Gentile Dott.Gennari,
riguardo al suo articolo di critica alle posizioni del prof.De Mattei, vorrei farLe notare che secondo la dottrina cattolica bisogna distinguere il peccato personale dal peccato originale. Il Prof.De Mattei, nel citare le sventure che sono causate da cataclismi naturali, si riferiva a quelle che sono le conseguenze del peccato originale, chiamate dalla Bibbia “castigo di Dio”, ma che propriamente sono la giusta conseguenza del peccato originale, conseguenze che investono tutta la storia dell’ l’umanità. Da queste conseguenze ci libera la Redenzione di Cristo.
E’ chiaro che Dio non è causa del male. Il male ha origine dal peccato della creatura (angelo e uomo). Dio permette l’esistenza del male per ricavare da esso un maggior bene, ossia la Redenzione di Cristo e la Figliolanza divina, che non è altro che la vita cristiana.
Quanto alle parole del Signore che Lei cita, si riferiscono invece ad eventuali peccati del cieco nato. Qui allora si tratta di un’altra cosa, e cioè del problema del peccato personale. Questo a volte può esser soggetto nella vita presente, ad una pena, ma non accade sempre.
E’ invece castigato con la dannazione eterna, colui che non si emenda in questa vita. Ma può accadere anche che uno subisca delle pene, pur essendo innocente. In tal caso è chiamato ad unirsi all’opera salvifica di Cristo, l’Innocente che salva il mondo mediante la Croce. Consulti il Catechismo della Chiesa Cattolica – qui Lei trova il vero criterio per discernere ciò che è cattolico da ciò che non lo è – e troverà conferma a quanto Le dico. Voi dell’Avvenire dovete essere più preparati in teologia prima di trattare certi argomenti. Non è la prima volta che riscontro nel vostro giornale degli errori teologici non ammissibili in un quotidiano come il vostro.
P.Giovanni Cavalcoli,OP
Docente di Teologia Sistematica
nella Facoltà Teologica di Bologna.
8 aprile 2011