III convegno “Giovani della Tradizione”

Foto di gruppoDal 21 al 23 marzo 2014 si è svolto, presso il Priorato di Albano Laziale, il “III Convegno dei Giovani della Tradizione”, il cui tema principale verteva sui principi morali quali fondamenta della Civiltà Cristiana. Dopo una breve introduzione del venerdì sera, durante la quale Alessandro Fiore ha esposto i temi che sarebbero stati affrontati durante i giorni seguenti, con il sabato siamo entrati nel vivo del convegno.

In primo luogo, quindi, don Pierpaolo Petrucci ha trattato “I principi dell’agire morale”, vale a dire quelle leggi che regolano la natura umana, affrontando i temi della libertà, che si definisce in relazione al fine; delle passioni, che ci rendono schiavi se non controllate e dominate; dell’ignoranza, cioè della mancanza di conoscenza, che può essere invincibile e quindi non colpevole, oppure vincibile e quindi colpevole; della coscienza, giudizio della ragione sul bene o sul male, che deve essere conforme alla legge divina. L’intervento si è poi concluso con un accenno ai principi del volontario diretto e volontario indiretto, importanti per discernere alcuni casi controversi in ambito morale.

La seconda e la terza conferenza sono state tenute dal prof. Massimo Viglione, e hanno riguardato, rispettivamente, il passaggio “Dalla violenza barbarica allo spirito cavalleresco”, e “La deriva morale della Rivoluzione”.

ViglioneIn merito al primo intervento, il prof. Viglione, tramite un excursus storico, ha tracciato la storia della cavalleria, sviluppatasi sotto la spinta di Carlo Magno e del sistema feudale, regolata dalla Chiesa a partire dal X-XI secolo e diventata un vero e proprio modus vivendi tra il XII e XIII secolo (nel frattempo si erano andati a costituire anche i cosiddetti ordini monastico-religiosi), per poi cominciare il suo lento declino a partire dal XIV secolo, in particolar modo con la Guerra dei Cent’anni. La cavalleria, a quel punto, diventa un orpello, pur rimanendo viva, ancora per poco, la civiltà cortese. La cavalleria subirà un ulteriore inabissarsi con la Rivoluzione Francese, a seguito della quale si verrà a creare una società materialista in un mondo borghese. Gli ultimi sprazzi di cavalleria saranno ancora visibili in quegli uomini che difenderanno Roma nel 1870, e, infine, durante la Prima Guerra Mondiale.

Con il secondo intervento, invece, sono stati presi in considerazione i momenti storici che hanno segnato una svolta morale della società: in primis, Umanesimo e Rinascimento, che rompono con la visione teocentrica della società; una svolta decisiva è stata poi data dal Protestantesimo e dalle sue teorie, che hanno corrotto intere nazioni. Il fondo è stato, però, raggiunto con la Rivoluzione francese (basti pensare che è questo il momento in cui viene introdotto il divorzio); comincia ora quel processo di cambiamento dei costumi che la società europea non aveva mai conosciuto: si dà il via all’individualismo e al liberalismo, che avranno conseguenze disastrose in ambito morale.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo e il tempo libero, sfruttato per organizzare partite di calcetto e passeggiate per il paese, sono riprese le conferenze.

Il primo intervento, di Alessandro Fiore, trattava “La negazione dei principi e la caduta libera della società contemporanea”, per cui, partendo dalla errata ma diffusa convinzione che la legge morale sia una costrizione per l’uomo, sono state messe in luce tre negazioni principali: in primo luogo, la negazione dell’esistenza di Dio come fondamento della legge morale, motivo per il quale l’unica legge ritenuta valida ed obbligante è quella dello Stato; in secondo luogo, la negazione della finalità della sessualità preordinata alla vita, il che comporta il verificarsi di atti ben lontani dalla legge morale, quali la contraccezione, l’omosessualità, la pedofilia e la bestialità; in ultimo, la negazione della intangibilità dell’origine, concetto che è alla base del grande dilagare dell’aborto: lo Stato si arroga il diritto di stabilire quando un embrione diventa persona, per cui i limiti per abortire variano in base alle leggi statali locali. Logica, ma terribile conseguenza, è, naturalmente, l’infanticidio e le nuove leggi sull’eutanasia che stanno nascendo in Europa.

La speranza, al momento, viene riposta in quei Paesi che, attualmente, stanno risvegliando i propri valori cristiani, grazie a un forte aumento della Fede e all’aiuto delle Istituzioni locali.

GnerreL’ultimo intervento della giornata è stato condotto dal prof. Corrado Gnerre, il quale ha trattato il tema de “La civiltà cristiana come sintesi di Verità, Bontà e Bellezza”.

Il prof. Gnerre ha illustrato come il rapporto fra civiltà cristiana e Verità emerga, in primo luogo, dalla filosofia naturale cristiana, unica, a dispetto delle altre, a concepire un rapporto di collaborazione tra la Ragione e la Fede, per cui la ragione umana può effettivamente raggiungere la verità.

Il rapporto tra civiltà cristiana e Bontà vede brillare i santi quali giganti della carità, con una vita fondata sulla virtù dell’umiltà. Spicca ancora una volta la figura del cavaliere, modello unico di donazione di sé a Dio e al prossimo. Inoltre soltanto la civiltà cristiana è stata in grado di raggiungere livelli così alti di cura del prossimo, con la creazione di tanti istituti caritatevoli, quali ospedali ed orfanotrofi.

Infine, il rapporto tra civiltà cristiana e Bellezza trova la sua massima espressione nella produzione artistica dell’Occidente cristiano, che, nelle opere prodotte tra Giotto e Caravaggio, ha raggiunto livelli ineguagliabili in tutta la storia umana.

In conclusione la civiltà cristiana ha saputo davvero rendere presente Dio e comunicarne la presenza soprannaturale attraverso tutto ciò che ha saputo produrre.

Il convegno si è concluso il giorno successivo, quando, dopo la S. Messa domenicale delle 10.30, don Pierpaolo ha esposto brevemente i principi del liberalismo, quale spirito di ribellione e di indipendenza dalla legge naturale, quella legge che ha in Dio il suo fondamento. Il liberalismo è evidente, purtroppo, ormai da anni, all’interno della società, a partire dalla Rivoluzione Francese, quando nacque il principio secondo cui la legge è frutto di ciò che esprime la volontà generale; si è poi propagato anche all’interno della Chiesa per sfociare, e, contestualmente, trovare ulteriore rinvigorimento, nel Concilio Vaticano II.

La giornata è terminata con il pranzo, al quale erano presenti oltre cento persone.

Il convegno di quest’anno ha visto una partecipazione molto più numerosa rispetto agli altri anni, con l’intervento di giovani e meno giovani provenienti da tutta Italia, dalla Sicilia al Piemonte e al Friuli. Tra le testimonianze post-convegno, è da segnalare sicuramente il commento di un ragazzo che, trovandosi ad Albano per caso (il suo scopo primario era visitare Roma), non solo ha seguito con interesse le conferenze, ma, avendo assistito per la prima volta alla Santa Messa tradizionale, ha esclamato: “Finalmente LA Messa”. Un’osservazione del genere fa sicuramente pensare a cosa accade là fuori, al di là delle nostre cappelle e dei nostri priorati: esistono persone, ragazzi in questo caso, che sono alla ricerca di qualcosa di vero e di intenso, lontano dai rumori della vita e delle parrocchie di oggi, di qualcosa che solo la S. Messa tradizionale può dare.

Speriamo dunque che questo convegno porti buoni frutti, non solo nel campo intellettuale, cosa che certamente ha sempre fatto fin dalla sua prima edizione, ma anche in campo spirituale, e che, con l’aiuto della Beata Vergine e di San Giuseppe, possano crescere, sempre più numerosi, i giovani della Tradizione, perché il bene della società è nelle loro mani.

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fonte: Fraternità Sacerdotale San Pio X

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