di Pucci Cipriani
Forse a qualcuno potrà essere sfuggita l’articolo di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro : “Questo papa non ci piace” (clicca qui per leggerlo) pubblicato su “Il Foglio” di Mercoledì 9 ottobre 2013 nel quale i due giornalisti esprimono, rispettosamente, il loro dissenso e le loro riserve nei confronti dello stile di governo e di alcune affermazioni di papa Francesco. Sfidiamo chiunque a trovare nello scritto dei due valenti e noti giornalisti una sola proposizione che, in qualche modo, possa contraddire la Verità di Fede o la dottrina. Precedentemente si erano sentite solo entusiastiche acclamazione da parte dei media e , in particolar modo, di quelli che per anni avevano preso di mira il pontificato di Benedetto XVI e che, in precedenza, si erano distinti per aver calunniato e infamato il venerabile Pio XII e , ultimamente, anche il Beato Giovanni Paolo II.
In mezzo dunque a questo unanimismo la voce di Gnocchi e Palmaro ha fatto un certo scalpore (giorni prima un intellettuale cattolico di rilievo non catalogabile tra i “tradizionalisti”, il professor Pietro De Marco dell’Università di Firenze, con altrettanto rispetto, aveva espresso analogo dissenso sullo stile e le dichiarazioni di Papa Bergoglio sul blog di Sandro Magister in un articolo dal titolo: “Un Messaggio ‘liquido’ – clicca qui per leggerlo- ) e a neppure dodici ore dalla pubblicazione, senza tanti complimenti, “senza nemmeno gli otto giorni che si davano alle serve” sono stati “epurati” dal Direttore di “Radio Maria”, p. Livio Fanzaga, che, in perfetto stile staliniano : “ritiene che non si possa essere conduttori di Radio Maria e , contemporaneamente, esprimere critiche al papa” e così ” con una garbatissima telefonata” i conduttori delle due più interessanti e seguite rubriche di quella Radio: “Incontri con la bioetica” (Palmaro) e “Uomini e letteratura: incontri alla luce del Vangelo” (Gnocchi) sono stati messi alla porta confermando così l’andazzo e i metodi di questo papato.
Ai due “energumeni” non è stato data nemmeno la possibilità di darne notizia ai loro ascoltatori secondo un metodo già in uso dalla polizia nazista e dal KGB. In genere gli scherani nazicomunisti usavano la tattica del bastone e della carota, del poliziotto buono e di quello cattivo, precisamente come si sta facendo oggi, nella Chiesa. Per Gnocchi e Palmaro – non potendo fare diversamente- quella violenza morale infame è stata inflitta loro con la carota dal Direttore che mi fa venire alla mente il personaggio collodiano del conduttore del carro nel Paese dei Balocchi : “…un omino…tenero e untuoso come una palla di burro, con un visino di melarosa, una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole, come quella d’un gatto che si raccomanda al buon cuore della padrona di casa”.
Ma un “omino” che attacca il ciuco dove vuole il padrone per cui al momento giusto, preso da tanto amore per quell’irrequieto asinello:”…facendo finta di dargli un bacio , gli staccò con un morso la metà dell’orecchio destro”.
Già! E quando si a che fare con gente che in qualche modo dipende dal Grande Timoniere e dalla sua milizia armata allora, invece della carota, si usa, pesantemente, il bastone, servendosi di tagliagole e mozzaorecchi come nel caso dei Frati Francescani dell’Immacolata, accusati da quattro Giuda traditori, che all’interno dell’ordine avevano covato le uova della sovversione, di non “sentire cum Ecclesia”…accusa chiaramente fumosa e pretestuosa ma che sotto qualsiasi cielo è sempre stata il cavallo di battaglia dei vili, menzogneri, capitanati da chi è maestro di menzogna e mentitore fin dall’inizio dei secoli…
I Frati Francescani dell’Immacolata (circa duecento padri), epurati e mandati all’estero (Africa, Asia, Australia…) con la sola colpa di essere rimasti fedeli al loro fondatore p. Manelli (ora agli arresti domiciliari a Cassino) e di aver imposto agli altri la celebrazione della Messa in rito antico, la cui celebrazione nessuno può vietare come decretato dalla bolla “Quo Primum” di San Pio V e ribadito dal “Motu proprio” di Benedetto XVI…e ai frati messi sul banco degli imputati viene impedito di parlare all’epurazione; in questi giorni, segue la deportazione.
“Scopo principale dei miei appunti è raccontare quel che avviene…Ritengo che la divulgazione della verità sia l’unico mezzo di lotta contro il male e l’illegalità imperanti …la verità non è pervenuta a tutti i lettori…Anche le riviste che s’interessano della questione sembrano voler far credere che tutto sia cambiato e vada nel migliore dei modi, e che i responsabili di così nefande ingiustizie siano stati puniti e le vittime riabilitate. Nulla di più falso! E’ l’ora che tutti sappiano come stanno effettivamente le cose, sia coloro che, volendo conoscere la verità, si vedono propinare dai giornali un cumulo di fandonie volte ad assopire il sentimento civico, sia gli altri che, non volendo correre il rischio di sapere, chiudono gli occhi e si tappano le orecchie per avere poi al momento opportuno la possibilità di giustificarsi e di riemergere dal pantano: ‘Dio mio chi avrebbe immaginato…’ Se questi ultimi avessero invece un minimo di sentimento civico e amassero effettivamente (la verità)non esiterebbero a difenderla…Comunque, sono sempre pronto a rispondere dell’autenticità di qualsiasi dettaglio da me ricordato. Molti casi, molti fatti possono essere confermati da decine…di testimoni. Non solo. Molti miei compagni …potrebbero ricordare fatti anche peggiori di quelli da me narrati.”
(Cfr. Anatolij Marcenco : “I confortevoli lager del compagno Breznev: la mia testimonianza” -Rusconi Ed.1970- pagg. 12-15)
Potrebbero essere le memorie di qualcuno che si accinge a testimoniare la verità contro l’ideologia giacobina insinuatasi nella Chiesa e già epurato, o di un “deportato” per essere stato fedele alla propria scelta, allo stesso pontefice che aveva decretato l’accettazione dell’ordine, quel Beato Giovanni Paolo II, a cui il mondo non perdona la sua costante battaglia al relativismo…i fatti di questi ultimi mesi dovrebbero far aprire gli occhi.
Ma c’è una differenza: i dissidenti dell’URSS e degli altri Paesi dell’Est, se è pur vero che subivano persecuzioni all’interno dei loro Paesi, avevano però la loro voce nell’Occidente ancora libero e non ancora imbestiato dall’edonismo e dal relativismo…i dissidenti (rispettosi) di oggi non interessano a un mondo che vede in questo papa (a torto o a ragione non importa) uno che , finalmente, la “pensa come la gente” e scrive libri con il nuova padre della Chiesa Eugenio Scalfari, pubblicati da quella Pia Confraternita che è il giornale portavoce del laicismo più feroce “Repubblica”…
E c’è anche qualche novello Quisling (non importa se considerato dai progressisti doc “un clerico- fascista”) che suggerisce al papa “ulteriori riforme nella chiesa, che il cattolico fedele dovrà accogliere con docilità”, naturalmente bovina, altrimenti questi elementi da rieducare porterebbero invece , magari insensibilmente, allo scisma”. In altre parole sul “Foglio” di oggi (venerdì 11 ottobre 2012) Massimo Introvigne invece di esprimere solidarietà a Gnocchi e Palmaro suggerisce (novello San Basilio) il bastone per i “tradizionalisti” in odore di scisma. Roba da far invidia ai tagliagole e ai mozzaorecchi islamici.
20 commenti su “Gnocchi-Palmaro, Radio Maria, epurazioni e Quisling. Dove va la Chiesa? – di Pucci Cipriani”
Con una cosa soltanto mi sono trovato in accordo, in tutto l’articolo di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, e cioè che effettivamente (e finalmente!) ora «la “carne di Cristo” viene cercata altrove»: altrove rispetto ai paramenti, agli oggetti, ai formalismi di curia (o meglio di corte). Questi, sì, sono un illusorio facsimile del Corpo Mistico, mentre non lo sono i poveri, i deboli, gli esclusi. Tanti farisei del 2013 ci insegnano oggi – e quel che è peggio: vogliono insegnarlo al papa! – che cosa è ecclesiale e cosa non lo è, che cosa è ortodosso e cosa non lo è. Persone che magari non hanno fatto mezz’ora di servizio in tutta la loro vita (non parlo di Gnocchi e Palmaro, che non conosco), ma pretendono di spiegare al papa come bisogna leggere e interpretare il Vangelo. Si scandalizzano, proprio come i dottori della legge, quando sentono che il Vangelo va letto nella contemporaneità: ma come riconoscere altrimenti, oggi, l’uomo che «scendeva da Gerusalemme a Gerico»? Sostengono con snobismo che il papa dice alla folla proprio quello che la folla vuole sentirsi dire, forse per mascherare il fatto che il papa dice invece a loro ciò che loro non vogliono sentirsi dire: che bisogna uscire dalle torri d’avorio, scendere sulle strade – le moderne strade per Gerico – e toccare (sì, toccare) le piaghe di Cristo, piaghe che oggi magari hanno la pelle nera. Altro che messaggio liquido. Più facile è cavillare di dottrina, codici e liturgia, ma come il sacerdote e il levita, guardare dall’alto la sofferenza dell’uomo e passare oltre. Matteo 25 dice chiaramente che cosa sarà a salvarci, e non sono né i paramenti né la certezza dottrinaria né i sofismi intellettualistici.
Ed invece, per riconoscere “l’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico”, e’ la contemporaneita’ che va letta alla luce del Vangelo.
Concordo, Luciana, ma non direi «e invece»: le due cose, secondo me, non soltanto non si escludono ma sono la stessa cosa, leggere il Vangelo nella contemporaneità è leggere la contemporaneità alla luce del Vangelo. Leggo la contemporaneità alla luce del Vangelo e così scopro nella persona che aiuta il prossimo anche se ha un’altra nazionalità, un altro colore della pelle, un’altra religione, il samaritano di cui ci racconta Gesù. Sono persone a cui possiamo dare un volto e un nome, se scendiamo in strada. Origene scriveva che “l’uomo che viaggia da Gerusalemme a Gerico, divenuto la preda di ladri, rappresenta Adamo condotto dal Paradiso all’esilio in questo mondo”. Però bisogna pure cercare chi rappresenta oggi, altrimenti il rischio (umanissimo peraltro) è di passare oltre.
Caro Giovanni, come fai a mettere in dubbio che quelli che tu ‘etichetti’ come novelli “farisei” solo perché amano la Verità a 360 gradi, “non hanno fatto mezz’ora di servizio in tutta la loro vita”? Il servizio gradito a Dio è quello che si fa senza metterlo in bella mostra…come facevano e fanno – purtroppo! – i farisei di sempre!
Caro Mario, hai ben ragione. Come ho scritto, non facevo riferimento ai due autori, che non conosco. Di altre persone invece ho conoscenza credo buona, diretta e in certi casi anche sostenuta da lunga amicizia, e con loro mi piace confrontarmi. Naturalmente non posso escludere che facciano di notte l’opposto di ciò che mostrano di giorno. Dio li benedica per il loro servizio nascosto. (E però sarebbe anche bello che non fosse così tanto nascosto, dato che anche la testimonianza ha un valore). Tra i tradizionalisti che provano fastidio e disagio per le parole e lo stile del papa ce ne saranno tanti che fanno molto servizio e altri, forse, che non ne fanno affatto. In ogni caso, vorrei precisare che non mi permetto di criticare chi non fa servizio, ci mancherebbe: nemmeno fossi un missionario (e ahimè sono tutt’altro). Osservo solo che se una persona non fa servizio (e sottolineo il se: ma concedimi di poter pensare di conoscerne qualcuna) dovrebbe forse evitare di voler spiegare al papa come si legge il Vangelo, e magari anche accogliere il dubbio di non possedere la Verità a 360°. Per quanto mi riguarda, sono ben consapevole che me ne mancano parecchi “spicchi”, e pertanto mi confronto volentieri con chi la pensa diversamente da me, e con osservazioni come la tua che mi fanno riflettere.
E’ bene che si sappia che a Radio Maria viene richiesto come requisito l’assoluta fedeltà al Vicario di Cristo. In casi di dubbio vale il principio, sto zitto e prego perchè lo Spirito Santo lo illumini, certo non giudico e non mi metto ad avviare un Pontificato parallelo avverso all’unico legittimo. I due ottimi conduttori sapevano a cosa sarebbero andati incontro e sono stati imprudenti. Evangelicamente parlando come può un Regno mantenersi se diviso in se stesso? Attenzione agli indelicati giudizi nei confronti del Sommo Pontefice. Anche io sono un po’ perplesso, tanto è vero che cerco di autoconvincermi che sia tutto un bluff, quello di Papa Francesco, messo in atto a fin di bene. Non so se io ho ragione, confido nella Provvidenza di Dio che tutto predispone per quelli che lo amano! W Papa Francesco, W Radio Maria, W i due conduttori(i quali peraltro hanno serenamente accettato la decisione)! Che Dio ci benedica tutti! Siano lodati Gesù e Maria!
“Assoluta fedeltà al Vicario di Cristo”. Solo e sempre se il Vicario di Cristo svolge il suo mandato di proclamare la Verità tutta intera, con tutte le conseguenze che questo implica. Il santo ed eroico vescovo Roberto Grossatesta umilmente insegna…
Caro Pucci Cipriani, che toni e che paragoni, ragazzi! Siamo in libertà e p. livio può essere certamente criticato – come io ho fatto scrivendogli – e lui mi ha risposto. Ma i toni che lei usa, non sono forse altrettanto brutali di quelli che lei condanna in p. Livio? Perché, invece di seminare nel web le sue accuse, non scrive direttamente al direttore di Radio Maria. Sarebbe il primo passo di quella che viene chiamata “Correzione fraterna”. Io intanto ho scritto ad alcuni amici e giornali questa lettera:
GLI INGANNI DEL DEMONIO
Credo che se avremo un po’ più di pazienza questo papa non finirà di sorprenderci. E sorprenderà anche quelli che – conservatori o progressisti che siano -, lo criticano o lo lodano.
Una sorpresa può esserci stata anche venerdì 11 ottobre per le parole pronunciate dal Papa nell’omelia tenuta a Santa Marta. «Dobbiamo sempre vegliare – ha detto – contro l’inganno del Demonio …». Si, una certa teologia “moderna”, che dice che non si deve parlare del diavolo, anche perché non si sa se sia un essere personale. E poi anche se fosse, non serve parlarne perché la potenza di Cristo lo ha vinto.
Il papa, come fece a suo tempo il suo primo predecessore, San Pietro, ci invita a vigilare, perché “Come leone ruggente egli è sempre in giro cercando chi divorare”. Vogliamo fare degli esempi recenti sui guai e le immani sofferenze causati dal non aver scoperto in tempo questi inganni? Nel secolo scorso l’Europa cristiana ha visto lo scatenarsi di due belve sataniche. La prima nella violenta salita al potere del comunismo in Russia nel 1917. La seconda nella presa del potere del nazismo in Germania. Queste ideologie totalitarie, che promettevano uomini e società nuovi, crearono invece i gulag e i lager dove morirono milioni di esseri umani. Altro che paradisi in terra.
Gli stessi inganni che – come vediamo dagli enormi squilibri economici e sociali che causano -, ci vengono da un capitalismo fine a se stesso; di una cultura che non crede che esista una verità sull’uomo e per questo lo crede capace di decidere da solo che cos’è bene o male per lui. Questo relativismo, che Benedetto XVI, diceva essersi trasformato in dittatura, permette che l’uomo decida della vita o della morte di un suo simile; che decida lui il suo “genere” sessuale; permette che la famiglia non venga più considerata quella fra uomo e donna, come natura dimostra, ma anche fra appartenenti allo stesso sesso. E si potrebbe continuare.
Questo impazzimento della ragione è una delle più grandi vittorie del maligno, cioè di colui che ti uccide con quello che ti offre. Ti adula con la promessa di libertà, e ti trovi in una tremenda schiavitù. Ti stordisce con la parola democrazia, e ti trovi nella babele delle lingue e delle opinioni inconcludenti, anche se tutti – a modo loro – dicono di volere il bene comune o il bene della società. Chi semina questi inganni lungo i secoli e lungo la vita dell’uomo, approfittando della sua fragilità, se non il demonio? Se fossimo vigilanti e non considerassimo una favola questa presenza maligna, avremmo forse evitato molti guai. Purtroppo, se guardiamo alla storia, dobbiamo dire che sovente sono proprio quelle elite che credono di essere illuminate, e per questo degne di guidare i popoli, ad essere ingannate da queste seduzioni, portando così i loro popoli alla rovina.
Il Papa dice che il Demonio appare all’inizio del racconto biblico, all’inizio e in vari passi del Vangelo, e appare sconfitto nell’Apocalisse. Anche le nostre impazienze o fughe in avanti o indietro nel nostro essere cristiani, se creano fratture, sono un frutto amaro del maligno. Ascoltiamo attentamente il papa. Abbiamo pazienza, e vedremo come il Vangelo, che è verità, saprà mettere in crisi ogni nostra categoria e appartenenza. Con cristo si costruisce, ascoltando invece le seduzioni del tentatore, si disperde.
Claudio Forti – Trento
bellissima lettera, caro Claudio.
Lo vediamo nella vita quotidiana e in tutte le espressioni, specie le piu’ eclatanti, di questi ultimi tempi. Come si dice, il vero capolavoro di Satana è quello di far credere alla gente che lui NON esiste.
Grande Pucci! Grande la definizione di Quisling! Perché dovremmo stupirci quando è papa Bergoglio a confessare i suo giovanili trascorsi di comunista?
Mamma mia quante animucce candide : “all’inferno ma con il papa” dicevano una volta le meste vedove do Paolo VI…oggi tutte con Bergoglio-Scalfari e la pia “Repubblica” come scrive Pucci Cipriani. Questi signori-almeno che non siano,come non credo, agenti provocatori- hanno letto in home page la documentazione completa di quello che sta accadendo all’Ordine dei frati dell’Immacolata dove quattro Giuda ( e mi scuso con l’Iscariota che ebbe la dignità di andarsi a impiccare) stanno proprio “deportando oltre duecento frati? Hanno capito queste animucce de mamma loro cosa sta succedendo? P. Livio faquesto per paura perché oggi si vive nek terrore e siamo in piana rivoluzione. Questo la Gospa non l’ha ancora detto? Sentite un po’ il novello padre della Chiesa Paolo Brosio e nel caso domandate a Bergoglio di farlo vescovo…ci sta Poero Marini che al Modernismo ha dato il cuore ( e non solo il cuore) può starci Brosio
Questo clima da tutti contro tutti fa solo danni. Un po’ di prudenza e sana moderazione da parte di tutti sono più che mai necessarie. Usiamo l’arma potente della preghiera, confidando nello Spirito Santo, che da sempre guida e per sempre guiderà la Chiesa. Le critiche (che possono anche starci) cerchiamo di rivolgerle direttamente agli interessati, senza sputtanarli dal pulpito virtuale di un sito. Suggerisco a tutti di porsi seriamente alcune domande prima di dire o (soprattutto) scrivere articoli del tenore di questi ultimi giorni: qual è lo scopo per cui sto scrivendo queste cose? Cosa voglio ottenere? Quale sarà il bene che produrrà per la nostra amata Madre Chiesa? Perché la tentazione della vanità e della superbia si annida nel cuore di ogni uomo, anche del nostro.
Ma i commenti a seguire l’articolo di Gnocchi-Palmaro che fine hanno fatto?
Mi ripromettevo di leggerli tutti oggi perchè avevo il tempo disponibile, invece
non li ho trovati più. Ieri, ed è evidente, non mi è stato possibile farlo.
Ed ora come faccio? Cordialità L.S.
I commenti sono tutti al loro posto,(65) forse hai sbagliato il link che li riporta, riprova, sarai più fortunato
Purtroppo padre Livio è realmente fuori strada (in parte, è ovvio).
Invece Introvigne è un uomo di vera coscienza, lui stesso a disagio di fronte a varii atteggiamenti del Papa (lo ha scritto). Un “clerico-fascista” che cerca la verità, e la propone meglio che può – certo non ritagliandosi posizioni di potere.
Il suo articolo sul “Foglio”, condannato da Pucci, è proprio su questa linea.
Entrò in conflitto con de Mattei sulla valutazione da questi data del Concilio (testi approvati), come “contenente cose da rivedere”. Si tratta non di una diatriba fra potenti (non lo sono, né l’uno né l’altro), ma di una sincera ricerca (da parte di entrambi).
“Non si può essere cattolici accettando solo i rarissimi pronunciamenti infallibili dei pontefici: per stare nella chiesa occorre camminare con i Papi e farsi guidare dal loro Magistero quotidiano” , afferma nell’articolo. È così
Vorrei intanto esprimere la mia solidarietà agli amici Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro,
il primo conosciuto personalmente e fare poi una considerazione volutamente polemica.
Evidentemente in campo ecclesiale c’è chi si sente più cattolico del Papa: il quale si pone
la domanda su chi sia Lui (o lui?) … ,nel senso di se stesso e non di NSGC, per poter giudicare
… evidentemente ci sono cattolici (ecclesistici) che giudicano, dalla mia modesta esperienza senza possibilità
di difesa e poi condannano con offese personali, senza possibilità di replica (tratto dalle mie vicende
personali). QUanto detto prescinde ovviamente dal comando di NSGC: ” … darò a te le Chiavi del Regno … e ciò
che legherai sarà legato e ciò che scioglierai … “. Lo disse, se non sbaglio, a Pietro che ora non può
far finta di non averlo sentito.
Francesco Bernardini
(francebernardini@hotmail.it)
io ho letto l’articolo di gnocchi-palmaro.ma non noto in voi un ragionamento su ciò che dicono.aspetto e poi,se crederò,mi inserirò nel dialogo .vi saluto.
Sono d’accordo con Padre Livio. Chi non ubbidisce al Papa , validamente eletto, divide ed indebolisce la Chiesa..nega implicitamente l’azione dello Spirito Santo. Il diavolo è piu’ furbo di noi ed anche di Gnocchi e Palmaro,bisogna essere umili come Maria….. Non mi sembra inoltre che le trasmissioni di Gnocchi e Palmaro , sicuramente interessanti, siano memorabili, seguo e sostengo Radio Maria dall’88 , il bene immenso che ha fatto e che fa , per la Chiesa e per il popolo di DIo , facendo amare Maria ed il Papa ed insegnandoci a pregare è la prova che Padre Livio ha sempre operato seguendo l’ispirazione di Maria…. Per quanto riguarda i frati dell’Immacolata . richiamati in ogni articolo su Gnocchi e Palmaro, …probabilmente ,sicuramente si trovano come Ordine nella prova , come altri,vedi Padre Pio o Don Dolindo Ruotolo, speriamo e preghiamo che la superino….
Paolo scrive : “Chi non ubbidisce al Papa , validamente eletto, divide ed indebolisce la Chiesa…”
Vogliamo fare l’elenco di quanti teologi, sacerdoti, vescovi, cardinali etc … hanno diviso ed indebolito la Chiesa negli ultimi 50 anni ? Come al solito il progressismo è campione nel doppiopesismo. Riguardo ai frati dell’Immacolata c’ è da chiedersi, in questo caso, chi è che disobbedisce al Papa e quindi “divide ed indebolisce la Chiesa” … poniamoci il problema e diamoci una risposta onesta
Radio Maria segue una linea ben precisa : diffusione del Vangelo, fedelta’ alla Chiesa cattolica e ovviamente al Papa. Qui la coerenza è fondamentale e a volte puo’ costare molto ma solo così si puo’ essere credibili e Gesù Cristo ha bisogno di persone credibili per essere suoi apostoli. Percio’ capisco la scelta di Padre Livio , una scelta scomoda che non cerca sicuramente applausi ma che tutela la coerenza e la credibilita’ di radio Maria davanti a milioni di ascoltatori di ogni grado sociale (innegabile il suo taglio popolare che tra l’altro è l’aspetto che mi piace di piu’ )dove magari idee contrastanti possono creare confusione col pericolo di fermare un percorso di conversione: una grossa responsabilita’ che va’ rispettata