione sul pontificato di Ratzinger, il motu proprio Summorum Pontificum con cui veniva data una libertà di fatto condizionata alla celebrazione della liturgia tradizionale. Un documento incompiuto sul piano giuridico che abbandona il rito millenario della Chiesa cattolica al dispotismo di vescovi e sacerdoti che lo odiano teologicamente. Ma, soprattutto, problematico sul piano teologico, poiché, fin dalla terminologia, costringe ad assumere il Vetus Ordo secondo le categorie del Novus.

Art. 1. Il Messale Romano promulgato da Paolo VI è la espressione ordinaria della “lex orandi” (“legge della preghiera”) della Chiesa cattolica di rito latino. Tuttavia il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa “lex orandi” e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della “lex orandi” della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella “lex credendi” (“legge della fede”) della Chiesa; sono infatti due usi dell’unico rito romano.

Pur meritoriamente affermando subito dopo che il Messale tradizionale romano non è mai stato abrogato, risulta evidente la sottomissione dell’antico al nuovo: è il Novus Ordo che istituisce le categorie di una nuova comprensione del Vetus Ordo secondo l’ermeneutica corrente. Non a caso, nella contestuale Lettera in cui il Pontefice spiegava ai vescovi di tutto il mondo il significato del motu proprio diceva:

In primo luogo, c’è il timore che qui venga intaccata l’Autorità del Concilio Vaticano II e che una delle sue decisioni essenziali – la riforma liturgica – venga messa in dubbio. Tale timore è infondato. Al riguardo bisogna innanzitutto dire che il Messale, pubblicato in duplice edizione da Paolo VI e poi riedito una terza volta con l’approvazione di Giovanni Paolo II, ovviamente è e rimane la forma normale – la forma ordinaria – della Liturgia Eucaristica. L’ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, che è stata pubblicata con l’autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utilizzata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come forma extraordinaria della Celebrazione liturgica. Non è appropriato parlare di queste due stesure del Messale Romano come se fossero “due Riti”. Si tratta, piuttosto, di un uso duplice dell’unico e medesimo Rito.  (…)

In secondo luogo, nelle discussioni sull’atteso Motu Proprio, venne espresso il timore che una più ampia possibilità dell’uso del Messale del 1962 avrebbe portato a disordini o addirittura a spaccature nelle comunità parrocchiali. Anche questo timore non mi sembra realmente fondato. L’uso del Messale antico presuppone una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina; sia l’una che l’altra non si trovano tanto di frequente. Già da questi presupposti concreti si vede chiaramente che il nuovo Messale rimarrà, certamente, la forma ordinaria del Rito Romano, non soltanto a causa della normativa giuridica, ma anche della reale situazione in cui si trovano le comunità di fedeli.

E’ vero che non mancano esagerazioni e qualche volta aspetti sociali indebitamente vincolati all’attitudine di fedeli legati all’antica tradizione liturgica latina. La vostra carità e prudenza pastorale sarà stimolo e guida per un perfezionamento. Del resto le due forme dell’uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda: nel Messale antico  potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi. La Commissione “Ecclesia Dei” in contatto con i diversi enti dedicati all’ “usus antiquior” studierà le possibilità pratiche. Nella celebrazione della Messa secondo il Messale di Paolo VI potrà manifestarsi, in maniera più forte di quanto non lo è spesso finora, quella sacralità che attrae molti all’antico uso. La garanzia più sicura che il Messale di Paolo VI possa unire le comunità parrocchiali e venga da loro amato consiste nel celebrare con grande riverenza in conformità alle prescrizioni; ciò rende visibile la ricchezza spirituale e la profondità teologica di questo Messale.

Nessuno nega che questo atto abbia dato anche qualche buon frutto, ma si tratta di effetti preterintenzionali. Nessun elemento induce a sgombrare il campo dall’idea che, in chiave prettamente hegeliana, si volesse giungere a una sintesi tratta dalla lotta tra Vetus Ordo e Novus Ordo da gettare a sua volta nella mischia in una sorta di darwinismo liturgico.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

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(2 – continua)

56 commenti su ““FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi”

  1. D: (…) San Francesco Saverio ha vissuto la propria attività pastorale, convinto di dover tentare di salvare dal terribile destino della perdizione eterna quanti più “infedeli” possibile. Si può dire che su questo punto, negli ultimi decenni, c’è stato una sorta di “sviluppo del dogma” di cui il Catechismo deve assolutamente tenere conto?

    “Non c’è dubbio che in questo punto siamo di fronte a una profonda evoluzione del dogma. Mentre i Padri e i teologi del medioevo potevano ancora essere del parere che nella sostanza tutto il genere umano era diventato cattolico e che il paganesimo esistesse ormai soltanto ai margini, la scoperta del nuovo mondo all’inizio dell’era moderna ha cambiato in maniera radicale le prospettive”.

    ASSOLUTAMENTE VERGOGNOSO: i pavidi che sbeffeggiano i Santi ed i dogmi!

    Eppure Ratzinger dovrebbe sapere che, per chi NON ha mai sentito parlare di Cristo ed è quindi IMPOSSIBILITATO a conoscerLo la Chiesa insegna che c’è la possibilità del Battesimo di desiderio implicito!

    1. 124. Chi è fuori della comunione dei santi?
      E’ fuori della comunione dei santi chi è fuori della Chiesa, ossia i dannati, gl’infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.

      132. Chi è fuori della Chiesa si salva?
      Chi è fuori della Chiesa per propria colpa e muore senza dolore perfetto, non si salva; ma chi ci si trovi SENZA PROPRIA COLPA e VIVA BENE, può salvarsi con l’amor di carità, che unisce a Dio, e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all’anima di lei.

      139. Come si cancella il peccato originale?
      Il peccato originale si cancella col santo Battesimo.

      280. Se il Battesimo necessario a tutti, può salvarsi nessuno senza Battesimo?
      Senza Battesimo nessuno può salvarsi, quando però NON SI POSSA ricevere il Battesimo di acqua, basta il Battesimo di sangue, cioè il martirio sofferto per Gesù Cristo, oppure il Battesimo di desiderio che è l’amor di carità, desideroso dei mezzi di salute istituiti da Dio.

    2. 100. I bambini morti senza Battesimo dove vanno?
      I bambini morti senza Battesimo vanno al Limbo, dove non è premio soprannaturale nè pena; perchè, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l’inferno e il purgatorio.

      1. Caro Diego, ma ricordi che Ratzinger era il perito del card Frings al CV II? e che fu proprio lui a redigere il documento sulla libertà rligiosa, che fece piangere calde lacrime al card. Ottavani (umiliato e vilipeso dai progressisti al Concilio, che gli tolsero anche il microfono), facendogli dire “spero di morire prima della fine del Concilio, almeno morirò cattotlico”; perciò è assurdo che Ratzinger venga considerato come il difrensore della retta dottrina, anche se, magari, ha avuto negli anni qualce ripensamento.

        1. Concordo completamente con te, caro Catholicus: Ratzinger era vero modernista, poi è diventato un po’ più moderato ma non è mai stato né un conservatore né, tantomeno, un tradizionalista!

  2. Risposta di Bergoglio alla domanda: “Io posso dire: Sì. Punto. Ma sarebbe una risposta troppo piccola. Raccomando a tutti voi di leggere la presentazione che ha fatto il cardinale Schönborn, che è un grande teologo…”
    Traduzione: “Parla con il mio Avvocato!”
    Bravo, Francesco: che altezza teologica siderale!!!
    Personalmente non provo nostalgia di catacomba, ma di Battaglia di Lepanto, per ricacciare gli infedeli e cacciare i desistenti e i demolitori, compreso JorgeMario “Bulldozer” Bergoglio!
    Laudetur Jesus Christus!

  3. Mi duole solo pensare ad un possibile “ripiegamento” su posizioni “bergogliane” della gloriosa Fraternità Sacerdotale San Pio X°. Mi auguro che resti sempre fedele alla Tradizione sino al sacrificio .
    Sia lodato Gesù Cristo

    1. Credo non sia una novità per l’Autore sapere che immense moltitudini siano in disaccordo con lui.
      Grazie comunque per non aver resistito all’impellente bisogno di farlo sapere a lui e al manipolo di irriducibili che trova ristoro condividendo ciò che Gnocchi dolorosamente pensa.

      1. L’autore sbaglia solo in un punto, nel continuare a ritenere Bergoglio papa.

        Francesco non è più papa perchè persistente pubblicamente in eresia, la differenza tra costui ed i predecessori è tutta qui, ma è ovviamente
        una differenza enorme.

  4. Benedetto XVI, e ancora prima il teologo Ratzinger, è un figlio del suo tempo. Non poteva essere un nuovo Pio XII o nemmeno l’erede del card. Siri. Tuttavia ha posto un freno-dapprima insieme con GPII- alla deriva della Chiesa. D’altra parte i nemici della Chiesa sono ormai potentissimi; tali che senza un intervento divino molto forte è impossibile fermarli e probabilmente rallentarli. Le minacce ed i ricatti alla base della “rinuncia” temo siano tremende. Forse è bene non dimenticarlo. E sarebbe ora che i tradizionalisti più duri-come lo è Gnocchi- si rendessero conto delle oggettive difficoltà della situazione. Non è poi che i lefebvriani, staccandosi dalla Chiesa, abbiano ottenuto chissà quali risultati. E quando si critica bisogna essere sempre attenti: non ritengo personalmente BXVI esente da errori od incapacità, ma continuare a paragonarlo, quasi ne fosse la versione semplicemente più colta o prudenziale, a Bergoglio mi sembra ingeneroso e pericoloso.

  5. Articolo interessante che tocca vari argomenti e in particolare la questione ermeneutica cioe’ il continuo reinterpretare il mondo (inspiring innovation, come vuole la Lateranense). Tutto e’ pero’ gia’ segnato dall’abbandono del latino. Utilizzando una lingua diversa si e’ fatta strada l’idea di cambiare anche il linguaggio, cioe’ di poter ridefinire i concetti di sempre. Ma l’altra questione, Ratzinger, e’ ancora tutta da definire, non perche’ non sia condivisibile cio’ che scrive egr. Gnocchi, ma perche’ in questo mosaico mancano numerosi pezzi e le stesse dimissioni, condivise da Ratzinger, non sono certo scaturite dalla sua mente, ma esprimono l’apice di quella incertezza che da sempre ha contraddistinto il papato di Benebetto.

  6. Cosa possiamo fare ? I sacerdoti fanno finta di non vedere ne’ di sapere , i monsignori pure, i vescovi : da mettersi le mani nei capelli, i cardinali danno colpi al cerchio e colpi alla botte. La sana tradizione come Lei dice è sconosciuta ai più. Il nome lefebvre ha il sapore di un eresia ( sempre per i più ) Lutero invece pare sia quasi in corsa per la beatificazione.Abbiamo micette ipaziane ,gattoni miagolamessa,fantasmini kaspiterini etc etc che pontificano . Che facciamo ? Ci facciamo tutti buddisti così almeno saremo graditi e non più vituperati.

    1. Cara Matia, bisogna avere il coraggio di dire chiaro e forte, in faccia a questi prelati pavidi o in malafede, che così si scavano la fossa, si candidano all’inferno, nel migliore dei casi nella bolgia degli ignavi; e poi vadano pure al diavolo (letteralmente, non come offesa, come riconoscimento della loro scelta). Ovvimente bisognerà rendere dra la nostra faccia come pietra, sull’esempio di Nostro Signore dinanzi a Caifa e a sommi sacerdoti, dai quali il nostro clero odierno orma non differisce più, per quanto rigurda l’atteggiamento nei nostri confronti (cattolici tradizionalisti o, megio, cattolici tout court).

  7. caro dott.alessandro gnocchi,un dubbio mi sorge leggendo il suo articolo:se papa BenedettoXVI fosse un sostenitore di Bergoglio, come mai vive una vita cosi’ segregata di cui si hanno scarse
    informazioni?Non crede forse che il vescovo di Roma non sfrutterebbe di piu’il suo carisma,la sua preparazione teologica,la profonda amicizia che ha avuto con San Giovanni Paolo II,per portare acqua al mulino della “nuova chiesa mondialista massonica”che sta varando?
    Quale colpo da maestro sarebbe se veramente avesse al suo fianco un personaggio capace di fare un discorso come quello di Ratisbona?
    Stiamo parlando del ex Prefetto della Congregazione Della Dottrina Della Fede,colui che ha contribuito al CCC,che e’decisamente in contrasto con le nuove disposizioni di fede e morale.
    Sbandierarlo pubblicamente ai maxmedia non sarebbe per Bergoglio il suo piu’ grande capolavoro piegando cosi’ anche le ultime resistenze di coloro che vedono in lui(come chi scrive)un
    antipapa?

  8. Sono senza parole. Quindi se Benedetto XVI perseguiva una sintesi tra “vecchia” e “nuova” liturgia per conferire autorevolezza alla seconda in virtù della prima, come se fossero sostanzialmente lo stesso rito ma con differente forma, Francesco parte da questa che divenuta tesi si scontra con l’antitesi: la liturgia si scontra con la pratica pastorale (la lavanda dei piedi a donne e musulmani), la dottrina si scontra con la prassi, la regola con l’eccezione, il dogma con l’errore. Infine, in questo scontrarsi di tesi e antitesi per la sintesi, da un Papa formale ad uno sostanziale, da uno emerito ad uno regnante quale sintesi dovremo aspettarci?

  9. “Nessuno nega che questo atto abbia dato anche qualche buon frutto, ma si tratta di effetti preterintenzionali. Nessun elemento induce a sgombrare il campo dall’idea che, in chiave prettamente hegeliana, si volesse giungere a una sintesi tratta dalla lotta tra Vetus Ordo e Novus Ordo da gettare a sua volta nella mischia in una sorta di darwinismo liturgico.”
    Ecco in questa frase conclusiva e alla luce di questa interpretazione dialettica si riassume tutto il Male della chiesa odierna.
    Cosa dire?: Signore aiutaci! E abbi misericordia di noi peccatori che fummo avvisati da Maria Vergine ben 100 anni fa e, nonostante ciò, ci ritroviamo nel baratro……

  10. Nella Sua ricostruzione, che prelude al successivo ragionamento c’è qualcosa che non mi torna caro Alessandro. Papa Benedetto aveva paura di non resistere davanti ai lupi, non ai santi. Come si può pensare che possa avere qualcosa a che fare con le stesse belve che lo hanno soppiantato? Io penso invece che questa situazione, voluta da Dio, sia l’ultima prova per la Chiesa: il ventilabro per raggruppare l’ultimo piccolo gregge.
    Un abbraccio ed un grazie sinceri.

    1. Ratzinger non era di certo un tradizionalista ma, anche se lo fosse stato, il rispetto umano e la paura verso i lupi gli avrebbero impedito di fare qualsiasi cosa contro di loro e in effetti ha promosso soprattutto modernisti (addirittura Ravasi) e non ne ha scomunicato neppure uno!
      Ha allontanato un buon numero di vescovi coinvolti in scandali di pedofilia e/o di pederastia ma NESSUNO per motivi puramente DOTTRINALI: nessun VESCOVO o CARDINALE scandalizzatore pubblico (che, attentando alla salute di centinaia di migliaia di anime è molto peggio di un pedofilo) è stato allontanato…avrebbe potuto sistemare gli eretici vescovi e cardinali tedeschi ma non ha detto una parola neppure quando hanno fatto la sacrilega (e quindi INVALIDA) apertura alla pillola del giorno dopo!
      E che dire del cortile dei gentili e dell’elogio post-mortem al card. Martini?
      Gli piace il quieto vivere e FORSE non approva tutto ciò che dice e fa Bergoglio ma la paura lo spinge ad appoggiarlo in tutto e ciò è inammissibile!

  11. Anch’io mi illudevo che papa Benedetto fosse la sentinella silente ed orante della Chiesa in rovina, mentre ora mi viene quasi il dubbio di una sua complicità con Bergoglio. Cosa gli costerebbe a Benedetto di convocare dei giornalisti nella sua residenza e denunciare tutte le malefatte del suo successore? Provocherebbe uno scalpore mondiale non da poco! Ha forse paura che se facesse così lo avvelenerebbero facendo poi passare la sua morte per naturale? Può anche darsi, ma un vero Papa di Cristo dovrebbe essere anche disposto ad accettare il martirio (soprattutto alla sua veneranda età) pur di denunciare la verità al mondo e chiarire le idee ai fedeli ormai confusi….è quasi un mistero questo comportamento di Ratzinger! Solo Dio conosce la verità. Secondo me, ormai c’è più poco da fare se non pregare e sperare in un intervento diretto del Cielo per raddrizzare la barca di Pietro che, mai come in quest’epoca, va alla deriva.

    1. Ricordo, amico Camerata, che una volta GP II dette questa risposta a chi gli chiedeva come mai non facesse (esplicitamente) la consacrazione della Russia al Cuore Immmacolato di Maria SS.ma :”se lo facessi mi uciderebbero e metterebbero un cardinale comunista (=Casaroli) al mio posto”. Un Vaticano come il Kremlino dei tempi del Poltbureau? sembra di si. Inoltre il sospetto di collusione tra Ratzinger e Bergoglio è più che lecito : forse B XVI conosce il 3° segreto, che hanno manipolato nel 2000 e sa che Satana ha ormai in mano le redini della Chiesa? Tempo fa disse, a proposito della Madonnina delle lacrime, che Maria SS.ma avrebbe fatto cose grandi a Civitavecchia, speriamo bene.

  12. “Non è poi che i lefebvriani, staccandosi dalla Chiesa, abbiano ottenuto chissà quali risultati”.
    Questo afferma Claudio, più’ sopra. A tutta prima ho condiviso questa affermazione ma, riflettendoci, ne ho colto l’ingenerosità: la loro stessa esistenza è diventata testimonianza e, credo proprio, una grande testimonianza. Oggi saremmo più’ poveri o più’ ricchi senza questa testimonianza?
    La rottura con Mons. Lefebvre avvenne in un’epoca tragica: ero ragazzo, vivevo la tragedia di quei tempi e mi ero anche allontanato dalla Chiesa. Come si diceva allora, mi ero allontanato “da sinistra” e, nonostante ciò, l’esistenza di quell’esiguo gruppo mi confortava. La Chiesa rincorreva a sinistra tutte le suggestioni di quell’epoca ma, appunto, le rincorreva. Perché allora non stare direttamente nel crogiolo in cui ribolliva tutto quel magma cui la Chiesa stessa guardava con favore e qualche forma di ammirazione? In fondo Curcio era cattolico, così’ come molti all’interno della sua formazione…

  13. APPLAUSI A PIENE MANI AL BRAVISSIMO ALESSANDRO GNOCCHI!!

    @ Chi continua a pensare che l’inedita figura del Papa emerito vegli come una sentinella silente e orante sulle sorti della Chiesa ridotta in macerie, prima o poi, dovrà scontrarsi con i fatti. Primo fra tutti, l’oscuro abbandono del soglio di Pietro, quella “fuga davanti ai lupi” che lo stesso Ratzinger aveva paventato subito dopo l’elezione e che inevitabilmente diventa la chiave di lettura del suo pontificato, della sua biografia e del suo pensiero.

    CONCORDO IN PIENO E L’HO SEMPRE PENSATO!! L’illecita figura del “papa emerito” è un’invenzione caricaturale del Vicario di Cristo in chiave luterana, talmudica ecc.. VOLUTA da GP2 e da B16 che ha sempre collaborato alla stesura delle numerose e prolisse “encicliche ” del GP2. Cfr. Ut Unum Sint n. , 95-96.

    Ma c’è chi ancora oggi, non so se per ignoranza o malafede, nega. Così come il bacio al corano del GP2.

    Bergoglio percorre la strada tracciata dai suoi predecessori.

  14. Forse ero solo un ingenuo un po’ stupido, ma, una volta passata la sbornia, mi fece un gran bene vedere che esisteva ancora una testimonianza di quella Fede che avevo appreso da mia madre. Non sono mai stato “lefebrviano” ma li ho sempre amati come fratelli più’ grandi che avevano tenuto accesa la luce per me. Il Signore ci ha mandato di tutto in quest’ultimo mezzo secolo, financo Bergoglio, ma quella luce è sempre accesa per chi ne ha bisogno. Può essere che ora, a tenerla accesa siano i Tradizionalisti (da buon estremista strutturale ho la presunzione di annoverarmi, questa volta, tra le loro file), a me non pare poco.

  15. Sapendo che Ratzinger era stato il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, quando, dalla radio della mia auto appresi che era stato eletto Papa, mi commossi fino alle lacrime. Poi mi stupii quando seppi che era stato fra i membri fondatori di “Conclium”, indi sconcertato apprendendo che aveva indotto la Chiesa a fare , quando egli era ancora Prefetto della Congregazione per la Difesa della Chiesa, concessioni sostanziali ai protestanti circa questioni non ininfluenti sull’interpretazione della ‘dottrina di Lutero’.
    E, poi da tanta tiepidezza quando doveva affrontare questioni gravi suscitate dal CVII.
    Ma ho sempre pensato: “Meglio lui di Bergoglio”. In parte, lo penso ancora , ma l’articolo di Gnocchi,lo ammetto, ha minato profondamente questo mio pensiero!

  16. Ringrazio Il dott. Gnocchi x questo panorama che necessitava proprio di una ri presentazione generale come ha fatto. Si nota in diversi commenti la difficoltà di guardare in faccia alla realtà è la facilità nel lasciarsi condizionare dall’ormai diffusissimo e contagioso approccio sentimentale. Su questi argomenti si gioca il futuro. Vi invito a rileggere e meditare non come x un articolo qualsiasi!

    1. @ Si nota in diversi commenti la difficoltà di guardare in faccia alla realtà è la facilità nel lasciarsi condizionare dall’ormai diffusissimo e contagioso approccio sentimentale. Su questi argomenti si gioca il futuro.

      SOTTOSCRIVO E AGGIUNGO: PASSAGGIO DA SCOLPIRE.

  17. Senza rancore o avversione, caro Alessandro lasciati dire in tutta franchezza che la tua visione della Chiesa mi pare imperniata su una sorta di “restaurazione” tutta umana in cui i piani di Dio Padre sono lasciati ai margini.
    Non sto qui ad elencare quanti danni i massoni e i modernisti hanno inferto alla Santa Chiesa Cattolica.
    Ciò che mi rattrista è la tua visione della storia della Chiesa, che sembra totalmente disgiunta dall’azione dello Spirito Santo. E se siamo così chiusi, come giapponesi sull’isola nel nostro fortino della “tradizione”, non riusciamo nemmeno a vedere che Dio attraverso Benedetto XVI ci ha fatto l’estremo dono prima dell’attacco finale di satana.
    Bruno Cornacchiola parlò a un Pio XII in lacrime e ripete anche a noi: nel tempo della massima azione delle tenebre, la nostra salvezza dipenderà dalla fedeltà a 3 “punti bianchi”: l’Eucaristia, l’Immacolata e il Santo Padre.
    Preghiamo affinché Benedetto XVI, nonostante la fuga, continui a intercedere presso Dio nella…

    1. Ciò mi induce a pensare che allora non siamo ancora “nel tempo della massima azione delle tenebre”, a meno che il 3° “puntino bianco” sia Bergoglio…?!?

  18. Sono sempre stata d’accordo con gli articoli ed il pensiero del dott.A. Gnocchi .
    Non in questo articolo .
    Papa Emerito Benedetto XVI non si può paragonare a Bergoglio di “Falso Profeta “la Sacra Scrittura ne cita solo uno.
    Molte profezie approvate (beata C.Hemmerich ) e non , indicano alla fine dei tempi un doppio pontificato dove però UNO SOLO è in Cristo Gesù . L’altro promuoverà nella Chiesa false ideologie .
    In altre vengono profetizzate le dimissioni di BXVI molti anni prima (es.J.N.S.R ).
    Il cielo non può sbagliare: nella S. Bibbia è il falso profeta che farà adorare l’anticristo.
    Qualche errore nel pontificato da parte dei Papi precedenti compreso P.BXVI ci sta…il paragone con Bergoglio secondo me assolutamente no.
    Sia lodato Gesù Cristo!

    Caro Direttore sarò presente il primo maggio per il secondo anno a Linarolo a presto.

    1. E “qualche errore” – per completare il suo ottimo discorso, carissima – consiste essenzialmente nell’aver cercato una via diversa (rispetto a quella chiaramente prefigurata nella parabola dei vignaioli omicidi: Mt 21, Mc 12, Lc 20) nell’inquadramento teologico del Giudaismo.
      Questo è IL punto, a mio giudizio.

      Ricordo un bellissimo commento di Luigi Copertino alle inadeguate parole di papa Benedetto agli Ebrei

  19. Scrive il dott. Gnocchi: “Cari amici, non può sfuggire, SE NON A CHI NON VUOLE VEDERE, che mai, e bisogna sottolineare “mai”, Benedetto XVI ha opposto un atto, anche passivo, alle scorribande devastatrici del suo successore fra le membra Corpo Mistico di Cristo. Anzi, NEI MOMENTI CRUCIALI E’ SEMPRE STATO AL SUO FIANCO contribuendo a formare nel pensiero collettivo l’icona dei “due Papi”,

    Già. Bisogna proprio non volerlo vedere.

    SOLO quattro occasioni, tra le tante accumulate:

    1- Abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI in occasione del Concistoro
    http://www.youtube.com/watch?v=0TPkAccbEoQ

    2- Abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI alla fine della Messa per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
    http://www.youtube.com/watch?v=iFRjkDS0Usg

    3- Abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI alla “festa dei nonni”
    http://www.youtube.com/watch?v=lU_6mAVXVII

    4- Abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI in occasione della beatificazione di Paolo VI
    http://www.youtube

  20. Ecco infine stralci di un’intervista dell’arcivescovo Georg Gänswein, segretario particolare di Ratzinger e prefetto della Casa Pontificia del suo successore

    D-Il Papa e il Papa emerito si sentono frequentemente?
    R-C’è un ottimo rapporto. Si telefonano, si scrivono, si vedono, mangiano insieme. Più volte papa Francesco è stato ospite a pranzo nel monastero. Una volta, dopo Natale, il Papa emerito è stato anche a Santa Marta.

    D-C’è chi li contrappone.
    R-È un gioco preferito anzitutto da alcuni giornalisti. Che non mi piace. Io ho la grazia di vivere con uno e di lavorare con l’altro. E così posso permettermi di dire di conoscere abbastanza bene entrambi. Non li vedo come opposti, ma come complementari […]
    Occorre sempre avere in mente ciò che il Papa emerito ha scritto al professor Hans Küng e ripetuto ad Andrea Tornielli, quando ha espresso «IDENTITA’ DI VEDUTE E AMICIZIA DI CUORE» NEI CONFRONTI DI PAPA FRANCESCO.

    http://www.avvenire

    1. Fermo restando che alcune perplessità su BXVI e anche GPII negli ultimi tempi mi sono venute (e questo articolo di Gnocchi mi offre altri spunti)…. un altro dubbio mi è sorto. Siamo sicuri che il segretario particolare di Ratzinger ce la racconti giusta?
      Non voglio santificare i predecessori di Bergoglio, e indubbiamente oggi si capiscono meglio certi loro errori, ma…
      Sul fatto che stiamo precipitando, comunque, non ho alcun dubbio!

  21. ALTRE CITAZIONI di A. GNOCCHI :
    @ Ma quello avviato da Benedetto XVI era un percorso lungo e macchinoso e i tempi in cui il moto si fa sempre più veloce hanno colto l’autore impantanato in mezzo al guado, forse anche a causa degli imprevisti tentativi di resistenza cattolica aggrappati come zavorre alle sue povere e ambigue concessioni. Nei disegni del neomodernismo nichilista, urgeva un cambio di passo ed è arrivato Bergoglio, che ha preso subito ad attuare il Vaticano II, senza ossimori, per via rivoluzionaria.

    ESATTO! Povere ed ambigue concessioni come appunto il Summorum Pontifìcum, elaborato appositamente per convogliare i “nostalgici” in un unico movimento, sotto lo sguardo vigile, naturalmente pro conciliabolo Vat.2, ed evitare che accidentalmente frequentassero la FSSPX, BALUARDO DELLA S. MESSA CATTOLICA DI SEMPRE, del Sacerdozio cattolico e per aver rifiutato il triangolo massonico di ekkumenismo, lib.religiosa, colleggialità. Eresie che hanno ridotto la Chiesa e l’Italia ad un…

  22. Eresie che hanno ridotto la Chiesa e l’Italia, Sede del Vicario di Cristo, e dei ruderi.

    Ancora GRAZIE ad Alessandro Gnocchi per questo coraggioso e veritiero articolo.

  23. Anch’io sono rimasto profondamente deluso da Benedetto XVI come da tutti i conservatori favorevoli al Vetus Ordo, ma che non traggono le giuste conseguenze. Da quando ho provato la Messa in rito antico nel 2010, mi sono accorto che dietro la liturgia c’è la dottrina e non si può restaurare una facciata, lasciando in macerie l’interno di un edificio.
    Non si tratta di diventare presuntuosi e sedevacantisti, ma di guardare in faccia la realtà: noi possiamo solo continuare ad alimentare la nostra coscienza cattolica con la sana dottrina e i sacramenti, sperando che arrivi presto dal Cielo la soluzione di tanti mali.

  24. Condivido al 100%
    E’ straziante vedere tanti cattolici fedeli alla Tradizione resi quasi ciechi dal luccichio di uno specchietto per le allodole.

    “… quello avviato da Benedetto XVI era un percorso lungo e macchinoso e i tempi in cui il moto si fa sempre più veloce hanno colto l’autore impantanato in mezzo al guado, forse anche a causa degli imprevisti tentativi di resistenza cattolica aggrappati come zavorre alle sue povere e ambigue concessioni……….Nessuno nega che questo atto abbia dato anche qualche buon frutto, ma si tratta di effetti preterintenzionali. Nessun elemento induce a sgombrare il campo dall’idea che, in chiave prettamente hegeliana, si volesse giungere a una sintesi tratta dalla lotta tra Vetus Ordo e Novus Ordo da gettare a sua volta nella mischia in una sorta di darwinismo liturgico.”

    Grazie, Alessnadro.
    Nella speranza che qualcuno possa cominciare ad aprire gli occhi

  25. sia lodato G. C.

    Carissimo Gnocchi confesso che la sua riflessione è problematica da comprendere, lei è unico nello stanare gli inganni del modernismo, diciamo che assomiglia alla Pascendi di Pio X: chi la comprende con facilità? Ho colto che c’è un bisogno capitale nella Chiesa: i suoi documenti magisteriali devono parlare chiaro, senza bisogno di spiegazioni in aereo, devono essere semplici, elementari, brevi. Invece proprio nel momento di confusione, aumentano la confusione. Ciò che attendo è un Vescovo che con semplicità dica SI SI NO NO, e non SI PUÒ DARSI, si legga il card Schonborn.

  26. Gentile Giustina, sono io che ringrazio lei per i numerosi suoi contributi alla discussione con i suoi commenti alle chiare parole del dott. Gnocchi; da parte mia non ho fatto altro che cercare di riportare dati oggettivi riguardo gli incontri (molti) tra i due. Per questioni di spazio non ho potuto inserirli tutti sopra, e qua metterei i tre ultimi links ai video, se mi è concesso, dai quali ancora una volta si nota la GRANDE SINTONIA tra i due. Per chi la voglia vedere, come dice Gnocchi..

    -Uno dei primi incontri tra i due con annessa preghiera insieme in ginocchio (la prima di “due papi”)
    https://www.youtube.com/watch?v=uYfwmRxpGhw

    -L’abbraccio tra Papa Francesco e Benedetto XVI (in partenza per un periodo di riposo)
    https://www.youtube.com/watch?v=nNxD7-h02j4

    -Abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI in occasione della visita di Francesco all’Emerito per porgergli gli auguri di Natale con preghiera di entrambi nella cappellina privata dell’Emerito.
    https://www.youtube

    1. Grazie a Lei gentile una sola fede, per la ricerca che ha condotto.
      I dati oggettivi sono inequivocabili, altre macchinazioni del tipo: è costretto, è minacciato, è prigioniero ecc.. ecc… non stanno in piedi, così come non sta in piedi il fatto che lo si voglia ancora come papa regnante.
      Ha abdicato di suo e ha pure mantenuto titolo e abito. Cosa che aggrava la sua posizione e la sua credibilità.
      Più su, la sig.ra Anna ha ben detto che: ” E’ straziante vedere tanti cattolici fedeli alla Tradizione resi quasi ciechi dal luccichio di uno specchietto per le allodole. ”
      Condivido e aggiungo: B16 non è stato l’unico specchietto per le allodole, prima di lui GP2 che ha contribuito non poco al devastante stato in cui oggi si trova la Chiesa e l’Italia come nazionela più umiliata al mondo.

      1. ha contribuito non poco al devastante stato in cui oggi si trova la Chiesa e l’Italia come nazione,la più umiliata al mondo!
        Resa schiava e succube da poteri forti stranieri post bellici, travestiti da “liberatori” questi, grazie all’appoggio delle eresie, mascherate da pastorale, uscite dal conciliabolo vat2 (Cfr.triade massonica ekumenismo, lib. religiosa e colleggialità) hanno distrutto fede, identità, cultura ed economia, con l’invasione di extracomunitari e di schifezze agroalimentari e di prodotti di ogni sorta.

  27. Cesaremaria Glori

    Sembra di essere tornati agli ultimi tempi di Israele prima della nascita di Gesù Cristo. Gli scontri tra Shammai fariseo spinto e Hillel più vicino alla spiritualità essena stavano recando sconcerto e dubbi fra i poveri ebrei già appesantiti dalla presenza romana in un regione che impediva, per le sue caratteristiche storico/religiose, il dispiegamento della politica di assimilazione alla civiltà imperiale. Oggi siamo in una situazione abbastanza simile caratterizzata dal proliferare di sette e di correnti ( hanno fatto più proseliti le nuove sette nelle due Americhe che non le aperture del Concilio) e grande turbamento delle folle rimaste senza pastore. Folle fra le quali sono da annoverare anche i mussulmani mai tanto ostili fra loro come ora. Quelle folle che suscitavano la misericordia e l’accoramento del Buon Pastore. Che si sia prossimi ad un evento soprannaturale dell’Altissimo come avvenne duemila e più anni or sono? Io credo che la Provvidenza non ha mai chiuso gli occhi ma che è sempre…

  28. A mio avviso la cosa più urticante della A.L. (ammesso che queste cosiddette tesi si possano mettere in graduatoria) è l’utilizzo dell’iniziale riaffermazione della dottrina come specchietto per le allodole – placare l’ansia dei credenti ed assopirli – per poi partire alla grande con lo smercio di argomentazioni eterodosse e blasfeme.
    Questo ipocritissimo andazzo, nota condotta bergogliana, ricorda tanto il comportamento del verme della mela, bestiola che si guarda bene dal rodere anche la buccia del frutto.
    Se lo facesse la mela sarebbe subito individuata e gettata nei rifiuti.
    Meglio lasciare la buccia intonsa, che magari è anche ben lustra, e spolpare il frutto dall’interno.
    Così l’ignaro compratore se ne accorgerà solo alla fine, quando di polpa da salvare non ci sarà più nulla o quasi.

  29. “La garanzia più sicura che il Messale di Paolo VI possa unire le comunità parrocchiali e venga da loro amato consiste nel celebrare con grande riverenza in conformità alle prescrizioni; ciò rende visibile la ricchezza spirituale e la profondità teologica di questo Messale.” Scrive Benedetto. Prescrizione completamente disattesa. E non poteva che essere così, viste le premesse. Anche nella clericalissima Verona oramai I preti fanno quello che vogliono, aggiungono, tolgono, modificano. Tutto a piacimento e discrezione. Oramai I sacerdoti e I vescovi sono fuori controllo come lo è il vescovo di Roma loro mentore.

  30. E’ proprio così. Anche a Verona la situazione non è certo delle migliori e anche per trovare un buon confessore, che segua ciò che mi venne detto in occasione della mia prima confessione (parliamo del 1990 e il sacerdote era ancora uno di quelli buoni) a volte bisogna provarne parecchi che ti lasciano a bocca aperta. Ognuno ha la sua opinione su cosa sia peccato o no. Chi va alla Santa Messa di sempre è visto poi come uno “strambo”, un estremista, et cetera.
    Il disastro è generale e generalizzato. I cattolici sono lasciati a loro stessi, isolati, atomizzati, nel silenzio più assordante delle gerarchie.
    Intanto la minaccia del mondo, e del suo immondo principe, è dappertutto, anche un giovane (non un giovanissimo) non può fare a meno di notare la differenza rispetto a vent’anni fa o poco più. Ricordo la prima volta in cui venni a conoscenza dell’esistenza degli invertiti parlando con alcuni ragazzini del mio quartiere. Al solo pensiero ci fu, per tutti, disgusto, turbamento, imbarazzo.
    Ora c’è…

  31. Ora c’è il gender nelle scuole e possiamo aspettarci solo di peggio.
    Viene da pensare che siamo vicini agli ultimi tempi, tempi di apostasia, di false dottrine e falsi maestri che dicono bene al male e male al bene.
    Ormai se i cristiani non sono prossimi alla persecuzione (in Europa ben inteso) poco ci manca.
    Bestemmia e blasfemia generalizzata, rischio di vedersi condannati per “omofobia” se pubblicamente si difende la famiglia.
    Siamo allo sfascio.
    Preghiamo la Santa Vergine e San Michele Arcangelo per non perderci d’animo di fronte a questo scempio.

  32. Saranno già 30 anni, che si dice la FSSPX fa l’accordo? Forse più che meno, ma l’accordo non c’è mai stato. Ora ci risiamo di nuovo, basta che mons Fellay si rechi a Roma ed ecco l’accordo fatto, con fedeli che si rifugiano dai sedevacantisti, altri che avviliti tornano tra i modernisti, altri che si chiudono in casa aspettando la fine. Credo manchi sostanzialmente la vera fiducia nel buon Dio e ci si dimentichi che Mons Fellay è un anima orante, che non prende decisioni a seconda del tempo che fa. Certo il demonio lavora su tutti i fronti, ma Dio non abbandona chi prega e da sempre alle anime la possibilità di farsi sante. A ben vedere non c’è luogo sano, la crisi della Chiesa colpisce tutti, non c’è un posto privo di ferite e piaghe, nessuno è immune se nemmeno il Papa con le sue grazie si è salvato, attacchiamoci ai sacramenti ben dati, alla S.Messa, alla sana dottrina, ai buoni sacerdoti, mettiamoci nelle mani del buon Dio, che conosce i cuori e le nostre fatiche e mai abbandona chi spera in…

  33. Dr.Gnocchi La prego, La prego, La prego di rispondermi, anche telegraficamente, per togliermi questo atroce dubbio. Preso atto di tutto ciò che Lei scrive e denuncia, PERCHE’ LO FANNO???
    Io non riesco a decidermi tra le seguenti opzioni:
    1- pensano veramente che quello che stanno facendo sia coerente con il Vangelo;
    2- pensano che non sia coerente, ma che sia l’unico modo per far sopravvivere in qualche modo il cristianesimo fino a tempi migliori;
    3-da 50 anni qualcuno li ricatta e li minaccia e quindi pensano che cosi facendo risparmiano persecuzioni ( ulteriori ) ai cristiani;
    4- da 50 anni ( e più ) si sono venduti l’anima e fanno il male consapevolmente e deliberatamente. Se fosse questa la risposta però mi domando ancora: perchè? cosa ci guadagnano?
    5- Altro che non è venuto in mente a me ma che Lei conosce.
    Aspetto trepidante una Sua risposta. Grazie in anticipo

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