I CAPI DI GOVERNO E DELLE COMMISSIONI SOVRAEUROPEE SONO VENDUTI O MENO? A NOI RESTA IL LANCIO DELLA BOTTIGLIA… – di Piero Nicola

di Piero Nicola

 

Non ha più molta importanza che i capi di governo e delle commissioni sovraeuropee siano venduti o meno. I loro atti e i loro discorsi sortiscono un effetto uguale a quello di un’azione deliberatamente truffaldina e criminale.

Volendo, chiunque può verificarlo. Anziché cambiare decisamente indirizzo di fronte alla speculazione dominante e senza patria (pur favorendo il dollaro), anziché decidere il ritorno alle monete nazionali e in mano allo Stato, tutti loro procedono all’incirca come prima. Come prima, si prestano al gioco perverso dell’Euro e al gioco finanziario extraeuropeo. Se parlano (parole!) contro le agenzie di rating con sede a New York, che stabiliscono il grado di solvibilità di banche e Stati; se parlano di unione politica dell’Europa, o di Consiglio di Bruxelles maggiormente attivo nel difendere il patrimonio comunitario dagli attacchi esterni e di imposta sulle transazioni finanziarie internazionali (tobin tax); se alcuni tendono a un prestito comunitario di garanzia (euro-bond) e si desidera che la Germania faccia la sua parte; se, d’altra parte, si chiedono regole rigorose per i paesi troppo indebitati: è tutto fumo negli occhi. Nessuno ha mandato a farsi friggere le agenzie che ci danno il voto.

L’Europa politicamente una è mera utopia, nella quale purtroppo credono anche certi buoni opinionisti. Sarebbe sufficiente badare alle profonde differenze nazionali e ai rispettivi interessi contrastanti. Il caso dell’Inghilterra, che tiene il piede in due staffe, è emblematico. Berlino rifiuta di costituirsi garante dell’Euro dando in prestito parte della sua ricchezza reale a debitori inaffidabili. Il rigore dei conti imposto a debitori solvibili, quali ancora siamo noi, ha per sicura conseguenza la depressione economica e la prossima nostra bancarotta. La speculazione internazionale non viene messa fuori causa, né viene frenata, come i tedeschi vorrebbero. E in ciò entrano pure i diversi tornaconto incompatibili, e l’opera di agenti intestini al servizio del nemico.

bottigliaContinuando così, la guerra è perduta. Un insieme di popoli capace di produrre e di far fronte ad ogni impegno, resta sulla rotta del naufragio a causa del tradimento (forse non dimostrabile, ma, come già detto, i risultati equivalgono a quelli dovuti a un lavoro di felloni), del tradimento di comandanti ben presenti in plancia. Essi fin d’ora ci preparano al disastro, nominandolo spesso: disinvolti nel contraddirsi, giacché si vantano di condurre bene le faccende e di aver evitato il peggio.

La politica. È strabiliante come i politici vadano alla deriva secondo la corrente, intanto che qualcuno più avveduto si limita a dissentire, mentre dovrebbe battere pugni sul tavolo e proferire dichiarazioni sonanti, definitive, rompendo ponti e passerelle. Ma, al pari del coraggio, il fermo vigore nessuno se lo può dare.

Ripetizioni. D’accordo. Però che cosa resta da fare a chi si unisce a quanti gettano nel pelago bottiglie contenenti il messaggio, nella speranza che siano raccolte da uomini dotati dei mezzi per provvedere; che cosa, se non il lancio di altre bottiglie per sostituire quelle non giunte a destinazione?

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