TENEREZZA
di Autore Ignoto
Forse “tenerezza” non è parola che si addice alla politica. Però, in certi casi, è l’unico sentimento suscitato da certi eventi che pur si classificano politici.
Ordunque, andiamo ai fatti. Si è riunita ieri la Direzione Nazionale del PD, e questo è già qualcosa, perché vuol dire che il PD esiste, accertato almeno in quei 131 signori che, si presume, facciano parte del PD. Questi signori hanno approvato la linea politica del segretario Bersani, con 127 sì, due no e due astenuti. Ma apprendiamo anche che una “componente” del PD, che fa capo a Walter Veltroni, si è astenuta. Insomma, non solo c’è un partito, ma ci sono anche le correnti. Questa è già una grande notizia.
Ma la tenerezza sgorga inarrestabile quando si apprende che il ri-fiduciato segretario Bersani ha detto che “il PD è l’unica forza che può tenere unito il Paese”. Probabilmente pensava a quell’esempio di granitica compattezza che è stato il governo Prodi. E la tenerezza irrompe sempre più impetuosa dai nostri cuori quando apprendiamo che Bersani “proporrà” un progetto per fare uscire il Paese da un decennio di paralisi. È vero che la cosa, detta da un tipo dinamico come lui, è interessante, però “proporrà” è un verbo al futuro, e quindi la linea politica approvata quale è? Mah!
Ma il massimo è il commiato del segretario, che scioglie la riunione dicendo ai suoi: ”Pensate a come il Pd può portare il paese fuori dai problemi”
E qui ci viene voglia davvero di stringere al petto Bersani, consolarlo, e dirgli “suvvia, vedrai che magari in futuro trovi un buon posto come impiegato al catasto, oppure nell’allevamento delle acciughe”.
Già, perché se usciamo dai comunicati stampa e dalle formulette varie, la cronaca di quanto è ieri accaduto è la seguente: “Dunque ragazzi, ci siamo riuniti a abbiamo dato la fiducia a Bersani, anche perché chi volete che sia così masochista da aspirare alla segreteria del PD. Ora in fondo ci resta solo da capire la linea politica, il progetto politico, e in definitiva, perché cavolo abbiamo fatto il PD. Insomma, dobbiamo capire chi siamo. Su, pensiamoci tutti”.
Pirandello impallidisce, si allontana quatto quatto, e va a far quattro chiacchiere coi suoi sei personaggi in cerca d’autore, perché i personaggi in cerca di personaggi sono troppo anche per lui