Al di là delle questioni italiane, il voto del 25 maggio 2014 segna un momento storico dell’intero processo europeista: per la prima volta molte delle popolazioni del nostro continente hanno ragionato liberamente e hanno detto no alla sinarchia finanziaria di Bruxelles e alla sua rovinosa quanto artificiale moneta.
Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Danimarca, Svezia, in maniera limitata anche la Spagna, sono più che un segnale: sono l’inizio di una rivolta.
di Massimo Viglione
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E non è vero che i cosiddetti “populisti” vincano a causa della crisi economica. Certo, questa influisce, eccome. Ma la Gran Bretagna o la Danimarca o la Svezia non ne risentono quasi per nulla. Non solo: il Paese che più ne risente dopo la Grecia, e cioè la nostra disastrata Italia, purtroppo invece ha votato in buona parte a favore di partiti europeisti. Il che dimostra che la crisi svolge un ruolo limitato ai fini della scelta elettorale.
Inoltre, anche per lo specifico italiano, occorre dire che la somma della Lega e di Fratelli d’Italia fa da sola il 10%, e senz’altro anche all’interno dei grillini – e altrove, fra la grandissima area del non voto – molti altri sono contrari all’UE e alla sua moneta. Quindi anche in Italia, sebbene in maniera più limitata, qualcosa inizia a muoversi, perché vuol dire che milioni di persone non credono più alla chiacchiere europeiste ma iniziano ad accorgersi dei reali intenti di un mondo che nessuno ha mai eletto e conosciuto ma che comanda a bacchetta a governi nazionali e condiziona la vita quotidiana di centinaia di milioni di persone secondo criteri che sfuggono totalmente alla comprensione del cittadino medio. Insomma, al di là del fallimento dello stesso euro, si comincia a capire la prima e la più grande elle verità: che la UE e i suoi misteriosi gerarchi sono nemici giurati della civiltà e della cultura europea e dei cittadini, essendo asserviti alla finanza sinarchica e a progetti di sovversione politica economica e morale i cui effetti iniziano chiaramente a manifestarsi.
Quanto detto è confermato anche da un piccolo particolare che sembra essere sfuggito e riguarda proprio l’Italia. Il partito che esce più disastrato dalla tornata elettorale è – guarda caso – il partito espressione diretta dei potentati europeisti: Scelta Civica di Mario Monti. Non esiste più. Sentivo stamane alla televisione un giornalista del Corriere della Sera che dichiarava che l’attuale ministro della Pubblica Istruzione, segretario di quel ridicolo partito, ha preso… 500 voti! “Come se si fosse candidata in un robusto condominio romano”, è stato il suo brillante commento.
Questo la dice lunga, perché, eppure, costei è un ministro della Repubblica, e fa capire ancora una volta quanto pesi la sinarchia brussellesse e quanto di contro occorra farla sparire per recuperare la nostra libertà.
Questo hanno capito gli europei. Non solo e non tanto il voto francese, quanto quello ungherese e austriaco dimostrano che la rivolta non è solo contro l’euro, ma contro l’intero progetto di distruzione della nostra società e civiltà, in una parola, contro il mondialismo sovversivo e innaturale. Gli europei iniziano a dire no!
Tutti i giornalisti – pur non potendo nascondere la verità – immediatamente mettono in chiaro che alla fine popolari e socialisti insieme hanno sempre la maggioranza (interessante nota: il che vuol dire che i due raggruppamenti sono reciproci sostenitori, due facce della stessa medaglia) e quindi nulla cambierà, solo provvedimenti atti a migliorare la situazione e soddisfare alcune richieste. Ma la verità è che per la prima volta Le Pen non è un caso isolato. L’Ungheria non è un caso isolato. La Danimarca – che in passato tante volte aveva già dimostrato il suo euroscetticisimo – non è un caso isolato. L’Austria non è un caso isolato, e così via. E perfino in Italia quel 10% e più di persone che ragionano liberamente non sono un caso isolato, e sicuramente andranno a crescere. Certo, noi siamo i più addomesticati di tutti, quelli che hanno i maggiordomi del nemico dentro casa. Ma è anche vero che ormai, anche qui, qualcosa si sta rompendo.
Renzi ha stravinto, è vero, ma ogni volta che la sinistra di potere stravince in Italia poi tracolla. Inoltre, Renzi, a suo modo, non è gradito neanche alla cd. “intelligenza” di sinistra. Grillo ha commesso il pacchiano errore di gridare al trionfo e invece si è fermato a un livello inferiore delle politiche, dimostrando così già un inizio di implosione.
Quanto a Berlusconi… quando ci si riduce a fare l’animalista e a parlare della dentiera di Dudù e si candida un individuo come Cecchi Paone… cosa ci si può aspettare? Quale destra si vorrebbe rappresentare?
Come ho già scritto in passato, la rovina di Berlusconi sono certo le donne, ma non tanto le olgettine, quanto le varie Prestigiacomo, Ravetto, Carfagna e in particolare la Brambilla, tutte espressioni di un mondo senza valori – anzi, di antivalori – che con la destra non ha nulla a che vedere e che invece risponde perfettamente ai piani sovversivi proprio della sinarchia europeista.
Oggi è comunque giornata storica e di festa, perché ha iniziato a vincere la libertà, certamente e direttamente in molti Paesi europei (quanto avvenuto in Gran Bretagna è addirittura impressionante), per certi versi limitati anche in Italia. Niente sarà più come prima ora.
Ora tocca a noi cattolici organizzarci seriamente per opporre una vera resistenza e scardinare l’oppressione mondialista. Naturalmente, quando parlo di cattolici non mi riferisco al mondo dello “spirito di Todi” (ve lo ricordate?), trionfalmente schierato con Monti e con l’euro e la UE per “salvare” l’Italia, di cui oggi si intravedono i resti putridi. Mi riferisco ai cattolici veri, che non guardano in faccia a nessuno altro che non sia la Verità e la tradizione cattolica europea, alle persone di fede che con intelligenza libera e coraggio personale sono pronte a impegnarsi nella lotta per la salvezza di quello che rimane della millenaria civiltà europea, e, magari, anche per l’inizio di una nuova società, fondata sul Vangelo e sulla immensa eredità spirituale, civile e culturale dell’Europa cristiana. Quella vera, l’unica vera.
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fonte: Il Giudizio Cattolico
10 commenti su “Gli europei iniziano a dire no! – di Massimo Viglione”
Europa cristiana e soprattutto cattolica, tutto il resto è nulla
Pienamente d’accordo, ma non fondiamo l’ennesimo partito. Coalizziamoci intorno a Fratelli d’Italia, che rappresenta oggi l’unica vera destra degna di tale nome, e rafforziamola. E’ un partito in crescita, perchè la gente, come scritto nell’articolo, inizia a capire. Saluti.
Mi dispiace per la Meloni , ma il discorso culturale non è una fissa da salotto buono. Ovviamente non è solo colpa sua. E’ tutta la destra radicale che sfugge l’analisi , come ricorda con incredibile pazienza e attualità Vassallo. Si preferisce fare spallucce e si finisce per reimbarcare gli artefici di clamorosi insuccessi. Riguardo la cultura cattolica vogliono mantenere i diktat di Gianfranco Fini che la espulse dall’orizzonte ideale? Se un domani fosse un cattolico a guidare un neo partito di destra , gli eredi di Almirante lo permetterebbero? E ancora quale lettura si da della storia politica recente?
Se FdI si liberasse di alcuni personaggi impresentabili (p.es. Larussa e Alemanno) oltrechè di un latente filoamericanismo e filosionismo se ne potrebbe anche parlare. Fino a quel momento, personalmente, me ne tengo alla larga.
condivido la lucida e puntuale analisi dell’amico prof Viglione e sostengo con lui la necessità di organizzare una politica conforme ai princìpi del cattolicesimo – occorre pensare immediatamente alla fondazione di una scuola di pensiero indirizzata alla formazione di una nuova, giovane classe dirigente – non credo che La Russa e la Meloni siano la soluzione ideale – nel loro ambiente non si è manifestata una cultura all’altezza dei problemi italiani (denatalità, sfascio delle famiglie, sfascio dei corpi sociali, ecc.) ma la nostalgia dell’almirantismo (ossia della fabbrica di Fini) inoltre le chiacchiere in politichese di La Russa e della Meloni lasciano il tempo che trovano – una efficace scuola (a mio avviso) deve contare su docenti qualificati, penso al prof. Pasqualucci, al prof. De Mattei, al prof. Viglione, al prof. Romano, al prof. Alfano, alla prof. Fermani, all’avv. Frezza, al dr Giubilo, al prof. Samperi, al dr Belfiori, al dr Dal Bosco – in questo quadro occorre stabilire uno stretto rapporto con i numerosi editori d’area a cominciare da Solfanelli, Effedieffe, Marco, Fede & Cultura, Thule
Ottimo articolo; pienamente condivisibile la VERA causa della rovina di Berlusconi!
Guardo con interesse alla Lega. Il tema delle autonomie ha fatto preso anche al sud. Lombardo veneto, Serenissima,Granducato di Toscana, Regno delle due Sicilie…riscopriamo la storia! La Lega lotta anche per il sud! Anche fdi mi piace, ma La Russa, pur simpatico, è espressione di quel berlusconismo che oramai ha fatto il suo tempo…
complimenti all’autore. Io rincaro la dose: il panorama politico è costituito per il 99% (e non da ieri) dalla feccia della nostra società. Per tornare liberi, impegnamoci a migliorare noi stessi, e per cominciare, un’azione facile facile: buttiamo via la televisione!
Centrato ed energicamente vero l’intervento del prof. Viglione sul mondialismo. Lo ringrazio vivamente. Mi chiedo come mai il Magistero cattolico – a differenza di quanto ha fatto in celebri encicliche per le altre – non ha mai analizzato teoreticamente questa ideologia, che è la più antica, la sintesi di tutte le altre, e la più perversa.
Quale frutto poteva e potrebbe produre una cossiddetta civilta che ha rifiutato tanto baldanzosamente le radici cristiane, pensando di essere talmente “adulta”da non aver bisogno di essere portata per mano da nessuno? E così tutti questi pseudo-adulti ora si ritrovano a incerottarsi la faccia a destra e a sinistra mentre dovrebbero nasconderla e basta. Dove sono i frutti di civiltà, progresso, non solo economico, quello non c’è punto. Ma quali altri progressi e in quali altri campi si sono avuti? Millenni di cultura, civiltà, valori etici, morali o solo sempljcemente naturali dove stanno finendo? E chi sta vincendo ora in Europa, forse il benessere, la felicità (quella sta solo nella costituzione americana)? Che altro ancora deve accadere perché si salvi il salvabile? Chi è, davvero, colui che vuole dominare in questa realtà anticristiana e anticristica che si sta dilatando dal nord al sul, dall’est all’ovest di tutta l’Europa? Forse l’abbiamo capito tutti, chi è colui che, con livore, ancora guarda a quella bandiera con 12 stelle su fondo azzurro che doveva indicare una guida, una scia, una protezione. Qualcuno non si fermerà forse finché anche quel simbolo sarà strappato via.