Guareschi e Céline, emblemi della letteratura proibita – di Piero Vassallo

di Piero Vassallo

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grscclnLa riabilitazione degli autori un tempo censurati e vietati dall’inquisizione di rito gramsciano, procede, al seguito delle rivelazioni sull’attività nell’Ovra o sull’appartenenza al cripto fascismo dei romanzieri, un tempo incensati dai turiboli fumiganti nelle sedi dell’egemonia comunista.

 Nel vuoto increscioso, causato dalla pubblicazione del taccuino segreto, in cui il sommo resistente Cesare Pavese dichiarava la sua simpatia per il fascismo repubblichino, e/o dalle imbarazzanti notizie su Ignazio Silone e Vasco Pratolini,  è finalmente possibile legittimare e consigliare la lettura di autori maledetti dalla cultura intransigente/epurante, quali, ad esempio, Giovannino Guareschi e Céline, pseudonimo di  Louis Ferdinand Destouche.

 Rodolfo Vivaldi, studioso inchiodato alle pillole distribuite da un’antica farmacia genovese, è autore, su mandato delle irriverenti edizioni romane del Borghese, di uno acuto esame dell’opera di Guareschi e di un convincente confronto tra l’atipico reazionario italiano e il sedicente, irregolare anarchico francese, due proibiti ed epurati protagonisti del Novecento letterario.

 Il testo di Vivaldi dimostra che sono in atto e l’attesa separazione e il doveroso congedo della critica letteraria dai giudizi insultanti dei venerati/squillanti settari, Palmiro Togliatti e Jean Paul Sartre, un tempo giudici fulminanti dell’ideatore di don Camillo e Peppone e dell’autore del capolavoro Voyage au but de la nuit.

 Vivaldi rammenta che, nell’Italia degli anni cinquanta, il clima era arroventato a tal punto che perfino alcuni acerbi giornalisti di parrocchia ebbero licenza di manifestare, in un periodico dell’Azione Cattolica, la loro livida e pedicellosa avversione al cattolico Guareschi.

 In Francia la riabilitazione di Celine è avvenuta da tempo, grazie al decisivo contributo dell’insospettabile poeta americano Allen Ginsberg.

 In Italia l’inespugnabile fortezza, che fu elevata dal culturame in festa vigilante e severa, ha rivelato solo in anni recenti le sue insospettate ma devastanti crepe.

 Al proposito Vivaldi rammenta che “Buona parte della critica seria è ormai convinta della centralità di Guareschi nella letteratura italiana del ‘900“.

 Dopo la deprimente escursione in terra sovietica, la letteratura italiana ritorna in Patria, per ritrovare la verità sul suo passato e sui suoi autentici interpreti.

 Guareschi ritorna attuale dopo gli incubi sessantottini, che hanno spiazzato il lettori degli anni della c. d. egemonia progressista.

 L’ultimo sussulto del secolo sterminato è estenuato dalla verità emergente dagli archivi proibiti e dalla lettura dei testi proibiti.

 L’immagine di Guareschi è restituita alla sua spiritosa e mai fanatica verità. L’ironico/patriottico discorso indirizzato dal Guareschi prigioniero della Germania concentrazionaria, ad esempio, può oggi essere rovesciato in colpi di frusta allegramente indirizzati alle soffocanti natiche della Germania eurocratica & strozzina: “L’uomo è fatto così, signora Germania: di fuori è una faccenda molto facile da comandare, ma dentro ce n’è un altro e lo comanda soltanto il Padre Eterno. E questa è la fregatura per te, Signora Germania”.

 Guareschi, interprete della saggezza dei moderati autentici, gli uomini fedeli al trinomio Dio-Patria-Famiglia, fu insuperato e mai malevolo ritrattista dei comici personaggi della rivoluzione, il “civile e la banda“, ad esempio: il fanatico comunista di Brescello, che cadendo da una impalcatura declinò, urlando, il desiderio di un funerale civile, con accompagnamento della banda del Pci.

 Anarchico di destra, Céline dipinse invece la universale, invincibile tristezza del vivere umano e narrò la follia sterminatrice esercitata dal potere politico e dalle agenzie dell’usura. Credette che il fuoco ruggente nella nuova Germania fosse un rimedio alla disumanità e approvò il nazismo immenso rosso.

 Se non che Vivaldi avverte che nelle opere di Céline affiora continuamente l’amore del prossimo e cita un brano del Voyage au bout de la nuit: “se la gente è così cattiva può essere perché soffre, solo è un peccato che restino così carogne, con tanto ancora di riserva, la gente. Ciò che farebbe un uomo più grande della sua semplice vita è l’amore per la vita degli altri”.

 Ora, la contraddizione è un tema ricorrente anche nei romanzi di Guareschi. Al proposito Vivaldi cita la descrizione del capo comunista Peppone, “con la testa piena delle pseudoverità e degli slogan martellanti divulgati dal Partito … che nelle circostanze cruciali, quando la vita richiede una decisione, un giudizi da uomo vero, Peppone è più autenticamente cristiano di don Camillo”.

 Il saggio di Vivaldi, sarà presentato a Genova il 13 dicembre, h. 17, al BI.BI. service, via XX Settembre 41 

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