Giustizia: la resurrezione di “don Marcello” … benedetto dagli Angeli – di Aldo Bianchini

In calce, l’attestato dell’arcidiocesi di Salerno: “Don Marcello Stanzione esercita attualmente l’ufficio di Parroco della Parrocchia S. Maria La Nova in Campagna ed è provvisto di tutte le facoltà annesse al suo ministero”.

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di Aldo Bianchini

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SALERNO – “Sono cose che capitano !!” dicono in tanti quando si riferiscono ad “accadimenti giudiziari” che riguardano gli altri. Quante e quante volte abbiamo ascoltato, in tutte le salse, questa considerazione che rimane assolutamente magra per chi ha vissuto sulla propria pelle un’accusa falsa ed infamante. Soprattutto quando a vivere momenti di assoluto sconforto e di solitudine è un sacerdote; mi riferisco ovviamente a “don Marcello Stanzione”, parroco della Chiesa Santa Maria La Nova di Campagna e notissimo angelologo a livello internazionale, per non dire mondiale. “Don Marcello” è, tra l’altro, autore di numerosissime opere incentrate tutte sul fenomeno degli angeli e della percezione della loro presenza tra di noi. Accusato di aver violato, addirittura, il segreto confessionale, di aver ridotto quasi in schiavitù psicologica una coppia di coniugi che utilizzava come autista e come archivista in parrocchia, di averli costretti alla pratica del lavoro nero. Due anni di inferno da quando nell’estate del 2014 alcuni quotidiani locali pubblicarono, pari pari, le denunce o meglio il lungo esposto che i due coniugi avevano inviato a S.E. Rev.ma Mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno. Un decina di fogli di carta vergati a mano e sottoscritti da MK e da FD (marito e moglie), sufficienti a scaraventare il noto sacerdote in un inferno apparentemente senza via di uscita. “… è sempre stato solito rivelarci infatti, confidando sulla nostra omertà, i peccati dei penitenti che si rivolgevano a lui per il sacramento della riconciliazione, in particolare negli ultimi anni è rimasto come accecato dal denaro …”, si leggono frasi di questo tipo nell’esposto datato 3 agosto 2014; una data sospetta quella del 3 agosto in quanto proprio quella mattina il sacerdote aveva denunciato, presso la locale Caserma dei Carabinieri, una serie di vessazioni subite proprio dai coniugi che, probabilmente, vistisi persi correvano ai ripari inviando il corposo dossier all’arcivescovo.

Ma la storia non finiva qui. In data 2 settembre 2014 un avvocato scriveva a don Marcello diffidandolo al “pagamento delle spettanze di lavoro e regolarizzazione contributiva in favore dei presunti dipendenti FD e MK” di cui all’esposto trasmesso in Curia. Fortunatamente il sacerdote non si fermava e in data 11 settembre 2014 depositava nelle mani dell’arcivescovo la sua versione dei fatti ricostruita in undici cartelle dattiloscritte. Tra le altre cose nel dossier di “don Marcello” si legge: “… Mi si accusa ancora di violare sistematicamente il sigillo sacramentale. La qualcosa nego assolutamente. Non solo ciò non avviene sistematicamente, ma non è mai avvenuto. Commenti che posso occasionalmente fare su alcune persone si basano esclusivamente su quanto conosco in foro esterno e mai assolutamente su informazioni eventualmente ricevute in confessione. In Parrocchia in quasi 25 anni di ministero sacerdotale e in Sardegna in 14 anni che mi reco per apostolato, mai nessuno mi ha accusato di ciò …”. Il caso, naturalmente, ha fatto ingresso nel palazzo di giustizia di Salerno ed affidato al dr. Giovanni Paternoster, pm presso la locale Procura della Repubblica.

La novità è arrivata qualche mese fa con la richiesta e l’ottenimento del “rinvio a giudizio” dei due coniugi e del direttore responsabile di una nota testata giornalistica salernitana per sistematica e gravissima attività di denigrazione personale e religiosa in danno del parroco di Campagna. La prima udienza di è tenuta il 23 novembre 2016 dinanzi al G.U. dott.ssa Elisabetta Boccassini che raccogliendo le richieste della difesa degli imputati ha rinviato l’udienza al 6 aprile 2017 per consentire un giusto studio degli atti ai difensori degli imputati. “Mi proteggano il manto della Madonna di Pompei e lo scudo dell’Arcangelo San Michele”, con queste parole chiudeva la sua memoria difensiva “don Marcello”; parole sante che hanno sicuramente illuminato gli inquirenti nella ricerca della verità che potremo conoscere soltanto fra qualche mese; parole sante che hanno sicuramente sollecitato l’attenzione degli Angeli con i quali il sacerdote di Campagna ha verosimilmente un rapporto molto privilegiato.

Due anni che nessuno, comunque, potrà ripagargli; vissuti tra sofferenze e solitudine, momenti drammatici in cui tutti sembravano aver abbandonato a se stesso il mitico angelologo che ha conquistato le prime pagine dei giornali e gli schermi televisivi nazionali ed internazionali per il contenuto delle sue opere letterarie confezionate sempre e soltanto nell’ottica dello spirito religioso più puro e lontano da ogni tentazione terrena.

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fonte: Il Quotidiano di Salerno

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7 commenti su “Giustizia: la resurrezione di “don Marcello” … benedetto dagli Angeli – di Aldo Bianchini”

    1. No, Annarosa. Le accuse contro don Marcello sono cervellotiche ma furbe. Un’accusa di molestie o pedofilia comporta necessariamente che si dimostri chi ne siano state le vittime, coinvolgendo così altre persone, sulla cui testimonianza non si può fare assoluto affidamento. Invece, l’accusa di mancata corresponsione dello stipendio e di sfruttamento del lavoro ha una natura “pecuniaria”, e quindi molto più complessa, poiché fondata sul confine (labile e di difficile definizione) tra rapporto di lavoro subordinato e elargizione spontanea della propria opera. Per don Marcello temo che non siano finite le pene giudiziarie.

  1. giorgio rapanelli

    Oggi, più che ieri, è necessario un comportamento prudente del sacerdote nei contatti con i parrocchiani. Generalmente, tra i più stretti collaboratori si nascondono i peggiori denigratori del sacerdote. Per cui, la cosa migliore è quella di fare sapere sempre – e possibilmente in forma scritta – al proprio vescovo i problemi inerenti la eventuale collaborazione, insieme ai dubbi che ne possono scaturire. Siamo in presenza di esseri umani, con le loro turbe psichiche e le loro aspirazioni. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Ciò non significa che il sacerdote non abbia un gruppo di difesa, in caso di attacco. Nella mia lunga vita ho visto con quale piacere le persone più vicine alla parrocchia spargono veleni – veri o presunti – sui sacerdoti, proprio con l’intento distruttivo degli stessi. Infatti, il nemico peggiore di Satana è il sacerdote, ossia il medium, il tramite tra la Divinità e il fedele e barriera tra Satana e il fedele.

  2. Conosco da anni don Marcello, un santo sacerdote come pochi, altruista e molto colto. Con lui si può parlare di tutto. I buoni saranno sempre perseguitati.

  3. Un Sacerdote di fede adamantina, e molto mariano.
    Un episodio di quando l’ho conosciuto, anni fa: mi ha raccontato di due famiglie del suo paese, Campagna, che erano entrate in contrasto. Che ha fatto Don Marcello? Ha chiesto a una delle famiglie di invitare a cena l’altra, al completo. Ha portato la statua di Nostra Sugnora di Fatima, e prima di cena ha celebrato la Santa Messa in casa loro, per il problema sorto. Pace fatta, Senza tante chiacchiere, sotto il Manto di Maria! Questi sono i Sacerdoti che satana (e chi per lui) non sopporta! Ma Maria li ama e li conduce!
    Bruno-PD

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