cronaca dal “Mattino” di Napoli
Una notizia breve e agghiacciante: a Napoli una ragazza di 17 anni scrive ai Carabinieri. Non accetta di veder morire il fratello sedicenne, che si è avviato sulla strada infernale della droga. È una ragazza di coraggio, fa nome e cognome dello spacciatore. Potete leggere la lettera, riportata anche sull’edizione on line del quotidiano di Napoli del 9 gennaio, cliccando sull’immagine.
Auguriamoci che il gesto di coraggio e dignità di questa ragazza consenta al fratello di rimettersi sulla buona strada, e per questo preghiamo.
Ma non possiamo, di fronte a questo episodio commovente, non riflettere sul fatto che questa è una tragedia venuta alla luce, per mille altre simili che si consumano nel silenzio di famiglie sofferenti, di genitori angosciati, di giovani vite distrutte. Riflettiamo sulla logica infernale di chi predica la “droga libera”, di chi fingendosi paladino dei “diritti” porta solo degrado e morte.
Questi sono i frutti avvelenati del “sessantotto”, del relativismo, della follia del “vietato vietare”, sbandierato dai giovani annoiati degli “anni formidabili”. Dopo aver giocato alla rivoluzione, molti di loro hanno fatto ottime carriere politiche e oggi pontificano su libertà, diritti, fanno scioperi (fasulli) della fame, vivono sotto i riflettori e con ottimi stipendi e/o pensioni. Intanto i loro sprovveduti seguaci muoiono.
PD
questa è la lettera della ragazza di Napoli: