I Boeri massacrati in Sud Africa cercano asilo in Russia – di Matteo Donadoni

Mentre il mondo occidentale seguiva i mondiali di calcio e ben prima che Putin raccontasse al suo amico Trump le litigate transoceaniche al telefono con Obama, una delegazione dei Boeri sudafricani si è recata in Russia, dove si trova attualmente, con la proposta di aprire un canale di migrazione per discutere dell’insediamento di 15.000 Afrikaner.

Per la precisione si parla di un insediamento nella regione di Stavropol’ (russificazione del nome greco Stauropolis, ovvero “Città della Croce”), ma anche nel Kuban (nelle repubbliche nazionali del Distretto Federale Meridionale) e, cosa particolarmente interessante nella Crimea (ma di questa non è confermato). Il territorio di Stavropol’ è un kraj della Russia e si estende per la maggior parte sull’altopiano omonimo, ai margini settentrionali del Caucaso. La zona sembrerebbe molto adatta alle attitudini degli africani bianchi e ne sono consapevoli gli aspiranti coloni: Eddie Schlebusch, uno dei delegati, dice: “Il clima qui è temperato e questa terra è creata da Dio per l’agricoltura, tutto questo è molto attraente”. Le principali risorse della regione sono le industrie alimentari, oltre che chimiche e meccaniche.

 

 

I sudafricani bianchi non lasciano la loro terra per il problema della disoccupazione, per quanto i dati ne evidenzino l’aumento vertiginoso, ma perché “It’s a matter of life and death”. La situazione l’abbiamo spiegata negli articoli precedenti: dopo la presa del potere da parte del partito di Mandela, i bianchi (soprattutto i contadini) sono vittime in modo progressivo di diverse forme di discriminazione e persecuzione, fino alla recente recrudescenza violenta, con aggressioni, ferimenti e diversi omicidi efferati.

Già tremila persone sono andate in Australia o in Nuova Zelanda e tra le ultime informazioni è giunta notizia che l’Ungheria di Orbàn ha preso iniziative in tal senso. Ma sembra che molti Boeri considerino la Russia come l’unico Paese in grado di offrire un futuro in cui vengono preservati i valori della vita familiare e i principi dell’etica e della morale cristiana.

Ovviamente il processo non sarà semplice, i Sudafricani amano il clima caldo e  l’abbondanza della terra, ma a Stavropol’ ci sono pochissimi appezzamenti enormi, di quelli che i Boeri sono abituati a possedere in Sud Africa. Nonostante tutto, quasi 15.000 discendenti dei coloni bianchi sudafricani stanno pensando di trasferirsi in Russia. Sono pronti a dare un contributo allo sviluppo agricolo del sud della Russia, a investire i loro soldi nell’economia russa e a dare lezioni di inglese. Pare che nella prima fase, migreranno circa 30 famiglie. I Russi hanno a cuore l’onestà e l’etica del lavoro delle persone, e i Boeri passeranno facilmente questo test. La condizione posta agli immigrati è di avere mezzo milione di dollari per famiglia da investire nell’economia della regione, non è poco, ma non è un grosso problema: non sono poveri. Una volta adempiuto questo dettaglio, anche la questione della colonizzazione è risolta.

È bene sapere che il “progetto Nord Caucasico” del reinsediamento Boero non è nato ieri, ma già una famiglia vi si è trasferita da qualche anno. Ora, la delegazione, che è arrivata con un cosiddetto “viaggio di familiarizzazione”, è composta da sole tre persone: un professore di teologia dell’Università dello Stato Libero (una provincia del Sudafrica, il cui capoluogo Bloemfontein è anche la capitale giudiziaria del Sudafrica. Un tempo era una delle repubbliche boere col nome di “Stato Libero dell’Orange”) e professore ospite dell’Università di Groningen (Paesi Bassi) Jan Adrian Schlebusch, suo figlio, il barbuto Eddie e la nuora di lingua inglese. Ovviamente, non possono essere considerati rappresentanti ufficiali di alcuna istituzione statale, né portavoce della volontà di tutti i Boeri dello Stato Libero. La provincia del Vrystaat, con la sua capitale a Bloemfontein (patria di J. R. R. Tolkien), è il granaio principale del Sud Africa. Lì, le terre coltivate dai boeri occupano 32 mila chilometri quadrati, i pascoli – quasi 90 mila, ma la quota della popolazione boera è in costante declino.

Il professor Schlebusch non è soltanto uno studioso, ma anche un predicatore della Chiesa Riformata Olandese, l’ideologia che sta alla base della mentalità Boer e del suo stile di vita. Allo stesso tempo, la famiglia Schlebusch possiede storicamente la fattoria Waterbron vicino a Bloemfontein. Il capofamiglia appartiene a quell’ala dei Boeri che sono pronti a lasciare la loro terra natale pur di preservare il tradizionale modo di vivere religioso. A molti cattolici abituati alla mondanità sciatta e desistente della neochiesa, tutto questo può sembrare una piccola setta guidata da un predicatore carismatico, e forse da un punto di vista strettamente religioso lo è. Ma questo è anche il nocciolo della tradizione afrikaner, che già qualche centinaio di anni fa pensava alla propria esistenza come una comunità religiosa, i cui esponenti erano predicatori, politici e capi militari allo stesso tempo.

Ora, poiché i giovani, come i tutti i giovani occidentali, tendono a rifiutare l’idea di resistenza militare (se ne pentiranno troppo tardi), una parte considerevole delle comunità rurali è moralmente pronta per affrontare questi insediamenti al fine di preservare il modo di vivere tradizionale. Gli ospiti sono stati accolti a Stavropol’ con il nuovo raccolto di grano e con il pane fresco. Il gusto dell’ospitalità russa piace a questi africani del sud che si definiscono agricoltori ed esploratori. Schlebusch comunica attivamente non solo con i funzionari locali, ma anche con il clero, nonostante la differenza radicale tra le visioni teologiche protestanti e ortodosse. Gli esploratori sono stati così ricevuti nella cattedrale di Stavropol’, infatti volevano vedere una chiesa ortodossa e parlare con il clero locale.

“Siamo stati ispirati dallo sviluppo della Russia negli ultimi anni. Siamo cristiani. Siamo per valori tradizionali. E la rinascita di tali valori in Russia ci attrae. Il problema principale del Sudafrica è il liberalismo. E i valori liberali occidentali. Sono stati i liberali a creare la situazione in cui ci siamo trovati, quindi stiamo anche scappando dal liberalismo” ha detto il figlio del professore, intervistato da un giornalista russo.

L’emigrazione dei farmer boeri è chiaramente di natura razziale e religiosa, e c’è chi pensa che nell’Europa occidentale, tali comunità non sopravvivrebbero. Non è ancora chiaro cosa possa nascere da tutto questo. Non ci sono particolari ostacoli burocratici, dal momento che non vi è alcun pregiudizio da parte delle autorità locali, soprattutto perché i Boeri non chiedono nulla di speciale.  Stanno progettando di gestire l’agricoltura, di creare comunità come i cosacchi di Terek, che ai nuovi coloni sono sembrati simili ai loro antenati che si stabilirono nel Sud Africa.

Nonostante la placida quanto ottusa quotidianità del nostro mondo contemporaneo,  tutto è possibile o quasi, e la situazione politica in Sudafrica è per ora ancora in equilibrio, ma sull’orlo viscido dell’imprevedibilità, anzi di una prevedibile esplosione di odio razziale di consistenza apocalittica. È chiaro quindi che, per uomini come Eddie Schlebusch, “è una questione di vita o di morte. Ci sono attacchi contro di noi, siamo arrivati al punto in cui i politici stanno scatenando un’ondata di violenza”.

Tuttavia c’è anche un’altra fazione ancora non quantificabile fra gli Afrikaner: quelli che sono pronti alla resistenza armata. Una prospettiva, quella di sparare, che non è stata ancora seriamente valutata da nessuno. Intanto, gli ospiti arrivati in Russia dal Sud Africa visiteranno il kraj per alcuni giorni ancora. Solo quando torneranno a casa discuteranno la faccenda e prenderanno la difficile decisione sulla migrazione. Hanno promesso di inviare una lettera sulla decisione finale.

https://www.rt.com/business/432375-russia-south-africa-farmers/

https://vz.ru/society/2018/7/5/930967.html

10 commenti su “I Boeri massacrati in Sud Africa cercano asilo in Russia – di Matteo Donadoni”

  1. bella l’Africa agli Africani… E quando anche dal sudafrica i Negri cominceranno a veleggiare verso i nostri lidi? Che goduria! E c’è pure quel paese che da Rodesia si chiama Zimbabwe – quello di Mugabe e dolce consorte -che è messo altrettanto bene, e c’ è tutta l’Africa ex-colonia inglese francese belga italiana… che sta infinitamente meglio con l’indpendenza conquistata (conquistata si fa per dire…), vero?. Hanno voluto la bicicletta e non sanno come usarla, e vengono a rompere i Bianchi, dopo che li hanno cacciati. Ma allora sono davvero dei poveretti…E furbi anche: che africanizzata l’Europa, l’Europa sarà anch’essa Africa, e questa volta dove andranno a….migrare???

    1. Caro bbruno. Secondo me non migreranno da nessuna parte in quanto sia numericamente che militarmente che politicamente i musulmani saranno maggioranza assoluta in Europa e quindi useranno gli africani come loro schiavi e quindi i blacks se la prenderanno in saccoccia per l’ennesima volta……

      1. certo, Nicola, se la prendereranno in saccocia, schiavi secondo il loro destino, quello della maledizione. Schiavi dei mussulmani, come già questi lo sono, da principio, del loro folle iddio, a ripetere in Europa le belle condizioni di vita imposte dalla loro religione, e gli europei spazzati via dal vento della storia come pula, grazie alla loro insipienza…This is the world remoulded near the heart’s desire, il terribile ‘cuore’ del Padrone del Mondo…

  2. La loro perseveranza nel lavoro, senza lagne, senza spritz né happy hour, solo duro lavoro, gli viene dalla fede e dai loro pastori. Proprio come noi eh?

  3. Le comunità religiose, lavoratrici son le uniche resistenti. Con il chiacchierame occidentale non si è concluso nulla, solo corruzione su corruzione e il pontefice romano ne è il portabandiera.

  4. anche questi qui, i Neri del Sud Africa, hanno voluto la bicicletta, e guardate ora come stanno pedalando! Oh certo, sono padroni a casa loro, hanno messo sotto i piedi i Bianchi, ma padroni di che cosa? della miseria e del degrado e della violenza,creati della loro incapacità di fare, e di governare, come avvenuto nello Zimbawe di Mugabe, ex Rodesia di Jan Smith, come in tutti gli altri paesi dell’ Africa dove c’ erano i famigerati governi coloniali, dai quali i Bianchi sono stati cacciati dai Negri, al grido Africa agli Africani, per finire con gli Africani che fuggono dai loro paesi, finalmente indipendenti, per cercare e pretendere protezione dagli ex- colonizzatori, i Bianchi schiavisti! Ma che bravi e che intelligentoni! ma almeno, gente nera del sud africa, quando vorrete partire dal vostro paradiso, imparaste almeno dagli odiati Boeri, i Bianchi, a comportarvi come si deve, qualora decideste di trasferirvi in Europa: a bussare la porta e chiedere permesso, civilmente, senza il ricatto delle Open Arms!

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