SLIP, MAGISTRATI E PRIVACY.

 

Il Giornale, senza alcuna delicatezza, ricorda che nel 1982 la signora Ilda Boccassini subì un procedimento disciplinare, legato alla sua esuberanza sentimentale, e che si difese denunciando la violazione al suo diritto alla riservatezza.

di Autore Ignoto

cecchino

 

È notorio e acquisito che l’Amministrazione della Giustizia ormai si svolge con un particolare interesse per tutto ciò che riguarda l’attività del Presidente del Consiglio dalla cintola in giù. In genere dopo aver acquisito da fonti insospettabili (bella questa, vi è piaciuta?) elementi di prova indiscutibili (questa poi è fantastica), il tutto viene messo a disposizione di stampa, televisione, social network, portinaie pettegole, banditori di piazza, vucumprà e lavavetri semaforici.

Insomma, la cosiddetta privacy, che poi in italiano sarebbe la riservatezza, è da secoli andata, come suol dirsi, a farsi friggere. Per non dire altro

Ora, cara signora Ilda, non creda che noi non la capiamo. Soprattutto, ci sdegna che nei confronti di una signora si sia così indelicati, andando a rivangare eventi legati a quel turbine ormonale che rende la giovinezza esuberante e vivace, magari anche un tantino incontrollata. E’ pur vero che i fatti che Il Giornale ha così indelicatamente rivangato, e per i quali Lei fu sottoposta a procedimento disciplinare, risalgono al 1982, ergo quando Lei aveva trentatre anni. È un’età in cui si è decisamente fuori dall’adolescenza (almeno in genere…),  ma si sa che al cuore non si comanda, e tanto meno ad altri organi del corpo umano.

Signora Ilda, Le ripetiamo che siamo sdegnati per tanta indelicatezza. Giornali più discreti, come Repubblica, quando nel 2005 Lei fu sottoposta a un altro procedimento disciplinare davanti al CSM, scrissero che per Lei era “la prima volta”.ilda

E nessuno fece circolare più di tanto un giudizio espresso su di Lei da Francesco Saverio Borrelli: “la collega Ilda Boccassini ha dimostrato una mancanza di controllo nervoso, una carica incontenibile di soggettivismo”.

Nessuno fu così cattivo da ricordare che Lei nel 1991 fu estromessa dal pool che si occupava di criminalità organizzata, perché era riuscita a mettersi in rotta con tutti i suoi colleghi

E ora invece arrivano queste carogne del Giornale a rivangare cose vecchie, vecchissime.

Ma, detto tra di noi, signora Ilda, anche Lei sia più sportiva. Chi di spada ferisce di spada perisce, e se Lei da mesi sta monitorando gli slip di Berlusconi e di tutti quanti transitano per una delle sue dimore, non se la prenda se ora è arrivata, dalle nebbie del passato, una monitorata sottombelicale anche a Lei. Ai tempi Lei si difese strenuamente davanti al CSM, difendendo il Suo diritto alla riservatezza. Giustissimo. Non saremo certo noi ad essere così poco gentiluomini da evidenziare che magari era stata proprio Lei ad avere poca riservatezza, visto che si parla di effusioni nei pressi del Palazzo di Giustizia, e addirittura era corsa voce di qualcosina in più di effusioni all’interno dello stesso Palazzo. Né staremo a discutere sul fatto che l’oggetto della Sua tenerezza fosse un giornalista di Lotta Continua. Questo vorrebbe dire mettere in dubbio l’assoluta correttezza dei magistrati, la loro assoluta indipendenza, e arrivare (orrore!) a pensare che certe fughe di notizie possano essere state favorite da incentivi sentimentali. Come Lei sa, noi siamo da sempre entusiasti estimatori della Magistratura. E non saremo certo noi ad essere così pignoli da sottolineare che è troppo comodo difendere il proprio diritto alla riservatezza e demolire quello degli altri.

Ma se vogliamo far smettere quei cattivacci del Giornale, che arrivano ad avere l’impudenza di scrivere cose che sono avvenute, Le ripetiamo l’invito: sportivamente, faccia finta di niente. Abbiamo tutti i nostri punti deboli, suvvia, e in fondo quello berlusconiano e il Suo appaiono eguali e contrari (nel senso di orientamento). Ci avrebbe scandalizzato un orientamento alla Vendola, per intenderci.

Comunque, cara signora Ilda, gli anni passano per tutti. Sa che siamo coetanei? Quindi mi sento ancora più solidale con Lei. Bei tempi delle passioni andate! Perché amareggiare l’anzianità con livori e accuse?

In fondo, se ben guardiamo, Il Giornale l’ha fatta per un attimo tornare ai bei tempi andati, e quindi Lei, anziché arrabbiarsi, potrebbe fare come la vecchina di quella famosa barzelletta. Non la conosce? Perbacco, gliela racconto subito:

Una vecchina va dal parroco e confessa un peccato carnale. Il sacerdote, stupitissimo, le dice: “Ma come nonnina, alla sua età?”.  E la nonnina risponde: “No reverendo, trent’anni fa. Ma è così bello riparlarne un po’ “

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