La vicenda di Don Hernan Garcias Pardo, parroco di S. Michele a Ronta (FI) – per leggere i precedenti articoli, clicca qui
di Pucci Cipriani
Parrocchia di S. Michele, a Ronta (FI)
« Mi dica un po’ Vostra paternità, schiettamente, da buon amico… questo soggetto… questo padre… in tutte le famiglie un po’ numerose… c’è sempre qualche individuo, qualche testa… . E questo padre… so da certi ragguagli che è un uomo… un po’ amico dei contrasti… che non ha tutta quella prudenza, tutti que’riguardi… . Scommetto che ha dovuto più d’una volta dar da pensare a Vostra paternità… (per cui) ˝tocca a noi ˝, continuò ˝ad aver giudizio per i giovani e a rassettar le loro malefatte. Per buona sorte siamo ancora in tempo; la cosa non ha fatto chiasso; è ancora il caso d’un buon principiis obsta. Allontanare il fuoco dalla paglia…˝. ˝Veramente˝, disse il padre provinciale, ˝il padre Cristoforo è predicatore; e avevo pensato già qualche pensiero… . Mi si richiede appunto… . Ma in questo momento, in tali circostanze, potrebbe parere una punizione…˝.
˝No punizione, no: un provvedimento prudenziale, un ripiego di comune convenienza, per impedire i sinistri che potrebbero… mi sono spiegato˝.
˝Le pare padre molto reverendo?… Che bisogno abbiamo noi di render conto? Son cose che facciamo tra noi, da buoni amici; e tra noi hanno da rimanere. Non si dia pensiero di ciò. Devo essere avvezzo a non parlare… che vuol che dicano?… non dobbiamo noi curarci delle ciarle˝.
˝Mi vien chiesto per l’appunto un predicatore da Rimini…˝.
˝Molto a proposito, molto a proposito. E quando?… ˝
˝Giacché la cosa si deve fare, si farà presto.˝
˝Presto, presto, padre molto reverendo: meglio oggi che domani.˝
* * *
Ecco, se a ˝Vostra paternità˝ sostituirete ˝Eccellenza˝ e al posto del Conte Zio metterete il branchetto di una quindicina di contestatori rontesi, potreste avere il quadro del dialogo che sarebbe intercorso l’ultima domenica di luglio, a Borgo San Lorenzo, tra il vescovo ausiliario Claudio Maniago e i suoi interlocutori… . Chi sia stato il povero Padre Cristoforo (fatto trasferire per assecondare i capricci e le ribalderie di don Rodrigo) è fin troppo facile comprenderlo… .
Ma, attenzione, tengo a quel: ˝che sarebbe intercorso˝ perchè, evidentemente, quell’incontro a Borgo San Lorenzo non sembra esserci stato e vedremo il perchè.
Ricordiamo l’aggressione, avvenuta il 20 luglio, al parroco di Ronta reo di aver ˝recuperato la sacrestia˝ – come scrive in un comunicato stampa il Capogruppo del PdL del Comune di Barberino di Mugello – ˝che era stata trasformata in una bettola˝ e di ˝aver tolto il tavolo (…) che sostituiva l’altare del Santuario della Madonna dei Tre Fiumi˝ – (una pregevole opera antica, di pietra serena, la cui mensa venne a suo tempo vandalisticamente segata) – e che ˝per di più intende dire qualche Messa in latino˝.
Dal dicembre del 2010 don Hernan Garcias Pardo, parroco di San Michele Arcangelo a Ronta, sta sopportando un incredibile calvario iniziato poco dopo il suo arrivo: si contesta il suo attaccamento alla Tradizione, il suo voler celebrare ˝rivolti al Signore˝, l’aver riportato il canto gregoriano nelle funzioni liturgiche, l’aver bandito le chitarrine dai riti: non gli si perdona di aver messo un inginocchiatoio davanti all’altare (come fa il Santo Padre Benedetto XVI che non dà la Comunione nella mano ed in piedi), per permettere, a chi lo voglia, di ricevere la Comunione devotamente, in ginocchio.
Insomma, secondo l’opinione inappellabile di una ventina di anziani pensionati, inconsapevolmente seguaci di Fra’ Dolcino, Hans Kung e del ˝Sor Capanna˝, nostalgici più della ˝teologia del tortello˝ che di quella ˝della liberazione˝, sentimentalmente legati ai ricordi della giovinezza e quindi del Sessantotto (a questo è ridotta la Chiesa d’oggi, rinnovata dal Concilio, questa la sua ˝primavera˝!) – un prete che non si vuol fare i ˝cavoli suoi˝ non ha speranza di sopravvivere in questa parrocchia dove loro la fanno da padroni dopo che il precedente parroco, don Luigi Agostini (un bravo sacerdote che io conobbi quando era cappellano nella mia pieve di Borgo), per gravi motivi familiari, da molti anni, faceva il pendolare da Sant’Agata a Ronta dove si limitava a celebrare la S. Messa domenicale, fino alle sue dimissioni per poter curare e assistere la vecchia span>mamma.
Il resto è storia e il fattaccio scatta dopo pochi giorni che don Hernan ha permesso la celebrazione di una S. Messa in rito romano extraordinario, nella chiesa del Santuario della Madonna dei Tre Fiumi, al sacerdote novello don Giacomo Ballini, della Fraternità San Pio X (naturalmente don Ballini aveva chiesto e ottenuto la previa autorizzazione all’Arcivescovo Mons. Betori, tanto che in virtù di questa ha celebrato Messe, non di orario, anche in altre chiesa fiorentine).
Don Giacomo è del vicino paese di Vaglia dove, nella sua parrocchia d’origine, la settimana precedente, si era celebrata una S. Messa solenne, ˝in terzo˝, nel medesimo rito, con grande concorso di popolo.
Ma quello che ˝prudeva˝ ai vecchi garibaldini di Ronta era di non aver più il posto per le loro ˝tortellate˝ al cinghiale, al capriolo, alla lepre… . Quello che dava noia era l’aver messo in crisi il loro dopolavorismo festaiolo… .
Il povero sacerdote aveva poi osato criticare il fatto che mentre, in occasione della festività dell’Immacolata, la sera di martedì 7 dicembre, celebrava la S. Messa vigiliare al Santuario della Madonna dei Tre Fiumi, al Circolo La Terrazza, adiacente la chiesa parrocchiale di San Michele (anche quello in locali di proprietà della parrocchia… ma non si sa a chi è affidato e a chi risponda!), si teneva una serata con questo titolo accattivante:
ABBA DANCING ˝QUEEN˝& NUMA IN CONCERTO! Con le ragazze del SexyBar.
L’anno precedente, invece, sempre la vigilia dell’Immacolata, lunedì 7 dicembre 2009, il titolo della serata era stato ancora più… ˝appropriato˝:
Omaggio FESTA MADONNA! Tributo alla grandissima Madonna… Con le ragazze del SexyBar direttamente da E FU MUSICA.
Chi fosse incredulo può controllare direttamente sul sito www.laterrazzaronta.org! Come dubitare dell’intenzione blasfema? La parete del Circolo e quella della chiesa di San Michele hanno in comune il Tabernacolo, fattovi murare anni fa, quando fu tolto dall’altar maggiore !
Da quella critica del parroco al Circolo iniziarono le lettere anonime, mentre sia nella bacheca della chiesa che sulla porta della canonica venivano affissi lugubri cartelli firmati da: ˝Il tuo amico Satana!˝… ˝Vattene ritorna nel tuo infame Paese!˝… ˝Prete vergognati hai disperso il gregge!˝ (traduzione: hai messo fine alle tortellate e alle tombolate)… ˝Prete hai la testa dura ma noi te la spaccheremo!˝… ˝Attenzione ti abbiamo già avvisato!˝… fino al giorno in cui qualcuno, eccitato, ha preso alla lettera gli scritti e gli ha lussato una spalla, continuando poi l’aggressione, questa volta non violenta, nella canonica, di fronte alla mamma ottantacinquenne di don Hernan che è svenuta.
Qui, nella terra ˝rossa˝ del Mugello, un tempo ˝nera˝, non si ricordano aggressioni a un prete nemmeno ai tempi delle squadracce fasciste, nemmeno ai tempi della guerra civile… . Toccare una persona consacrata, un ˝uomo di Dio˝, ancor oggi è considerato indegno, sacrilego; perfino tra i musulmani la figura del ˝Sufi˝ (l’uomo vestito di lana) è sacra e grandemente rispettata.
A questo porta il malinteso new–age fatto in casa, quella trasformazione della comunità cristiana in ˝setta˝, quel servirsi di frasi fatte come: ˝ortoprassi˝ o ˝quella che celebra l’Eucaristia è la comunità dei cristiani˝… . E via discorrendo.
Ecco allora un gruppo di brave persone, di anziani pensionati – è significativo che tra i contestatori non ci sia un giovane! – che si getta in un’assurda guerra secondo l’antica formula rivoluzionaria del Sessantotto; ci si accanisce in maniera vergognosa contro un povero prete di campagna fino a giungere allo ˝sciopero della Messa˝: e infatti se ne vanno nella pieve di Borgo San Lorenzo ogni domenica, mentre alcuni ˝fedeli˝ borghigiani ancor più progressisti (la rivoluzione mangia a poco a poco i suoi figli!) si recano, a loro volta, a Bivigliano, da dove pontifica il docente della Facoltà Teologica fiorentina don Mazzinghi (parente del famoso campione pugilistico?) che ˝monta sul ring˝ e inizia il suo combattimento contro il governo, il centrodestra e l’odiato Berlusconi… . Pubblici processi in chiesa, con il coinvolgimento dei fedeli, degne repliche di quelli del criminale Dzeržinskij, famigerato fondatore della Čeka.
Non contenti – perchè nessuno si adopera per spiegar loro la gravità di ciò che stanno facendo – passano di casa in casa a ˝sputtanare˝ il parroco, raccolgono firme contro di lui, compreso quelle di coloro che in chiesa non si son mai visti… .
Secondo una stessa formula rivoluzionaria usata un tempo nella Russia sovietica si fa passare il personaggio per un ˝asociale˝, una ˝persona strana˝, per un ˝caratteriale, differente da tutti gli altri˝… insomma nell’URSS venivano mandati in manicomio quei dissidenti che non si allineavano al Comunismo perchè ˝il Comunismo è il benessere, la gioia, il riscatto del popolo˝ ergo ˝se qualcuno non è d’accordo va rinchiuso˝…. . Ricordate Sinjavskij e Daniel? ˝Per chi suona la campana˝- si chiedeva angosciosamente Maksimov riprendendo il titolo di un celeberrimo romanzo di Hemingwey – ˝Suona per la verità, suona per la libertà, suona per il pluralismo, messo in discussione dall’ideologia, dal totalitarismo˝ (Cfr: V. Maksimov, La Sagra dei Rinoceronti, Editoriale Nuova 1979).
Si comprende l’odio feroce della gente che s’imbranca con la volontà di far la guerra, che evidentemente non segue gli insegnamenti evangelici, ma ha profonda ˝fede˝ nel ˝cambiamento˝ ovverosia nella Rivoluzione e questa, foss’anche quella liturgica, te la vuol imporre e se ti ribelli vieni messo nel ˝ghetto degli intoccabili˝, tanto son abili perchè conoscono la ˝tecnologia del potere˝. Per il puro esercizio totalitario ròdano, lubrificano tutti i congegni e le ruote e le cinghie, ottenendone un insuperabile grado di efficienza rivoluzionaria, offrendo un esempio, Dio voglia irripetibile, di altissima tecnica di gestione del potere. E in questo meccanismo la persona viene prima calunniata, poi delegittimata, denigrata, quindi minacciata, impaurita, percossa… il tutto con tenacia implacabile… .
˝A Ronta non è successo nulla˝, ripetono da più parti, come un ordine di scuderia. Quindi il sottoscritto avrebbe raccontato misfatti mai avvenuti… peccato che poi gli stessi fatti (seppur edulcorati) siano stati ripresi e raccontati da tutti gli altri giornali, peccato parlino i referti e le testimonianze… .
Ma torniamo a quanto detto all’inizio. L’ultima domenica di luglio, in occasione della Festività del SS. Crocifisso dei miracoli, è arrivato a Borgo San Lorenzo Mons. Maniago, per la processione della venerata Immagine. Qualcuno che ne aveva interesse ha poi messo in giro la voce (e nei paesi le voci ˝corrono˝) di un incontro con il vescovo ausiliario che avrebbe assicurato al branchetto di rontesi: ˝Avrete la testa di don Hernan; verrà trasferito entro la prima quindicina di settembre…˝. A Ronta aspettavano il cinque settembre per stappare lo spumante.
Ripeto, io a questo incontro non ho mai creduto, nonostante tutta la cittadinanza abbia letto strabiliata le dichiarazioni rese a ˝La Nazione˝ dal Vicario foraneo don Landini: ˝Mi preoccupa il fatto che così si mortifica un’intera comunità. Ma perchè esasperare l’episodio˝. Per cui il cronista trae le debite conseguenze: ˝Si parla già di un trasferimento di don Hernan. E anche lui sarebbe d’accordo˝.
Ecco questa prosa kafkiana è leninismo allo stato puro, sono le stesse cose che insegnavano, una volta, alla scuola per i quadri dirigenti del P.C.I. alle Frattocchie: cambia pure le carte in tavola, chiama vittima il carnefice e carnefice la vittima, bianco il nevo, falso il vero, insomma – non importa come – usa pure la calunnia, l’infamia, l’agguato ma ˝distruggi il tuo nemico˝. Se un giorno si scriverà questa storia il nome del Landini brillerà di luce ˝sinistra˝, la sua è stata una condanna vera e propria ˝ad crucem˝ o, se preferisce, ˝ad bestias˝, un monumento a Pilato (che almeno se ne lavò le mani), un monumento a Giuda (che almeno rese i trenta denari); sì un linciaggio così come si linciavano i ˝negri˝, negli anni Cinquanta, negli stati sudisti dell’America, una condanna a morte come durante la Rivoluzione francese, con lo stesso impeto impietoso e selvaggio delle ˝tricoteuses˝.
Se quell’incontro fosse avvenuto, a Borgo San Lorenzo, il vescovo ausiliario avrebbe avallato quel linciaggio da basso impero. Ecco perchè io non ci credo! Non credo a quell’incontro perchè ho buoni motivi per dubitare che sia avvenuto. ˝Non posso imputare a don Hernan nessuna colpa, ciò che ha fatto nella sua parrocchia era lecito; anch’io quando mi reco a celebrare, nei vari paesi, vedo in qualche caso, poco rispetto per l’Eucaristia; anche a me disturbano le chitarrine… ma è un mondo secolarizzato, occorre prudenza, forse a don Hernan potrei semmai rimproverare di non aver fatto le cose con una certa gradualità, con la prudenza che il caso richiedeva… comunque al mio ritorno a Firenze lo convocherò e parleremo insieme…˝. Così ha detto S. E. R. Mons. Betori al Consigliere regionale Avv. Dario Locci che ha ricevuto, a Madrid, in occasione dell’incontro per la Giornata Mondiale della Gioventù. Come si vede da parte dell’Arcivescovo non c’è nessun motivo di condanna per il parroco di Ronta.
Il tempo è passato e don Hernan tace. Non approvai da principio il suo silenzio. Debbo dire di aver sbagliato. Aveva ragione il prete italo–argentino: ˝Ho bisogno solo di preghiere, altro non chiedo… parlerò solo con il mio Arcivescovo˝. Penso che Mons. Betori abbia apprezzato, in mezzo allo starnazzio di tante cornacchie, quel silenzio angosciante di un prete che, come lui, ama e serve questa Chiesa in assoluta fedeltà e, come lui, ama paternamente i suoi fedeli.
Più volte anche noi abbiamo chiesto preghiere nell’auspicio di una riconciliazione, nella speranza di por fine a questa sciagurata storia. Voglio anche informare i nostri lettori che a questo barbaro ˝linciaggio˝ non ha partecipato la stragrande maggioranza dei cittadini rontesi, gente buona e devota.
Ebbene, io mi permetto di lanciare un appello accorato a un illustre cittadino rontese, il Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo emerito di Firenze, un Prelato ˝socialmente avanzato˝ e quindi, tanto per intendersi, catalogato come ˝uomo di sinistra˝, ma di cui, tutti noi, uomini della Tradizione, ricordiamo la sua grande sollecitudine pastorale allorché, negli anni Ottanta, quando financo il parlarne sembrava una sorta di ˝sacrilegio˝, concesse, e il suo gesto destò tanto scalpore, la celebrazione, in Firenze, della S. Messa cattolica, la Messa in rito romano antico, la Messa di sempre. Quella stessa S. Messa che il Card. Piovanelli celebrava e celebra tuttavia con fervore nel benemerito Seminario dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, a Gricigliano (dove i locali sembran farsi sempre più piccoli e le vocazioni sempre più numerose) ordinandovi anche quei sacerdoti, fedeli alla Tradizione, che celebreranno e trasmetteranno la Messa di sempre.
Sarebbe un gesto sublime, degno di un uomo ancor oggi amato da tutti e ˝venerato˝ dalla sua gente, come il Cardinal Piovanelli, quello di andare, una domenica, nella sua Ronta, dal parroco don Hernan Garcias Pardo, per celebrare in rito romano extraordinario, così come celebra a Gricigliano in mezzo a quei giovani seminaristi che saranno fra i missionari di questo secolo.
Vada, Eminenza Reverendissima, con quella Sua naturale bontà scevra d’intransigenza e colma di paterna carità, con quel Suo sorriso consolatore, a gettar balsamo su tante ferite aperte, ma soprattutto vada, nella Sua Ronta, per risanar quella lacerazione fatta nella stessa tunica inconsuntile di Cristo. Vada, Eminenza, e vedà quante anime, ora infelici, ritroveranno pace e serenità per continuare questo nostro pellegrinaggio terreno. Vada Eminenza, vada nella Sua verde Ronta, ai piedi di quelle montagne, in quel Santuario dove, da secoli, i devoti implorano la Madonna: ˝Deh’ sorridi sul nostro Mugello bella Vergine e Madre d’amor˝. Parli a quella gente, tocchi i loro cuori, così che – come già l’Innominato manzoniano – possano esclamare: ˝Dio veramente grande! Dio veramente buono! Io mi conosco ora, comprendo chi sono (…) eppur provo un refrigerio, una gioia, sì una gioia, quale non ho provato mai˝.
Il Card. Piovanelli assume i sacri paramenti e si appresta a celebrare in Solenne Pontificale all’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, di Gricigliano, assistito da don Jayr (a destra) e da don Lèfevre.
Il Card. Piovanelli distribuisce la Santa Comunione ai fedeli, devotamente inginocchiati alla balaustra.
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