Il caso dei Francescani dell’Immacolata. Le innumerevoli falsità in un’intervista a p. Alfonso M. Bruno, FI

Riceviamo e molto volentieri portiamo all’attenzione dei nostri lettori questo articolo:

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francescani-dellImmacolataNella rivista mensile “Testimoni” dei Dehoniani di Marzo 2014 è apparso un articolo a firma di P. Lorenzo Prezzi con il titolo “La prova e la speranza”. All’inizio di questo articolo si evidenziano, molto a sproposito, due casi di nuove Fondazioni: i Francescani dell’Immacolata da una parte, dall’altra i Legionari di Cristo. Già trattare questi due casi, quasi si volesse assimilarli, è assolutamente errato perché un conto sono i Legionari di Cristo, che presentano un Fondatore chiaramente mancante e quindi colpevole di fronte a Dio e agli uomini, un altro è la personalità squisitamente mistica e dotta dei due Fondatori dei Francescani dell’Immacolata. Mentre le gravi colpe del Fondatore dei Legionari di Cristo sono comprovate con dovizia di particolari, i Fondatori dei FI, in particolare Padre Stefano M. Manelli, sono stati accusati, sentite bene!, di preferire la celebrazione della Santa Messa secondo il V.O. anziché del N.O.!

L’articolista parla di scandali gravi delle due famiglie religiose; dice testualmente “da un lato  la gestione dei beni; dall’altro i casi di immoralità sia tra i fondatori come tra i consacrati”.  Ma di quale “immoralità tra i fondatori come tra i consacrati” si parla? A chi si riferisce? Non certo a Padre Stefano M. Manelli  e a Padre Gabriele M. Pellettieri FI contro i quali non è stato trovato nessun capo d’accusa ma solo calunnie infamanti  fatte proprio dai loro figli!

L’articolista passa poi ad esaminare I Francescani dell’Immacolata. Già il titolo, a caratteri cubitali, è veramente fuori posto: Kolbe non Lefebvre. Nel sottotitolo si chiarisce che si tratta di una intervista fatta da P. Lorenzo Prezzi a Padre Alfonso Bruno che viene citato come “responsabile dell’informazione dei Frati francescani dell’Immacolata”. A questo proposito si può fare un rilievo: perché viene interpellato chi è un accusatore giurato dei Fondatori dei francescani dell’Immacolata, che, tra l’altro, ha più di una volta manipolato la verità e alterato notizie (Vedi articoli di F. Agnoli a proposito della marcia per la vita del 2012 su www.libertaepersona e articolo del giornalista dott. Lorenzo Bertocchi (www.libertaeersona) sulla manipolazione operata da P. Alfonso Bruno circa i risultati del questionario del visitatore Mons. Todisco; vedi anche articoli di  F. Colafemmina, sito fides et forma)?

Perché non intervistare chi sia più degno di fiducia (e di cultura) ?

Ma andiamo al corpo dell’intervista. Dopo una breve storia dell’Istituto da cui risulta il seguente dato importante: dal 1998, data del riconoscimento dell’Istituto di diritto pontificio, “a fine 2012 si contano 384 frati (in 55 comunità) e 400 suore (in 48 comunità). Nel 2012 arriva alla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata  una “denuncia di cinque membri”….

Attenzione! Stiamo molto attenti: cinque membri! E che sono cinque membri rispetto ai 384 o meglio, per essere più precisi, a 784 tra frati e suore, senza contare i Terziari e i consacrati MIM?

Infine L. Prezzi, a conclusione di questa prima parte introduttiva afferma: “Le religiose e i religiosi italiani possono ora accedere a una informazione autorevole e corretta.”

Ma, mi chiedo, per caso Padre L. Prezzi ha fatto indagini così profonde e vaste da poter affermare quanto scritto in corsivo? E’ per caso lui l’autorità incaricata di far luce su questa vicenda che è un vero scandalo per la Chiesa?

Ma iniziamo con l’intervista a P. Alfonso Bruno il quale afferma: ”la visita apostolica ha confermato la fondatezza dell’esposto di cinque nostri confratelli…” ma “una minoranza influente, che potremmo definire “gruppo di potere” in quanto coincidente con gli ex superiori e formatori, ha preferito la strada della divisione…. Menzogna! Menzogna! Tre volte Menzogna!  La minoranza influente è proprio quella dei cinque ribelli & company!

E la menzogna si rivela alla prossima domanda/risposta. Quattro attenzioni critiche (Ma sono solo due):

1. “Il primo capo di accusa consiste nello stile di governo del fondatore, rivelatosi autocratico e autoreferenziale.” Qui si nota la profonda malizia di P. Alfonso: perché parla di fondatore e non di due fondatori? E poi cosa significa autocrate? Non si deve forse essere guida e quindi impartire ordini o consigli quando si è a un posto di comando? Forse che Padre Volpi o P. Alfonso non comandano a bacchetta chiunque non esegua a puntino i  loro comandi o si permetta di fare qualsiasi osservazione, aggiungendo ad ogni pie’ sospinto minacce e “monitio canonica”? Alla faccia di chi insegna ad usare misericordia e non il bastone??!!!

2. “in secondo luogo, la scelta liturgica di privilegiare il “Vetus Ordo” per la santa messa e il breviario ha creato tensioni sia interne che esterne……. . Come a dire che pregare in latino sia un peccato imperdonabile! Mi meraviglio che a dirlo sia un francescano dell’Immacolata (P. Alfonso Bruno)! Ma che razza di francescano è costui? Vergogna! Qui si sta andando contro Papa Benedetto XVI° e il suo “Summorum Pontificum”. Dimentica forse P. Alfonso che San Massimiliano ha adoperato solo e sempre la liturgia tridentina mentre i Francescani dell’Immacolata celebravano soprattutto la messa di Paolo VI ed anche, ma solo secondariamente, la liturgia tridentina?

Domanda di P. Prezzi a P. Alfonso: “Come indicherebbe il carisma di fondazione?” – P. Alfonso dimentica nella sua risposta di precisare che la Chiesa ha riconosciuto come primo voto costitutivo il Voto mariano. Il falsario (P. Alfonso) continua: “Nei rapporti frati-suore …… si è assistito ad una forma di “matriarcato”, poiché le sue opere venivano affidate alle religiose….senza nessuna concertazione bilaterale.” Queste sono naturalmente affermazioni di p. Alfonso: ma come si può dar credito a chi ha già ampiamente dimostrato di alterare la verità (vedi vari siti sopracitati) e di aver ritrattato la sua posizione dapprima favorevole all’Istituto (da precisare che prima del Commissariamento P. Alfonso faceva parte dei Consiglieri dei FI, oltre ad avere altre sei cariche) e, ritrattando, contrario proprio all’Istituto che lo aveva sostenuto dopo il suo forzato rientro (o “cacciata”) dal Benin? E questo sostentamento gli è stato accordato dai Fondatori cui premeva soprattutto la salvezza della sua anima.

Ma quando si perde ogni pudore, si fa subito a gettare fango e “motus velocior in fine”; ed ecco tirate in ballo le suore che avrebbero imposto il loro “Matriarcato” a tutto l’Istituto. Veramente questa insinuazione di p. Alfonso è pura cattiveria, senza attenuanti! Ma vedremo in seguito dove mira questa “cattiveria”.

………………………………..

Domanda di P. Prezzi a P. Alfonso: “Quali sono state le decisioni più difficili per il commissario e i nuovi superiori?

Risposta di P. Alfonso: “Ritengo che la chiusura dello studio teologico e filosofico interno (STIM) sia stata una decisione dolorosa, confortata però dal sostegno del Santo Padre (Francesco) e della CVCSVA che avevano confermato……. l’urgente necessità di orientare i nostri studenti verso le Pontificie facoltà di Roma………E già, p. Alfonso vuole forse insinuare che è stato Papa Francesco a spingere il commissario e lui stesso  alla inaudita quanto scandalosa chiusura del Seminario (STIM) dei francescani dell’Immacolata???? Dove mai il Papa ha scritto su questa chiusura dello STIM? Ce lo facesse vedere!

Continua P. Alfonso: “A causa dell’eccessiva frammentazione sul territorio e la sproporzione tra numero di case e religiosi, si è dovuto procedere per decisione del nuovo governo anche alla chiusura di due conventi.    ……………………………….Guarda caso la sproporzione si risolve chiudendo due, dico due piccoli conventi su 55 case tenute dai frati!! Ma a chi la vuole dare a bere? Non è stato piuttosto l’avversione contro il vescovo di Imperia-Albenga favorevole ai due Fondatori?

Da questo momento cominceremo ad enumerare le altre numerosissime falsità di p. Alfonso:

falsità: P. Alfonso dice che i nipoti di Padre Stefano hanno avuto incarichi importanti. Risposta: Nessun nipote di Padre Stefano è stato mai nel Consiglio di governo dei frati e delle suore.

falsità: P. Alfonso dice: “la presenza di nipoti e altri familiari…ha influenzato i criteri…”

Risposta: Dica p. Alfonso, e lo documenti, in quale modo i nipoti del fondatore avrebbero influenzato il governo dell’Istituto.

falsità: per quale ragione P. Alfonso richiede un’investigazione della Chiesa sulle suore? Non fornisce nessuna motivazione.

falsità: P. Alfonso dice di ridurre i danni fatti dalle suore.

Risposta: Ma quali sono questi danni? Non ne nomina nessuno!

falsità: P. Alfonso parla di “purificazione e rivitalizzazione dell’Istituto……”

Risposta: Forse si tratta della purificazione della parte dell’Istituto che riguarda i cinque frati ribelli & company ?

falsità: P. Alfonso ha la pretesa di dettare leggi “per formare nuove aggregazioni religiose…” Risposta: Ma non c’è bisogno della sua inutile consulenza; a disposizione dell’Istituto c’è  il fior fiore di canonisti e avvocati.

falsità: E’ una falsità quando p. Alfonso dice che “è una affermazione infondata lo stato di arresto domiciliare del fondatore Padre Stefano M. Manelli.”

Risposta: La realtà è che il commissario apostolico ha disposto che Padre Stefano M. Manelli non si può muovere oltre i 15 chilometri dal luogo dove si trova senza previo ed esplicito permesso scritto del commissario (escluso recarsi nella clinica di cura).

Riguardo la Domanda/risposta su: I beni ai privati

falsità: P. Alfonso dice che sono stati trasferiti beni dell’Istituto.

Risposta: Non c’è stato mai nessun trasferimento di beni mobili e immobili per il solo motivo che sono sempre appartenuti alle Associazioni: questo per osservare perfettamente la Regola di san Francesco sulla povertà comunitaria.

falsità: P. Alfonso dice che sono stati sostituiti religiosi con laici.

Risposta: La sostituzione dei religiosi con i laici era necessaria per realizzare la perfetta povertà francescana. Questi laici sono chiamati da san Francesco “amici spirituali” i quali devono amministrare i beni a beneficio dei frati.

10° falsità: P. Alfonso dice che la parte dell’edificio che costituisce la Casa generalizia di Via Boccea di Roma è stata acquistata con fondi dell’Istituto.

Risposta: La parte dell’edificio che costituisce la Casa generalizia di Via Boccea di Roma è stata acquistata dai benefattori e non con i fondi dell’Istituto perché esso non può possedere nulla, come da Regola.

11° falsità: P. Alfonso afferma l’esistenza di fazioni e ingerenze nella vita dell’Istituto da parte dei laici della MIM.

Risposta: Quali sono queste ingerenze? Zero! Affermazione maligna e gratuita!

12° falsità:  P. Alfonso dice che c’è dissenso  nei confronti del Papa tra i Francescani dell’Immacolata.

Risposta: Affermazione gratuita, fantasiosa e malvagia! Non esiste nessun schieramento dissidente nei confronti del Papa Francesco

13° falsità: Padre Alfonso dice che i Frati svolgono un’azione che porta alla divisione dell’Istituto.

Risposta: E’ certo che chi ha diviso l’Istituto sono i cinque ribelli & company. Preghiamo e speriamo che il Signore non permetta un tale scempio.

14° falsità: Padre Alfonso dice che la raccolta delle firme per un nuovo Istituto è stata concepita e  fatta per dividere l’Istituto.

Risposta quella raccolta di firme non era finalizzata per fondare un nuovo Istituto, ma per passare sotto “Ecclesia Dei”, come FFI, insieme ai fondatori

15° falsità: Padre Alfonso dice che la raccolta delle firme è stata presentata a “Ecclesia Dei”.

Risposta: La raccolta delle firme non è stata affatto presentata a “Ecclesia Dei” ma al Papa stesso, il quale è stato molto meravigliato per il gran numero di frati favorevoli ai fondatori.

16° falsità: Padre Alfonso dice che i frati FI si presterebbero a fare da quinta colonna del movimento lefebvreviano.

Risposta:: Queste sono basse insinuazioni di P. Alfonso. Invece questa collocazione nell’area di mons. Lefebvre sarebbe ottima per i cinque dissidenti & compagni che ne potrebbero costituire un nuovo gruppo!

17° falsità: a proposito della quinta colonna del movimento lefebvriano non ci risulta che lo siano i Francescani dell’Immacolata. Questa è un’affermazione gratuita e perversa.

18° falsità: A proposito della famiglia religiosa o clan familistico, risulta con certezza che il cardinale De Aviz e il segretario Carballo hanno affermato che di fronte alla crisi dei grandi ordini religiosi le piccole Congregazioni (ad esempio quella dei Francescani dell’Immacolata) vengano compattate nei grandi ordini. Quindi  anche i francescani dell’Immacolata verrebbero compattati con i Cappuccini per diventare un solo ordine.

Risposta: E dove va a finire il carisma dei due Fondatori dei frati francescani dell’Immacolata! Altro che restaurazione dell’Istituto FI!

19° falsità: Padre Alfonso dice che, a proposito del commissariamento dei FI, si parla “della constatazione di giovani Istituti religiosi fiorenti di vocazioni e opere che hanno manifestato debolezze specie nella condotta dei fondatori”.

Risposta: Quali sono questi Istituti e questi fondatori non viene detto; è certo che hanno manifestato enormi debolezze proprio i cinque ribelli & company.

20° falsità: a proposito dell’esperienza della crescita nell’umiltà di cui parla p. Alfonso c’è da dire che se p. Alfonso & company fossero veramente diventati più umili…. non si sarebbero mai permessi di rilasciare un’intervista con tanti capi di falsità.

 .

Un laico fedele

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14 commenti su “Il caso dei Francescani dell’Immacolata. Le innumerevoli falsità in un’intervista a p. Alfonso M. Bruno, FI”

  1. Cesaremaria Glori

    Quale coincidenza! Gran parte delle accuse rivolte ai fondatori sono identiche, nella sostanza, a quelle fatte a suo tempo a San Pio, compresa la preoccupazione per le proprietà che ricorda il caso dell’Ospedale e delle offerte relative. Si ha poi l’impressione che nella Curia vaticana vi siano emuli dell’allora vescovo di Foggia. E’ soltanto un’impressione epidermica ma innegabile.

  2. I modernisti vogliono la distruzione di questa congregazione, come 40 anni fa hanno voluto la morte di Mgr Lefebvre e della FSPX…devono ribellarsi per salvare la LORO congregazione!

  3. Normanno Malaguti

    Credo di averlo già citato in passato, ma vale la pena di raccontare un fatto:
    Nell’estate scorsa mia nuora voleva iscrivere il figlio maggiore, alla piscina di proprietà dei Dehoniani di Bologna, ma essendo impedita per motivi di lavoro, mi pregò di andare personalmente e di attingere notizie.
    In segreteria mi fu detto che le iscrizioni erano già chiuse. Alzando gli occhi verso una bacheca vidi la pubblicità di corsi di Yoga che si tengono presso questa struttura. Accanto ad essa si annunziava per signore e signorine l’inizio dei corsi di danza del ventre.
    Non sarebbe il caso di aprire un discorso con i bravi frati per appurare quanto queste loro iniziative siano in sintonia con la morale e la dottrina cattolica? Questi buoni religiosi hanno il coraggio d’ interessarsi dei Francescani dell’Immacolata?
    cordiali saluti.

  4. Dimentica forse P. Alfonso che San Massimiliano ha adoperato solo e sempre la liturgia tridentina mentre i Francescani dell’Immacolata celebravano soprattutto la messa di Paolo VI ed anche, ma solo secondariamente, la liturgia tridentina?
    Forse proprio per tale motivo, ovvero per far capire loro che il rito bugniniano non è buono, il Signore ha permesso tutto l’ambaradan.

  5. L’unica cosa che mi lascia alquanto dubbioso è l’affermazione apodittica secondo cui l’ ISTITUTO “non può possedere nulla, come da Regola”. Questo sarebbe – se corrispondesse alla realtà – un dispositivo canonico che non trova conferma in tutto l’arco della Vita Consacrata così come oggi è regolata dal Diritto Canonico: sarebbe un “unicum” (sempre possibile, purché il Legislatore lo abbia concesso). Questo laico è sicuro di conoscere bene – avendola letta – la Regola dei F.I. approvata dall’Autorità della Chiesa? Dovrebbe essere il religioso che non può giuridicamente possedere nulla come sua proprietà. Questo vale anche per tutti gli altri religiosi appartenenti ad un ORDINE Religioso nel quale si emette il voto SOLENNE di povertà. Già, ma i F.I. emettono voti SOLENNI, cioè come Istituto sono stati elevati e riconosciuti nello ‘status’ canonico di ORDINE religioso? A me non risulta. In molti Istituti di Vita Consacrata più recenti i membri di voti perpetui possono ‘possedere’ ma l’usufrutto dei beni non possono trattenerlo per sé. In ogni caso sia gli Istituti antichi come gli altri più recenti possono ‘possedere’ giuridicamente come ‘persone giuridiche’ sia beni mobili che immobili. Questo è quanto prevede l’attuale Diritto Canonico. Ma non avendo potuto leggere la Regola approvata, rimango in attesa di ulteriori lumi e precisazioni per confermare o meno quanto ho asserito sulla base di quanto conosco.

    1. Il brutto è che ci sono fedeli che credono a queste menzogne e sinceramente sospetto che ci sia qualche frate che ha firmato, che per sentirsi a posto con la coscienza ora va a dire in giro che padre Manelli si crede un santo in terra, che fa gestire soldi dai terziari, che è orgoglioso e dunque non vuole obbedire al Papa come tutti quei frati che non hanno firmato. . Tutta spazzatura che ha già colpito Padre Pio anni fa, ma poi lui umile e poverissimo è diventato santo e i difamatori?

  6. Se si vuol risolvere un problema,qualunque esso sia,occorre farlo conoscere a TUTTI,divulgandolo a più persone possibile. Altrimenti il problema rimane appannaggio di pochi addetti ai lavori e la cosa resta reclusa in un piccolo ambiente. Quando negli anni 50 Giorgio Bassani e Italia Nostra decisero di iniziare a tutelare il nostro patrimonio storico-artistico-culturale,organizzò una mostra in America e in mezza Europa denunciando il grave stato di abbandono in cui (dopo una guerra) versavano i nostri monumenti. Allora si gridò allo scandalo poichè i “panni sporchi si lavano in casa” ma fu l’inizio per risolvere questo problema. FACCIAMO CONOSCERE A QUANTI PIU’ POSSIBILE IL VERGOGNOSO CASO DI ACCANIMENTO CONTRO I POVERI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA.
    vedrete che la cosa iniziera’ a risolversi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    PIERGIORGIO BUGLIONI

  7. Roberto Donati

    La persecuzione vergognosa dei Fondatori dei Francescani dell’Immacolata e dei tantissimi frati come di tutte le suore rimasti a loro fedeli, persecuzione che è stata istigata e attuata da cinque avidi avventurieri condotti da un servo della Sinagoga di Satana,
    getta fango sulla figura di papa Francesco.
    Dobbiamo sostenere la Verità con tutte le nostre forze, con la preghiera e con l’azione,
    fino a quando essa non venga ristabilita con una parola e un intervento autorevole del Santo Padre.

  8. E’ tutto opera di Dio permissivo, per il bene delle anime,sembra tutto assurdo ma visto con occhi di fede e’ segno dell’opera di Dio, rimane solo la potente preghiera per illuminare chi di dovere in questa vicenda purtroppo triste che rispecchia i tempi di adesso, ma il cuore Immacolato di Maria trionferà’… Non lo dimentichiamo!!!! Maria L.

  9. I Francescani dell’Immacolata, a differenza degli altri ordini francescani, non posseggono nulla, come stabilisce la Regola di S. Francesco. Vedi Capo IV e VI della Regola bollata. Se qualcuno ha dei dubbi consulti la Regola bollata di san Francesco. I Frati francescani hanno avuto l’approvazione pontificia delle loro Costituzioni in cui è stabilito che l’Istituto e i frati non posseggano nulla, come realmente e giuridicamente è avvenuto. L’Istituto non ha nessuna proprietà. A dispetto di chi, come squali, non bramavano che i beni materiali; altro che umiltà e volersi bene! I Giuda così dicono: “Ma io ti voglio bene!” e, così dicendo, ti affondano pugnalate a non finire!!

    1. Continuo a non capire e chiedo venia. Ma desidero capire, e perciò faccio ulteriori considerazioni e domande.
      “…a differenza degli altri ordini francescani”: I F.I. non sono un ORDINE religioso ma CONGREGAZIONE. Quindi la frase virgolettata è scorretta e fuorviante in quanto il paragone non è tra l’Ordine dei F.I. e gli ALTRI Ordini francescani ( da come è scritto così si capisce), ma tra la Congregazione dei F.I. e gli Ordini francescani tradizionali. La Chiesa è da circa 350 anni che non costituisce più Ordini religiosi (gli ultimi sono stati gli Scolopi) ma solo Congregazioni, Società di vita Apostolica (es. i Salesiani), Istituti Secolari.
      I voti Solenni – che per volontà del Legislatore producono “effetti giuridici” specifici – si emettono solo negli ordini religiosi, non in altre tipologie di Istituti. Legano più strettamente alla Chiesa e al proprio Istituto (Ordine!); per questo è più difficile e laboriosa la concessione e la procedura che consente ad un membro di chiedere e di ottenere di essere ‘dispensato’ dai voti (solenni).
      Ripeto: il voto solenne di povertà richiede la rinuncia RADICALE (il suo “effetto giuridico”!) alla capacità giuridica di possedere a titolo personale qualsiasi bene (pregresso e successivo alla professione solenne) ricevuto in modo lecito e onesto come eredità o come dono o per acquisto. Questo è richiesto ad ogni singolo frate minore, conventuale o cappuccino che sia, e ad ogni altro religioso appartenente ad un Ordine.
      Non avendo modo di leggere le Costituzioni dei F.I.(è questa che fa testo per il nostro discorso, non immediatamente la Regola Bollata…) non so se il Legislatore (il Papa) abbia concesso anche ai religiosi di questa nuova Congregazione francescana di praticare la povertà ‘radicale’ richiesta dai voti ‘solenni’ . La cosa è possibile, e se il Papa l’ha di fatto concessa me ne rallegro!
      E veniamo alla Regola Bollata. Essa, come ogni altra disposizione scritta lasciata dai Fondatori a futura e imperitura memoria ideale per i loro rispettivi seguaci, è sottoposta all’interpretazione dell’Autorità della Chiesa, che l’adatta (non la mortifica) ai tempi e circostanze concrete e ai nuovi bisogni reali per l’espletamento del carisma, e per sovvenire più convenientemente alle necessità dei poveri, malati, bisognosi, che si rivolgono ai religiosi per avere l’aiuto necessario, sia spirituale che materiale. Questo la Chiesa lo ha sempre fatto anche con altri ordini o Congregazioni. I Francescani oggi (ma da molto tempo) come ente giuridico ai vari livelli (Ordine, Provincia, Conventi) possono ‘possedere’ beni mobili e immobili con titoli riconosciuti dalle leggi di uno Stato. E di quei beni i frati devono farne un uso responsabile (richiesto da ‘Madonna povertà’) per le strette necessità della loro vita materiale e destinarli principalmente e il più possibile per i poveri e le missioni. I beni che i vari Istituti (ordini o di qualsiasi altra tipologia) ricevono in dono (non quelli che ricevono in usufrutto da benefattori che rimangono i legittimi proprietari) APPARTENGONO IN DEFINITIVA ALLA CHIESA, che li destina come dicevo soprattutto a vantaggio dei poveri.
      Ora, se a questo nuovo Istituto, di recente fondazione, fosse stata data la facoltà ‘rinunciare’ (da punto di vista civile) alla proprietà dei beni materiali ANCHE come persona giuridica, mi sembrerebbe alquanto strano… per non dire azzardato e imprudente. Nella società di oggi ‘un bene’ se non risulta essere di proprietà di una persona fisica o giuridica, è proprietà dello Stato. E lo Stato, prima di pensare ai poveri – come dovrebbe fare – userebbe tanto più facilmente quei beni a ripianare il disavanzo di cassa o ad incrementare certi privilegi economici dei soliti noti, defraudando così, di fatto, i poveri, che di quei beni – se fossero stati gestiti da bravi frati fedeli alle regole della Chiesa – sarebbero potuti diventare i principali beneficiari. In questi casi (possesso a livello di Istituto) e date certe condizioni (che i frati e Superiori siano fedeli alle loro Costituzioni nell’amministrare i beni principalmente a vantaggio dei più bisognosi) la ‘proprietà’ non va contro i voto di povertà. Va contro il voto di povertà tutto quanto alimenta la comodità e l’agio delle Comunità e delle Case religiose, che tante volte non si fanno proprio mancare nulla a livello di mezzi e confort. Ma questo è un altro discorso…
      Se però i F.I. avessero TUTTI i beni IMMOBILI di cui si servono lecitamente e onestamente in usufrutto da benefattori, ciò sarebbe possibile (se è stato loro permesso) e altamente meritorio purché destinati principalmente ai poveri (e non ho motivo di dubitare che sia stato così) . Per i beni MOBILI (DENARO) a loro consegnati credo che dovrebbero comunque rendere conto ai loro Superiori e all’Autorità della Chiesa di come li spendono…secondo quanto richiede il voto di povertà e per il controllo dovuto a maggior garanzia che ‘questi’ beni vadano EFFETTIVAMENTE destinati alle necessità dei più poveri e bisognosi.
      Ho finito. Il mio ragionare non aveva e non ha intento polemico, ma è partito solo dal desiderio di conoscere il più possibile come stiano effettivamente le cose sull’identità, sui voti e sulla forma di vita che la Chiesa ha riconosciuto alla Congregazione dei F.I.
      Pax et Bonum!

  10. Per Ermanno Malaguti: a titolo informativo, la piscina non è più dei dehoniani già da molti anni. Ora appartiene alla curia di Bologna.

  11. Conosco i frati Francescani dell’Immacolata, la loro colpa è nell’ essere un ordine nuovo, che risveglia il troppo ardore, nell’adorare l’amata madre Maria Santissima, come scorciatoia verso il paradiso.
    Troppo AMORE e zelo nelle cose, curano i particolari durante l’adorazione eucaristica, durante la Santa Messa, durante il rosario durante le omelie, queste cose possono solo dare fastidio al demonio.
    Credo vivamente che Dio premierà il loro zelo e la loro grazia.
    Un giorno vidi un povero frate Francescano dell’Immacolata aspettare il suo Vescovo per l’inizio di una grande festa religiosa, vidi il frate aspettare sull viale antistante il santuario, a seguito con altri frati.
    All’arrivo del Vescovo il Padre francescano s’inginocchio e così gli altri frati, gli bacio la mano, il suo volto era ricolmo di felicità e la sua umiltà mi riempiva il cuore.
    Dio benedica i Francescani dell’immacolata e tutto il loro ordine, io porto nel mio cuore il loro esempio.

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